Cinderella Boy - XIUCHEN

By I_Want_Wonderland

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Minseok, é un ragazzo rinnegato dalla sua famiglia per il suo orientamento sessuale. Trovandosi senza più un... More

✨Personaggi/ Prestavolto✨
Intro
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XXI

XX

29 6 2
By I_Want_Wonderland

«Bene mio Cenerentolo, che facciamo? Torni a casa prima la tua carrozza si trasformi in zucca perdendo una scarpetta, oppure eviti al tuo principe di cercarti per tutto il reami domani mattina e passi tutta la notte con me?»


E poi fu tutto veloce e frenetico.
Corremmo come pazzi tra la folla, mano nella mano, appena arrivati in strada Jongdae fischiò per richiamare un taxi.

Mentre eravamo nell'abitacolo della vettura io e Jongdae non smettemmo un attimo di guardarci negli occhi; le nostre mani si toccavano, si intrecciavano, giocavano, e i nostri sorrisi maliziosi ci facevano presagire la magnifica nottata che avremmo passato.
Il taxi si fermò e un ragazzo, vestito di tutto punto, mi aprì la portiera dicendo: «Benvenuti al Peninsula».
Un imponente edificio mi si presentò davanti, le luci provenienti dalle varie finestre creavano una particolare aurea, illuminandomi il viso sognante, davanti al piazzale una grande fontana e un via vai di lussuose macchine rendeva il tutto uno scenario da moderna favola.

Dopo breve pit-stop alla reception, mi trascinò con lui verso l'ascensore.
Sempre tenendomi per mano mi accompagnò verso un lungo corridoio fermandosi davanti ad una delle camere e, dopo aver estratto la chiave elettronica, l'aprì permettendomi di entrare al suo interno.

La camera era meravigliosa, degna del suo nome: Chambre du Roi.
Iniziai ad ispezionare ogni dettaglio di quella grande stanza che era grande come l'appartamento che condividevo con Chanyeol e Baekhyun a Seoul.
Ogni mobile era in perfetto stile veneziano, i divani, i tavoli, i divani e le sedie; persino il letto, ampio e lussuoso, era cosparso di petali di rosa. Il bagno era in candido marmo e con un idromassaggio da paura.
La suite aveva anche una terrazza privata che si affacciava sulla città illuminata, quando rientrai in salotto notai un secchiello, dal quale usciva il collo di una bottiglia, e delle fragole glassate al cioccolato.

«Sei il solito romanticone» sorrisi assaporando quel frutto rosso ricoperto di dolce cioccolato, porgendone un secondo al mio fidanzato che, ancora vicino alla porta, con le spalle poggiate su quella lastra lignea, e mi guardava in silenzio.

«Che c'è? Non ne vuoi?» chiesi, inghiottendo quel delizioso frutto rosso e bevendo un sorso di spumante.
Si avvicinò lentamente a me, mi accarezzo il viso e finalmente fece unire le nostre labbra.

«Voglio te, Minseok!»

Nonostante fosse passata solo mezz'ora dal nostro ultimo bacio, a me sembrava un'eternità. Si perché non potevo fare a meno delle sue labbra, della loro morbidezza, del loro calore, del loro sapore.
Iniziò a privarmi della giacca, e armeggiò con i bottoni della camicia per liberarmi da essa.
Si staccò da me solo per spingermi leggermete, facendomi atterrare sul morbido e comodo materasso.
Mi sovratò mettendosi a cavalcinoni su di me, iniziando a lasciare una scia di baci sul mio petto e sul mio addome.

«Sei tremendamente bello.»

Mi disse con voce roca, bassa ed eccitante; quella sera aveva una luce diversa nei suoi occhi che rimasi inerme ad ammirarli, mentre lui faceva di me quello che voleva.
Liberò i miei fianchi dalla cintura, privandomi succesimente dei pantaloni.
Mi alzai un attimo, il tanto giusto per sbottonargli la camicia e accarezzare il suo petto snello, ma mi rispinse con decisione divaricando di poco le mie gambe e posizionandosi in mezzo ad esse, mentre continuò a baciarmi.
Istintivo fu gettargli le braccia al collo e legare le mie gambe intorno al suo bacino, facendo sfregare le nostre erezioni.
Gli tolsi la camicia mantenendo il contatto visivo, lui con poca delicatezza mi divaricò le cosce iniziando a darmi piacere con la sua bocca.
Sentire la ruvida e bagnata lingua di Jongdae che lubrificava ogni centimetro della mia erezione era sempre un'esperienza divina; si godeva il momento senza avere fretta puntando quelle sue meravigliose iridi color cioccolato sul mio volto, per non perdersi nemmeno un'istante della mia estasi. Stavo letteralmente impazzendo per via dei suoi movimenti sinuosi, del suoi incavare le guance per succhiare con la forza giusta, della sue dita che si insinuavano tra le pieghe dei miei glutei esplorando la mia intimità più nascosta. Il mio cervello era completamente annebbiato da quei gesti, da non rendermi conto che stavo iniziando a gemere e mugolare, sarei potuto venire da un momento all'altro, ma quel turbine voglioso di eccitazione si fermo quel qualche istante.
Mi accarezzò vogliosamente il sedere, le sue mani si posarono sui fianchi per mutare quel dolce tocco in una solida presa facendomi cambiare posizione.
Mi ritrovavo con il volto schiacciato sui cuscini e il sedere all'aria, mentre Jongdae con una lentezza logorante mi penetrava, mentre io lo imploravo di fare presto per mettere fine alle mie sofferenze.Un ansito strozzato mi sfuggì, quando percepii l'intrusione della della sua punta nel mio buco più intimo.

