Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segnare una svolta n... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri
Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare
Capitolo 4 - Accettabile compromesso
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide
Capitolo 6 - La linea del necessario
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere
Capitolo 8 - Qualcosa di vero
Capitolo 9 - Bethelie
Capitolo 10 - Senza più esitazione
Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno
Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia.
Capitolo 17 - Altocumuli
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia
Capitolo 19 - Eredità
Capitolo 20 - Non è impossibile
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare?
Capitolo 22 - Essere uomo
Capitolo 23 - Respira
Capitolo 24 - La scelta migliore
Capitolo 25 - Ti fidi di me?
Capitolo 26 - Chloe
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti
Capitolo 28 - Giudizio [1/2]
Capitolo 28 - Giudizio [2/2]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita
Capitolo 30 - Non preoccuparti
Capitolo 31 - Quando si parte?
Capitolo 32 - Semplice precauzione
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo
Capitolo 34 - Casa dolce casa [1/2]
Capitolo 34 - Casa dolce casa [2/2]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee
Capitolo 36 - Così semplice
Capitolo 37 - Chi sei davvero [1/2]
Capitolo 37 - Chi sei davvero [2/2]
Capitolo 38 - Deriva
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [1/2]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [2/2]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko
Capitolo 44 - Come un vero uomo
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [1/2]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [2/2]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere
Capitolo 47 - Famiglia
Capitolo 48 - Ti amo
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [1/2]
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [2/2]
Capitolo 50 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 51 - Vita comune
Capitolo 52 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 53 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 54 - Solo un essere umano
Capitolo 55 - Vocazione
Capitolo 56 - Inspirare ed espirare
Capitolo 57 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 58 - In principio fu il buio
Capitolo 59 - Quando, non se
Capitolo 60 - Chiudi gli occhi
Capitolo 61 - Quante volte
Capitolo 62 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 63 - Non c'era Chloe
Capitolo 64 - I frutti della negazione
Capitolo 65 - Soltanto una bugia
Capitolo 66 - Chiudere il cerchio
Capitolo 67 - Caro Brycen
Capitolo 68 - Lo giuro
Capitolo 69 - Libertà e vita
Capitolo 70 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima
Capitolo 71 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 13 - Inno alla Vittoria

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By Mari_Blackstar

Entrare a Villa Augusta dall'ingresso principale aveva tutt'altro sapore che osservare i suoi ambienti attraverso un vortice. Il Gran Salone era la punta di diamante dell'edificio, e la struttura era stata costruita attorno ad esso. Da solo occupava l'intero blocco centrale, fungendo da collegamento con i piani superiori attraverso un'imponente scalinata sul fondo della sala. Bianco, argento e blu erano i colori dominanti, in cui spiccavano marmi chiari e decorazioni in ferro battuto che donavano al luogo un'atmosfera di austera bellezza.

Ovunque si posasse lo sguardo c'era qualcosa da ammirare, che fossero i lampadari di cristallo e pietra di Sihir, le vetrate circondate da tendaggi di velluto, gli intricati altorilievi fogliformi lungo le pareti o gli affreschi raffiguranti le schiere angeliche – una moltitudine di figure maschili ammantate di bianco che si libravano in cielo con ali dorate, le braccia distese in adorazione verso il sole.

Se avesse potuto, Chloe avrebbe sollevato gli occhi al cielo. Persino l'iconografia religiosa dei lucisti la infastidiva, prepotente come uno schiaffo in pieno viso. I Lunae non avevano mai bandito gli antichi credi, ma anno dopo anno la Chiesa della Luce li aveva soffocati, abbagliando i cittadini con maestosità e gloria al fine di convertirli.

"In che modo sarebbero un modello positivo di valori?" pensò, ma avrebbe dovuto chiederlo a Brycen, perché lei non vedeva altro che vuota arroganza. Avrebbe voluto sapere cos'era riuscito a trovare di buono in una religione così contraddittoria e superficiale, eppure aveva timore di addentrarsi di nuovo in quella discussione.

«Sei nervosa, Shiori?» le domandò Xae Fei sottovoce, allungando le labbra rosse in un sorriso.

Era ancora una donna stupenda, sebbene fosse prossima alla mezz'età. Nascondeva le rughe sotto un trucco curato e teneva un binyeo infilato tra i capelli neri, raccolti in una crocchia bassa. Il suo hanbok aveva chiare influenze sayfane, tuttavia manteneva le linee tradizionali con il tipico taglio sotto il seno da cui si apriva una gonna rossa lunga fino alle caviglie, resa gonfia dal sottogonna.

«Oh, niente affatto.» Chloe ridacchiò, aprendo il ventaglio di carta dipinta per farsi aria. «Solo un po' stordita da tanta bellezza e impaziente di godermi la serata. Grazie dell'interessamento, zia.»

Chinò il capo verso la donna, osservandola in tralice. Da quando erano entrate, Xae Fei aveva continuato a fissarla con un'insistenza che non le aveva rivolto prima d'ora; Chen-Yi le aveva forse chiesto di tenerla d'occhio? Una semplice Dimorante che controllava una Tessitrice... La fiducia del suo mentore si era assottigliata a tal punto?

