Lost Heart | ✔ (Italian Trans...

By -Happy23-

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Era trascorso un anno, Skylar Anderson frequentava la Philadelphia College of Arts e non aveva più nulla di c... More

Lost Heart
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Undici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciasette
Diciotto
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitre
Ventiquattro
Venticinque
Ventisei
Ventisette
Ventotto
Ventinove
Trenta
Trentuno
Trentadue
Trentatré
Trentaquattro
Epilogo

Dodici

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By -Happy23-

Skylar's POV

"Che cosa?"

Blake mi guardò con uno sguardo piuttosto divertito. Se non fossi rimasta così sbalordita in quel momento, mi sarei buttata in avanti solo per attaccare nuovamente quel pezzo di nastro adesivo sulla sua faccia. "Supponendo che sia ancora il tuo ragazzo?"

Deglutii e mi limitai a fissarlo. Caden, pensai.

"Caden," sussurrai. Non sapevo cos'altro dire. Faticavo ancora a convincermi che quello non fosse un incubo. Questo era reale. Per quanto reale la mia vita a volte potesse diventare.

"Divertente. Mi aspettavo delle lacrime." Sembrava indifferente, per quanto qualcuno con le mani e i piedi legati ad una vecchia sedia in decomposizione potesse esserlo.

Sbattei le palpebre e guardai Blake, ma questo non aveva senso. Tutto questo. Vedere Blake qui. Finire coinvolta nella gang di Caden. La gang di Caden. Non sapevo nemmeno che ci fossero dei fottuti quartier generali qui. Potrebbe essere che Blake stesse cercando prendersi gioco di me?

No, pensai. Sembrava che non avesse niente da perdere. Tranne la sua vita forse.

Per tutto questo tempo avevo pensato che Blake fosse in fuga. Che mi stesse perseguitando. Mandandomi minacce. Caden, ricordai, aveva voluto rassicurarmi sul fatto che non poteva essere Blake. Perché Blake era qui. Legato a una sedia. Rapito.

Oh cazzo.

"Perchè lo farebbe?" Finalmente ritrovai la mia voce.

Gli occhi di Blake sembravano vacui anche nell'oscurità, scrutando me e tutto ciò che lo circondava. Non mi preoccupai di dirgli che c'era la grossa possibilità che sarebbe stato in grado di liberarsi da quelle corde. Sembravano davvero deboli.

"Come posso saperlo?"

"Non ti avrebbe tenuto qui--"

"Contro la mia volontà."

"--senza... senza alcun motivo." Terminai e il mio sguardo scattò dietro di lui quando sentii dei passi. Tuttavia, si allontanarono altrettanto velocemente. Se Blake li aveva notati, non si era degnato di dire nulla al riguardo.

"Ah, sì. Motivi." Doveva aver alzato gli occhi al cielo. "Motivi. Perché non lo chiedi al mio caro vecchio fratello?"

Questo mi fece ridere, per quanto debole fosse. "Cosa ti fa pensare che me lo direbbe?" Dio, pensai. Perchè? Perché non poteva esserci un po' di onestà tra noi? Tra me e Caden? E perché dovevo sempre scoprire la verità in questo modo? Da Blake?

Blake arricciò il naso in un gesto comprensivo, che chiaramente non funzionò dato che sorrise.

"Beh. Per motivi, come hai detto tu." Sottolineò.

Odiavo questo. Odiavo il fatto che mi pulsasse la testa e odiavo il modo in cui il mio cuore aveva iniziato a battere così dolorosamente. E odiavo, odiavo questa inquietante cantina buia. Odiavo il fatto di non essere a casa. Cominciavo a odiare tutto e soprattutto Blake.

Era lui quello legato a una sedia, eppure sembrava che avesse ancora tutto il dannato controllo sul mondo.

"GIà." Riuscii ad annuire e, come avvertimento, aggiunsi, "Non scherzare con me."

"Perché diavolo dovrei farlo, Sky?" Stava ancora sorridendo, quel pazzo. "Siamo entrambi intrappolati qui dentro, o sbaglio?"

No, volevo dire. Ma cosa ne sapevo? Ogni volta che pensavo di sapere qualcosa, la vita mi aveva preso a calci in culo e mi aveva dimostrato che mi sbagliassi.

Forse era stata quella consapevolezza che mi fece andare un po' fuori di testa. Adirandomi, premetti la schiena contro il muro di cemento dietro di me.

"Non credo che abbia mentito... perché dovrebbe mentirmi?" La mia voce uscì tesa e quando mi passai le dita tra i capelli, notai di tremare un po'. Nervi. Paura. "Gli ho creduto davvero quando mi ha detto che non mi stava mentendo".

