Logan (Red Moon Saga 3)

By Elle_Jenny

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Ryan era sempre stato l'anima della festa. In qualsiasi posto lui si trovasse, riusciva a fare sempre un gran... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Epilogo

Capitolo 31

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By Elle_Jenny

Ryan, dato che era un ragazzo molto responsabile, invece di svolgere tutte le sue mansioni lavorative, andò a dare fastidio a sua sorella.

Si poggiò con il sedere alla sua scrivania e la guardò lavorare al suo computer alla velocità della luce come al solito.

"Sorellina..."

"Sparisci, Ry," affermò sua sorella senza nemmeno guardarlo in faccia.

"Perché sei sempre così burbera? Dovresti scopare, Angel. Dopo un orgasmo il mondo appare sempre diverso, più bello."

Angel lo guardò con la coda dell'occhio. "Cosa ti serve?" gli domandò, senza replicare con la sua classica acidità a ciò che aveva detto poco prima Ryan.

C'è qualquadra che non cosa. No, aspettate, non diceva così... C'è qualcosa che non quadra.

Ryan sgranò gli occhi. "Ommioddio, tu hai scopato."

Angel divenne pallida, si sfilò con stizza gli occhiali e si guardò attorno nervosamente per assicurarsi che nessun collega li stesse ascoltando.

"Ma che cazzo dici, Ryan?! Non è possibile che pensi solo a quello?" sibilò Angel, gli occhi truccati di nero erano furenti, le labbra colorate di viola come i suoi capelli erano ridotte in una linea sottile.

"È Katie, non è vero? L'ho notato come vi adocchiate. Guarda che non c'è nulla di male se ti piace quella ragazza, Angel," replicò Ryan, ignorando, come spesso faceva, le accuse inviperite di sua sorella.

Angel si rimise gli occhiali e continuò a lavorare al pc. "Stai dicendo un mare di cazzate. Torna a lavoro," rispose, il tono di voce teso che non passò inosservato perché Ryan era impiccione e pettegolo come quelle vecchiette che si affacciavano alla finestra ad ogni minimo rumore che sentivano.

Non gli sfuggiva nulla. Soprattutto se c'erano di mezzo questioni di amore o d'attrazione fisica. E tra Katie e sua sorella quell'ultima c'era sicuramente.

"Tu non me la conti giusta."

"Non mi interessa," ribatté Angel.

"Perché non ti confidi con me? Io ti racconto sempre tutto."

Angel sospirò, aprì e chiuse gli occhi, si guardò nuovamente attorno per poi posare il suo sguardo sempre impenetrabile su Ryan. "Mi ha baciata, okay? Sei contento, adesso che te l'ho detto?"

"Cosa?!" squittì Ryan, gli occhi quasi fuori dalle orbite. "Io lo sapevo!"

Angel gli diede un pugno contro la coscia. "Zitto! Mannaggia a te e alla tua boccaccia," sibilò sua sorella tra i denti.

Ryan iniziò a gesticolare animatamente con le mani. "Ma è una notizia fantastica! È stato un bacio con la lingua, vero?"

Le guance di Angel si colorarono di rosso. "Ryan, per favore, puoi ritornare alla tua postazione?"

Ryan si portò una mano al petto teatralmente. "Oh, mio Dio, non mi chiedevi una cosa per favore dalla quarta elementare."

Angel sbatté la fronte contro il legno della sua scrivania. "Ryan..." sospirò.

"Okay, okay, per questa volta la termino qui. Non voglio che mi mandi alcuna maledizione all'uccello. Ma riapriremo il discorso, sorellina."

Finalmente, qualcuno che provava interesse per quell'acida di sua sorella, c'era da stappare una bottiglia di spumante, cazzo.

Anche se... Ryan doveva capire bene che intenzioni avesse quella Katie Thompson con sua sorella.

Angel gli fece un gestaccio con la mano e Ryan se ne ritornò ridacchiando alla sua scrivania. Per strada incontrò Eddie, anche lui stava smanettando su un tablet aziendale.

"Ehi, Eddie," lo chiamò.

Il suo collega alzò lo sguardo dal tablet. "Ehi, Ry, dimmi."

"Pranziamo insieme?"

Il ragazzo annuì. "Certo, a dopo."

Ryan però lo fermò nuovamente. "Eddie, aspetta."

"Cosa c'è ancora, Ry?"

Ryan lo scrutò attentamente. "Ti ho già detto di cambiare colore di capelli?"

Eddie si toccò distrattamente le ciocche di capelli colorate di verde. "Sì, ma non lo farò perché questo colore mi piace," gli rispose e se ne ritornò alla sua postazione.

Mah, se era convinto lui. Anche Ryan credeva che quel colore lo faceva assomigliare ad un carciofo.

•••

Logan, terminato il suo turno al Rockford's Hospital, era ritornato a casa sua per farsi una doccia poi era andato a casa di Ryan perché quella sera avrebbero cenato insieme ad Angel, Joel e Bran.

Ad aprirgli la porta di ingresso fu proprio quella mezza montagna di Bran O'Neil, sua vecchia cotta del liceo.

Dannazione, se glielo aveva fritto il cervello a sedici anni quel ragazzone con gli occhi scuri e buoni, sempre pronto a mettersi in mezzo per difendere Simon e Joel dai suoi attacchi.