Nelle ultime settimane Chloe era stata più attenta del solito per non destare sospetti, nascondendo qualsiasi remora riguardante i suoi consigli. Aveva studiato il personaggio di Shiori e strutturato con cura ogni dettaglio, dalla sua personalità al suo aspetto, mettendo in mostra tutto ciò che i sayfani si aspettavano di trovare in una ragazza di Jiyu. Aveva marcato la forma a mandorla degli occhi e schiarito l'incarnato con uno strato di fondotinta bianco per far risaltare le labbra piccole e sottili, velate di rosso brillante. Aveva raccolto le ciocche nere della parrucca in un'intricata acconciatura secondo la moda jiyana e indossato un kimono color lavanda, la stoffa decorata dai motivi floreali per cui il suo regno era famoso.

Gli ospiti di quella sera l'avrebbero ammirata a lungo e avrebbero saputo descrivere con precisione tutti quei dettagli, ma nessuno di loro avrebbe saputo dare particolari riguardo al suo viso. I sayfani non erano bravi a riconoscere le differenze nei loro lineamenti: i jiyani si somigliano tutti, dicevano, e sembrano sempre più giovani. Non avrebbero visto la persona ma il simbolo, niente più che un meraviglioso archetipo. Chloe avrebbe brillato come una gemma tra i granelli di sabbia eppure sarebbe passata inosservata.

Un Tessitore di Segreti non doveva preoccuparsi di stringere legami duraturi o ritagliarsi un ruolo nella comunità, quello era il compito dei Dimoranti. Erano loro a rivestire coperture perenni, per monitorare determinati ambienti e fornire ai Tessitori supporto strategico. Xae Fei era stata inviata a Sayfa vent'anni prima con l'obiettivo di sedurre il conte Eugenio Silva, e il suo impegno l'aveva resa sua moglie e madre di due bambini, oltre che un membro ben integrato nell'alta società di Mehtap. Shiori, al contrario, non era nessuno né avrebbe dovuto esserlo. Era solo la nipote di Xae Fei, un'apparizione fugace nella caoticità della serata a cui nessuno avrebbe dato troppa importanza.

Chloe si voltò verso le alte porte d'ingresso, da cui i numerosi partecipanti continuavano ad affluire. Erano già più di duecento, tutti ex nobili, politici o membri di spicco della comunità hedeana. Se ne stavano riuniti in piccoli gruppi sul fondo della sala, distanti dal ricco buffet di antipasti e dai tavoli rotondi che circondavano la pista da ballo.

Il loro chiacchiericcio si acquietò solo quando Tertius apparve in cima alla scalinata con la sorella Marzia sottobraccio, entrambi vestiti di bianco e argento. Scesero i gradini tra gli applausi della folla, poi l'ex principe congedò la sua accompagnatrice con un baciamano e offrì un discorso di benvenuto ai suoi ospiti. Saluti, ringraziamenti e accenni ai suoi traguardi politici e progetti futuri; non c'era niente di rivoluzionario nei suoi programmi, ma Tertius ne parlava come se fosse una geniale innovazione e mescolava le sue idee a concetti su cui era facile dichiararsi d'accordo, sicché le masse lo adoravano.

Non appena ebbe concluso il discorso, dando il via alla serata, Tertius fu subito circondato dalla folla: tutti desideravano parlare con lui e lo avvicinavano con qualsivoglia scusa – un commento sul discorso appena tenuto, complimenti per l'organizzazione del gala o semplici chiacchiere. Chloe contò sei ragazze che tentavano di sedurlo con profonde scollature e ammiccanti lusinghe, mentre personaggi facoltosi lo adulavano in cerca del suo favore. Se avesse provato a farsi strada tra loro per avvicinarlo, non sarebbe stata più di un volto sconosciuto tra i tanti. Se voleva attirare la sua attenzione, doveva far sì che fosse lui a venire da lei.

Chloe si congedò da Xae Fei e vagò per il Gran Salone, fingendo di ammirare decorazioni e opere d'arte mentre si avvicinava all'unica che le interessasse davvero. Sfiorò le incisioni sull'Alba Aeternam con cautela, camminando intorno allo strumento fino a raggiungere la tastiera, poi premette qualche tasto. Gli sguardi dei presenti si alzarono su di lei, ma nessuno si avvicinò per rimproverarla neanche quando prese posto sullo sgabello.

«Non vorrà suonare davvero?» mormorò qualcuno alle sue spalle, e commenti sussurrati si mescolarono e brevi risatine.

Non c'era nulla che impedisse agli ospiti di farlo, ma nessuno osava accostarsi al pianoforte prima che lo avesse fatto Tertius: Chloe aveva compreso in fretta quella regola non scritta, ma era impossibile che Shiori ne fosse a conoscenza. Nessuno avrebbe preso il suo gesto come un'offesa, quanto più come l'errore di un'ingenua straniera che avrebbe offerto qualcosa di cui ridere e chiacchierare con la sua inevitabile figuraccia.

