Logan (Red Moon Saga 3)

By Elle_Jenny

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Ryan era sempre stato l'anima della festa. In qualsiasi posto lui si trovasse, riusciva a fare sempre un gran... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Epilogo

Capitolo 11

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By Elle_Jenny

"Oggi hai di nuovo la faccia depressa."

"Sono solo stanco, Grace. Abbiamo fatto un turno infernale di dodici ore."

Logan e Grace stavano uscendo dal Rockford's Hospital ed erano le sei del pomeriggio.

Logan stava morendo di fame e per di più aveva un mal di testa allucinante.

Non era stato nemmeno piacevole quel giorno soccorrere due ragazzine che alla fermata degli autobus erano state picchiate da delle loro coetanee perché si erano date un bacio in pubblico.

Per fortuna, esistevano ancora delle persone che possedevano un po' di senso civico e in quel contesto una signora che aveva assistito a tutto aveva avuto la prontezza di avvertire il 911.

Ogni minuto in più che trascorreva era in realtà un minuto in meno che lo separava da una crisi isterica.

"Hai litigato con il tuo amico speciale?"

Logan sospirò pesantemente e si grattò il collo con stizza. "No, Grace, non ho litigato con Ryan."

"Ah, quindi si chiama Ryan. Ed è sexy?"

Il paramedico guardò la sua collega e la trovò a sogghignare.

Alzò gli occhi al cielo. "Grace, per favore, non sono dell'umore oggi."

Grace si prese Logan sottobraccio, lo faceva spesso. "Me ne sono accorta, muso lungo. Ma vorrei tanto sapere perché sei così pieno di negatività."

Perché in passato sono stato un figlio di puttana omofobo, il quale non accettava che oltre alla figa potesse piacergli anche il cazzo e ha fatto un sacco di sbagli tra cui mandare quasi in overdose una sua compagna di scuola e picchiare un ragazzino perché indossava dei pantaloni fucsia. Ma non posso dirti tutto questo, Grace, altrimenti mi odieresti come odi la maggior parte degli uomini. E faresti bene.

"Non ho dormito bene, soffro di insonnia," le disse.

In realtà, non fu proprio una vera e propria bugia, anzi, aveva detto una parte di verità. Le stava solo omettendo il motivo della sua insonnia.

Il motivo era, ovviamente, l'aver ritrovato il ragazzino che aveva picchiato quasi cinque anni prima.

Grace lo guardò, quella ragazza aveva degli occhi celesti grandissimi e attenti.

"Lo so che non mi stai dicendo tutto, Logan, ma va bene così. Vorrei solo che un giorno ti fidassi di me a tal punto da raccontarmi il motivo del tormento che ti trascini dietro come una zavorra."

Arrivarono vicino alle loro auto che erano parcheggiate l'una di fianco all'altra, Logan si poggiò con la schiena contro lo sportello della sua macchina, incrociando le braccia al petto.
Grace gli si mise di fronte, lo sguardo attento.

"Se ti raccontassi tutto, Grace, finiresti per odiarmi."

La sua collega scosse il capo. "Non credo, Logan. Non sono così superficiale da giudicare una persona per il suo passato, io mi concentro sempre sul presente e tu sei un ragazzo che sta soffrendo al momento."

Logan si strinse nelle spalle. "Passerà, prima o poi."

Sì, che grandissima cazzata.

"Siamo amici io e te, Logan, vero?" chiese a bruciapelo Grace.

Logan annuì."Certo, lo siamo," confermò.

Grace stava diventando ogni giorno che passava sempre più importante per lui.

In quel periodo caotico della sua vita Logan teneva principalmente a due persone: a lei e a Ryan.

"Allora, ogni tanto, ricordati di essere un umano e non un riccio. Smettila di essere così chiuso e spinoso," disse Grace, accarezzandogli il volto con fare materno.

"Okay, mammina."

Grace gli pizzicò un fianco. "Mi basta già una di figlia che a sette anni mi dà un sacco di pensieri."

"Una sera la portiamo al cinema, che dici?"

"Dico che è una bellissima idea," rispose Grace, sorridendo.

