Lost Heart | ✔ (Italian Trans...

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Era trascorso un anno, Skylar Anderson frequentava la Philadelphia College of Arts e non aveva più nulla di c... Еще

Lost Heart
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Tre
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Nove
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
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Ventiquattro
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Ventotto
Ventinove
Trenta
Trentuno
Trentadue
Trentatré
Trentaquattro
Epilogo

Uno

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Skylar's POV

"Oh mio Dio, Chicks!" Esclamai sorpresa.

E in parte anche un po' spaventata.

Uno come avrebbe dovuto reagire se appena tornato nel proprio appartamento, dopo un lunga e stancante giornata di lezione, non fosse riuscito a trovare il proprio gatto? Si sarebbe preoccupato, esatto. Questo è quello che avrebbe fatto chiunque.

Avevo anche provato a chiamarla, spaventata dal fatto che magari fosse saltata fuori da una finestra aperta mentre ero via. Ma poi sentii un debole meow. E poi un altro (uno molto più forte) provenire dall'alto mobile in cucina. 

Quasi me la feci nei pantaloni. E sussultai per lo spavento.

"Come diavolo ci sei finita lassù?" Chiesi ad alta voce, premendomi una mano sopra al cuore.

Chicken mi guardò con i suoi occhietti piccoli e innocenti. Non poteva essere salita lassù senza alcun aiuto. A meno che adesso non avesse imparato anche ad arrampicarsi.

"Se sei posseduta da un demone, Chicken, ti lascio li per il resto della tua vita," le dissi. Miagolò a gran voce in risposta.

"Sto scherzando, santo cielo." Grugnii e spinsi uno degli sgabelli che riempivano la minuscola isola della cucina davanti all'alto armadio. "Sei l'amore della mia vita. Non ti lascerei mai da sola. Nemmeno se venissi posseduta."

Salendo sullo sgabello e rimanendo in piedi, mi allungai con le braccia tese, facendole cenno di avvicinarsi. "Andiamo, dai. Ecco-- cazzo!"

Chicken emise un meow feroce, una voce miagolante incazzata e si lanciò verso la mia faccia. 

Quello che successe dopo doveva essere abbastanza ovvio.

Inciampai all'indietro, lo sgabello tremò sotto i miei piedi e cadde, e sia io che Chicken ci ritrovammo sul pavimento con un tonfo molto forte.

"Merda." Gemetti, chiudendo gli occhi per il dolore alla schiena. 

Sentii una porta aprirsi e poi chiudersi. Non dovevo alzare lo sguardo per vedere chi fosse.

"Che cazzo è appena successo?" chiese Nova, la mia coinquilina non così simpatica. Tuttavia, non potevo biasimarla per la sua mancanza di cordialità. Per quanto ne sapevo, aveva lezioni tutta la mattina e un lavoro part-time per il resto della giornata. Se fossi stata in lei, anche io avrei voluto un appartamento tutto per me.

"Indovina." Gemetti ancora una volta. Chicken, d'altro canto, mi stava leccando la faccia come per scusarsi per il piccolo atto commesso pochi secondi prima. 

"Se avessi avuto una gatta così, l'avrei abbandonata anni fa." Nova commentò prima di scavalcare le mie gambe e aprire il frigorifero. Aveva i suoi ricci marrone scuro raggruppati in uno chignon disordinato che non mi sembrava affatto disordinato.

Io ero un'esperta nell'essere disordinata. Nova no. Lei era bella. Soprattutto con quella pelle abbronzata e gli occhi color miele. Avevamo la stessa età, frequentava anche il mio stesso college ed era stata gentile a offrirmi un posto in questo appartamento, per quanto piccolo potesse essere. In realtà non mi importava finché avevo un posto dove dormire.

Questo posto era anche molto meglio di quei pessimi dormitori del nostro college.

A volte, mi mancava molto casa a New York. E a volte, non mi mancava affatto. La casa a Crestmont era sempre vuota ogni volta che ci andavo. Almeno qui non ero sola ventiquattro ore su ventiquattro. Di solito, era cosi.