Alcuni la fissavano di sottecchi con risolini sfacciati sulle labbra, altri cercavano Tertius con lo sguardo, forse desiderosi di assistere alla sua reazione quando si fosse accorto di lei. Fu solo quando Chloe cominciò a suonare che gli sguardi degli invitati mutarono, spalancando gli occhi mentre i sorrisi sfumavano via.

Le note di Inno alla Vittoria riecheggiarono nella sala, zittendo le conversazioni e sollevando versi strozzati di stupore. Chloe non se ne curò: tenne lo sguardo fisso sulla tastiera, concentrandosi sui movimenti delle sue mani e sulla melodia che costruivano passo passo. Si era esercitata per settimane, ma la sua esibizione avrebbe tradito la sua inesperienza alle orecchie più attente: la mano destra tremò in una delle sequenze più complesse, scivolando troppo in fretta via dal La bemolle e premendo con poca incisività il Sol, lasciandoselo sfuggire in una lieve ma evidente disarmonia.

Era stato Brycen a insegnarle quel passaggio. Chloe lo aveva provato più e più volte al suo fianco, tanto testarda quanto lui era stato paziente. Non le aveva neppure chiesto perché volesse così tanto riuscire a suonare quella sequenza; a quel tempo non erano ancora una coppia, ma Chloe dubitava che Brycen sarebbe stato altrettanto disponibile se avesse saputo che imparare quella melodia serviva a—

"Smettila di pensarci" si rimproverò, arricciando il naso quando suonò un Re-Fa-La invece di un Do-Mi-Sol. "Non puoi permetterti di distrarti, non oggi. Concentrati."

Spinse fuori dalla sua mente qualsiasi pensiero e proseguì, lasciando che la memoria muscolare la conducesse al termine del pezzo. Non era in grado di suonare correttamente la parte finale, ma riuscì a concludere in modo quantomeno decente. Tuttavia, quando allontanò le mani dalla tastiera, solo un applauso raggiunse le sue orecchie.

Chloe si voltò, trasalendo di finto stupore nell'incrociare lo sguardo di Tertius. Il chiacchiericcio della sala non si era spento del tutto, ma quel lento battere di mani sovrastava qualsiasi altro suono. Solo dopo qualche istante anche il resto dei presenti si unì a lui, acclamandola in una scrosciante approvazione.

«Onorevole Lunae!» lo apostrofò Chloe con voce acuta e leggera, marcando il suo accento. Si alzò per rivolgergli un inchino, stringendo al petto le mani intrecciate a formare il vortice heikun.

Tertius ricambiò con un cenno del capo. «Mi permetta di porgerle i miei complimenti per l'esecuzione.»

Manteneva una postura rigida, busto dritto e mani dietro la schiena, il fisico slanciato messo in risalto dal taglio aderente del completo che esaltava le spalle con decori di frange argentate. I corti capelli chiari ricadevano in morbide onde sulla fronte, sfiorando gli occhi grigi dal taglio incappucciato. Sfoggiava un sorriso cortese, ma forzato: Tertius era abile a nascondere l'offesa, ma Chloe riusciva a leggere il velato fastidio nel suo sguardo.

«Grazie per la gentilezza, ma sei— lei è troppo buono» disse Chloe. Sbagliò la pronuncia di qualche parola, l'accento di altre, balbettando nella scelta dei termini in una resa barcollante. «Ho fatto molti errori per l'emozione, mi dispiace molto.»

«È troppo severa con se stessa, signorina... ?»

«Dae Ho. Sono Shiori Dae Ho, la nipote di Xae Fei Silva.»

«Ho trovato peculiare la scelta del brano, signorina Dae Ho.» Tertius si rigirò quel termine sulla lingua, assottigliando lo sguardo. «Mi dica, qual è stata la sua fonte di ispirazione?»

«Lei, Onorevole Lunae. È tradizione, nella mia terra, omaggiare il padrone di casa portando in dono ciò che più preferisce. Ho pensato che suonare questa melodia fosse la scelta migliore» mentì Chloe, tormentandosi la stoffa delle maniche. Abbassò lo sguardo e si assicurò di far tremare la voce, mostrando un'insicurezza sempre più evidente. «Resterò a Mehtap per poco tempo, perciò speravo... Uhm, volevo ringraziarla per quest'occasione irripetibile. La mia unica intenzione era quella di... compiacerla, Altezza.»

Tertius liberò un soffio ironico, squadrandola da capo a piedi. L'ombra di avversione che Chloe aveva notato svanì dai suoi occhi, assumendo sfumature maliziose mentre distendeva le labbra. «La prego, non sono più "Altezza" da anni.»

«Domando scusa, uhm... Mio Signore?»

«Tertius» la corresse, offrendole il palmo. «La sua premura mi lusinga, ma il dono più gradito che lei possa farmi è la sua compagnia per questa sera.»

