La tigre bianca e il drago ne...

By MelAkashiSeijuro

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Tratto dal testo: "Si conoscevano da tre settimane, eppure, i forti sentimenti che aveva provato già dal loro... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo 2

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By MelAkashiSeijuro

Dopo qualche giorno di scuola Atsushi si era ambientato meglio in quel nuovo ambiente.

Aveva scoperto che i due ragazzi che litigavano il primo giorno erano veramente di terza.
Si chiamavano Dazai Osamu (il castano) e Nakahara Chuuya (il rosso) e, nonostante litigassero, in continuazione erano fidanzati.

Poi, aveva fatto la conoscenza, come si deve, del presidente del consiglio studentesco e si era rivelato una buona persona, anche se facilmente irritabile.
Il ragazzo si chiamava Kunikida Doppo e frequentava la stessa classe della coppietta.

Atsushi, per sua fortuna, non aveva più incrociato, per i corridoi e neanche per strada, il ragazzo del primo giorno.
Dire che, quando lo aveva guardato, l'aveva spaventato era veramente poco.
L'aveva terrorizzato a morte e, nel frattempo, si era pure fatto strada nel suo cuore un po' di odio nei confronti del ragazzo, senza saperne bene il motivo.

Nel frattempo, al suo piccolo gruppetto si erano unite due persone.
Si trattava di Tanizaki Naomi, una ragazza della sua classe, dai capelli neri e gli occhi azzurri, e suo fratello maggiore, Tanizaki Junichiro, ragazzo di un anno più grande, dai capelli rossicci.

Ad attaccare bottone per prima era stata Naomi, durante l'intervallo, e aveva subito fatto piacere a Kenji che, successivamente, aveva invitato i due fratelli a pranzare con loro il secondo giorno di scuola.

<<Atsushi-kun, come hai detto che era fatto il ragazzo del primo giorno?>> chiese Naomi al grigio, prima dell'inizio delle lezioni.
La ragazza era proprio una persona avvezza ai pettegolezzi e non le scappava mai nulla.

<<Aveva i capelli neri con le punte bianche. Ah, e, poi, i suoi occhi erano celesti.>> disse Atsushi, ricordandosi di quel ragazzo.

<<Mh, un ragazzo che corrisponde alla tua descrizione c'è nella mia classe. Si chiama Akutagawa Ryunosuke e nessuno si avvicina mai a lui.>> disse Junichiro, pensando.

<<È vero! L'ho visto ieri nel corridoio mentre andavo in bagno!>> esclamò sua sorella.
<<Penso sia meglio stare alla larga da tipi così.>> aggiunse, poi, guardando Atsushi.

<<L'avevo già capito da solo, ma grazie lo stesso per il consiglio.>> rispose il grigio sospirando.

Finite le lezioni mattutine, Atsushi si alzò per andare un attimo in bagno, prima di pranzare insieme ai suoi amici.

Nel corridoio si imbatté per caso in Kunikida, che camminava, con dei libri in mano, a passo sostenuto, senza correre, ovviamente (dato che lui stesso quando vedeva qualcuno andare troppo veloce lo ammoniva sprigionando urla che si sentivano anche dall'altra parte della struttura).

<<Oh, Atsushi, per fortuna che ti ho trovato.>> disse il biondo, fermando il primino.
<<Hai bisogno di qualcosa, Kunikida-senpai?>> domandò il grigio.

<<Sí. Dopo le lezioni potresti darmi una mano a sistemare l'aula del comitato studentesco? L'ho chiesto a Dazai, ma sai com'è fatto.>> rispose il presidente, sbuffando un po'.

<<Certo, con molto piacere.>> disse il più piccolo.
<<Perfetto, allora manderò qualcuno ad aiutarti.>> affermò Kunikida, prima di avviarsi verso la biblioteca.

Il grigio ritornò in classe e mangiò con i suoi amici.
Fuori pioveva a dirotto ed era meglio non pranzare nel cortile con quel tempaccio.
Così, il gruppetto aveva avvicinato i banchi di Atsushi e Kenji e si erano seduti lì attorno.

<<Quindi, il presidente ha bisogno del tuo aiuto, dopo.>> disse Kenji, ingurgitando un pezzo del suo pranzo.
<<Già, non mi aspettare, vai a casa tranquillo.>> affermò Atsushi.

