Seulement rouge

By sofi_bi19

78.2K 2.5K 90

Rosso cuore, rosso passione, rosso Ferrari. Cosa accade se ti innamori del tuo migliore amico ma per paura d... More

Dannato resoconto.
Sophie.
Confidenze.
Rottura.
Cena.
Incontri.
Chiarimenti.
Cuore leggero.
Mi sei mancata.
Presentazione.
Pensieri in viaggio.
Monte Carlo.
Passeggiate e...
Ritorno.
Test e parole taglienti.
Scontri.
Sushi e mazzi di rose.
Ho bisogno di te.
Buio e luce.
Dolci.
Incomprensioni.
Australian gp.
Cercare risposte.
Mille volte si.
Bahrain GP.
Guai pt.1
Guai pt. 2
Basta così.
Cos'ho fatto?
Confusione.
Lei.
Chiamate.
Tempesta
Abbracci.
Scelte.
Rosso.
Felicità.
Momenti difficili.
Destino.
Curarsi.
-
Inquietudine

Vuoti.

1.4K 52 2
By sofi_bi19

"When your dreams all fail
And the ones we hail
Are the worst of  all,
And the blood's run stale."

Sto girando in macchina da un po', senza una meta precisa. Quando sono uscita da casa di Charles non mi ero accorta di che ore fossero e di certo non potevo chiedere le chiavi dell'appartamento all'agenzia a mezzanotte e neanche disturbare ancora Sebastian.

Senza accorgermene arrivo davanti alla sede di Maranello, che è anche l'unico posto in cui posso stare al momento.
Parcheggio ed entro nella struttura dopo aver fatto vedere il badge al guardiano del turno notturno, che mi guarda stranito: devo avere proprio una bella cera.

Arrivo nel mio studio e mi butto rumorosamente sulla sedia poggiando la testa sulla scrivania. Sto piangendo di nuovo, ma senza lacrime, quelle devono essere finite una decina di pianti fa.
Lo sguardo mi cade sulla cartellina con il pacchetto di aggiornamenti da finire, ormai sono qui tanto vale fare qualcosa di utile.
Accendo il computer e inizio ad inserire i dati sul simulatore per capire se i calcoli fatti da me ed Eva qualche ora fa sono corretti. Studio le immagini che vedo, aggiustando di tanto in tanto alcuni parametri che mi segnalano errore fino a che non arrivo a rasentare la perfezione. Una volta completata la simulazione elaboro il progetto definitivo e lo stampo, allegandolo alla relazione che contiene ogni tipo di dato utilizzato, i calcoli effettuati e i risultati ottenuti, poi mi alzo per portare il tutto nell'ufficio di Mattia in modo che controlli e mandi poi il progetto in produzione.
È proprio mentre mi alzo che guardo fuori dalla finestra, accorgendomi che sta già albeggiando. Mi rendo conto solo ora di aver lavorato tutta la notte senza aver sentito minimamente la stanchezza. Chiamasi adrenalina, e non voglio pensare agli effetti devastanti che avrò quando questa inizierà a scemare.

Arrivo all'ufficio di Mattia, che ha la porta aperta ed è ancora in penombra, lascio la relazione sul tavolo e poi inizio a passeggiare per la sede cercando di calmarmi. È così grande che si può correre tranquillamente una mezza maratona tra questi corridoi e la sezione esterna.
Arrivo nella zona della catena di montaggio dove gli operai del turno di notte stanno staccando per lasciare il posto a quelli della mattina. Mi salutano con un sorriso ed un cenno del capo, che ricambio senza troppo entusiasmo. Continuo poi a camminare fino a ritrovarmi nel mio posto preferito: la galleria del vento. Non tutti possono entrare ma fortunatamente ho portato il pass con me che mi consente l'accesso. Entro nella sala macchine e successivamente nella galleria vera e propria, dove mi lascio andare in un urlo disperato poichè so che la stanza è insonorizzata.
Rimango seduta sul pavimento davanti all'enorme ventola e mi rendo conto di sentirmi vuota, senza emozioni. Charles si è portato via tutto. Che reazione esagerata, penseranno le persone appena sapranno di questa storia, e puó sembrare cosí visto dall'esterno. Purtroppo peró solo io conosco ció che ho dentro e quello che ho giá passato. Non sono nuova a questi momenti, e Charles lo sa bene. Sa quanto sono fragile e con che facilità mi abbatto, sono cose giá viste e provate direttamente sulla sua pelle. Eppure sembra aver scordato tutto.

Mi alzo da terra ed esco da quella stanza per avviarmi verso la mensa che a quest'ora è di sicuro vuota ma so dove trovare le cose, l'ho imparato con i ragazzi quando facevamo le nottate a lavorare e sentivamo la necessità di cibo, solo che ciò che cerco ora non è quello.
Arrivo nella zona adibita a bar ed inizio a frugare da una parte all'altra, imprecando perchè non trovo ciò che cerco. Quando finalmente individuo quello che mi serve lo nascondo all'interno della felpa e torno in ufficio.