«È lei a lusingare me, Tertius

Chloe posò la mano sulla sua e Tertius le sfiorò le dita in un bacio lento, senza distogliere lo sguardo. Sei mia, suggerivano i suoi occhi, e dal suo sorriso compiaciuto Chloe comprese di aver raggiunto il suo scopo.

Non serviva un'intera serata per far colpo su di lui. Le bastavano pochi attimi, quei sette secondi in cui la prima impressione veniva incisa nel subconscio. Ex principe o meno, Tertius rispondeva agli stimoli seguendo gli stessi meccanismi di tutti gli altri esseri umani, perciò era stato sufficiente comprendere quali leve avrebbero funzionato su di lui e sfruttarle tutte in quell'unica, breve presentazione.

Primo fra tutti, il fascino dell'esotico: Jiyu era rimasta chiusa all'esterno per così tanto tempo da consolidare un'aura di curiosità e mistero. Persino adesso la penisola era difficile da visitare e conoscere, ma gli scorci che offriva al resto del Continente avevano accentuato la divinizzazione per la sua cultura così diversa, eterea e affascinante. Lo stesso si poteva dire dei suoi abitanti: i sayfani li guardavano con meraviglia, e la possibilità di intrettanersi con una jiyana stuzzicava le menti di molti – compresa quella di Tertius.

Secondo, il principio di scarsità: Xae Fei aveva trent'anni più di lei, perciò Shiori era l'unica jiyana appetibile nella sala. La sua rarità la rendeva superiore a qualsiasi ragazza, persino se la sua bellezza era mediocre se paragonata alla loro. E poiché sarebbe rimasta in città per poco tempo, questo faceva di lei un'occasione che poteva essere colta soltanto adesso... E Tertius, che faceva del gioco d'azzardo il suo passatempo, avrebbe fatto di tutto pur di non lasciarsela sfuggire.

Terzo, l'indole dell'ex principe stesso: i suoi tratti dominanti erano ambizione, attitudine al comando, possessività e un forte ego. Insieme alla sua abilità oratoria e al suo lignaggio, erano ciò che aveva spinto la sua carriera politica così in alto – ma erano anche difetti che lo rendevano prevedibile e facile da manipolare. L'Inno alla Vittoria era la sua musica, il suo momento, e lei gliel'aveva rubato.

Poco importava che fosse stato un errore involontario o a fin di bene, Tertius non avrebbe lasciato correre. Avrebbe cercato un risarcimento, qualcosa con cui riaffermare il suo controllo; Shiori gli aveva preso ciò che era suo, perciò in cambio Tertius avrebbe preso lei. Chloe non doveva far altro che mostrarsi accondiscendente e interpretare il ruolo della fanciulla ingenua, incapace di resistere al suo fascino. Avrebbe lasciato credere a Tertius che fosse lui ad avere il controllo, catturandolo nella tela che lui stesso aveva cominciato a tessere.

"E quando tutto questo sarà finito, non avrai più segreti per me."

Chloe restò al suo fianco per tutta la sera. Toccò a malapena cibo, accontentandosi di piluccare qualche boccone al buffet pur di seguirlo e osservarlo interagire con gli invitati. L'Onorevole era perfetto nel suo ruolo: cordiale ma non ruffiano, ambizioso ma non superbo, sarcastico ma non indisponente. Che si trattasse dell'esposizione delle sue idee politiche o di un dialogo più informale, Tertius sapeva come gestire la conversazione e come smussare i discorsi in base a chi si trovava davanti, marcando là dove sapeva di poter avere più presa.

Era attento persino quando fingeva di lasciarsi sfuggire qualche commento di troppo, che fosse una frecciatina contro la sua ex fidanzata, una critica a un qualche avversario politico o persino i suoi pareri sugli invitati. Era bravo, molto bravo, e Chloe impresse nella sua memoria ogni suo sorriso e ogni suo sguardo, il tono di voce e il modo in cui muoveva le mani. Tutti possedevano qualcosa che li tradiva, quando mentivano, e lei avrebbe imparato a riconoscere ogni segnale in modo inequivocabile.

Dopo aver concluso il giro, Tertius si accostò all'Alba Aeternam per suonare Sonata del Corvo d'Autunno, poi lasciò all'orchestra il compito di allietare la serata. Marzia aprì le danze accompagnandosi a un Sovalye in divisa che Chloe aveva più volte visto al suo fianco, e altre coppie non tardarono a seguire il loro esempio.

Le labbra di Chloe si distesero mentre guardava uomini e donne volteggiare sulla pista da ballo, seguendo un ritmo divenuto ormai familiare. Riusciva ancora a sentire la voce di Brycen suggerirle il tempo mentre la stringeva tra le sue braccia: un due tre, un due tre...

«Vorrebbe concedermi questo ballo, Shiori?»

«No.»

Chloe trasalì, incrociando lo sguardo stupito di Tertius.

"Stupida!" si rimproverò, scacciando quei ricordi dalla sua mente. "Vuoi rovinare tutto?"