I due ragazzi avevano scoperto di abitare abbastanza vicino, quindi facevano la strada insieme dal primo giorno di scuola.
<<Va bene!>> esclamò il biondino, sorridendo.

<<Senti, Atsushi-kun, tu hai una fidanzata?>> domandò Naomi all'improvviso.
Il grigio arrossí e, per poco, non si strozzò con il suo pranzo.

<<No e non penso neanche di volerla.>> rispose, dopo essersi ripreso.
<<Allora vuoi il fidanzato?>> chiese ancora lei.
Atsushi non rispose: era troppo in imbarazzo per farlo.

<<Naomi!>> la richiamò suo fratello, che ricevette un'occhiataccia da parte della corvina.
<<Non ho detto nulla di male.>> borbottò lei.

Terminate le lezioni pomeridiane, Atsushi sistemò le sue cose nello zaino, si alzò, salutò i suoi amici e, poi, si diresse verso l'aula del consiglio studentesco.

Una volta arrivato, aprí la porta e si trovò davanti l'ultima persona che avrebbe sperato e pensato di incontrare.

<<Akutagawa?>> domandò lui, un poco intimorito.
Il corvino stava già passando una scopa per terra e, appena sentí la sua voce, lo guardò.

Dalla sua espressione corrucciata non traspariva nessuna emozione.
Sembrava solamente perennemente arrabbiato.

<<Come fai a sapere come mi chiamo?>> gli domandò sospettoso.
<<Tanizaki-san, un mio amico, che è anche un tuo compagno di classe mi ha detto il tuo nome.>> spiegò Atsushi, balbettando un po' per l'imbarazzo e l'agitazione.

<<Tanizaki? Non ricordo di avere un compagno che si chiama così.>> disse solo Akutagawa, continuando a spazzare il pavimento.

"Forse perché non parli con nessuno?" pensó il grigio sospirando.
Guardò un attimo il suo senpai esitante.

Non sapeva cosa fare.
Doveva rimanere lì rischiando la vita con Akutagawa o sarebbe stato meglio darsela a gambe?

A fermare il suo flusso di pensieri fu una mano che si appoggiò sulla sua spalla.
Si trattava di Kunikida.

<<Eccoti qui. Atsushi, lui è Akutagawa Ryunosuke. Akutagawa, lui è Nakajima Atsushi.>> disse, presentandoli.

I due si guardarono un attimo e, poi, annuirono.
<<Ragazzi, vi dispiacerebbe iniziare senza di me? Il preside Fukuzawa vuole parlarmi. Tanto vedo che Akutagawa ha già iniziato.>> chiese il biondo, lasciando andare la spalla di Atsushi e facendogli cenno di entrare nella stanza.

<<Va bene, Kunikida-senpai.>> rispose il grigio, entrando.
Il presidente, allora, annuì e iniziò a camminare per i corridoi.

Atsushi, invece, guardò Akutagawa.
Doveva parlargli?
Forse sarebbe stato meglio presentarsi di sua spontanea volontà, ma non ci riusciva.

Sentiva la gola secca e le gambe molli.
Era spaventato da quel ragazzo.

"Dai Atsushi, non morde mica...speriamo." si disse, cercando di farsi forza.

Alla fine, riuscì a muoversi e, in religioso silenzio, iniziò a sistemare alcuni libri e quadernoni negli scaffali.

Dopo un po' di tempo, si accorse che forse doveva dire qualcosa.
Il silenzio stava diventando troppo opprimente.

<<Perché hai deciso di venire ad aiutare Kunikida-senpai?>> domandò Atsushi, guardando il corvino.

<<Me l'ha chiesto Dazai-san.>> rispose Akutagawa, scrutandolo con la coda dell'occhio.
<<Dazai-san? Oh, intendi il ragazzo castano che il primo giorno litigava con Chuuya-senpai?>> chiese il grigio, cercando di intavolare un discorso.

<<Sí, proprio lui.>> disse il più grande, tossicchiando leggermente.
<<Hai la tosse? Stai male?>> domandò Atsushi, guardandolo preoccupato.

<<È solo allergia. E ora, mi faresti il favore di stare un po' zitto?>> affermò Akutagawa.

Atsushi annuì e sbuffò.
"Che odioso." pensó il grigio, continuando con il suo lavoro.

Una volta riempiti gli scaffali più bassi, doveva passare ai ripiani più in alto.
Il minore sbuffò.
Non era molto alto e aveva bisogno di uno sgabello, che trovò subito lì vicino.

