Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segnare una svolta n... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare
Capitolo 4 - Accettabile compromesso
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide
Capitolo 6 - La linea del necessario
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere
Capitolo 8 - Qualcosa di vero
Capitolo 9 - Bethelie
Capitolo 10 - Senza più esitazione
Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 13 - Inno alla Vittoria
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno
Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia.
Capitolo 17 - Altocumuli
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia
Capitolo 19 - Eredità
Capitolo 20 - Non è impossibile
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare?
Capitolo 22 - Essere uomo
Capitolo 23 - Respira
Capitolo 24 - La scelta migliore
Capitolo 25 - Ti fidi di me?
Capitolo 26 - Chloe
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti
Capitolo 28 - Giudizio [1/2]
Capitolo 28 - Giudizio [2/2]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita
Capitolo 30 - Non preoccuparti
Capitolo 31 - Quando si parte?
Capitolo 32 - Semplice precauzione
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo
Capitolo 34 - Casa dolce casa [1/2]
Capitolo 34 - Casa dolce casa [2/2]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee
Capitolo 36 - Così semplice
Capitolo 37 - Chi sei davvero [1/2]
Capitolo 37 - Chi sei davvero [2/2]
Capitolo 38 - Deriva
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [1/2]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi [2/2]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko
Capitolo 44 - Come un vero uomo
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [1/2]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua [2/2]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere
Capitolo 47 - Famiglia
Capitolo 48 - Ti amo
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [1/2]
Capitolo 49 - La fortuna bacia gli audaci [2/2]
Capitolo 50 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 51 - Vita comune
Capitolo 52 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 53 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 54 - Solo un essere umano
Capitolo 55 - Vocazione
Capitolo 56 - Inspirare ed espirare
Capitolo 57 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 58 - In principio fu il buio
Capitolo 59 - Quando, non se
Capitolo 60 - Chiudi gli occhi
Capitolo 61 - Quante volte
Capitolo 62 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 63 - Non c'era Chloe
Capitolo 64 - I frutti della negazione
Capitolo 65 - Soltanto una bugia
Capitolo 66 - Chiudere il cerchio
Capitolo 67 - Caro Brycen
Capitolo 68 - Lo giuro
Capitolo 69 - Libertà e vita
Capitolo 70 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima
Capitolo 71 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa

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By Mari_Blackstar

«Che stronzata!» L'uomo schiantò il giornale sul tavolo, facendo tintinnare la tazza di caffè che aveva di fronte. «Non avrebbe neanche dovuto candidarsi, e ora mi venite a dire che ha persino vinto

Chloe lo scrutò di sottecchi, versando lentamente del latte caldo in una tazza bassa e ampia. Sorrise alla ragazza che stava servendo, una graziosa studentessa dai corti ricci scuri: sarebbe volentieri rimasta a chiacchierare con lei, ma non poteva concedersi di trascurare nessuna conversazione che riguardasse i risultati delle elezioni.

Aveva persino portato al Nerea due giornali in più – per errore dell'edicolante, aveva detto – così da far girare tra i tavoli del bar quattro differenti testate, tutte con la foto del nuovo Rappresentante della regione di Hedea in prima pagina e tutte con opinioni differenti in merito alla sua vittoria. Quella che era stata sbattuta sul tavolo era una copia di Lunaria, ancora fedele all'ideologia imperiale, che non aveva timore di sfruttare la libertà di stampa offerta dalla repubblica per parlare contro l'attuale governo: una voce così estremista scuoteva gli animi in un modo o nell'altro, e fino a quel momento non aveva deluso le aspettative di Chloe.

«Quello di cui Sayfa ha bisogno un corno» proseguì l'uomo, picchiettando l'indice contro il tavolo. La donna al suo fianco allungò il collo per leggere il frontespizio, mentre l'altro uomo insieme a loro si accarezzava il mento, pensieroso. Doveva essere parente del primo, forse il fratello. Era più giovane e del tutto glabro, a differenza dell'altro che sfoggiava una voluminosa barba e corti ricci rossi, ma la forma del naso e la linea della mascella erano identiche. «Io non lo voglio questo ragazzetto in Concilio.»

«Vacci piano, Verio. Quel ragazzetto è pur sempre il tuo principe.»