Deglutì, chinando subito il capo. «Mi piacerebbe molto, ma... Uhm... Non sono molto brava, non vorrei metterla in imbarazzo. Lei vada pure, se vuole ballare, io resterò qui ad aspettarla.»

«Non potrei mai lasciarla qui da sola a osservare, sarebbe crudele. Come padrone di casa, non posso permetterlo. Venga, mi permetta piuttosto di mostrarle le altre stanze del palazzo. Sono certo che ne resterà estasiata.»

Tertius non attese la sua risposta. Le sfiorò la spalla e la strinse a sé, guidandola oltre le porte laterali. Attraversarono la sala da pranzo dell'ala est, la galleria dell'Imperatore Claudius e persino la stanza in cui si trovava l'antico trono, rimosso dal Gran Salone dopo l'avvento della repubblica. L'ex principe non abbandonò i suoi modi galanti quando rimasero da soli, ma la sua malizia era più sfacciata. La stringeva per la vita e le accarezzava i fianchi, facendo scorrere il suo sguardo lascivo su di lei mentre soffiava sussurri suadenti al suo orecchio. Chloe rabbrividì quando le accarezzò il collo per descrivere la linea di un'ipotetica collana, scivolando con le dita ben oltre la linea delle clavicole, ma lo nascose dietro una risata leggera.

Doveva rispondere come avrebbe fatto Shiori, non Chloe: sorrisi imbarazzati e sguardi ammiccanti, in un tacito assenso a fare di lei ciò che voleva. Non c'era spazio per ricordi o sentimenti durante una missione, poteva esistere solo il compito che doveva svolgere, e persino la sua volontà non aveva più importanza.

«Venga, c'è qualcosa che desidero mostrarle ardentemente.»

Tertius la prese per mano e la scortò all'esterno, dove una piccola veranda di pietra bianca si collegava al giardino tramite una scalinata doppia. Se fosse stata davvero Shiori, la vista che si apriva oltre il parapetto l'avrebbe investita di meraviglia: un gazebo in ferro battuto si innalzava a protezione di un tavolo ovale corredato di sedie, circondato da siepi oblunghe ben potate. Lungo la sua struttura, una pianta rampicante risaliva fino a rivestirne la tettoia, sfoggiando fiori rotondi dai petali bianchi dischiusi al chiarore della luna piena.

«Ipomea bianca. Sboccia al calar della sera» spiegò Tertius, stringendo Chloe al suo fianco mentre scendevano i gradini. «Il mio trisavolo convocò il Dotai di Greengrowth per far sì che potessero crescere in questo clima. Non troverà altri esemplari in tutta Hedea, se non all'interno delle serre. Ho sentito dire che i jiyani amano particolarmente i fiori, perciò ho pensato che avrebbe gradito vederli. Ho lasciato questo luogo per ultimo perché ero certo l'avrebbe apprezzato più di ogni altro.»

"Bugiardo" pensò Chloe. "Questo è solo il tuo ripiego. Se il Gran Salone fosse stato vuoto, l'ultima tappa sarebbe stata il terzo piano."

«Aveva ragione» disse invece, sfiorando le foglie chiare con le dita. Le note distanti di un valzer riecheggiavano dal Gran Salone mentre la fresca brezza serale le accarezzava le guance, facendo svolazzare le ampie maniche del kimono. «Non li avevo mai visti dal vivo, sono meravigliosi. E Villa Augusta è... uhm... stupenda. Non so come ringraziarla per avermela mostrata. Se esiste un modo per sdebitarmi...»

«Potrebbe concedermi quel ballo.» Tertius sorrise, facendo scorrere le dita lungo la sua schiena. «Non abbia timore, Shiori. Qui fuori nessuno potrà notare un suo passo falso.»

«A parte lei.»

«Impossibile. Sarò troppo impegnato ad ammirare la bellezza del suo volto.»

Tertius le afferrò una mano e la portò alle labbra, sfiorando prima le nocche, poi il dorso, infine il polso. Lo stomaco di Chloe si attorcigliò. I muscoli guizzarono in uno spasmo che trattenne a stento, resistendo all'impulso di prendere le distanze.

"Non essere stupida" si disse. "Dovrai fare sesso con lui e ti preoccupi di un ballo?"

Eppure sentiva il nervosismo correre sulle gambe in brividi freddi, addensandosi sul fondo dello stomaco. Sembrava che un reticolo di rampicanti si fosse insinuato tra le costole, attorcigliando i polmoni e infilzandoli ogni volta che provava a respirare.

«Non è difficile, è sufficiente trovare il giusto compagno.» Tertius le accarezzò il braccio, invitandola a cingergli il collo mentre la conduceva nei passi base del valzer. «Non deve far altro che affidarsi alla mia mia guida e le assicuro che tutto andrà per il meglio. Vedrà che non se ne pentirà.»

«Somiglia a una delle sue frasi politiche.»

