365 Sterek (2021) vol.1

By Blu992

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365 parole. 365 Sterek. Una Sterek al giorno. Per 365 giorni. Per il secondo anno. More

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By Blu992

Pt. 2

«Come dico sempre, uno è un incidente, due una coincidenza, tre uno schema.»

Natale 2020

Ventitré dicembre, un freddo assurdo nonostante in California il cima non sia mai così gelido, ma c'è comunque un bel sole alto nel cielo. 

Stiles passeggia tra le bancarelle che eccezionalmente quell'anno popolano il parco di Beacon Hills, perdendosi tra i profumi, le decorazioni e i sorrisi delle tante persone lì quel sabato. Pensa che l'anno prossimo, probabilmente non sarà nemmeno lì. Sarà al college, se uno di quelli a cui ha fatto domanda lo accetterà, e che avrà nuovi amici, magari un fidanzato. Forse avrà anche un lavoro e, se riuscisse ad arrivare a New York, potrebbe passarlo lì il Natale, magari con suo padre che sono anni che non fa un viaggio. 

Si ferma ad uno degli stend, attratto da palline di Natale in vetro, coloratissime. Sorride, vedendone una su cui è disegnato un lupo con il cappello da Babbo Natale. Continua a passeggiare, quando gli squilla il cellulare. Scott. 

"Ehi, Scottino! Sei atterrato?" chiede. Scott era stato da suo padre la settimana prima e ora è di ritorno. 

"Sì, ma mamma non può venire a prendermi. Non è che potresti venire tu? Se sei impegnato, aspetto, non c'è problema!" 

Scott è sempre un cucciolo. 

Stiles impiega mezz'ora per arrivare in aeroporto, parcheggia, poi va alla ricerca di Scott che non risponde al telefono. Un cucciolo, ma sempre con la testa un po' tra le nuvole. Sarà da qualche parte appartato con Isaac, come se nessuno avesse capito che stanno insieme. 

"Ecco chi doveva venire a salvarci."

Una voce conosciuta attira l'attenzione di Stiles, che si volta alla propria sinistra e si ritrova proprio lui davanti. 

"Cosa diavolo ci fai tu qui?" chiede. 

"Per una fantastica coincidenza, il mio aereo e quello di Scott sono atterrati a distanza di pochi minuti, quindi mi ha offerto un passaggio." 

"Io non ti ci voglio nella mia auto!" protesta Stiles. 

"Dai, fratello, non cominciate a litigare come quando eravamo piccoli!" 

Scott lo dice sorridendo, per poi stringere Stiles in un abbraccio. 

"Mi sei mancato" sussurra. 

"Non ci vediamo solo da una settimana, Scott, non fare il sentimentale" lo prende in giro Stiles, ma ridendo con lui. 

Quando sono in auto, Stiles si immette in strada, ascoltando i racconti di Scott ed Isaac. Quando arrivano a Beacon Hills, Stiles chiede dove deve fermare Derek. 

"Porta prima me ed Isaac a casa, per piacere, che mamma mi ha già chiamato dieci volte perché è in ritardo per la cena di domani. Anzi, dopo passi anche tu? Così facciamo prima, non so quante cose abbia preparato. Parlava di crema e mirtilli." 

Stiles vorrebbe ucciderlo, ma annuisce. Quando loro scendono e Derek si siede sul sedile del passeggero alla sua destra, riparte. 

"Dove ti porto? Sul ciglio di un'autostrada?" 

Derek gli dice semplicemente l'indirizzo, sembra non voler rispondere alla provocazione. Arrivano in silenzio davanti ad un enorme palazzone grigio, in periferia. Sembra quasi abbandonato. 

"Tu vivi qui? Da solo? Perché non stai con Cora e Peter?" 

"Penso non siano affari tuoi, non credi?" risponde acido l'altro. 

"Ehi, mi sembra solo un posto in cui è molto facile beccarsi tutte le malattie del mondo e morire di freddo!" 

"Ah, sei preoccupato per me? Che gentile. Se vuoi, puoi salire con me e controllare che io non rischi la vita." 

Ah, risponde col sarcasmo? Bene. 

"Se vuoi farmi salire da te, ti consiglio di usare un'altra tecnica, Hale, che questa non funziona." 

Stiles si stupisce di se stesso. Ha seriamente flirtato con Derek Hale? Per quale assurdo motivo? Okay, magari lui non lo prende come un flirt, stanno solo litigando come sempr-

Stiles nemmeno conclude il pensiero, che Derek l'ha afferrato per la sciarpa, tirandoselo contro e facendo scontrare le loro labbra, mordendogli il labbro inferiore. 

"Questa tecnica funziona?" chiede, quasi ringhiando. Stiles non risponde, ma si avventa praticamente su di lui, il cervello che ha smesso di funzionare. Si baciano come fossero affamati dell'altro, infilandosi le mani tra i capelli e mordendosi le labbra. 

Derek mette fine per un secondo a quella che sta diventando una tortura, lì, stretti in auto, tra giubbino di Stiles, cappotto di Derek, sciarpe, cappelli. 

"Ora scendiamo da quest'auto orribile, io prendo la mia valigia, tu mi segui e saliamo da me. Okay?" 

"La mia auto non è orribile, tu sei orribile!" ribatte Stiles, Derek ha già aperto la portiera e sta scendendo. 

"Vedo che non hai rifiutato. Muoviti." 

Derek abita in un loft, un po' spoglio e spartano, ma è comunque accogliente e non sembra essere custode di microbi e sporco. Stiles si sta guardando intorno, quando Derek, alle sue spalle, gli sfila il cappello, la sciarpa e fa scivolare il giubbino dalle sue spalle. 