Non so in quale modo e con quale coraggio riesco a scolarmi mezza bottiglia di tequila liscia ma adesso la testa è molto più leggera e libera dai pensieri, tanto che mi appoggio di nuovo alla scrivania addormentandomi.

Vengo svegliata all'improvviso dal vociare nel corridoio quindi cerco a fatica l'iphone per guardare l'orario. Le 8, il che significa che stanno arrivando tutti. Cerco di darmi un contegno utilizzando il riflesso dello schermo ormai nero del computer, ma senza riuscirci.
"Fanculo" biascico malamente "fanculo Charles, fanculo me stessa, fanculo la Ferrari". Mi alzo dalla sedia, cercando di stare in piedi anche se l'alcool è ancora beatamente in circolo nel mio corpo e brancolo fino alla porta, che si apre proprio in quel momento
"Buongiorno Sophie" saluta pimpante Eva, prima di interrompersi bruscamente "Oddio.. cosa ti è successo? Stai bene?" Mi chiede poi passando lo sguarda da me alla bottiglia di vetro buttata sulla scrivania
"Non è successo nulla, sto bene. Vado da Mattia" rispondo scortese, anche se lei assolutamente non ha colpe
"Aspetta tesoro, sediti un attimo prima" mi ferma prendendomi delicatamente la mano, visibilmente preoccupata.
Sospiro e faccio come mi dice, mentre lei si appresta a chiudere la porta prima di tornare da me e sedersi sulla sedia affianco alla mia, restando in silenzio.

"Con Charles è finita. È finita prima di cominciare realmente" pronuncio in un sibilo, non sono neanche sicura che si sia sentito.
"Mi dispiace davvero tanto..." mi risponde lei, facendomi capire che sto realmente parlando.
"La cosa brutta è che probabilmente è successo a causa mia, o forse no. Non so perchè sia successo in realtà, so solo di essere stata felice e con più corna di un cesto di lumache" rido alla mia stessa allusione "quindi teoricamente il coglione è lui giusto? Allora perchè mi sento come se fosse solo colpa mia?" Chiedo più a me stessa che all'altra ragazza, che mi guarda come se fossi impazzita. O forse lo sono davvero. O forse sono solo ubriaca.
"Sophie.. perchè non torni a casa a riposare? Avviso io Binotto che non stavi bene" mi dice Eva.
"Non vado a casa, anche perchè non ho una casa Evina" rispondo con un tono decisamente troppo ironico per la situazione.
"Sophie hai bisogno che chiami Sebastian? Non stai molto bene quindi..."
"Oh no no no io sto benissimo, state fuori dalle cose che non vi riguardano" le rispondo malamente "adesso se non ti dispiace devo andare dal capo" continuo, alzandomi dalla sedia barcollando.
Esco dall'ufficio sbattendo la porta, attirando l'attenzione di alcuni colleghi presenti nel corridoio che mi guardano straniti. Vorrei tanto chiedere cos'hanno da fissarmi ma ho giá dato abbastanza spettacolo per il momento, quindi mi trattengo e mi avvio verso l'ufficio in cui sto cercando di andare da mezz'ora.

La fortuna non è dalla mia parte perchè lo trovo ancora vuoto con il plico di fogli portato da me stamattina ancora nello stesso punto, segno che Mattia non è ancora arrivato. Chiedo informazioni alla sua segretaria e mi risponde che sarà impegnato in una riunione ancora per qualche ora ma che avrà cura di avvisarmi appena sarà disponibile. Impreco ancora tornando indietro verso il mio studio, evitando accuratamente di passare per le sale comuni dove potrebbero esserci i due piloti.
Ciò che non so però è che il tedesco mi sta già aspettando davanti alla porta del mio ufficio, incazzato come non l'ho mai visto.
"Ciao Sebastian" esordisco ironicamente prima di entrare senza neanche degnarlo di uno sguardo. Lui entra con me e nel frattempo esce Eva. L'ha chiamato lei di certo e sento l'ira salire fino alle orecchie. La porta si chiude e io mi ritrovo strattonata da Seb.
"Ma che cazzo stai facendo?" Mi chiede visibilmente alterato.
"Lavoro" rispondo tranquilla.
"Lavori? LAVORI? Mi ha chiamato Eva in lacrime dicendo che non ti aveva mai vista così!" Continua lui quasi urlando.
"Eva doveva starne fuori, come devi starne fuori te!" Dico alterata avvicinandomi alla scrivania e alla bottiglia che ancora giace li sopra. Faccio per prenderla ma il tedesco mi precede:
"Questa cosa vuol dire?" Mi chiede quasi sbattendomi in faccia la bevanda "rispondimi Sophie! Che cazzo vuol dire?" Mi urla ancora, mentre io inizio a sentire la testa pulsare.
"Guardami negli occhi Sebastian, secondo te cosa vuol dire?" Gli urlo di rimando ad una spanna dalla sua faccia "Che sono arrivata al limite, ecco che cazzo vuol dire! Dammi questa bottiglia di merda ed esci di qua, lasciatemi in pace tutti quanti! Continuo la mia scenata incurante di chi potrebbe sentirmi, tanto peggio di cosí non potrebbe andare.
Seb mi lancia uno sguardo a metà tra lo schifato ed il rassegnato, appoggia la bottiglia sul tavolo e va verso la porta. Prima di uscire però si ferma con la mano sulla maniglia e si volta nella mia direzione:
"Non so chi tu sia adesso, ma se vedi Sophie dille che voglio indietro la mia migliore amica e che quando vuole sono pronto ad ascoltarla"
Finisce la frase e se ne va, mentre io mi lascio cadere di nuovo sulla sedia incapace di fare altro che non sia prendere questa dannata bottiglia e portarmela ancora una volta alla bocca, rendendomi conto che in poche ore ho perso tutto, e che a breve perderó molto di piú.