Tertius sbuffò una risata leggera. «La politica è l'ultimo dei miei pensieri, al momento. Ne abbiamo discusso per tutta la sera, meritiamo di concederci una distrazione che possa distendere le nostre menti. Non è d'accordo con me?»

La sua voce divenne un sussurro, soffiato a un passo dalle sue labbra. Era molto più vicino di quanto avrebbe dovuto, la sua postura errata, la mano destra che scivolava sempre più in basso.

«Lo sono, ma non penso di essere... uhm... portata per la danza.» Chloe si fermò, abbassando lo sguardo. «Forse potremmo trovare un passatempo più piacevole. C'è qualche altra idea che la... stuzzica? Mi dica, come posso soddisfarla?»

«Credo che conosca già la risposta, Shiori.»

Tertius si chinò su di lei, premendo le labbra sulle sue. Sentire il sapore di qualcuno che non era Brycen le strinse il petto. Era come se ogni fibra del suo corpo fosse avvizzita, avvelenata da quel contatto indesiderato, ma Chloe lottò contro l'istinto di liberarsi. Si aggrappò alla giacca di Tertius, schiuse la bocca e accolse la sua lingua, costringendosi a ricambiare quella passione.

Era molto più semplice farlo, quando le sue emozioni erano parole scritte in una lingua sconosciuta, tracciate sulla sabbia e poi cancellate dalla marea. A quel tempo, Chloe non era altro che un foglio bianco, un contenitore vuoto in cui stipare ciò che serve all'occorrenza: se c'era qualcosa al centro del suo petto, una qualche parvenza di anima, non riusciva a raggiungerla. Tutto ciò che restava dei suoi sentimenti erano sensazioni fisiche che non sapeva come tradurre, perciò erano facili da ignorare.

Adesso però rifiutavano di lasciarsi sopprimere. Il prezzo che aveva pagato per comprenderli era la difficoltà che serviva per metterli da parte quand'era necessario. Chen-Yi le aveva insegnato a controllarli quand'erano ancora delle ombre amorfe e distanti, qualcosa che non sembrava appartenerle, ma ora che pretendevano ascolto Chloe non sapeva come fare per zittirli.

Sentì le gambe formicolare quando Tertius la spinse contro la parete, ed era certa che se non avesse avuto sostegno sarebbe caduta. Soffocava tra i suoi baci, e la nausea le rivoltò lo stomaco quando sentì la sua mano infilarsi nella scollatura per accarezzarle un seno. Chloe guardò oltre la sua spalla, ma la vista dei fiori bianchi non fu di alcun aiuto: perché dovevano essere di quel colore? Perché l'orchestra continuava a suonare proprio un valzer?

Quelle note distanti proiettavano luci rosse nella sua mente, e i ricordi della cena con Brycen straripavano nella sua immaginazione. Le risate che si mescolavano alla musica mentre danzavano, l'eccitazione del primo bacio, il dolce profumo dei fiori... Quella sarebbe dovuta essere la loro serata, ma Chloe l'aveva profanata. Aveva rovinato ogni cosa e adesso i fiori erano appassiti, la musica era un concerto di note dissonanti e i baci avevano il sapore del fiele.

Strinse il pugno e affondò le unghie nel palmo, sperando che il dolore l'aiutasse a ritrovare la concentrazione. Non poteva cedere ai sensi di colpa, ed era troppo tardi per dispiacersi. Erano lacrime di coccodrillo, le sue: aveva sempre saputo cosa comportava il suo ruolo, ma si era abbandonata al suo amore per Brycen nonostante tutto, accettando di diventare la sua fidanzata. Aveva sempre saputo che per portare avanti quella relazione avrebbe dovuto mentire e scendere a compromessi, che sarebbe stata costretta a farlo anche contro la sua volontà.

E aveva sempre saputo che avrebbe dovuto tradirlo.

"Non lo sto tradendo" si giustificò. "Io non sono Shiori. Questa è solo una maschera, non è diverso da ciò che fanno le attrici. È soltanto l'ennesima recita."

Ma erano sue le labbra che Tertius stava baciando, era suo il corpo lungo cui faceva scorrere le mani; poteva sentirlo strusciarsi contro di lei, respirare sul suo collo, spogliarla sempre più del suo abito. Le infilò una mano tra le gambe e Chloe strinse le cosce in un sussulto, sentendo il battito del cuore rimbombarle tra le orecchie mentre ansimava in cerca d'aria. Avrebbe dovuto fingere di provare piacere mentre Tertius la accarezzava, insinuandosi sotto la stoffa dell'intimo per affondare le dita dentro di lei, ma non ne era in grado. Forse era vero che non stava tradendo Brycen, ma la sola idea che qualcun altro la toccasse a quel modo le faceva venire il voltastomaco.