A differenza di Nova, non avevo un lavoro part-time. A volte facevo rimanevo fino a tardi al college perchè mi occupavo di assistenza di tanto in tanto. Se qualcuno avesse avuto bisogno di me. Il che, a quanto pare, non accadeva sempre. E se mai fossi stata a corto di soldi, be', i miei genitori erano li proprio per questo motivo.

Non avrei dovuto fare sempre affidamento su di loro. Non quando ci erano voluto molto per convincerli a farmi studiare qualcosa che amavo.

"Non posso lasciarla. Chicken è importante per me." Avevo provato a spiegarle il perchè mentre si versava del succo d'arancia e si sedeva su uno degli altri sgabelli verticali.

"Ho sentito che stai aiutando Josh con il suo progetto fotografico." Disse.

Rimasi sorpresa del fatto che stessimo avendo questa conversazione. Raramente avevamo conversazioni con più di due frasi intere.

"Sì." Mi misi a sedere lentamente, fissando Chicken poiché era ancora un po' troppo impegnata a coprirmi la faccia con la sua bava. "E questo non ha nulla a che fare con la vostra rottura di tipo... una settimana fa."

"Sei giorni." Mi corresse.

Le rivolsi uno sguardo comprensivo. "Sei giorni, si. Aveva solo bisogno di un piccolo aiuto. Credimi, non stavo cercando di rendere le cose imbarazzanti."

"Non mi interessa. Finché non lo porti qui nell'appartamento. Agitò una mano. "Non mi interessa con chi esci."

Feci per dirle che di sicuro non uscivo con Josh, ma lei ancora una volta parlò prima di me.

"Basta che non esci a tarda notte." Lei aggiunse. 

"Perché no?" Per fortuna, Chicken finalmente si tirò su e se ne andò.

Nova si alzò e posò il bicchiere nel lavandino. "Papà mi ha parlato di questo criminale a piede libero. E be', ho sentito molto parlare di te che attiri guai."

"Scusami?"

"Senza offesa." Aggiunse con un'alzata di spalle.

"Come può non essere offensivo?" Chiesi. Il padre di Nova era nel dipartimento di polizia della Pennsylvania. In questo modo era a conoscenza di alcuni incidenti che avrei preferito lasciare nel dimenticatoio.

"Non lo so. Era solo un consiglio amichevole, ok?" Alzò le sopracciglia. Alzai gli occhi al cielo ma alla fine annuii.

"Comunque, il tuo telefono continuava a squillare. Perché non lo porti mai con te?"

Mi alzai e mi ripulii il cappotto, raccolsi lo sgabello per poi rimetterlo al suo posto.

"Mi sono dimenticata," le dissi. "Ho le mattine un po' piene, sai?"

"Come vuoi." Sospirò, tornando nella sua stanza e aprendo la porta. "Allora, buonanotte." Poi chiuse la porta.

Come avevo detto, di solito era così che andavano le nostre conversazioni. Per lo più erano buongiorno e buonanotte.

Mi spogliai del cappotto, entrai nella mia camera da letto e accesi le luci. Chicken mi seguii e saltò sul mio letto. Che, non a caso, era disseminato di colori e pennelli e un'intera pila di pellicole fotografiche e negativi. Era un pasticcio.

Non era meno incasinato di quanto non fosse la mia stanza a casa. Mostrava anche la mia passione appena scoperto per la fotografia. 

Decisamente molto meglio di Fisica.

Spinsi da parte i rullini delle fotografie e mi sedetti sul letto, prendendo il telefono. Accendendolo, vidi un totale di cinque chiamate perse. Raramente ricevevo chiamate da persone diverse da Alex. Era un po' commovente che sentisse il bisogno di controllarmi quasi ogni giorno.

Più dei miei stessi genitori. O Caden.