«Era il mio principe. Ora non è più un cazzo e dovrebbe starsene fuori dalla politica.» L'uomo rifilò alla donna un'occhiata severa, ma lei si limitò a schioccare le labbra.

«Pare che siate in minoranza a pensarlo.» Chloe afferrò un vassoio e si avvicinò con passo leggero, rivolgendo a Verio un sorriso fugace prima di cominciare a raccogliere i bicchieri vuoti dal tavolo adiacente. «Ho sentito dire che vogliono organizzare una festa a suo nome, qui a Mehtap. Ci saranno persino i fuochi d'artificio!»

Il viso dell'uomo pelato si contorse in una smorfia di disgusto, disegnando rughe marcate sulla fronte. «Non li sparano per l'Angelo Michael, ma per questa robaccia sì? Che il Signore della Luce li accechi. Non abbiamo scelto la repubblica per avere di nuovo un Lunae al comando.»

«Non abbiamo scelto un bel niente, è stato quel codardo dell'imperatore Augustus ad abdicare» si lamentò l'altro uomo, aggrottando le sopracciglia sottili. «Era suo fratello, il problema. Prima di lui, Hedea stava benissimo. Augustus avrebbe solo dovuto riportare le cose come stavano, invece ha ben pensato di lavarsene le mani e sbolognare tutto al popolo. E adesso il popolo ha parlato.»

Sollevò il giornale, battendo la mano sull'articolo in prima pagina. L'espressione del fratello si contorse di disgusto, mentre la donna li osservava dubbiosa.

Chloe appoggiò il vassoio sul tavolino vuoto, tirando fuori una pezza dalla tasca del grembiule per pulire la superficie da macchie inesistenti. «Non ti piace la repubblica?» domandò leggera, fissandolo in tralice. Lo sguardo era rivolto alla mano che muoveva la pezza, gesti ritmici e lenti su cui fingeva di essere concentrata. «A sentirti parlare, sembri sperare nel ritorno dell'Impero...»

«E che c'è di male?» sbottò lui, scrollando le spalle. «Andiamo, la repubblica è una pagliacciata. Possono chiamarla "Sayfa" e farsi belli quanto vogliono, ma la realtà delle cose è che questo è l'Impero di Hedea e sono stati i Lunae a renderlo così grande. L'Imperatore Folle è stata solo una parentesi.»

«Ancora con queste stronzate?!» Verio batté la mano sul tavolo, e subito la donna si fece avanti per calmarlo mentre sbraitava contro il fratello.

Chloe diede loro le spalle, tenendo le orecchie ben tese. I tre avrebbero presto dimenticato che fosse lì ad ascoltare; nessuno pensava che una barista si aggirasse tra i tavoli per origliare le loro conversazioni. Nessuno credeva che delle semplici chiacchiere potessero essere di interesse per qualcuno, specie se quel qualcuno era una giovane e sorridente jiyana.

"Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa."

«Chloe! Puoi venire qui un attimo?»

Mindy si affacciò dal bancone, gli occhi color miele sgranati e i muscoli del collo in tensione. Il viso paffuto aveva perso colore e i denti tormentavano il labbro inferiore, staccando pellicine da un capo all'altro.

Chloe lanciò un fugace sguardo al trio, immerso nel loro litigio, poi sospirò. Raccolse vassoio e strofinaccio e si mosse a passi svelti verso il bancone, affiancando l'amica.

«È un disastro, Chloe. Una tragedia.» Mindy sospirò, tormentandosi le dita. «Manca un quarto d'ora alle diciannove ma Eddie non si è fatto vedere.»

"Neanche Brycen."

Negli ultimi tre mesi si era fermato al Nerea quasi ogni giorno, con una tale puntualità che Chloe aveva già imparato l'orario delle sue lezioni: quel giorno era Yulres, perciò aveva concluso alle diciotto in punto. Se non si era ancora presentato al Nerea, Chloe poteva abbandonare le speranze di vederlo varcare la soglia.

Chiacchierare con lui le piaceva. Sarebbe stata un'ottima distrazione dai commenti sulla politica che ascoltava dall'inizio del suo turno, sebbene una vocina dentro di lei insistesse nel ricordarle che non avrebbe dovuto cercare distrazioni dai suoi compiti; il suo mentore l'avrebbe rimproverata solo per averci pensato.