Udii Blake deridermi. "Non riesco ancora a capire perché stai con lui. Cos'è, per implorazione? I problemi di gestione della rabbia? Non possono essere le bugie. Sei segretamente un masochista, Skylar?"

Mi resi conto che Blake stava cercando di irritarmi e io avevo anche provato pena per essere stato rinchiuso qui per Dio solo sapeva quanto tempo. Ma anch'io stavo impazzendo, e questo mi sembrava abbastanza per ignorare Blake.

Quando avevo parlato a Caden di quelle lettere, pensai, era così convinto che non ci fosse Blake dietro.

Perché sapeva dov'era Blake.

"Oh," mormorai, mi feci scorrere le mani sul viso e non feci nemmeno una smorfia per i piccoli tagli che sentivo sulla pelle. Era un po' nauseante: il freddo, l'aria stantia e la continua realizzazione di tutto quanto.

"Allora, come pensi di scappare?" Blake ruppe il silenzio. Alzai lo sguardo e lo vidi che mi guardava con un sorriso d'intesa. Spinse il mento verso il soffitto, probabilmente da dove ero caduta. "Risalire il camino come Babbo Natale?"

Non divertente, era quello che avrei dovuto dire. "Devo proprio?" era quello che chiesi invece. 

Emise una piccola risatina. "Verrà qui, lo sai. Lui o il suo uomini." disse Blake. "Per controllarmi, ovviamente. E poi finiscono col trovare te."

Mi irrigidii.

"E non credo che gli piacerebbe vederti qui." Aggiunse. "Anche se varrebbe la pena guardarlo."

"Ti odio, Blake," sussurrai, sentendo l'angolo dei miei occhi appannarsi. E poi strinsi i denti perché non avevo voglia di piangere. Non qui. Non in questo momento.

Rise in risposta, come se non gli importasse di niente. E una volta avevo pensato a quanto fosse simpatico come amico.

Ma mi ero sbagliata. Come la maggior parte delle cose su cui mi sbagliavo sempre.

Chiusi gli occhi e appoggiai la testa contro il muro.

Intrappolata. Perché si riduceva sempre a questo?

•••••

Non capii come mi fossi addormentata. Non in quell'atmosfera stantia e soffocante di quello scantinato. Non credevo che avrei potuto, non fino a quando non lo feci. Addormentarsi nel seminterrato, intendo. O era quello, o continuare a farsi prendere dal panico per le cose. Avrei potuto anche guardarmi intorno in cerca di un'uscita, ma continuavo a sentire dei passi e, francamente, tutto ciò - e la presenza di Blake - mi stava avvicinando al punto farmi scoppiare gli occhi.

Provai a chiamare Nova. Ma il mio telefono non funzionava affatto. Ero quasi riuscita a notare lo schermo rotto prima che la pochissima luce del mio telefono si spegnesse insieme alla sua batteria. Mancava solo quello, immaginavo.

E poi a quanto pare mi addormentai.

Perché quando mi risvegliai non ero più nello scantinato. Avrebbe potuto essere solo un incubo, ma poi mi ritrovai seduta sul letto largo e capii che non fosse nemmeno la mia stanza. O il mio appartamento. O ovunque di familiare.

Ero in una stanza abbastanza spaziosa. Da sola. E altamente sconosciuto. Il che avrebbe potuto essere molto inquietante come essere bloccato nella foresta o cadere in una cantina sotterranea.

Sussultai mentre mi sedevo. Forti raggi di sole facevano capolino attraverso le tende, tende sconosciute, e mi colpivano gli occhi. Per alcuni secondi silenziosi, ebbi paura mentre mi guardavo intorno.

Avevo la gola secca. I miei occhi erano pesanti. E il mio stomaco era aggrovigliato in nodi, tanti nodi ansiosi. Trattenendo il respiro, spinsi da parte la coperta e saltai giù dal letto. I miei vestiti erano intatti, per fortuna cazzo, ma la mia felpa, realizzai, era graffiato in alcuni punti.

Mi domandai che aspetti avessi. Mi sentivo un disastro. Probabilmente somigliavo anche ad un disastro.

Non era quello che mi importava in quel momento. Invece, andai verso la porta chiusa, infilando le mie scarpe da ginnastica abbandonate a bordo del letto appena venni lasciata sul materasso. Una volta che terminai, deglutii e avvolsi la mano attorno alla maniglia della porta. Non si mosse però. Era bloccata.

Ero rinchiusa qui.