"Dopo ti faccio fare un tour se proprio ci tieni, ma ora no" gli sussurra contro il collo, per poi leccarlo e succhiarlo e morderlo. Stiles sa già che quel segno viola gli rimarrà almeno per qualche settimana, ma non gli frega proprio per niente. Si gira nella stretta di Derek, perché non ci sta a starsene fermo solo a subire, e infila le mani sotto il suo maglione, sfilandoglielo. Passa i polpastrelli sugli addominali di Derek, consapevole del suo sguardo compiaciuto, poi si avvicina, prendendo un suo capezzolo tra le labbra, mordendolo piano. 

Derek geme, geme davvero, e Stiles si sente in diritto di continuare, pizzicandogli l'altro con le dita. Sente le mani dell'altro tra i capelli, tirandoglieli anche tropppo forte, ma scopre molto in fretta che gli piace da morire. Quando è abbastanza soddisfatto, rialza lo sguardo su Derek. Pupille dilatate, labbra arrossate e respiro corto. 

"Ragazzone, sembri apprezzare" gli dice ghignando, ma l'unica risposta che riceve è una strana scintilla nello sguardo di Derek, molto molto maliziosa, e l'essere sollevato e portato in braccio sul letto. Derek lo fa stendere, sovrastandolo subito dopo e sbottonandogli la camicia di flanella a quadri. 

"Non riesco a credere che tu abbia una camicia così orribile addosso" dice, leccandogli il busto dall'ombelico fino al collo. 

"Le-le mie camicie sono belliss-AH!" Stiles non conclude la frase, perché Derek ha stretto il suo membro attraverso i jeans. Una presa forte e decisa che gli fa subito desiderare di avere di più. 

"Non mi interessa proprio nulla delle tue camicie, ragazzino, sai?" chiede retorico, mentre gli sbottona i jeans. Stiles allunga le mani per fare lo stesso coi suoi, ma Derek lo blocca. 

"Fermo, fermo. Chi comanda qui?" 

Stiles lo guarda deciso. 

"Sicuramente non tu." 

Derek gli prende entrambi i polsi, fermandoglieli sopra la testa e stendendosi su di lui. I bacini in contatto e il viso a un centimetro dal suo. 

"Chi comanda, qui?" chiede ancora, oscillando coi fianchi. Stiles non riesce a trattenere un gemito. 

"Non te la darò vinta, Hale. Quindi, se ci tieni a scoparmi, arrenditi e fallo." 

Derek gli morde il collo sensibile, quasi ringhiando. Si alza, per togliergli i jeans e i boxer, lasciando la sua erezione libera, rossa e bagnata. Si abbassa, leccandogli la punta e Stiles inarca i fianchi. 

"Io ti scoperò" dice Derek. "Ma tu mi pregherai di farlo." 

Stiles si sente morire e rinascere allo stesso tempo. 

Derek lo tortura. Lo lecca e lo succhia, portandolo al limite e fermandosi subito dopo. Comincia a penetrarlo con un dito, poi due e ancora tre, facendolo urlare di piacere, e fermandosi ancora. Gli chiede di portarsi le gambe al petto e Stiles ubbidisce, come sotto effetto di stupefacenti. Quando Derek comincia a leccare la sua apertura e ci infila dentro un dito, cede. 

"Derek, hai vito! Ti prego, scopami. Scopami forte!" 

Derek, molto lentamente, si separa da lui, guardandolo negli occhi e, poi, abbassandosi a mordergli un labbro. 

"Bravo" dice, per poi alzarsi e finire di spogliarsi. Stiles vede quanto anche lui sia duro e congestionato. Sembra anche lui al limite. 

"Mettiti a carponi" ordina e Stiles si volta, puntando le ginocchia sul letto. Esposto. 

Vede Derek prendere del lubrificante e spalmarlo sulla propria erezione, poi sulla sua apertura. Gli entra dentro in un'unica spinta, facendogli inarcare la schiena per il troppo piacere e anche il dolore. 

"Shh, bravo, così..." lo rassicura, sfilandosi piano e dondolando un po'. 

Si muove piano, per un po', e Stiles gode come non ha mai goduto prima. Sente il piacere lento e inesorabile arrivare, spinta dopo spinta, lente ma precise e forti. 

"Lo vuoi più forte?" chiede Derek. Stiles geme, non riesce nemmeno a parlare, ma Derek lo accontenta lo stesso. Le spinte si fanno più veloci, forti, fino a fargli raggiungere un orgasmo che gli fa girare la testa. Derek viene nello stesso momento, sfilandosi da lui e sporcandogli la schiena. 

Si stendono entrambi sul letto, di schiena, i respiri corti. 

"Ti ho sporcato le lenzuola" dice Stiles. "Anche con la schiena" aggiunge. 

"A proposito di quello" dice Derek, ma Stiles lo anticipa. 

"Non è un problema, va bene, mi è piaciuto." 

Derek gli indica il bagno, Stiles si ripulisce e, quando esce, Derek ha già di nuovo i jeans addosso ed è seduto sul divano. Stiles si riveste a sua volta, poi gli si avvicina. 

"Ci sei anche tu domani a cena?" chiede. 

Derek annuisce. Stiles dondola un po' sui piedi, poi prende le chiavi della Jeep dal tavolo e si avvia verso la porta. 

"Allora ci vediamo" dice. 

"Sì2 è l'unica risposta di Derek. 

Si mette in auto, diretto verso casa di Scott. si sente un po' strano, non sa per quale motivo. Sì, certo, è andato a letto con uno che odia, ma è stata... una coincidenza. Semplicemente si sono ritrovati in aeroporto per una coincidenza aerea e per una coincidenza sono finiti al loft. Sì. 





La parola era "MIRTILLI". 



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