«Non arriverà mai in tempo, me lo sento. Finirà che dovrò andarci da sola» proseguì Mindy, gesticolando animatamente. «Lo sapevo, avrei dovuto dire di no. Ora non posso mica tirarmi indietro. Che faccio, vado lì solo per dire che me ne torno a casa? Oppure non mi presento e dico che mi sono sentita male? Però domani sarò tutto il giorno a lavoro, e se dovesse vedermi qualcuno? Passo per stronza. Sicuro che passo per stronza.»

«O magari potresti semplicemente andare e divertirti.» Chloe pizzicò la spalla dell'amica in un gesto affettuoso, ma l'altra cominciò a scuotere il capo.

«Ci saranno tutti gli amici stretti di Nosh, Chloe. Tutti. E nessuno dei miei. Altro che divertirmi, io non ho idea di come gestire questa cosa da sola!» Mindy sbuffò, dirigendosi a passi svelti verso il lavabo. Fece scorrere l'acqua e afferrò la spugna, strofinando tazze e bicchieri con furia. «Un intero gruppo di amici che si conosce sin da bambini e poi ci sono io, una patata. Conosci Nosh, avrà parlato un sacco di me, chissà che impressione si sono fatti... E se viene fuori che non piaccio a nessuno di loro? O se loro non piacessero a me?»

«Non sono Chimere pronte a divorarti, sta' tranquilla. Non c'è niente da gestire. Ami gli eventi musicali e ami Nosh, concentrati su questo e goditi la serata.» Chloe porse all'amica le stoviglie che aveva sul vassoio. Quando l'altra liberò uno sbuffo ironico, strofinando un bicchiere con maggior vigore, proseguì: «Da come ne parla lui, dubito che non andrete d'accordo... ma se anche fosse, non sarebbe la fine del mondo. Potete limitarvi a sopportarvi cordialmente, non dovete piacervi per forza. Dov'è finita la Mindy del non siamo più adolescenti, dobbiamo concentrarci sui veri problemi della vita e via dicendo?»

«L'ho uccisa. Sparava troppe cazzate.» Mindy girò la manopola dell'acqua per fermare il getto e liberò un pesante sospiro, sollevando il mento per guardare l'amica negli occhi. «Ti prego, Chloey... Non puoi venire con me? Mi sentirei più tranquilla se ci fossi anche tu.»

Chloe arricciò le labbra in una smorfia pensosa, voltandosi verso il trio. La discussione si era fatta più accesa e aveva coinvolto anche la ragazza al bancone e un anziano che sedeva da solo a un tavolino poco distante. Avrebbe dovuto concentrarsi su di loro nel tempo che restava del suo turno, trascrivere quelle discussioni una volta tornata a casa e poi uscire a cercare nuove informazioni. Quella era la prima sera dopo le elezioni e non poteva perdersela: la gente chiacchierava molto al Nerea, ma lo faceva ancora di più dopo il tramonto, con un discreto quantitativo di alcool in corpo.

Mindy non aveva davvero bisogno di lei. Era più intraprendente di quanto le sue lamentele lasciassero supporre, sarebbe riuscita a gestire quella serata senza difficoltà. Eppure, quando Chloe incrociò i suoi occhi supplicanti, ogni parola di rifiuto le si incagliò in gola; non era una sciocchezza, per Mindy. Detestava dirle di no quando non chiedeva altro che il suo supporto.

Doveva per forza scegliere una cosa sull'altra? Non poteva essere sia una Tessitrice di Segreti sia una buona amica?

«Va bene, ti accompagno... ma non resto più di mezz'ora!» Chloe sollevò un indice ammonitorio quando vide lo sguardo dell'amica illuminarsi, frenando il suo entusiasmo. «Domani ho un incontro col committente, se non finisco il libro in tempo...»

«Dai la colpa a me, se serve ci parlo io» scherzò Mindy, agitando una mano come a voler scacciare una mosca. «Mezz'ora andrà benissimo, grazie! Ah, mi sento già molto meglio.»

Una semplice risposta e il suo viso aveva ripreso colore. Ora canticchiava un motivetto a fior di labbra mentre sciacquava una tazza da tè, e ogni problema sembrava svanito.

