Soukoku - The Anchor

By en_pathy

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AU SOUKOKU "L'ultimo dettaglio di questo ricordo che Dazai esplorava -amava infatti tenersi il meglio per ult... More

Prologo
1 - Brutte lettere per lo zio
2 - Allegra maratona in salotto
First fall
3 - Due lagne al porto
4 - Alto un metro e un chiuaua
5 - Quando senti le voci
Second fall
18 years ago
6 - Il mondo è pieno di lenzuola deludenti
7 - L'ansia fa tutti prodigi
8 - Hotel a gratis
9 - I primi segni di follia: parlare con la carta
10 - Akutagawa nella bibbia
Third fall
11 - Indicazioni da una vecchietta malefica
17 years ago
12 - Abiti da sposa, pigiami e grembiulini di pizzo
13 - Poco alcool per Chuuya
14 - 193º tentativo di suicidio fallito
Fourth fall
15 - Flirt sulla carta
17 - Dubbi sulla propria eterosessualità
Extra
18 - Buono e delizioso come un procione
14 years ago
19 - Corrompo un dottore per la disperazione
Fifth falling
20 - Qui
10 years ago
21 - Niente mucche, solo gatti ciccioni
8 years ago
22 - Chuuya è più interessante della pioggia
23 - Un veterinario per Chuuya-Kun
24 - Detectiv ficcanaso e stivali gialli
25 - Chuuya best principe azzurro
26 - Passeggiattina romantica al cimitero
27 - Lieto fine per la bella addormentata in manicomio
Epilogo
Addio amici addio

16 - Medici inquietanti

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By en_pathy


Mori Ogai.

Questa era la scritta stampata a caratteri semplici e scuri sulla porta bianca dello studio del medico.

Chuuya era seduto in sala di attesa che sfogliava agitato una rivista di moda del mese prima senza nemmeno guardare le immagini, era solo un'attività con la quale teneva impegnate le mani scosse dal nervosismo.

Atsushi ricevuta la sua chiamata, alla richiesta di quale fosse il medico di Dazai, lo aveva spedito lì. In un piccolo studio medico, dimenticato in una delle numerose vie confuse di Yokohama.

Chuuya in attesa che il dottore, una volta finito il suo orario di lavoro, uscisse dalla studio ripensò alla chiamata con Atsushi, aveva chiesto al ragazzino riguardo allo studio del padre di Dazai e Atsushi in tutta risposta dopo un lungo attimo di silenzio aveva detto che era sempre chiuso a chiave e che nessuno all'infuori del padrone poteva entrarci.

Chuuya sospirò.

Ci avrebbe pensato dopo a quel problema. Ora tutto quello che gli importava, la sua priorità, era trovare Dazai. Chiuse la rivista di moda e la lanciò sul tavolino in mezzo alle altre. Non fece in tempo ad annoiarsi oltre che una bambina bionda sbucò da dietro il bancone e gli si avvicinò saltellando, puntando i suoi occhi di un birbante colore azzurro acceso negli occhi blu e tormentati di Chuuya.

- Buongiorno signore.

La bambina fece una mezza piroetta, il vestito che le fasciava il corpicino magro le volteggiò attorno.

- Come posso esserle d'aiuto oggi?

Rise la piccola lasciando Chuuya con la bocca semiaperta in un'espressione di pura confusione.

- Cerco il Dottore Ogai Mori, sei una sua paziente piccola?

- No. - La bambina gli fece la linguaccia incrociando le braccia.

- È la mia... Assistente.

Precisò una voce. Ogai Mori era appena uscito dal suo ufficio e una volta chiuso a chiave lo studio dedicò tutta la sua attenzione a Chuuya che nel sentirlo arrivare era balzato in piedi di scatto.

- Bene, con chi ho il piacere di parlare?

Chiese Mori voltandosi e puntando due occhi svegli e calcolatori su Chuuya. L'uomo aveva capelli scuri un po' lunghi e brizzolati, il volto segnato appena dalla vecchiaia e dalla lunga giornata di lavoro. Aveva un sorriso bonario sebbene qualcosa in lui, forse la postura o il movimento guizzante dei suoi occhi, rendeva Chuuya inquieto. Si sentiva come una bestia prima di essere sbranata, ma nonostante questo nascose il suo nervosismo dietro un sorriso e una sicurezza che non possedeva minimamente.

- Piacere e scusi il disturbo, mi chiamo Chuuya Nakahara e...

Il medico lo interruppe con un ghigno.

- Oh, Chuuya Nakahara? Sei tu?

Chuuya annuì, cercando il coraggio di riprendere a parlare da dove era stato interrotto, nonostante il ghigno di Mori.

- Sì ecco io... Sì, tratta di Dazai Osamu.

Il medico sventolò una mano in aria con aria pragmatica, incamminandosi verso la porta che dava sull'esterno.

- Sì, lo so. Risparmiati la tiritera. Vuoi sapere dov'è giusto? O vuoi solo una conferma dalla tua ipotesi? Ah, sono proprio curioso di vedere cosa farai dopo.

Disse non guardandolo nemmeno mentre usciva dalla porta, lasciando Chuuya in mezzo alla sala d'attesa vuota con un pugno di mosche in mano.

Dopo un minuto buono, prima che Chuuya era ancora riuscito a capire cosa fare, la porta di riaprì e spuntò di nuovo la faccia della bambina seguita da quella di Mori, il quale aveva sulle labbra un sorriso gioviale e divertito.