Vi salí sopra, mentre teneva tra le braccia tre libri abbastanza pesanti.

Akutagawa lo guardò con la coda dell'occhio e lo tenne d'occhio tutto il tempo.
Aveva capito che Nakajima era una persona con la testa tra le nuvole e voleva evitare di vederlo cadere da quella altezza.

La prima volta che aveva visto Atsushi, aveva subito provato un forte odio nei suoi confronti, senza saperne il motivo.
Non l'aveva mai incontrato prima, quindi, non sapeva cosa avesse potuto fargli per odiarlo così tanto.
Eppure, oltre a quell'odio profondo, si era reso conto che in qualche modo voleva anche proteggerlo.

Il corvino scosse la testa, cercando di scacciare via dalla testa quei pensieri.
Non era una persona sentimentale e non avrebbe mai dato spazio all'affetto, tranne che per sua sorella minore.

<<Vediamo...ecco...questo va qui.>> disse Atsushi, in evidente difficoltà.
Doveva prendere meno libri, però, aveva pensato che doveva fare in fretta.
Non aveva voglia di stare tanto insieme ad Akutagawa.

Si mosse leggermente sullo sgabello e quel movimento bastò a fargli perdere l'equilibrio.

Il maggiore lasciò andare in fretta e furia il manico della scopa, con cui stava ancora pulendo il pavimento, e scattò nella direzione del più piccolo.

Si mise dietro di lui e Atsushi gli cadde addosso, facendo finire entrambi a terra.
Il grigio chiuse gli occhi e non si rese conto di quello che era successo, fino a quando non riaprì gli occhi e notò il corvino sotto di lui.
Si mise seduto e si spostò da sopra il corpo dell'altro.

Akutagawa aprí gli occhi e lo guardò.
Notò, subito, l'espressione preoccupata sul viso di Nakajima e si mise seduto anche lui.
Si toccò la spalla destra un po' dolorante, ma continuò a tenere lo sguardo su Atsushi.

<<Stai bene?>> gli domandò, anche se con un tono un po' brusco.
Anche lui si era preoccupato per l'altro, ma voleva mascherarlo.
Non voleva che nessuno si accorgesse dei suoi sentimenti.
Solo sua sorella aveva il permesso di vedere il vero Ryunosuke.

<<Sí, ma tu, piuttosto...ti fa tanto male la spalla?>> gli chiese, poggiando la mano delicatamente sulla spalla destra del maggiore.

<<Non è niente.>> rispose il corvino, guardandolo.

Sentirono qualcuno arrivare di corsa e le loro attenzioni si focalizzarono sul ragazzo che era appena entrato nella stanza.

Kunikida, sentendo il grande frastuono che aveva creato la caduta dei due kohai, era subito accorso per vedere cosa fosse accaduto.

Così, aveva trovato i due ragazzi seduti per terra, uno dei quali si teneva la spalla, e sul pavimento, oltre la scopa, vi erano parecchi fogli sparpagliati.

<<Cosa diavolo è successo qui?>> chiese lui, iniziando ad alterarsi.
L'ultima volta che aveva visto la stanza ridotta così era stato a causa di Dazai e Chuuya e delle loro stupide litigate da bambini delle elementari.

<<Ecco...è colpa mia! Ho perso l'equilibrio e sono caduto. Akutagawa mi ha preso e, ora, si è fatto male alla spalla.>> spiegò, tutto d'un fiato, Atsushi, trattenendo a stento le lacrime.

Era sempre e solo colpa sua.
Era così da sempre e nulla l'avrebbe cambiato.

<<Lasciamo perdere, che è meglio. Sistemo io qui, voi andate dalla dottoressa Yosano. È ancora in infermeria.>> disse Kunikida, mantenendo la calma.

Il grigio era stato corretto.
Aveva detto cosa era successo e aveva ammesso la sua colpa, non c'era bisogno di arrabbiarsi con lui.

Atsushi lo guardò un attimo e, poi, riportò la sua attenzione su Akutagawa.

<<Andiamo?>> gli chiese e il maggiore annuì.

Si alzarono dal pavimento e, una volta ringraziato il presidente del consiglio studentesco, uscirono, avviandosi verso l'infermiera.

Kunikida, rimasto solo, sospirò.
Quei due assomigliavano molto a Dazai e Chuuya.

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