«Oddio Min, sei così stretto» disse in un gemito roco, una volta avermi riempito completamente, iniziando a muoversi con la sua classica delicatezza, che in questo momento stavo odiando poiché la vedevo come una vera tortura.
Cercai di rilassarmi il più possibile, per permettergli di penetrarmi completamente.
Lento e paziente, Jongdae si muoveva in me, la sua cappella entrava e usciva, stimolandomi al punto da farmi sospirare.

«Ti...ti prego...D-Dae....più veloce» chiesi mentre spingevo il mio bacino verso il suo ventre, assecondando quei movimenti così perfettamente sensali.
Stavo impazzendo. Diventavo matto ad ogni spinta, ad ogni affondo, ad ogni sculacciata che mi dava. Non avevo mai visto questo lato di Jongdae, e non nego che mi piacesse parecchio essere dominato da lui in quel modo.
Con un movimento del bacino toccò la mia ghiandola più sensibile, facendomi soffocare un grido di piacere tra i cuscini mentre raggiungevo l'apice.
Dopo qualche spinta, sentii che si riversò in me con un piccolo ringhio.

Ero stremato, appagato e felice, era stato il miglior sesso che avessi ami fatto con Jongdae. Ci sdraiammo uno accanto all'altro, non ci dicemmo nulla, ma i nostri occhi parlavano, si dicevano tante cose, e rimarcando i sentimenti che ognuno provava per l'altro, ci addormentammo.
 

«Porca puttana ti sei fidanzato!!!»
Esclamò Baekhyun con una faccia a dir poco sconvolta. Al suo fianco Chanyeol aveva sgranato gli occhi in modo tale da farli sembrare ancora più tondi.
Mi svegliai verso le 9, e dopo una doccia chiamai i miei due migliori amici per informarli dell'accaduto.
Mi rifugiai nella terrazza della camera, per non disturbare Jongdae che ancora era nel mondo dei sogni.

«Chi sei tu? Che ne hai fatto del mio hyung preferito»

«Smettila di fare il coglioncello- lo rimprovero serio – comunque si, diciamo che abbiamo ufficializzato».

«Avete ufficializzato? Scopate da mesi, hai conosciuto la sua famiglia, l'anello era solo una mera formalità»mi dice il rosso.

«Quindi a Settembre ritorni?» Chiese Chanyeol.

«Credo di si, tra Settembre e Ottobre rientro.»

«Che bello. Non vedo l'ora ce si celebrino le nozze. Io, ovviamente sarò il tuo testimone, mentre Yeol si occupa della musica.»

«Hey. Frena, frena. Mi sono appena fidanzato e tu già mi organizzi il matrimonio?»

«Chi ha tempo non aspetti tempo! e poi lo so che internamente stai scodinzolando» commentò Baekhyun.

«Dov'è ora Jongdae? Vorrei fargli gli auguri» intervenne Chanyeol per smorzare l'entusiasmo di Baek.

«Sta ancora dormendo, puoi benissimo mandargli un messaggio più tardi»

«Lo faremo! Ora Hyung ti lasciamo, la nostra vita da sfigati ci chiama!» disse Chanyeol, prima di salutarmi e chiudere la chiamata.

«Noto che i ragazzi hanno preso bene Quindi parliamo già di matrimonio?»
Jongdae era dietro di me, avvolto in un asciugamano, con gli occhi ancora semi chiusi dal sonno e con i capelli arruffati.

«Baek è un cretino...- dico ma noto la sua espressione- Non vede l'ora che si celebri il nostro matrimonio»

«Chissà... un giorno. Non pensavo che Baekhyun fremesse nel fare la damigella d'onore del suo hyung» dice ridendo sotto i baffi, mentre si china per stamparmi un lungo bacio, per poi prendermi per mano e condurmi nel salone, dove un cameriere aveva appena apparecchiato il lussuoso tavolo imbandito con ogni ben di Dio.
Cercai di dire al moro che sarei dovuto ritornare alla villa, ritornando alla realtà, rompendo quella bolla fiabesca che si era creata tra di noi; lui mi disse di non preoccuparmi che tutto era già stato organizzato.

«Ci sarebbero anche le fragole di ieri notte...» mi disse cambiando discorso, guardando il vassoio sul quale giacevano i frutti glassati di cioccolato, mentre sorseggiava il suo caffè.