"Ciao, Bran. Ogni tanto una serata libera Michael te la dà."

"Ehi, Spears. Già, questi due nuovi baristi che ha assunto sono stati una mano santa. Forza, entra, il tuo ragazzo sta discutendo con quella squinternata di sua sorella," lo informò.

Logan inarcò un sopracciglio, confuso. "Per quale motivo stanno litigando questa volta?"

"Perché è venuto fuori che Katie Thompson l'ha baciata. E chi se lo sarebbe mai aspettato," rispose Bran.

Logan non ne fu poi così tanto sorpreso. "Katie ha iniziato a flirtare con la progenie di Lilith dalla prima volta che l'ha vista. Lo sapevi che al liceo scopava con July Williams?"

Bran lo guardò con occhi sgranati. "Davvero? Che porche," commentò.

Quel ragazzo aveva la stessa finezza di Ryan.

Quando Logan mise piede nel salone vide Joel seduto sul divano che mangiava indisturbato dei pop corn, Angel che apparecchiava la tavola con le auricolari infilate nelle orecchie e Ryan che provava a sfilargliele per dirgli solo Dio sapeva cosa.

"Angel, ascoltami, dannazione!" sbraitò il suo ragazzo, poi si accorse della sua presenza, notò anche Bran al suo fianco e assottigliò gli occhi.

Puntò con un dito prima l'uno e poi l'altro. "Tra voi due devono esserci almeno due metri di distanza."

"Oh, santa pazienza," sospirò Logan.

Bran roteò gli occhi al cielo e andò a sedersi accanto a Joel, che ridacchiava senza fare plateali e insensate scenate di gelosia come il suo ragazzo.

"Io stasera ceno in camera," affermò Angel.

"E perché?" gli domandò Joel.

Angel indicò suo fratello. "Perché altrimenti potrei ucciderlo e fare una collana con il suo intestino."

"Se magari tu mi ascoltassi, invece di farmi passare solamente per impiccione, ti risparmieresti le forze per uccidermi," replicò Ryan.

"Il punto è che non voglio ascoltarti, Ryan!" urlò Angel, si rinfilò le cuffie nelle orecchie e se ne andò in camera sua, si sentì sbattere forte la porta.

"Ry..." lo ammonì Logan.

Ryan lo guardò male. "Non voglio sentirti, Logan. Io ho bisogno di sapere cosa passa nel cervello di mia sorella. Angel ha ricevuto troppe fregature dalla vita e sono preoccupato perché è più strana del normale. Quindi, o parla lei o dovrò andare da Katie."

"Lo sai che tua sorella è un riccio. Quando si sentirà pronta, parlerà senza che sia tu a costringerla," gli disse Joel.

Bran circondò con un braccio le spalle ossute del suo ragazzo. "A quanto pare la strega è in piena Sindrome di Katie," commentò, sarcastico.

Joel gli diede una gomitata. "Zitto che Ryan è già abbastanza arrabbiato."

Logan andò dal suo ragazzo che aveva iniziato a mangiucchiarsi un unghia.

"Ehi, Ry..." Gli racchiuse il viso tra le mani per guardarlo bene negli occhi. "Non essere così preoccupato, alla fine è stato solo un bacio."

Ryan scosse il capo. "Angel non mi aveva mai detto di essere attratta dalle ragazze. Questo deve averla mandata in confusione. In realtà, non so nemmeno se le piacciono i ragazzi."

Logan gli accarezzò dolcemente le guance con i pollici. "Ti stai facendo un mare di film mentali come al solito. Respira, Ry."

Ryan prese un grosso respiro poi si aggrappò con le mani ai fianchi di Logan. "Forse, è meglio se adesso mi dai un bacino."

Okay, si era ripreso velocemente.

•••

Il mattino seguente a destare Logan fu il trillo fastidioso del suo telefono lasciato sul comodino di Ryan. Ryan borbottò qualcosa tra a mezza bocca e infilò la testa sotto al cuscino.

Logan si stropicciò gli occhi, sbadigliò fino a sentire la mascella scricchiolare e afferrò il telefono per vedere prima che erano appena le sette della mattina e poi che a chiamarlo era Toby.

Oh, merda.

Logan rispose subito alla chiamata. "Pronto, Toby?"

"Ciao, Logan, se vuoi oggi puoi venire a prendere Lucky. Ormai è guarito del tutto."

Logan sbatté le palpebre più volte. "Toby, non per qualcosa, ma sono appena le sette. Perché sei già sveglio?"

"Perché chi dorme non piglia pesci e a me la pesca piace. Ci vediamo oggi al canile," detto quello, chiuse la chiamata.

Logan guardò per qualche istante il suo telefono poi sentì la voce rauca di Ryan che gli domandò: "Chi era?"

"Toby. Ha detto che oggi posso andare a prendere Lucky."

Ryan lo stava guardando, aveva ancora un occhio chiuso e il segno del cuscino su una guancia. "Quel ragazzo è tutto strambo," borbottò per poi rinfilare la testa sotto al suo cuscino.

Logan ritornò a fissare il suo telefono.

Avrò davvero un cane.

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