Mindy sarebbe stata così tranquilla se avesse saputo che non c'era nessun libro su cui lavorare? Sarebbe rimasta a canticchiare se avesse scoperto la reale natura dei suoi impegni e del suo committente?

Chloe afferrò una tazza e cominciò ad asciugarla, lasciando che il rumore della ceramica strofinata coprisse quello dei suoi pensieri.

Il timore di non piacere agli amici del proprio fidanzato... A volte, Chloe non desiderava altro che dover affrontare solo questo genere di preoccupazioni.

Come una persona normale.

Lo scatto della porta d'ingresso attirò la sua attenzione, e Chloe sgranò gli occhi quando riconobbe la figura di Brycen superare l'uscio. Abbandonò la tazza ancora avvolta nello strofinaccio sul ripiano e si specchiò dietro la vetrina dei liquori: la sua treccia era in uno stato pietoso, ma cercò di incastrare meglio i ciuffi sparsi per renderla quantomeno decente prima di affacciarsi al bancone.

«Professore!» lo chiamò, allargando il sorriso quando incrociò il suo sguardo. «Cos'è questo ritardo? Stavo per preoccuparmi, temevo ti fossi dimenticato di me.»

Brycen accennò uno sbuffo divertito, ma abbassò subito gli occhi. «È stata indetta una riunione dei docenti a cui ho dovuto partecipare, anche se interessava per lo più i colleghi del plesso scientifico.»

«Spero non sia stata troppo noiosa, allora. Ti porto il solito?»

«Ci penso io, Chloe» si intromise Mindy, picchiettando sulla sua spalla. «Vai pure, che tanto mancano due minuti.»

Chloe alzò lo sguardo verso l'orologio da parete che faceva capolino tra i coralli, in procinto di scoccare le diciannove. Mancavano più dei due minuti di Mindy, ma il suo turno era da considerarsi finito proprio sul più bello.

A meno che...

«Brycen» Chloe si umettò le labbra, trattenendosi dal mostrare un sorriso troppo sfrontato. «Torni a casa a piedi, giusto? Da che parte vai?»

«Sì, non abito lontano da qui. Svolto in via Rubor. Perché me lo chiedi?»

«Anch'io vado da quella parte.» Mindy le lanciò un'occhiata stranita, ma Chloe scacciò quelle perplessità con un cenno della mano. «Ti va se facciamo un pezzo di strada insieme? Devo comprare alcune cose, almeno ci facciamo compagnia.»

Brycen boccheggiò, fissandola per un lungo istante. Fu in grado solo di balbettare sillabe inconcludenti fin quando non si schiarì la voce, cancellando lo stupore dal suo sguardo. «Certo, volentieri.»

«Grandioso! Fai pure con calma, intanto vado a cambiarmi. Ti aspetto fuori!»

Chloe rivolse un occhiolino a Mindy mentre si voltava, sollevando le spalle con una finta aria innocente che fece ridere la sua amica.

L'attendeva una serata lunga e impegnativa, una volta tornata a casa. Quei ritagli di libertà che le erano concessi, quantomeno, voleva goderseli fino in fondo.

Dieci minuti dopo, Chloe aveva sistemato la treccia e sostituito la divisa con una maglietta bianca e una corta gonna nera a balze. Il sole era ancora lontano dal tramontare e le vie di Mehtap brulicavano di gente che riempiva il silenzio con le proprie chiacchiere e lo scalpiccio di passi sulla pietra grezza della strada. Le strappò un sorriso vedere Brycen destreggiarsi tra loro mentre camminavano, mormorando scusi e permesso più del necessario. La sua postura era talmente rigida da rendere palese il suo imbarazzo, ma lei finse di non notarlo.

Era certa che, se gli avesse chiesto di uscire in modo più diretto, avrebbe rifiutato. Aveva compreso la natura del suo carattere sin dal loro primo incontro. Riservato, introverso... ma anche intelligente e cortese. Aveva stuzzicato il suo interesse, e ora voleva saperne di più.

«Hai qualche programma interessante per la serata?» gli domandò con un sorriso. «Cosa fa il nostro professore nel tempo libero?»

«Temo di non avere molti passatempi degni di nota. Se escludiamo i doveri lavorativi, leggere e studiare saturano le mie giornate.»

