Quella mattina Youngkyun non rispose a nessuna domanda.
Era come se fosse diventato muto di punto in bianco; forse non era nemmeno lì con la testa, fantasticava come suo solito, come quand’era a scuola, a cena con i suoi(quando non dovevano lavorare fino a tardi) o semplicemente come quando si stendeva sul letto senza niente da fare.
La donna davanti a lui ovviamente si era accorta del suo comportamento, e lo capiva, non doveva essere facile per lui.
Dopo nemmeno 20 minuti lo lasciò andare, forzarlo a parlare non sarebbe servito a niente.
Dal canto suo Youngkyun non sapeva nemmeno cosa dire alla donna; aveva pensato alle possibili risposte da darle, ci aveva riflettuto parecchio, ma gli sembrava che tutto quello che avrebbe potuto dirle sarebbero state cose ridicole e probabilmente anche infantili.
Non voleva correre il rischio di apparire superficiale agli occhi della dottoressa.
Appena uscito dalla camera iniziò a camminare per i lunghi e bianchi corridoi del reparto psichiatrico.
Sperava di poter uscire da lì al più presto, non pensava di essere così tanto pazzo da rimanere lì dentro per così tanto tempo.
“Attento!”.