La tigre bianca e il drago ne...

By MelAkashiSeijuro

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Tratto dal testo: "Si conoscevano da tre settimane, eppure, i forti sentimenti che aveva provato già dal loro... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo 5

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By MelAkashiSeijuro

Quel giorno pioveva a dirotto.
Era il venerdì della terza settimana di scuola e, da quando Atsushi si era svegliato, stava diluviando.

Il ragazzo era andato controvoglia a scuola e aveva preso il primo ombrello che gli capitava sotto mano, pur di fare in fretta.

Era in ritardo perché, nonostante la sveglia fosse suonata e Kyouka avesse provato varie volte a farlo alzare, lui era ancora assonnato.
Da poco più di una settimana, continuava a pensare ad Akutagawa e, a volte, faceva fatica ad addormentarsi.

Non aveva più visto quel sorriso sul volto del corvino e un po' gli mancava.
Non aveva neanche più avuto Ryunosuke così vicino e doveva ammettere che, ogni volta che lo vedeva, cercava quella vicinanza.

Quando il ragazzo arrivò a scuola, chiuse l'ombrello e si accorse che era rotto.
Era già molto malandato, ma la corsa, che aveva fatto sotto quelle enormi gocce di pioggia, l'aveva rotto definitivamente.

Atsushi sospirò.
Sperava con tutto il cuore che all'uscita la pioggia sarebbe cessata, altrimenti non sapeva come fare.

Kenji, per di più, quel giorno, aveva lezione con il club di cucina, quindi non avrebbero fatto la strada insieme, e i fratelli Tanizaki abitavano da una parte completamente diversa della città.

"Penserò ad un modo per tornare a casa." si disse il grigio, entrando nella struttura e avviandosi verso la sua aula.
Era riuscito ad arrivare qualche minuto prima del suono della campanella, quindi percorse i corridoi tranquillamente.

Durante la pausa pranzo, il gruppo di Nakajima si era messo a mangiare nell'aula dei primini.
Avevano unito i banchi come la volta scorsa, ma, questa volta, avevano usato anche quello di Naomi.

Chuuya era in piedi vicino a Dazai e anche Akutagawa si trovava in piedi.
Il corvino era vicino ad Atsushi e, mentre mangiava, gli lanciava qualche occhiata.
Non si accorse, però, che anche il grigio faceva lo stesso con lui.

<<Non vuoi sederti?>> gli chiese il kohai.
<<No, stai pure seduto, tranquillo.>> gli rispose il maggiore.
Non voleva farlo alzare per lui.

Dopo aver finito il pranzo, si misero a parlare del più e del meno e, ogni tanto, Dazai guardava le ragazze di quella classe.
Si beccò ben due pugni in testa da parte di Chuuya e uno sulla spalla da parte del presidente del consiglio studentesco.

"Ha un fidanzato, ma infastidisce lo stesso le ragazze. È una persona incredibilmente strana." pensó Atsushi, guardandolo.
"Forse è proprio questo suo lato strano a piacere a Chuuya-senpai." si disse poi, inclinando leggermente la testa di lato.

Akutagawa notò le strane espressioni che stava facendo il grigio e ridacchiò, cercando di non farsi sentire dagli altri.
"È così carino." si trovò a pensare il corvino, guardando il minore.

Atsushi, sentendosi osservato, girò la testa verso Ryunosuke e sorrise.

Si guardarono per qualche secondo e, poi, il grigio gli sfiorò la mano.
Il maggiore arrossí un goccio, ma, successivamente, prese la mano del più piccolo nella sua.

Quando la pausa pranzo finí, i due lasciarono la mano dell'altro e si salutarono, sorridendo un po'.

Il cuore di Atsushi, appena rivise il sorriso del corvino, iniziò a battere di nuovo all'impazzata.
Lo trovava incredibilmente bello e, seppure la sua mente gli diceva di odiarlo, per qualche motivo a lui sconosciuto, il suo cuore gli chiedeva di amarlo e di farsi proteggere da Ryunosuke.

Poco dopo, iniziarono le lezioni pomeridiane e con esse l'ora di filosofia del professor Oda.

L'uomo, dai capelli ramati, iniziò a leggere una poesia di Saffo.

"Finché avrò fiato
nei polmoni, amerò
e anche dopo."

Disse il professore, guardando verso i suoi studenti e sorridendo un poco.

<<Cosa ne pensate ragazzi? Cos'è per voi l'amore?>> chiese Sakunosuke.

Tutti stettero in silenzio e Atsushi iniziò a pensare a quella domanda.