Maggiore è il peso che poni sul piatto della bilancia... Chen-Yi non l'aveva forse avvertita? L'aveva spinta in quella situazione perché sapeva che Chloe non sarebbe riuscita a gestirla, sapeva che era incapace di amare qualcuno e accettare l'idea di concedersi a qualcun altro, persino se era la sua missione a richiederlo. Aveva offerto la sua vita agli Dèi, la sua anima e il suo corpo, ma sostenere il peso di quel Giuramento diventava ogni giorno più difficile. E più Tertius continuava, baciandole il collo mentre spingeva le dita sempre più in fondo, più Chloe sentiva braccia e gambe formicolare e la vista appannarsi mentre le forze venivano meno, come se dovesse svenire da un momento all'altro.

Sperò che fosse vero. Pregò che fosse sul punto di perdere i sensi, pregò che accadesse il prima possibile. Pregò quantomeno che Tertius notasse il suo malessere e si fermasse, che la tirasse fuori da quella situazione in cui sembrava incatenata, ma non lo fece. Sembrava non essersi accorto di nulla – o peggio, forse non gli interessava.

Ritirò la mano solo per sbottonare pantaloni e Chloe singhiozzò, cercando conforto nella fredda pietra alle sue spalle.

"Fingi di essere con Brycen" consigliò a se stessa mentre chiudeva gli occhi, ma l'illusione non era in grado di aiutarla. Brycen non l'avrebbe mai guardata come se vedesse soltanto il suo corpo e lei non avrebbe provato tanta repulsione tra le sue braccia. Sarebbe stato diverso, con lui, sarebbe stato... giusto.

Invece si sentiva nervosa, dolorante, inorridita; gli arti tremavano, le tempie pulsavano e il fischio tra le orecchie le impediva di ascoltare alcunché. Non riusciva a districare la matassa di sensazioni che aveva preso il controllo del suo corpo, impedendole persino di pensare. La bilancia si era rotta e non sapeva come ripararla, le emozioni che avrebbe dovuto contenere erano straripate e non c'era modo di fermarle.

«Non posso» gettò fuori in un soffio, premendo le mani contro il petto di Tertius perché non si avvicinasse oltre. «Non ci riesco, non voglio, non... non posso farlo.»

«Certo che puoi» sussurrò Tertius, affilando il suo sguardo. Le sfiorò le braccia con le dita, poi serrò la presa attorno ai suoi polsi. «Ricorda quello che ti ho detto, affidati a me e andrà tutto bene. Vedrai che ti piacerà.»

La forzò ad allontanare le mani e le trascinò verso la parete, ma lei strinse i pugni e si oppose, spostando le braccia per dirottare quella pressione verso il basso. Sentì una scarica di energia guizzare tra i muscoli e la mente si schiarì all'istante, risvegliata da quell'istinto che ogni Tessitrice allenava fino ad eccellere. La presa di Tertius era salda, ma la forza non poteva nulla contro la tecnica: Chloe roteò i polsi e spinse le braccia verso l'esterno, facendo leva sulle sue articolazioni per costringerlo a liberarla. Vide gli occhi dell'ex principe spalancarsi e sfruttò quell'attimo di sorpresa per scartare di lato, prendendo le distanze.

«Aspetta!» urlò Tertius, ma lei lo ignorò.

Trattenne l'impulso di attingere al Sihir e sollevò invece i lembi del kimono per correre via, inoltrandosi tra i sentieri di ghiaia e le aiuole fiorite. Si spinse sempre più distante dalla villa, fin quando la musica non divenne un ricordo lontano e nessun rumore seguiva la sua fuga – né passi soffocati dall'erba, né fruscii di siepi o respiri affannati, men che meno la voce di Tertius. Solo allora Chloe si fermò, concedendosi di rilassare i muscoli mentre recuperava fiato.

Il debole scrosciare dell'acqua la attirò verso la fontana di pietra che si ergeva solitaria tra la vegetazione sagomata ad arte. Chloe non alzò lo sguardo verso l'angelo scolpito sulla cima, affondò invece le mani nel bacino circolare e si bagnò il collo e le guance in cerca di sollievo. Il suo cuore però si agitava ancora impazzito nel suo petto, spingendo contro la gola e le orecchie, e l'agitazione brulicava lungo la pelle. Nel riflesso illuminato dai lampioni a Sihir, una sconvolta Shiori la fissava con il viso rosso d'affanno, gli occhi spalancati.

E adesso, sembrava chiederle, come pensi di rimediare?

Chloe schiaffeggiò l'acqua, ma distorcere la sua immagine non scacciò la consapevolezza che le artigliava il petto. Non poteva rimediare: aveva respinto Tertius, aveva gettato al vento la sua unica possibilità e compromesso la missione per i suoi sciocchi drammi da ragazza innamorata. E quando Chen-Yi l'avrebbe scoperto...

Se l'avesse scoperto.

Chloe deglutì. Chiuse gli occhi e si concentrò sul respirò, sul suono dell'aria che scivolava tra le sue labbra e poi di nuovo fuori, accarezzando la gola in una fresca carezza. Quando fu pronta a guardare di nuovo lo specchio d'acqua, non era più Shiori a rivolgerle lo sguardo. La ragazza nel riflesso aveva la sua acconciatura e il suo abito, ma la disperazione aveva lasciato il posto alla fredda risolutezza di Kiyoko.

