Soukoku - The Anchor

By en_pathy

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AU SOUKOKU "L'ultimo dettaglio di questo ricordo che Dazai esplorava -amava infatti tenersi il meglio per ult... More

Prologo
1 - Brutte lettere per lo zio
2 - Allegra maratona in salotto
First fall
3 - Due lagne al porto
4 - Alto un metro e un chiuaua
5 - Quando senti le voci
Second fall
18 years ago
6 - Il mondo è pieno di lenzuola deludenti
7 - L'ansia fa tutti prodigi
8 - Hotel a gratis
9 - I primi segni di follia: parlare con la carta
Third fall
11 - Indicazioni da una vecchietta malefica
17 years ago
12 - Abiti da sposa, pigiami e grembiulini di pizzo
13 - Poco alcool per Chuuya
14 - 193º tentativo di suicidio fallito
Fourth fall
15 - Flirt sulla carta
16 - Medici inquietanti
17 - Dubbi sulla propria eterosessualità
Extra
18 - Buono e delizioso come un procione
14 years ago
19 - Corrompo un dottore per la disperazione
Fifth falling
20 - Qui
10 years ago
21 - Niente mucche, solo gatti ciccioni
8 years ago
22 - Chuuya è più interessante della pioggia
23 - Un veterinario per Chuuya-Kun
24 - Detectiv ficcanaso e stivali gialli
25 - Chuuya best principe azzurro
26 - Passeggiattina romantica al cimitero
27 - Lieto fine per la bella addormentata in manicomio
Epilogo
Addio amici addio

10 - Akutagawa nella bibbia

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By en_pathy

La cartina della città che gli aveva disegnato quella mattina Tanizaki in fretta non era per niente chiara.

Praticamente illeggibile.

Chuuya si chiese se quel ragazzo avesse almeno in testa come fosse fatta la sua città, Yokohama. Sembrava tutto confuso, le linee non avevano senso Chuuya aveva provato a girarla e rigirarla un ogni verso, ma la cartina non acquistava mai senso.

Sospirò, doveva raggiungere la biblioteca. Dopo non sapeva nemmeno quello che avrebbe fatto, probabilmente semplicemente restituito il libro oppure avrebbe chiesto al bibliotecario se per caso conoscesse un certo Akutagawa Ryonosuke.

La seconda ipotesi era quella che lo imbarazzava di più, se il bibliotecario non conosceva Dazai, le sue domande riguardo ad Akutagawa potevano farlo sembrare un povero stalker fallito.

Ad un certo punto Chuuya si perse. Le vie gli parevano tutte uguali, essendo cresciuto in un piccolo villaggio non si era mai trovato particolarmente a suo agio nelle città. Erano troppo monotone e confuse, piene di elementi che si ripetevano in continuazione rendendo anonimo ogni singolo essere vivente che le abitava. Tutto il contrario della sua piccola isola. Ognuno là aveva qualcosa di unico e noto a tutto, un dettaglio che lo distingueva da tutti gli altri rendendolo l'ideale personaggio di un libro o la comparsa di un film.

Chuuya si ritrovò a seguire il suo istinto (e le indicazioni stradali) fino a raggiungere la biblioteca, un edificio grigio chiaro quasi beige alto quattro piani pieno di grande finestre. Salì la scalinata in silenzio, complimentandosi internamente con sè stesso per essere riuscito a raggiungere la sua metà senza una cartina e lodando il suo grande senso dell'orientamento, poi entrò.

L'aria all'interno sapeva di carta, l'odore della carta vecchia mischiato alla carta nuova, e sapeva di storie. Le storie di tutte le persone che prendevano in prestito libri e le storie delle quali tutti quei libri, impilati in alti scaffali, parlavano.

Era da molto tempo che Chuuya non entrava in una biblioteca, appena messo piede lì dentro si sentì risucchiato da una strana sensazione. Il desiderio di sapere di più, di prendere un libro e leggerlo in un pomeriggio ozioso, magari stando accomodato su una delle poltroncine che la biblioteca metteva a disposizione a quelli che condividevano questo desiderio.

Non lo fece.

Si diresse con passo sicuro verso il bancone dietro al quale c'erano diversi computer, ma nessuna persona. Poi il ragazzo appoggiò il libro che aveva con sè sul bancone e si mise ad aspettare che il bibliotecario o la bibliotecaria o chiunque si occupasse dei libri in quel momento lo raggiungesse.

- Ti serve qualcosa, ragazzo?

Nel giro di pochi istanti comparve da dietro uno scaffale un giovane uomo. Molto, molto più alto di Chuuya che guardò il ragazzo al bancone da dietro le lenti rettangolari dei suoi occhiali come se fosse una gran seccatura, fu però un'occhiata di un istante infatti quando quello che doveva essere il bibliotecario raggiunse Chuuya aveva un'espressione bonaria in viso.

- Buongiorno, sono venuto a restituire questo libro a nome di Osamu Dazai.

Al sentire il nome l'espressione dell'uomo si fece di nuovo seccata.

- Tsk. Anche da morto non ha smesso di sfruttare i suoi amici per le sue commissioni. Che gran seccatura quell'uomo.

- Ehm, penso che il fatto di essere morto sia una buona scusa per non riportare un libro in biblioteca.

- Avrebbe dovuto riportarmelo prima di morire allora.

Sbottò il bibliotecario tirandosi su gli occhiali. Chuuya non poteva dargli di certo tutti torti.