A quel punto il panico si insinuò a tutti gli effetti, iniziai a tirare la maniglia della porta, un po' troppo freneticamente. Non riuscivo a pensare in modo chiaro. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era, sì, ero stata colpita in testa dalla stalker inquietante che mi inseguiva da settimane. Ero rimasta bloccato nella foresta. Caduta tra un mucchio di foglie e trovato Blake, tra tutte quelle maledette persone, in una cantina sotterranea. E ora, ero rinchiusa in una camera da letto sconosciuta.

Tutto quello successe nelle ultime ventiquattro ore. Un piccolo sospiro stressato sfuggì dalle mie labbra.

Quando la porta ancora non si apriva, mi precipitai alle finestre, aprendo le tende e controllando le serrature.

Non erano bloccate, il che avrebbe dovuto sollevarmi un po'. Ma poi notai che nel luogo in cui mi trovavo, sembravano esserci solo alberi e animali selvatici in vista. Una casa, credevo. Sembrava una casa quando ci ero passata la notte scorsa.

Stavo male, ecco come mi sentivo. Questo era assurdo. 

Stavo per avere dei ripensamenti sul saltare giù da queste finestre, e controllare anche il mio telefono, quando sentii la maniglia della porta tremolare dietro di me.

Mi voltai appena in tempo per vederla girare, la porta che si apriva, mentre qualcuno entrava. E poi mi guardò.

"Caden." La mia voce era strana. E non era solo per la gola secca.

Vidi il modo in cui i suoi occhi si allargarono un po', il suo sguardo si spostò dietro di me e poi di nuovo su di me. Chiuse lentamente la porta dietro di sé. Un leggero clic fu l'unico suono.

Sentii il cuore che mi balzava in gola.

"Tu...mi hai chiusa qui dentro." Uscì come un'accusa, cruda e confusa. E io ero confusa. Ma più che altro, ero stanca. Volevo tornare a casa. Non volevo questo silenzio. "Mi hai rinchiusa qui."

Caden sospirò. "L'ho fatto."

"Perché?" chiesi, avvolgendo consapevolmente le mie braccia attorno a me.

Un minuscolo solco si formò tra le sue sopracciglia e sapevo, sapevo che stava valutando se avanzare e diminuire la distanza tra noi o restare fermo.

"Perché sapevo che saresti andata via." Disse. "E io ho bisogno di spiegare."

"Spiegare che cosa?"

"Sai una cosa, Sky." Sembrava esasperato adesso. Non per me, credo. Non quando fece un passo verso di me. Non poterlo dirlo con certezza però. C'erano così tante cose che non avevo mai saputo quando si trattava di lui.

Mantenni il mio sguardo nel suo. "Che mi hai mentito?" Chiesi, poi aggiunsi con rabbia, "Mi hai mentito."

"Sky." Scosse la testa, passandosi le mani tra i capelli, le sopracciglia aggrottate. E questo fu tutto. Solo Sky.

"Perché l'hai fatto?" La mia voce si abbassò. "Da quanto tempo... tieni Blake lì? E perché non me l'hai detto?" Cos'altro? Volevo chiedere. Cos'altro mi nascondi? Perché lo fai?

"Non... non potevo." Scosse di nuovo la testa. Non potevo dirtelo, sentii le sue parole.

Lo fissai e non sapevo cosa provassi in quel momento. Non sapevo cosa avessi visto fino in quel momento. C'era Blake. Che mi sorrideva. Che aveva compassione di me. Non aveva ragione, vero?

Annuii, spingendomi i capelli dietro le orecchie. "Va bene. Spiegamelo."

Fece un altro passo più vicino e ne feci uno di lato, verso la porta. Allungai una mano. "No, solo... prima spiegamelo."

"Sky--"

"Puoi almeno farlo?" Quasi urlai e gli occhi mi bruciavano. Il mio petto faceva male. "Sto cercando... di capire, Caden."

Rimase lì, ma vidi il modo in cui stringeva i pugni, guardandoli come se non potesse sopportare di dover guardare me. Era abbastanza orribile, il modo in cui si stava chiudendo. Come faceva quando lo incontrai per la prima volta. Era terribile perché non avevamo superato tutto questo?

"Non posso. Non posso rovinare tutto questo." Disse.

Mi arrabbiai tra un singhiozzo. Avanzando, gli puntai un dito sul petto. I suoi occhi si alzarono per incontrare i miei. "Lo stai già rovinando. Se questo sei tu che sta cercando di proteggermi, non ne ho bisogno! Non lo voglio!"

Qualcosa si addolcì nel verde dei suoi occhi. O forse era solo un pensiero speranzoso.

"Se mi faccio male, mi faccio male, Caden. Non puoi proteggermi sempre." La mia voce si ruppe. "Non voglio che tu... mi menta ogni volta."