Alex si era trasferito in Pennsylvania proprio come me dopo la mia assillante insistenza. Non potevo sopportare l'idea di lasciare il mio ragazzo e il mio migliore amico. Quindi mi assicurai di portarne dietro almeno uno. E anche se frequentava un college diverso, con dormitori completamente più belli di quelli che avevano nel mio, ero comunque abbastanza felice di poter contare su di lui. Anche se non sembrava cosi da un po'.

Aprii il registro le chiamate perse e rimasi un po' sorpresa nel vedere che tre di loro fossero di Caden. Il resto, ovviamente, erano tutti Alex.

Prima richiamai Caden. Erano passati giorni dall'ultima volta che gli avevo parlato. Crestmont non era molto lontano, ma Caden sembrava essere ancora più lontano. E lo odiavo. Avrei voluto che fosse qui e non li ogni singolo giorno.

Premendo il telefono contro il mio orecchio, mi lasciai andare sul letto. Con la coda dell'occhio, vidi Chicken saltare sopra il mio cesto della biancheria e farlo rovesciare su se stessa. Forse avrei dovuto fare qualcosa per aiutarla. Ma non lo feci. Stavo ancora cercando di mostrare rancore verso di lei per avermi aggredito poco prima.

Squillò e squillò dall'altro capo della linea, ma Caden non rispose. Accigliata, terminai la chiamata e alzai gli occhi al cielo.

Perché era cosi difficile per lui rispondere a una sola chiamata?

Caden non aveva fatto domanda in nessun college, a differenza mia. Aveva deciso di restare a Crestmont. Perché non avesse scelto di lasciar perdere quegli affari di gang, non lo sapevo. A volte, avevo provato a chiederglielo. E tutte quelle volte semplicemente evitava l'argomento, come se non fosse importante. Quindi non insistetti più, anche se avrei voluto farlo.

Poi composi il numero di Alex. E lui rispose al primo squillo.

"Hai lasciato di nuovo il telefono a casa?" Fu la prima cosa che chiese.

Un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra. "Si."

"Non sono sorpreso, Sky."

"Sembri un po' scontroso. Perché sei così scontroso? Dovrei esserlo io visto che sono stata io quella fuori casa a fare le faccende tutto il giorno." Ribattei.

Mormorò qualcosa di incoerente in risposta.

"Aw, Allie, stai attraversando gli sbalzi d'umore?" Lo presi in giro con una risata. "Sai, a volte mi chiedo come faccia Hanna a sopportarti. Io a volte non ce la faccio e sono la tua migliore amica..."

Mi interruppe.

"Lo sapevi che Caden è qui in Pennsylvania?"

Il sorriso sul mio viso si spense per la sorpresa. "Che cosa?"

"Sì, non te l'ha detto?" Chiese.

Sbattei le palpebre per la sorpresa. Caden era qui? E non me l'aveva detto? "Sei sicuro, Alex?"

"No." Adesso era lui quello che rideva compiaciuto. "Ti stavo solo prendendo in giro."

"Simpatico. Fottiti, Alex." Borbottai, alzandomi e andando ad aiutare Chicken, raccogliendo il cesto da sopra di lei. Miagolò e si leccò la zampa.

"Ehi adesso, chi è quello con gli sbalzi d'umore adesso?" Volevo prenderlo a pugni. "Però, non è questo il motivo per cui ti ho chiamata."

"Ah si?" Alzai gli occhi al cielo. "Sono sorpresa." 

"Be, spero che Caden ti abbia detto almeno questo--"

"Non parlo con Caden da un'intera settimana, Alex." Lo interruppi con un tono piuttosto burbero.

Tossì e passò un attimo di silenzio. "Quindi... non ti ha detto niente?"

"No."

"Nemmeno di Blake?"

"Chi?" Feci una smorfia.

"Blake il-" La voce di Alex venne interrotta quando un forte, stridulo urlo risuonò dalla sua parte.

Uno di quelli terrificanti.


S/A.

È stranissimo scrivere ancora di loro due☻️

Sappiate che vi faranno impazzire, ricordo ancora bene il sequel e ho adorato anche questo

Come sempre Caden... è rimasto Caden 💀

A presto,
Xx ❤

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