«Non avevo dubbi: ti ho visto sfogliare qualcosa anche al bar.» Chloe piegò il capo, picchiettando l'indice sulla guancia in un mormorio pensoso. «"Fenomenologia dei Naru", "De Essentia Sihir", "Le influenze dei Dotai nel nuovo millennio"... Sei appassionato di filosofia?»

Brycen annuì, e le sue labbra si distesero. «E come tale, anche di tutto il resto. Apprezzo tanto la saggistica quanto la narrativa, senza particolari preferenze. I romanzi sayfani, ad esempio, sono i primi ad avermi mostrato la realtà fuori da Zima. In un certo senso, è merito loro se ho deciso di trasferirmi.»

«Per me è la stessa cosa!» Chloe sentì il petto infiammarsi, ma si rimproverò di tenere a bada il suo entusiasmo. Parlare di quanto si sentisse affine a quell'affermazione era pericoloso; così intrecciò le dita dietro la schiena, ritrovando contegno. «Anch'io adoro leggere. Sono un'inguaribile romantica e se c'è una storia d'amore lo preferisco, ma apprezzo qualunque genere. Che romanzi sayfani hai letto? Magari ne conosco qualcuno.»

«Hai detto di preferire le storie romantiche, quindi... Hai letto "Le ultime lettere di Anne"?»

«Eccome, è tra i miei preferiti! Realistico e struggente, ho adorato la crescita di Anne e il modo in cui ha ottenuto la sua rivincita. Dominic è un personaggio interessante, ma non regge il confronto. Anne è sfrontata, intelligente, amorevole... Come si fa a non innamorarsi di lei?» Chloe liberò un sospiro sognante. «Ora fai attenzione a ciò che dici, professore: non dirmi che non ti è piaciuto, potrei restarci molto male.»

«L'ho gradito, non temere. L'ho trovato un ottimo romanzo di formazione, anche se ammetto di non averlo letto di mia iniziativa.»

«Era parte di un qualche compito scolastico?»

Brycen liberò un soffio ironico, passandosi una mano sul viso mentre scuoteva il capo. Bizzarro; le pieghe del suo viso suggerivano amarezza, non divertimento. «Mia sorella voleva leggerlo, ma non è mai stato tradotto. Mio padre le impediva di approcciarsi a qualunque testo straniero che non avessi prima letto e approvato io. Voleva assicurarsi che il contenuto sia, per citare, adatto a una rispettabile fanciulla di buona famiglia

«Caspita. Avevo sentito dire che la censura fosse molto forte a Zima, ma questo...» Chloe sospirò, arricciando il naso. «Mi spiace per tua sorella. È un peccato che non l'abbia mai letto, è davvero un libro stupendo.»

«Oh no, l'ha letto eccome. L'ha apprezzato molto.»

Chloe aggrottò le sopracciglia, scrutandolo di sottecchi. «Anne non mi sembra affatto un buon modello per una rispettabile fanciulla di buona famiglia.»

«I miei canoni di "adatto" equivalgono a "qualunque cosa lei voglia leggere", sicché...» Brycen le rivolse un sorriso complice, accompagnandosi a un eloquente gesto della mano. «È tutt'altro che congeniale, ma ci si accontenta. Ciò che conta per me è che lei sia felice.»

«Sembri molto legato a tua sorella... Mari, giusto?»

Brycen annuì, e il suo sguardo si tinse di affetto e nostalgia insieme. «Di poche cose sento la mancanza come della sua presenza. Tu hai fratelli o sorelle?»

«Sono figlia unica» si affrettò a rispondere Chloe, umettandosi le labbra. «Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato averne, ma dopo aver letto "Sangue infranto" mi son detta che tutto sommato sto bene così.»

Liberò uno sbuffo divertito, notando il sorriso di Brycen accentuarsi nel cogliere il riferimento. Erano le domande più semplici a metterla in difficoltà, quelle su cui giocare sul non detto diventava complicato: preferiva quelle che poteva evitare. Tacere era meglio che mentire.

"Ma non sto mentendo" si giustificò. "È una bugia soltanto a metà. Loro non sono davvero i miei fratelli e sorelle, neppure Seojun."

«Sai che ho letto un romanzo zimeo?» sviò, stringendo la tracolla della borsa tra le dita. «"L'alba più chiara" di Henrietta Jorgensson. Lo conosci?»