Grace aveva ventisette anni e aveva avuto sua figlia Wendy quando ne aveva venti. Il suo ex ragazzo l'aveva messa incinta per poi sparire alla velocità della luce non appena era venuto a conoscenza della gravidanza della sua ragazza.

Ma Grace era una ragazza dura come una roccia e nonostante più persone le avevano consigliato di abortire, lei aveva mandato tutti a farsi fottere.

Aveva portato avanti la gravidanza, continuando a studiare e laureandosi con sua figlia piccola che la guardava dal pubblico.

Il cellulare di Logan lo avvisò all'improvviso dell'arrivo di un messaggio, lo prese dalla tasca anteriore dei suoi pantaloni e vide che era di Ryan.

Vuoi venire a cena da me, occhi belli? Poi dopo cenato ce ne andremo ad infastidire un po' Bran e Simon al Red Moon. Fammi sapere xoxo

"Stai sorridendo. È Ryan, non è vero?"

Logan guardò di sottecchi la sua collega, che se la ghignava sadicamente.

"È lui," rispose Logan, tanto mentirle sarebbe stato inutile perché a quanto pareva la sua faccia era diventata un libro aperto. Era bastato un semplice messaggio di Ryan per risollevargli l'umore.

"E che ti ha detto?" si impicciò Grace, tentando di sbirciare il messaggio.

"Mi ha chiesto di andare a cena a casa sua, stasera."

"E ci andrai, vero?"

Logan si rigirò il cellulare tra le mani. Voleva andarci di corsa a casa di Ryan, ma...

"Oddio, no!" esclamò di colpo Grace. "Ti stai riempiendo di nuovo di paranoie. È un cazzo di invito a cena, Logan! Non ti ha chiesto di sposarlo."

Logan sbuffò. "Lo so, Grace. Ma questo ragazzo è bellissimo, gentile e... solare. Io, invece, sembro imparentato con Mercoledì Adams. Non gli farò bene."

Grace alzò gli occhi al cielo. "Ah, ma allora sei proprio scemo," affermò prima di scippargli velocemente il cellulare dalle mani.

"Cazzo, ridammi il telefono, Grace!"

E Grace glielo riconsegnò, ma solamente dopo aver risposto a Ryan al suo posto.

Va bene, Ryan. A che ora posso venire?

"Sei una stronza."

Grace sghignazzò. "Lo so, occhi belli. Adesso, sbrigati a tornare a casa, devi farti bello per la cena con il tuo Ryan."

Lui le fece il dito medio. "Non è il mio Ryan," borbottò.

•••

Ryan girava per casa come un'anima in pena del Purgatorio.

Angel era andata.... Boh, non lo sapeva di preciso; Joel era andato al Red Moon con Bran e lui stava attendendo con fin troppa trepidazione l'arrivo del paramedico sexy.

Per Ryan aveva anche disinstallato tutte le app per gli incontri sul suo telefono, non faceva sesso da quasi due settimane e gli stavano uscendo i calli alle mani come quando aveva tredici anni e si riempiva di seghe.

Se quello non era amo... No!

Ryan non amava Logan. Gli piaceva, si era preso una bella sbandata per lui, voleva scoparci, gli voleva bene.

Ma addirittura amarlo...

Ryan scosse il capo. "Sto impazzendo," brontolò.

Quando suonò il citofono, Ryan sussultò e si portò una mano al centro del petto.

"Calmati, Ry, cazzo," sibilò contro sé stesso, poi corse ad alzare la cornetta del citofono.

"Sei tu, occhi belli?" domandò con tono di voce flirtante e suadente, quello gli veniva sempre bene.

Una piccola risata gli giunse all'orecchio attraverso la cornetta. Ryan sorrise d'istinto perché far ridere Logan era sempre un'impresa abbastanza ardua quindi quando riusciva a metterlo di buon umore, anche con una delle sue frequenti cazzate, si godeva quell'attimo di spensieratezza del paramedico finché poteva.

Perché Logan Spears era un'anima tormentata.

"Sono io, Ry."

Ryan si morse il labbro inferiore.

Mmmh... quanto gli piaceva quando lo chiamava Ry.