«Sai che in bagno c'è una fantastica vasca idromassaggio?»

«Mi sono appena fatto la doccia» dico mentre mi riempo la bocca con un cucchiaio di latte e cereali.

«Ah va bene... io vado a godermi queste fragoline nella Jacuzzi. Tu mangiati pure la tua colazione da solo»
E detto ciò si tolse l'accappatoio e si diresse in bagno sculettando. Si, stava ancheggiando come una troietta solo per provocarmi, e beh c'era riuscito.

«Non ti eri già lavato?» con finta aria sorpresa, vedendomi in bagno.

«Non sono qui per lavarmi, e tu lo sai»

Entrai nella vasca, l'acqua era calda al punto giusto, e il suo tepore avvolse il mio corpo facendomi rilassare. Scivolai verso il giovane Kim, baciandolo in modo languido, facendo si che le nostre lingue si incontrassero e giocassero lentamente, mentre scorrere le mie mani sul suo corpo.
Tornarono i baci e le carezze, i gemiti rochi e i sospiri vogliosi.
Jongdae mi stupì per la seconda volta. Si posizionò a cavalcioni su di me, prese una fragola e , con sguardo sensuale, iniziò a rimuovere il cioccolato da essa, accompagnando questo gesto provocatorio con dei piccoli movimenti di bacino che facevano strusciare il suo sedere perfetto sulla mia erezione, facendo aumentare in me la voglia di possederlo.
L'afferrai per il collo e lo baciai famelico; il suo sapore era differente, veniva sovrastato dal gusto zuccherino del cioccolato.

«Hai ancora voglia?» mi chiese con la cupidigia negli occhi.

«Di te? Sempre!»
Si calò lentamente sulla mia erezione dettando fin da subito, con i suo ancheggiamenti lenti e vogliosi, il ritmo del nostro amore.
Tornai ad esplorare il suo corpo, che ormai conoscevo a memoria, in un modo differente. Quel rapporto ci creò una piacevole meraviglia, facendo vibrare i nostri corpi e godere le nostre anime fino al momento massimo del nostro amore carnale.

«Voglio portarti a cena.»
Disse Jongdae mentre eravamo accoccolati a letto.
«Il ristorante dell'hotel è all'ultimo piano, si vede tutta la città. E poi ha un'ottima equipe di chef, tutti stellati. Sarebbe un peccato non assaggiare la loro cucina»

«Dae, oltre al vestito in maschera non nulla da mettermi.» obbitto, smorzando un po' il suo entusiamo.

«Non preoccuparti» mi sorrise dolcemente rassicurandomi, mentre prese il telefono per chiamare la reception.

In meno di 10 minuti entrò nella camera un equipe di 5 persone con una quantità indefinita di abiti eleganti, di qualsiasi tessuto e colore, tutti appartenenti a grandi maison di moda europee. Non sapevo davvero quale scegliere, soprattutto per non far sfigurare Jongdae davanti a i ricconi che frequentavano il ristorante.
Qui avrei avuto bisogno di Baekhyun, o Sehun. Pensai, perchè effettivamente i miei due amici avevano buon gusto nel vestire.

«Scegli tu per me» gli sussurrai all'orecchio, sollevandomi così da quel piccolo onere da fashion victim.

Mi guardò e mi sorrise, rivolgendosi a quello che era il capo staff ( alias caricatura asiatica mal riuscita di Elton John), e iniziò ad armeggiare tra le varie grucce.
Jongdae scelse per me un bellissimo abito blu scuro Valentino, per se optò per un classico abito nero Armani. Passammo una serata semplice, ma perfetta. Mangiammo piatti dalla presentazione minimal ma raffinata, accompagnati da ottimi vini, godendoci la vista dello skyline di Hong Kong e parlando distrattamente del nostro futuro insieme.

«Sai... la prossima volta che verrò a Seoul, vorrei vedere la planimetria della tua nuova casa.»

«Casa nostra Minseok! Quella sarà casa nostra» dice guardandomi serio

«Non stavo scherzando quando ieri notte ti ho detto che voglio stare con te, che vorrei vivere la mia vita con te , che vorrei sposarti. La casa è solo il primo tassello della nostra vita insieme. »

«Scusami, non volevo offenderti, o sminuire ciò che ci siamo detti ieri. Devo ancora smussare il mio essere ermetico nei sentimenti. Prometto che cercherò di essere più dolce»

«A me piaci così. Perchè sei stronzo e, anche se lo neghi, sei un tenero coccolone»
Mi avvicinai a lui e lo baciai, subito dopo averlo mandato a quel paese.

«Mi piace quando mi baci in pubblico, fregandotene» sussurra sulle mie labbra sorridendo.

«Allora lo farò più spesso» sussurro, per poi lasciargli un leggero bacio a stampo

«Io ti amo Kim Minseok, tanto. - di dice con lo sguardo più bello che mi avesse mai dedicato- Questo non lo devi dimenticare mai»

«Non potrei mai dimenticarti mio piccolo Dae. Mai!»

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