- Beh, che fai, Chuuya-kun? Non vieni?

Chuuya sobbalzò e si incamminò dietro di lui, stringendosi nervosamente al petto il cappello che aveva con sè.

- Ah, non sai quanto mi manca quel ragazzo.

Esclamò Mori, camminando per strada in una direzione sconosciuta a Chuuya, con le mani in tasca e lo sguardo assorto, la bambina era accanto a lui, avvinghiata al suo braccio.

- Dazai?

Mori rise.

- E chi se no?

Chuuya sorrise indeciso su cosa dire per non sembrare scortese o insistente. Stava per aprire bocca quando Mori lo fermò un un gesto della mano deciso, ma gentile.

- Non qui Chuuya-Kun. Aspetta ancora un istante per favore.

Mori lo guidò attraverso un altro paio di vie e poi attraverso le scale condominiali di quella che doveva essere casa sua.

- Eccoci arrivati. Ti preparo qualcosa Chuuya-kun? Un the? Un caffè?

Chuuya balbettò imbarazzato che un the andava benissimo, mentre indugiava sulla soglia per togliersi le scarpe e il cappotto. Poi raggiunse Mori in cucina. Era una piccola casa accogliente quella del dottore, appena disordinata ma in modo da risultare piacevole e vissuta.
La bambina si sedette al tavolo con un bicchiere di succo davanti.

- Elise vuoi anche dei biscotti?

Lei annuì e in breve tempo Mori servì sia lei che Chuuya, il quale una volta accomodatosi al tavolo, si guardava attorno con le spalle rigide.

- Eccoci ora possiamo finalmente parlare in tranquillità. Vediamo se sei intelligente come spero, Chuuya-Kun. Secondo te dove si trova Dazai?

Chuuya ridacchiò imbarazzato guardando l'infuso che stringeva tra le mani.

- Sembra stupido da dire... Ma credo sia in un manicomio.

Mori sorrise appoggiando il mento sul dorso della mano.

- Davvero notevole, Chuuya-Kun. Cos'altro hai scoperto?

Chuuya strinse le mani contro la tazza.

- Che l'hanno rinchiuso lì i suoi genitori per sbarazzarsene e, per non rovinare il nome della famiglia, hanno finto la morte per polmonite, Dazai è finito lì perché era venuto a conoscenza di qualcosa che non doveva sapere.

Mori annuì.

- Hai ragione su tutto Chuuya-Kun. Ora Dazai è in "cura" presso il manicomio della provincia di Yokohama e i genitori di Dazai hanno pagato una grossa somma per non far trapelare la notizia.

Chuuya aveva immaginato anche questo, insomma era prevedibile.

- Solo che non capisco perché ha i giorni contati. Dalle lettere, dal messaggio sul segnalibro mi ha detto chiaramente che non gli resta molto da vivere.

Mori sorrise amaramente, allungando un mano per arruffare la chioma bionda di Elise.

- Cosa e quanto sai dei manicomi, Chuuya-Kun?

- Non molto.

Nella sua piccola isola non c'erano mai stati nè tanto meno erano mai serviti, per il resto non era mai stato particolarmente curioso in questo campo, sapeva semplicemente che lì ci rinchiudevano i pazzi e ogni tanto leggeva di qualche scandalo sul giornale riguardante ben pensanti rinchiusi in quelle cliniche senza un vero motivo.

- Le persone sane di mente, come quelle malate, piano piano si spengono. Si spengono ancora più velocemente se qualcuno sta pagando per una cura particolarmente più intensiva. I pazienti ti assumono giornalmente droghe e calmanti, è facile lasciarsi scivolare via sotto l'effetto di tali medicinali.

Chuuya alzò lo sguardo sul medico.

- Ne parla quasi come se ci fosse stato di persona.

Mori ridacchiò e gli rivolse uno sguardo sornione:

- Chissà.

Alla sua risposta seguì un momento di silenzio, una battaglia di sguardi tra Chuuya e Mori, finché il medico con un sospiro rilassò le labbra in un sorriso furbo.

- Una mia ex allieva, attualmente lavora al manicomio. Posso darti il suo contatto o chiamarla di person,a, ti aiuterà certamente.

Chuuya sorrise riconoscente. Forse poteva ancora farcela. Forse...

- Grazie davvero Mori-San.

- Il più grande ringraziamento sarà vedere, Dazai vivo e vegeto, al tuo fianco.

Chuuya si lasciò scappare una risata liberante, sentì la tensione dentro di lui svanire lentamente.

- Farò del mio meglio allora.

Mori sorrise, più che un sorriso sollevato e genuino, il suo era un ghigno furbo e divertito.

- Non correre troppo, Chuuya-Kun, solo famigliari e fidanzate, possono entrare a visitare i pazienti come Dazai.

Chuuya aprì la bocca e la richiuse senza trovare qualcosa di intelligente da dire.
Mori si alzò sghignazzando e gli mise una mano sulla spalla.

- Quindi mi sa, Chuuya- Kun, avrai bisogno di un cambio di look.



A. A.

CHI VUOLE VEDERE CHUUYA VESTITO DA RAGAZZA?

Sono super contenta perché sono riuscita a postare, mancava in effetti Mori con Elise in questa storia.

Spero stiate bene, se il capitolo vi è piaciuto sapete cosa fare.

A presto cari miei. :3

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