Non era finita. La missione non era ancora perduta e non lo era neppure lei. Chloe aveva preso il sopravvento, ma era pur sempre una Tessitrice di Segreti e non c'era situazione che non potesse piegare al suo volere. Chen-Yi l'aveva addestrata a farlo da quand'era bambina: finché avesse tenuto i fili della realtà tra le sue dita, avrebbe potuto rammendare ogni strappo, cucendo insieme i suoi errori per ricamare qualsiasi verità avesse voluto.

Agitò una mano intrisa di Sihir e attraversò il portale oscuro che si aprì per scivolare all'interno della villa, poi si precipitò nel Gran Salone. Nessuna traccia di Tertius. Forse la stava ancora cercando, forse stava smaltendo la rabbia di quel rifiuto – non era importante. Aver raggiunto la sala prima di lui era tutto ciò che le serviva.

Solo alcuni dei presenti si voltarono a guardarla mentre si aggirava tra la folla alla ricerca di Xae Fei, ma era sufficiente. Chloe li vide con la coda dell'occhio mentre aggrottavano le fronti e schiudevano le labbra, cominciando a borbottare tra loro. L'avevano vista allontanarsi insieme a Tertius e rientrare da sola, turbata, con il trucco sbavato e l'abito sgualcito; avrebbero diffuso le loro ipotesi sull'accaduto, e Chloe avrebbe sfruttato ogni pettegolezzo.

«Shiori!» Xae Fei sgranò gli occhi quando Chloe accelerò il passo verso di lei. «In nome degli Dèi, cos'è successo? Sembri sconvolta.»

"Attenta" si disse Chloe, rifugiandosi nel suo abbraccio. "Riferirà a Chen-Yi tutto ciò che dirai."

«È questo il mio obiettivo, perciò assecondami» mugolò in jiyano, mimando un singhiozzo. «Dobbiamo andare via. Se qualcuno dovesse farti domande sii vaga, dì solo che ti ho chiesto di riportarmi a casa, ma non ti ho spiegato il motivo. Non aggiungere altro.»

«Che significa? Dov'è Ter—?»

«Adesso

Xae Fei serrò le labbra, riducendole a una sottile linea rossa, ma annuì: qualsiasi richiesta avesse ricevuto da Chen-Yi, una Dimorante non poteva rifiutare l'ordine diretto di una Tessitrice. La avvolse dunque per le spalle e la scortò all'esterno dopo alcuni frettolosi saluti, incaricando il marito di richiamare la carrozza.

«Sarà bene che tu abbia una spiegazione per tutto questo» masticò nella sua lingua natale, scoccandole una fredda occhiata quando rimasero sole.

«Una Tessitrice ha sempre una spiegazione per ogni cosa. Non sono una principiante, faresti bene a ricordartelo.»

«E tu faresti bene a ricordare che svolgo questo lavoro da prima che tu venissi al mondo.»

«E da quando sono venuta al mondo, io svolgo il mio» sibilò a denti stretti. «So quello che faccio e non è a te che devo giustificazioni. Il tuo ruolo è quello di supportarmi, perciò attieniti a questo.»

Xae Fei schioccò la lingua contro il palato, ma l'arrivo della carrozza troncò qualsiasi continuazione. Quando Eugenio Silva protese le braccia per aiutarle a salire nell'abitacolo, la donna aveva già cancellato ogni traccia di astio per recitare il ruolo della zia amorevole, tenendo stretta sua nipote al petto mentre le accarezzava i capelli.

Chloe evitò il suo sguardo mentre rincasavano, tormentando la stoffa del kimono tra le dita. Xae Fei non meritava quel trattamento, ma la superba ostilità era il modo più semplice per ostentare sicurezza e doveva risultare abbastanza convincente da glissare sull'argomento senza sembrare disperata.

Non era certa di riuscire a farlo diversamente. Sentiva ancora un nodo alla gola, le tempie che pulsavano, la nausea che corrodeva il suo stomaco; sapeva di non poter sfuggire a quelle domande e prima o poi avrebbe dovuto pensare a come rispondere – ma non adesso.

Adesso aveva bisogno di ritrovare la calma. Aveva bisogno di allontanarsi il più possibile da Villa Augusta.

E aveva bisogno di vedere Brycen.


Note:

Hanbok: Abito tradizionale coreano, nel commento vi lascio quello indossato da Xae


Bentornati ♥ Oggi facciamo l'effettiva conoscenza del nostro caro ex principe, una persona decisamente a modo :')

In questo capitolo troviamo psicologia e manipolazione in pillole, mi sono divertita a esaminare il modo in cui Chloe ha costruito il suo piano ♥ Dall'esterno potrebbe sembrare una cosa banale, quasi fortuita... niente di più errato :')  

Funfact: Sapevate che gli stessi concetti sono anche alla base del marketing? 👀

Vi lascio il disegno di Tertius (a cui un giorno farò le ombre), che sono certa essere entrato nelle vostre grazie (?) 


Tertius Dominus Lunae

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