Un lampo di sorpresa attraversò lo sguardo di Brycen. «Mi sorprende che lo conosca tu. Dove lo hai trovato?»

«Come, non te l'hanno detto? Un jiyano sa sempre dove cercare» scherzò Chloe. «Ne hanno una copia alla Biblioteca Centrale. Non avrei voluto leggere solo quello, ma è così difficile trovare testi tradotti... "L'alba più chiara" mi è piaciuto molto, anche se ho faticato a comprendere alcune parti. Ho capito solo a un terzo del libro che si tramanda il cognome materno, ad esempio. Altre cose le ho comprese solo dopo aver parlato con te, ma credo che molti dettagli mi sfuggano ancora.»

«Mi sarei sorpreso del contrario. È impossibile per uno straniero cogliere certi sottintesi e implicazioni, ritengo.»

«Non è stato fatto un buon adattamento?»

«La traduzione è buona, ma il problema va oltre la semplice barriera linguistica. Vi sono passaggi, dialoghi e scelte di trama che possono stranire un lettore poco avvezzo allo stile di vita zimeo, alle sue tradizioni, alla religione e alla mentalità della popolazione. Molti dettagli sono comprensibili solo da qualcuno che ha vissuto a Zima per un lasso di tempo considerevole, che si è immerso personalmente nella realtà del paese.»

Brycen lasciò scivolare le mani fuori dalle tasche, cominciando ad agitarle in ampi e lenti movimenti mentre parlava. Gesticolare era un'abitudine così tipicamente sayfana che Chloe si ritrovò a sorridere, guardandolo: non avrebbe mai pensato che potesse appartenergli, era certa che gli zimei preferissero una formale rigidità del corpo.

«Io l'ho gradito proprio per il suo essere uno spaccato realistico del paese, rappresentazione che risulta veritiera anche ai giorni nostri. È un peccato che la sua critica sociale sia stata fraintesa. In patria credono sia un elogio alla nazione. Non mi stupisce che la Jorgensson si sia rifiutata di pubblicare altro, nonostante il successo» proseguì Brycen in un amaro sorriso. «La narrazione in lingua originale è persino più graffiante, con sfumature che la migliore delle traduzioni non riuscirebbe a rendere. Se hai ancora intenzione di studiare zimeo, ti consiglio di provare a leggerlo quando sarai abbastanza pratica. Sono certo che noterai le differenze.»

«Certo che ne ho intenzione, però sembra un testo molto difficile...» Chloe si avvicinò a lui, ammorbidendo il tono. «Potrò chiederti delle lezioni private, se mi trovassi in difficoltà?»

«Certamente. Puoi espormi qualsiasi dubbio ti sovvenga, sarò felice di aiutare.»

Chloe sfarfallò le ciglia, trattenendo a stento uno sbuffo divertito. C'era un tale candore, nel suo sguardo, da metterle allegria. Le piaceva anche quello, di lui. Le piacevano la sua voce calda e rassicurante, il tono placido con cui parlava, il portamento distinto. Brycen irradiava un'aura serafica che aveva la capacità di rasserenare il suo animo, la faceva sentire leggera, in pace, al sicuro.

La soddisfazione è pericolosa, ricordò la voce del suo maestro, una catena stretta attorno al suo collo che l'ancorava al suolo. La calma porta ad abbassare la guardia. Non puoi permetterti di stare bene.

«Io svolto a sinistra, all'incrocio. Casa mia è proprio qui dietro» disse Brycen, fermando il passo. Sollevò una mano in direzione della segnaletica, una recente installazione in metallo: fuori dal centro città non erano così comuni e sfruttavano ancora legno e pietra, ma i quartieri altolocati mostravano il meglio che la città avesse da offrire.

Le ampie strade abbandonavano la pietra levigata delle vie commerciali per un pavé scuro, perfetto per la circolazione delle carrozze, e oleandri ben potati ne delimitavano i margini. Non avevano camminato molto, ma erano sufficientemente lontani dalla caoticità dei negozi e dal via vai di passanti. I suoni erano ridotti al canto degli uccelli e al frinire di cicale, e un lieve profumo di fiori accarezzava le narici.