- Credo che il libro gli servisse anche da morto, per lasciarmi non so quale traccia.

Il bibliotecario lo guardò con una punta di curiosità.

- Spiegati meglio per favore, ragazzo.

Chuuya aveva venticinque anni, si sentiva più un uomo che un ragazzo a dire la verità, forse quell'uomo lo aveva scambiato per un ragazzino vista la sua altezza o meglio bassezza, in ogni caso cercò di non curarsene più di tanto.

- Credo uhm... che Dazai sia ancora vivo e che mi abbia lasciato una traccia da seguire per ritrovarlo.

- È proprio una seccatura Dazai. Sempre. E non smetterà mai di esserlo.

Chuuya sospirò, il bibliotecario aveva ragione in parte. Anzi molto più che in parte. Era però una buona cosa il fatto che quell'uomo conoscesse Dazai, forse Chuuya poteva arrischiarsi a chiedergli riguardo ad Akutagawa oppure se potesse tenere il libro ancora un po' per poi restituirlo insieme a Dazai una volta che lo avrebbe trovato. Probabilmente era una fantasia stupida quella di Chuuya, ma ci sperava davvero. Sperava che Dazai fosse vivo da qualche parte (di questo ne era quasi certo) e che stesse bene (di questo un po' meno).

- Signor ehm...?

- Signor Kunikida.

- Okay. Signor Kunikida, volevo chiederle se per caso conosce un certo Akutagawa Ryonosuke.

Io bibliotecario arricciò le labbra.

- Perché questa domanda?

Chuuya sfilò fuori dal libro il foglietto che fingeva da segnalibro e indicò il nome di Akutagawa cerchiato.

- Dazai ha cerchiato il suo nome qui. Quindi credo sia importante.

Kunikida annuì. Non sembrava per niente di buon umore, evidentemente né Dazai né Akutagawa dovevano stargli molto simpatici. Il bibliotecario guardò nervoso l'orologio a parete appeso sul muro dietro al bancone poi sospirò:

- Arrivo subito.

Si allontanò a grandi passi in mezzo agli scaffali per poi tornare qualche minuto dopo con in mano un grosso libro dalle pagine sottili.

- Che è? La Bibbia?

Chiese Chuuya indicando il libro perplesso. Kunikida sbuffò evidentemente non aveva apprezzato il commento.

- È la rubrica telefonica di Yokohama di quest'anno. Qui dentro c'è di sicuro sia il numero di telefono che l'indirizzo di Akutagawa.

Chuuya a quelle parole sentì l'impellente bisogno di uscire dalla biblioteca, andare al negozio di giardinaggio più vicino, comprare una pala e sotterrarsi nel parco lì di fronte.

Era una cosa così scontata. Perché non gli era venuto in mente da sè di andare a vedere la rubrica telefonica? Si diede un pugnetto sulla testa rimproverandosi della sua stupidità.

Il bibliotecario appoggiò il libro sul bancone davanti a Chuuya:

- Dacci un'occhiata ragazzo. Io intanto sistemo dei libri che qualche lettore idiota ha sbagliato a mettere via negli scaffali.

Con un brontolio Kunikida si allontanò prima ancora che Chuuya potesse ringraziarlo o sentirsi ulteriormente in imbarazzo.
Il ragazzo si mise a sfogliare le pagine con cura alla ricerca del nome Akutagawa, all'improvviso scivolò fuori dalle pagine un biglietto da visita e finì sul legno del bancone accanto alla mano di Chuuya che nemmeno se ne rese conto, tanto era concentrato nella sua ricerca.

Ecco, trovato.

Akutagawa Ryonosuke.

Chuuya distrattamente prese il biglietto da visita, lo girò in modo da poter scrivere sul retro bianco e, presa una pena dal portapenne lì sul tavolo, si annottò l'indirizzo e io numero di telefono.

- Ecco fatto.

Proprio in quel momento tornò Kunikida.

- Hai fatto? Ottimo. Quello lo tieni ancora un po'?

Chiese poi indicando il libro di poesie di Baudelaire ancora appoggiato di fronte al computer sul bancone.

- Posso?

Il bibliotecario scrollò le spalle.

- Non mi importa, mi basta che rispetti la scadenza e lo riporti in tempo. Chiaro?

Chuuya annuì e prese di nuovo il libro in mano e ci infilò al suo interno insieme al solito segnalibro di fortuna anche il biglietto da visita di chissà cosa con dietro il numero di telefono e l'indirizzo di Akutagawa.

- La ringrazio allora. Buona giornata.

Concluse il ragazzo incamminandosi verso l'uscita con in mano il libro che avrebbe dovuto restituire, ma che alla fine aveva tenuto.

- Aspetta un secondo ragazzo , per favore.

Chuuya stava per uscire, ma si fermò e si girò a guardare Kunikida:

- Mi dica.

- Trovalo, d'accordo? E poi dopo magari fammelo sapere.

Chuuya annuì poi alzò appena il libro che teneva in mano.

- Confido sarà Dazai a riportarlo indietro in tempo.

Con un sorriso furbo Chuuya uscì da quel luogo sperando internamente che un giorno ci sarebbe davvero tornato per passarci un piacevole pomeriggio, e chissà magari quel giorno non sarebbe stato solo.


A. A.

ECCOMI SIGNORI E SIGNORE.

Ed ecco a voi Kunikida, che dai non poteva mancare in questa storia.

Spero di aggiornare il più presto possibile, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina per Kunikida e alla prossima amici.

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