"Ora ti apro. Fai in fretta, occhi belli, che ti attendo sulla porta in lingerie."

Ryan non voleva essersi immaginato tutto, ma gli era sembrato di udire un gemito.

"Cazzo," sussurrò, dopo aver rimesso a posto la
cornetta del citofono, e si aggiustò l'uccello che aveva deciso di dare anche lui il benvenuto a Logan.

Si guardò velocemente allo specchio appeso vicino alla porta di ingresso.

Era un figo, poteva dirselo tranquillamente da solo.

Aveva indossato una delle sue camice da sgualdrina, un po' trasparenti e sbottonata quasi per metà perché voleva sedurre quell'osso duro di Logan, mettendo in moto tutte le sue migliori armi di seduzione.

Bussarono alla porta e dopo aver fatto un occhiolino al suo riflesso, Ryan andò ad aprire al suo bellissimo sogno erotico.

"Ciao, occhi belli," lo salutò, posizionandosi volutamente con un gomito contro la cornice del portone e una mano sul fianco opposto.

"Ciao, Ry."

Logan non provò nemmeno a trattenersi e squadrò per bene Ryan che a stento trattenne circa centoventi brividi di piacere.

Adesso gli salto addosso e me lo mangio tutto, pensò Ryan.

"Ho ordinato messicano, spero ti piaccia. Ce lo consegneranno tra circa mezz'ora," lo informò, facendosi da parte per farlo entrare.

Logan annuì. "Mi piace, Ry. Grazie per l'invito a cena."

Quando arrivarono in cucina e Ryan passò una birra a Logan, sentì la tensione sessuale tra i due innalzarsi come una marea e sfrigolare.

Logan era bellissimo, indossava una delle sue classiche polo da fighetto che gli fasciavano il petto squisitamente e quegli occhi erano sempre più belli.

Ryan aveva un debole per gli occhi di Logan... e per quella pelle chiarissima che avrebbe voluto tanto riempire di morsi.

"Ryan..."

"Dimmi, Logan," rispose con voce bassa e rauca.

Logan prese un lungo sorso di birra poi i suoi occhi a mandorla si abbassarono nuovamente sul petto di Ryan.

"Hai un piercing al capezzolo," affermò, la voce tesa.

Ryan abbassò gli occhi e con l'indice si toccò l'anellino al capezzolo destro. La camicia era semi trasparente quindi si poteva notare tranquillamente.

"Già, ho sempre avuto un debole per i piercing ai capezzoli così quando ho compiuto vent'anni anni me lo sono regalato per il mio compleanno," spiegò a Logan, continuando a titillare quel cerchietto di metallo, procurandosi alcune fitte di piacere.

Logan mantenne gli occhi fissi su quello che Ryan stava facendo, deglutì a vuoto, prese un altro sorso di birra e posò la bottiglia mezza vuota sul bancone.

Respirò profondamente, chiudendo gli occhi. "Okay, sta diventando molto difficile rimanere immuni a tutto ciò, maledizione."

Il paramedico fece un paio di passi indietro e si passò entrambe le mani tra i capelli.

Ryan notò nuovamente il tatuaggio che aveva all'interno del braccio sinistro, era una scritta in coreano di cui ancora non aveva scoperto il significato.

Provò, a malincuore, ad allentare un po' la tensione perché non voleva che Logan si sentisse oppresso. Sarebbe caduto tra le braccia premurose di Ryan, ma come al solito il paramedico aveva bisogno dei suoi tempi.

"Cosa significa quel tatuaggio?" gli domandò, posandosi con il bacino contro il bordo del bancone della cucina, mantenendo un minimo di distanza tra di loro.

Logan smise di torturarsi i capelli e provò a rilassarsi, rilasciando un sospiro. "Yongseo. Perdono."

Ryan annuì, aveva senso. Quella semplice parola era un promemoria perenne per il paramedico.

Gli sorrise. "Sei ancora più sexy quando parli coreano."

Logan roteò gli occhi al cielo e finì quello che rimaneva della sua birra. "Ryan..." sospirò.

Anche Ryan alzò gli occhi al cielo. "Logan, io ti piaccio e tu mi piaci. Perché dobbiamo continuare a trattenerci?"