Cos'era per lui l'amore?
Cosa poteva rappresentare, per un ragazzo di sedici anni, quel concetto tanto complicato e astratto?

<<Atsushi, vuoi rispondere tu?>> domandò il sensei, guardando il grigio.

Lui deglutí e, poi, annuì, anche se controvoglia.
Odiava rispondere per primo, specialmente su temi così delicati come l'amore.
E se l'avrebbero preso in giro?

<<Credo che l'amore sia qualcosa di effimero e di difficile da comprendere. Non so bene cosa sia l'amore, io non credo di essermi mai innamorato in vita mia...>> iniziò a dire, ma, poi, si fermò.
Sentiva gli sguardi di tutti i suoi compagni su di sé.

Dopo, però, una cosa gli venne in mente.
Si immaginò il sorriso di Akutagawa e tutte le paure e le preoccupazioni che aveva svanirono.

<<No, forse mi sono innamorato. Comunque, penso che, quando si ama una persona, si provi delle emozioni indescrivibili. Il cuore batte forte, quando si ha la persona amata vicino, le guance si imporporano e si vuole tenere stretti a sé quella persona.>> concluse Atsushi.

"Anche se la si odia." pensó, in fine, nella sua testa.

Per formulare quel discorso, seppure per lui era una cosa alquanto mediocre, aveva pensato a Ryunosuke.

Si conoscevano da tre settimane, eppure i forti sentimenti che aveva provato già dal loro primo incontro gli erano risultati strani.
Era come se si fossero rivisti dopo tanto tempo.
Era come se continuavano ad odiarsi e ad amarsi da un'infinità di tempo, e, ora, dopo anni, si erano finalmente ritrovati.
Tutto ciò pareva ad Atsushi come una lunga corsa attraverso i secoli e non ci stava più capendo niente.

Non sapeva cosa pensare e neanche come agire.
Doveva allontanarlo e lasciarlo perdere, oppure avvicinarlo a sé e dirgli ciò che il suo cuore sentiva?

Tutto questo lo stava mandando nella più totale confusione e ci volle un pugnetto sulla spalla da parte di Kenji per farlo ritornare ai suoi pensieri primari.

Dopo che anche altri suoi compagni esposero i loro pensieri, la lezione continuò normalmente.
Nakajima, per tutta la parte finale dell'ora  non pensò più ad Akutagawa.

Finite le lezioni, Atsushi salutò Naomi e Kenji e si avviò, afflitto, verso l'uscita della scuola.
Notò, con grande dispiacere, che stava ancora piovendo e guardò il suo ombrello mal ridotto.

Sospirò e, poi, si decise a buttarsi sotto la pioggia.
Venne, però, fermato da una mano, che si poggiò sulla sua spalla e lo tenne fermo sotto il portico della struttura scolastica.

Atsushi si girò e i suoi occhi incontrarono quelli celesti di Ryunosuke.

<<Akutagawa?>> chiese il grigio sorpreso, ma non ottenne risposta.
<<Dove pensavi di andare senza un ombrello?>> gli domandò, invece, il corvino, aprendo il suo ombrello e prendendolo per il polso.

Nakajima arrossí all'istante a quel contatto, ma seguì lo stesso il ragazzo.

"È vero! Mi ero completamente dimenticato che abitiamo abbastanza vicini." pensó il minore, mentre il rossore sulle sue gote andava scemando, ma rimaneva ancora un po'.

I due ragazzi camminavano vicini sotto l'ombrello che Akutagawa sorreggeva.
Il corvino aveva lasciato già da un po' di tempo il polso di Atsushi che, invece, guardava ogni tanto il suo profilo.

Il grigio notò, con grande sorpresa, che la spalla destra (quella più lontana da lui) del maggiore si stava bagnando.
Ryunosuke, pur di non farlo bagnare, stava tenendo l'ombrello più che altro sopra a Nakajima.

Il minore arrossí un po', ma, poi, si avvicinò di più ad Akutagawa, che lo guardò sorpreso.
Atsushi gli sorrise e poggiò una mano su quella con cui il corvino sorreggeva l'ombrello.

<<Non ti bagnare tutto per me.>> gli disse, continuando a sorridere dolcemente.
Ryunosuke tacque qualche secondo, ma, poi, sentendo il calore che gli stava procurando la mano del minore, ricambiò il sorriso del grigio.

Voleva proteggere quel sorriso, da tutto e da tutti.
Voleva proteggere quel ragazzo anche dalla pioggia.

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