Ritorno.

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📍Principato di Monaco, Monte Carlo
Lunedì 19 febbraio, ore 16

Sono a casa da mamma e papà, sono arrivata per pranzo dopo una domenica passata tra il divano e il letto nel mio appartamento, riuscendo a declinare l'invito dei miei genitori con la scusa del "sono stanca ho bisogno di dormire"senza dover spiegare il vero motivo.
Se non amassi il mio lavoro e i miei colleghi, sono sincera, tornerei volentieri a vivere qui. Mi é sempre sembrato che il posto mi andasse stretto ma forse, ad andarmi stretta, era tutta la situazione che stavo vivendo, e solo ora noto tutte le meraviglie che mi circondano. Certo, anche prima sapevo di vivere in un posto stupendo e invidiato da tutti, ma non avevo mai notato le piccole cose che fanno davvero grande questo posto.
Mamma é sempre stata un'ottima cuoca, e mi erano mancati davvero tanto i suoi piattini deliziosi. Nonostante io me la cavi abbastanza bene ai fornelli fa sempre piacere essere viziata dalla propria madre.
Dopo il pranzo abbiamo parlato tanto, soprattutto di me, del mio lavoro e di tutto ciò che ne fa parte, tralasciando per fortuna il discorso Charles, invece adesso siamo impegnati con un gioco da tavolo, Sherlock Holmes
Il suono del mio cellulare mi distrae dall' indagine

Da: Charles🏎
Ti passo a prendere per le 18

A: Charles🏎
Ok a dopo

Vedete la freddezza di questi messaggi? Bene, ho paura che rispecchi prepotentemente quello che sarà il viaggio di ritorno. Quasi quasi prendo il treno...
"Mamma, papà mi dispiace lasciare il gioco a metà ma devo andare a sistemare casa e a fare la valigia..."
I miei genitori mi guardano dispiaciuti, e lo sono anche io. Questi due giorni sono volati e noi siamo stati pochissimo assieme.
"Oh... ok Sophie..." mi dice tristemente mamma
"Va bene... se proprio devi..." ribatte papà.

Dopo tanti saluti, tanti baci e la promessa di rivederci presto esco dalla mia casa natale e mi avvio verso il mio appartamento, facendo però il giro un po' più lungo per godermi gli ultimi momenti di questo weekend in cui è successo l'impossibile.
Ho aspettato per anni un bacio da parte di Charles e ora che é successo mi sembra tutto sbagliato, non perché non sia stato bello, solo per il fatto che è stato dettato da un momento di rabbia e non sono sicura che effettivamente provi qualcosa per me.
Continuo a camminare immersa nei miei pensieri quando sento un "Sophie?" Che proviene dall'altra parte della strada. Volto la testa in direzione della voce e riesco a dare un volto alle parole.
"Ciao Lewis, cosa ci fai qui?"
"Potrei farti la stessa domanda!"
Ebbene sì, io e Lewis Hamilton ci conosciamo. Non che ci siano questi grandi rapporti eh, ma siamo stati vicini di box per tutto il mondiale e io ero così impegnata a nascondermi da Charles che più di qualche volta sono finita nel loro box per evitare di incrociare il mio connazionale... certo una persona vestita di rosso in un box argento si nasconde proprio bene vero? Ed infatti questa frase è stata la prima ad essermi stata rivolta da Lewis. Belle figure!
Però dopo questa esclamazione ne sono seguite altre finché non siamo diventati abbastanza amici.
Dopo una breve spiegazione (tralasciando i dettagli) del perché mi trovo a Monte Carlo, ci diamo appuntamento per un caffè a Barcellona, tra un test e l'altro.

Torno praticamente di corsa a casa mia, perché ovviamente sono in ritardo. Volevo areare un pochino prima di andarmene e togliere un po' di polvere dai mobili, ma mi sa che è meglio se chiamo mamma che mandi la signora che fa le pulizie a casa loro.
Finisco la valigia appena prima di sentire il suono del clacson che mi annuncia l'arrivo di Charles. Controllo di aver chiuso il gas, di aver spento il quadro elettrico, di aver chiuso tutte le finestre e mi avvio, in prenda all'ansia, verso la Ferrari del pilota.

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