«Sinistra va benissimo» disse Chloe, superandolo a passo svelto. Allungò lo sguardo sulle villette a schiera che si affacciavano sulla via, eleganti costruzioni a due piani in stile classico, privo degli eccessi che caratterizzavano l'architettura imperiale. «Qual è la tua?»

Brycen la indicò con un braccio teso, accostandosi al cancello di ferro battuto che delimitava il cortile. Non era dissimile dalle altre, con un tetto spiovente dalle tegole scure che contrastava la muratura chiara delle pareti, ma si distingueva per i tendaggi che celavano gli interni dietro le ampie vetrate. Là dove i suoi vicini sfoggiavano tonalità pastello o sfumature desaturate, Brycen aveva optato per un blu acceso e vivido.

«Com'è graziosa! Hai davvero un bel giardino» disse Chloe, cercando il suo sguardo. Allungò il sorriso, raccogliendo la treccia per lisciarla con le dita. «Chissà com'è carina all'interno, sarei curiosa di vederla...»

Brycen scrutò la sua espressione, poi sollevò gli occhi verso la villetta e alzò le spalle. «Non è niente di eccezionale, in realtà. Ho effettuato poche modifiche, l'arredamento è in buona parte quello che era presente quando l'ho acquistata. Temo di essere dozzinale, in fatto di decorazioni.»

Chloe arricciò il naso. Forse avrebbe dovuto essere più esplicita, molto più esplicita. Non era ancora il momento adatto, però.

«Ho una domanda da farti, prima di andare» aggiunse Chloe, intrecciando le dita dietro la schiena. «Ti interessano i Dotai, vero? Non credo sia una coincidenza se tutti i libri che ti ho visto leggere al Nerea riguardassero lo stesso argomento...»

Brycen sbatté le palpebre, liberando un mugolio incerto. «Sì, è un tema che sto... cercando di approfondire.»

«Una mia amica, Jessica, è una Dotai. Il suo Naru si chiama Chromaster, le permette di—»

«Modificare la capacità di assorbimento e riflessione delle onde luminose, variando così il colore percepito dai nostri occhi.» completò Brycen. Poi si schiarì la voce, distogliendo lo sguardo. «Perdonami. Ho risposto d'istinto.»

«Molto meglio del mio colorare le cose» ridacchiò Chloe. «Jess usa il suo Naru per creare composizioni artistiche. La settimana prossima ci sarà una mostra dedicata alle sue opere alla galleria Bouleau ed è prevista un'esibizione. Ho pensato che potesse interessarti vedere un Dotai in azione, o magari farle qualche domanda.»

Un lampo di interesse illuminò lo sguardo di Brycen. Chloe lo vide drizzare il busto e prendere fiato, ma quella fiammata d'entusiasmo si congelò in un istante.

«È molto gentile da parte tua, ti ringrazio» mormorò Brycen a capo chino. «Non vorrei tuttavia arrecare distu—»

«Pensaci» lo interruppe Chloe. «A Jess non dispiacerà, te lo assicuro. E poi ci sarà anche un altro mio amico, Louis, che studia per diventare Ricercatore. Di certo avrete molto di cui parlare, è un appassionato di Naru anche lui. Pensaci su, ne riparleremo meglio nei prossimi giorni, d'accordo?»

Brycen annuì, addolcendo il suo sorriso. Chloe lo vide stendere la mano verso di lei, ma finse di non notarlo. Si alzò sulle punte e sfiorò la sua guancia con la sua, facendo schioccare le labbra in un rapido bacio. Il tipico saluto informale ne prevedeva due, uno per guancia, ma Chloe ritenne di aver osato abbastanza: un diffuso rossore aveva già colorato il viso di Brycen, che la fissava con gli occhi grandi di stupore.

«Non sperare che me ne dimentichi, professore» scherzò Chloe mentre si allontanava, ridendo allegra. «Continuerò a chiedere finché non mi dirai di sì!»


L'interesse di Chloe verso Brycen è palese, anche se lui continua a ignorare i segnali. Penso si possa fare un drink game con tutte le allusioni che quel poveraccio non riesce a cogliere xD

La nostra protagonista è graziosa, adorabile, frizzante... Ma dietro la sua esuberanza si nasconde qualcosa di più, di cui cominciamo a vedere qualche accenno 👀

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti, io vi do appuntamento alla prossima~


Chloe Ha-Rhie


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