Iniziai ad allontanarmi ma lui non me permise, tirandomi a se per il mio polso, la sua presa era tutto tranne che forte.

"Non sapevo che l'avresti scoperto in questo modo." Il suo cipiglio si intensificò. "Skt, se l'avessi saputo..." 

"Lo avresti nascosto meglio?" Risi.

Mi diede un altro leggero strattone al polso, il suo sguardo tremò verso il basso. "La tua mano sanguina."

Sanguinava, si, mi resi conto. Due ampi graffi rossi sul dorso della mia mano, grezzi e scorticati. Strattonai il polso lontano dalla sua presa.

"Come potrò fidarmi di nuovo di te?" Chiesi, e la mia voce uscì piuttosto fredda. "Come faccio a sapere che non stai mentendo su questo o su tutto oppure--"

Caden inspirò bruscamente. "Ci stai facendo un problema più grande del dovuto."

Si. Forse lo stavo facendo. Ma non volevo questo. Non volevo il costante dubbio su me stessa.

"Tutto quello che ti ho sempre chiesto è di essere onesto con me come lo sono io con te." Strinsi i denti. Una lacrima mi scese lentamente lungo il mento e per un momento, Caden divenne una macchia sfocata davanti a me. Così vicino, eppure in realtà non c'era mai. "Ti racconto ogni singola cosa da stupida sciocca che sono, Caden! Mi fido di te più di chiunque altro--"

"Skylar." Sussurrò, interrompendomi, e poi sentii le sue mani su entrambi i lati del mio viso, che mi asciugavano le lacrime, che mi tenevano saldamente. "Sky. Anch'io mi fido di te. Lo giuro. Lo faccio."

Tirai su col naso. "Ma avevi le tue ragioni."

Non disse niente. Non disse assolutamente niente a questo.

"Motivi che nemmeno tu conosci." Terminai per lui.

"Te l'avevo detto che è complicato. Stavo solo cercando di tenerti fuori."

"Non preoccuparti." Scattai, allontanandomi. Ci avevo provato. Ma questo andava oltre il fatto di avere tutte quelle corazze. Era quello che faceva sempre. E l'avrebbe sempre fatto. "Me ne tiro fuori io stessa."

Mi diressi verso la porta, ma lui mi fermò, afferrandomi per un braccio questa volta. "Sky, porca puttana--"

"Cosa?"

"Non farlo. Per favore."

"Non so nemmeno cosa sto facendo." Mi si strinse la gola. Avvertimento o solo tristezza, non lo sapevo, ero così stanca, "Ho bisogno di andarmene. Ho bisogno di spazio."

Il suo viso sbiancò per la sorpresa. Poi incredulità. "Non è vero."

"Pensi che sia normale, Caden, ma non lo è!" Tremai. "So che a volte può essere difficile fidarsi di me con le cose. Le tue cose. So che a volte divento irrazionale. Ma continui a mentire... a nascondere cose. Non voglio questo. Non... non lo voglio Non voglio bugie."

Era...? Volevo chiedere. Era una bugia anche quando mi baciava? Era una bugia quando diceva che si fidava di me? Era una bugia quando mi sorrideva?

Il mio stomaco si contorse in modo orribile.

C'erano momenti in cui aveva bisogno di qualcuno, ma non me l'aveva mai detto solo perché non voleva complicarmi le cose? Solo perché trovava difficile aprirsi?

I suoi occhi mostravano disperazione quando si avvicinò a me. Angosciato. Era lui o solo il modo in cui mi sentivo? Feci un passo indietro. "Lo so, Sky. Solo... dammi un'altra possibilità."

Deglutii, distogliendo lo sguardo, dietro di lui, lontano da lui, poi di nuovo verso di lui. Era sempre stato così? La stanchezza nei suoi occhi verdi? Le ombre nascoste in loro? Incubi, pensai. Raramente lo avevo visto dormire profondamente quando era lì accanto a me.

"Lo farei. Solo... non so come." Sussurrai, fissandolo. Apriti con me.

Ma non lo fece.

"Ho bisogno di un po' di spazio." Le parole uscirono dalla mia bocca. "Da te, Caden."





S/A.

So che questo aggiornamento è arrivato tardi ma non dipende da me.

Io traduco dalla storia originale e perciò devo aspettare che l'autrice aggiorni per poter andare avanti.

Volevo solo fare chiarimento su questo❤️

Detto ciò...

➡️Skylar ha fatto bene a reagire così?

➡️Perché Blake è stato rapito?

Votate e commentate se vi è piaciuto!

A presto, Xx

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