Logan iniziò a camminare avanti e indietro nervosamente per la cucina, ritornando a strattonarsi i capelli.

"Perché tu sei la prima cosa bella che mi è capitata dopo anni di sofferenza. Non voglio rovinarti, Ry. Io ho ancora un sacco di problemi irrisolti in questa testa di merda che mi ritrovo."

Ryan gli si piazzò di fronte velocemente, gli strinse entrambe le mani e bloccò il suo nervoso andirivieni.

"Proviamo a risolverli insieme, tutti questi problemi. In realtà, se non te ne fossi ancora accorto, lo stiamo già facendo. Pensa alla questione di Tobias."

Logan sospirò e posò la fronte contro quella di Ryan, le loro mani erano ancora intrecciate.

"Sei testardo," mormorò il paramedico.

Ryan sghignazzò e strusciò teneramente la punta del naso contro uno zigomo di Logan.

"Anche tu lo sei, occhi belli."

Logan ruppe l'intreccio saldo delle loro dita per far scorrere poi le mani delicatamente tra i capelli di Ryan.

"Ti chiedo solo un bacio, Logan. Solo uno," sussurrò Ryan.

Il paramedico altalenò lo sguardo dagli occhi di Ryan alle sue labbra socchiuse.

Ti prego, baciami. Ti prego, baciami.

"Mi arrendo," affermò Logan per poi schiantarsi con irruenza contro la bocca di Ryan.

Non fu un bacio delicato o dolce. Fu un bacio carnale, passionale, pieno di tensione sessuale repressa.

Ryan si aggrappò con forza ai capelli corvini di Logan, poi sentì le mani di lui che strinsero saldamente le sue natiche e poco dopo si ritrovò seduto sul bancone della cucina. Qualcosa cadde a terra, ma non gliene importò nulla.

Intrecciò le gambe dietro la schiena di Logan e gemette sotto gli assalti della lingua del ragazzo.

Si staccò per riprendere fiato e incominciò a ricoprirgli il collo di baci. "Sei un coglione, Spears, perché non lo abbiamo fatto mesi fa?" mugolò contro la sua pelle calda.

Logan intrufolò le mani sotto la camicia di Ryan e le fece scorrere verso l'alto fino a raggiungere i capezzoli. Gli tirò il piercing e Ryan roteò gli occhi all'indietro.

"Perché volevo provare ad esserti amico," replicò il ragazzo, mordendogli l'incavo del collo.

"Mhmm... sei un cretino, occhi belli," gemette Ryan, iniziando a strusciare la sua erezione dura contro quella altrettanto dura del paramedico.

Logan lo morse nuovamente e Ryan vide le stelle. "Quanti complimenti, Carter."

Ryan gli afferrò di scatto il viso, gli mordicchiò il labbro inferiore poi gli sussurrò: "I veri complimenti te li farò dopo che mi avrai strapazzato per bene, Spears."

Un sogghigno malizioso inarcò le labbra sottili di Logan. "Potrei fare schifo a letto."

Ryan gli afferrò il sesso da sopra ai pantaloni e glielo strinse. "Non credo proprio."

Quando ritornarono a mangiarsi la bocca a vicenda, il citofono suonò.

Ryan si separò dalle labbra di Logan con un lamento. "Nooo, è arrivata la cena."

Logan ridacchiò. "Forse questo è un segno del destino."

Ryan scese dal bancone, si aggiustò l'uccello e scosse l'indice davanti al viso di Logan.

"Eh, no, caro mio. Adesso, ritiro la cena poi andiamo in camera mia, da cui non usciremo per almeno la prossima ora."
Si tirò uno schiaffo contro una natica. "Questo culo ha bisogno delle tue attenzioni."

Logan alzò il capo verso il soffitto, gemendo e stringendosi l'erezione con una mano. "Porca puttana."




Nota di Jenny

Ci siamo quasi, gente. A breve questi ragazzacci faranno scintille 🔥 (ahahahahaha che cosa cringe, dirlo così).

La pazienza e la perseveranza di Ryan alla fine hanno portato a qualcosa.

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