Mi sveglio di soprassalto di nuovo, stavolta ho dormito senza rendermene conto. Ciò che mi fa destare dal sonno è un messaggio sul pc che mi avvisa della disponibilità di Mattia. Nonostante abbia come un martello che mi picchia sulle tempie e lo stomaco sottosopra tento di alzarmi, urtando però la bottiglia ormai vuota che si frantuma sul pavimento ai miei piedi
"Fanculo anche tu" sbotto, prima di barcollare di nuovo verso lo studio del capo

Attraverso di nuovo il corridoio ed entro nell'ufficio senza neanche bussare.
"Sophie, ho trovato gli aggiornamenti sulla scrivania" poi si interrompe sgranando gli occhi "ma stai bene?"
"Finitela di farmi tutti la stessa domanda" sbotto di nuovo "sto bene, sono venuta a vedere se ti va bene quella roba"
"Si...é ottima.... Ho visto che l'orario di stampa è alle 5 del mattino, sei rimasta tutta la notte?"
Lo chiede cauto come se avesse paura di parlarmi, mentre mi avvicino per sedermi, non riuscendo a reggermi in piedi per molto.
"Non ho un posto dove andare, qua mi sembrava meglio della mia auto" rispondo apatica dalla sedia di fronte alla scrivania. Mentre Mattia mi porge l'ennesima domanda:
"Scusa se te lo chiedo così,  ma sei ubriaca?!"

Non ha neanche senso che io stia qui a mentire, tanto si vede e probabilmente si sentirà anche la puzza.
"Si sono ubriaca, e visto che sarei comunque licenziata per aver bevuto sul luogo di lavoro lontano dalla pausa pranzo rassegno le mie dimissioni con effetto immediato" dico con l'ultima briciola di lucidità che mi rimane. A Mattia quasi cade la mascella sul pavimento, si porta le mani sulle tempie e prende un respiro profondo.
"Non so cosa tu abbia ma so che sei una dei migliori ingegneri che ho a bordo e non posso farti andare via. Sono sicuro che risolverai i problemi con Charles e questa sarà solo una brutta parentesi" pronuncia con il suo tipico tono pacato che oggi mi fa solo innervosire maggiormente.
"Non hai capito forse, io e Charles siamo incompatibili e siamo nocivi uno per l'altro. Non risolveremo i problemi, se ne creeranno di nuovi e io non voglio questo. Di sicuro è meglio perdere un ingegnere qualsiasi che il tuo pilota di punta no?" Rispondo piccata "per cui questo è il mio badge e ti farò avere la lettera di dimissioni oggi stesso" continuo, prima di alzarmi per andarmene.
Mattia mi fa cenno con una mano di restare seduta mentre l'altra la passa ripetutamente sugli occhi, segno eloquente che sta pensando a qualcosa che non mi interessa sapere.

Aspetto ancora qualche minuto, ma quando vedo che non si decide a parlare mi alzo per andarmene.
"Ti do un congedo di 3 mesi, nessuna lettera di dimissioni da parte tua, nessuna lettera di richiamo da parte nostra. Avrai tempo fino a metà luglio per decidere. Sarai reintegrata quando vuoi, che sia domani o tra tre mesi. Se invece al termine del periodo deciderai di non continuare allora procederemo come meglio preferisci. Ci stai?" Chiede Binotto mentre sto per portare il mio culo fuori dall'ufficio (e dalla sede).
"Per me è uguale, tanto non cambia nulla." Rispondo senza emozioni, prima di chiudermi la porta alle spalle.

"When you feel my heat
Look into my eyes.
It's where my demons hide.
Don't get too close,
It's dark inside."

Continue Reading

You'll Also Like

8.6K 685 23
Beatriz Murano , studentessa di scienze sportive , si trova a fare parte del team di allenamento del Barcellona
4.3K 229 23
𝐈𝐧𝐬𝐭𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 𝐚𝐧𝐝 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞 - Mavie e Pablo si erano avvicinati sempre di più, sembrava che tra loro stesse nascendo qualcosa di spec...
28.1K 621 71
therealgue ha iniziato a seguirti
29.3K 1.2K 41
«𝐒𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐄𝐮𝐭𝐞𝐫𝐩𝐞, 𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚, 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭à» 𝘋𝘰𝘷𝘦 𝘌𝘷𝘢, 𝘥�...