REVENGER.

By ambercoraline

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Nina Warth è un miracolo della scienza secondo l'Hydra e la Facility. La scienza le si è rivoltata contro e... More

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Hydra Lost Mind Sabotage. Part 1.
Hydra Lost Mind Sabotage Part 2.
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Prologo

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By ambercoraline

Avevo acquisito conoscenza da poco.

Mi hanno somministrato di nuovo quel maledetto attivatore.

Che cos'è l'attivatore? La mia debolezza.

Nel corso della mia vita sono stata abituata a poche cose: violenza, addestramenti e attivatore.
È una sostanza che offusca i miei sensi.
Quando ne sento l'aroma la mia coscienza e la mia volontà vengono soppresse e sovrastate dal massacro sistematico. La mia mente diventa incontrollabile.

La verità è che non mi considero nemmeno umana. Non sono mai stata capace di provare sentimenti che non siano rabbia, ira, indifferenza, senso di vendetta, commiserazione e non ho mai costruito un legame.
Che cos'è l'amicizia? Una volta pensavo di poter provare almeno questo. Fin quando poi non mi hanno esclusa dagli altri bambini tenuti qui in ostaggio e rinchiusa in una cella imbottita che mi ha fatto passare pure la voglia di vivere.
Non so se l'hanno fatto con l'intenzione di isolarmi o di proteggerli.

Mia madre lavorava lì.
Diceva che se avessi voluto vivere avrei dovuto stare a sentirli.
Hanno fatto su di me quel che volevano, mi hanno trasformata nell'animale che sono oggi, e mi hanno usata come arma per le loro missioni.

Ero stanca.
Avrei voluto farla finita prima o poi.

Mia madre diceva che sarei riuscita a vedere uno spiraglio di luce, ma io non le credetti. Tutti coloro che vivevano lì non ne hanno mai visto uno. Perché proprio io avrei dovuto vederne uno?

A proposito di mia madre, lei si chiamava Taylor Warth ed è era una genetista. Lavorava per la Facility, una task-force segreta di scienziati formatasi con l'intento di ricreare l'originale Arma X e riprodurre il genoma del mutante Wolverine.
Il materiale genetico a disposizione non era sufficiente a riprodurlo così mia madre propose di creare un clone femminile ma la proposta fu bocciata.
Mia madre si iniettò un embrione da lei creato, colmando le lacune genetiche dell'originale con il suo proprio e così rimase incinta. Gli scienziati si ritrovarono obbligati ad accettare la sua proposta ma ad una condizione: Taylor non avrebbe mai potuto avere la possibilità di crescere, educare, coccolare, istruire colei che sarebbe nata come una normale bambina.
Non era nemmeno stata concepita normalmente. Era solo un altro esperimento da laboratorio.
Lei si ritrovò costretta ad ascoltarli o l'avrebbero uccisa.
Sin da quando nacque la bambina fu messa sotto controllo.
Segretamente, Taylor la chiamò Nina, la quale nel corso degli anni fu esposta a diversi tipi di radiazione per attivare il gene mutante che c'era in lei.
Il generale Thorne, il comandante supremo della task-force, non soddisfatto, la sottopose all'ennesimo esperimento decidendo di rinforzare il suo apparato scheletrico con l'adamantio. Lo stesso che rese Wolverine immortale.
Tuttavia Nina era solo una bambina e non aveva speranze di sopravvivere ad un esperimento del genere.
Il fatto che invece riuscì spiazzò tutti. Taylor era così sollevata nel vedere che sua figlia fosse ancora viva, anche se a quale prezzo...

Y, il codice con cui venne soprannominata da Facility, nel corso degli anni venne usata come assassina a pagamento. In una delle tante missioni, travestita da bambina paralitica, Y massacrò il candidato alla presidenza Greg Johnson, la sua famiglia, le guardie del corpo e tutte le persone presenti nell'auditorium.

Tempo dopo uccise il rapitore della cugina Megan, di cui era stata denunciata la scomparsa.

Durante un'altra missione Zander Rice, figlio di uno dei tecnici che parteciparono alla creazione dell'arma X in seguito assassinato da Wolverine, decise di vendicarsi di suo padre e vedendo in lei la progenie decise di lasciare la piccola in una base Hydra piena di soldati. Riuscì a sopravvivere uccidendoli tutti e fece ritorno alla task-force.

Fu di nuovo utilizzata da Rice per sterminare l'intera famiglia Sutter, il quale avevano un figlio nato dallo stesso Rice e la moglie di Sutter, quindi frutto di una relazione extraconiugale.

Taylor venne a conoscenza di tutto ciò e di come Rice si stesse servendo di sua figlia e uccise tutti i membri della task-force pensando di scappare con la figlia dal Professor Xavier, colui che aveva aperto una scuola per mutanti e che si occupava di loro.
Poco prima che le due potessero scappare Rice le applicò di nascosto qualche goccia di attivatore, il quale durante la fuga fece impazzire Y, che la uccise.
Non avrebbe mai superato un trauma del genere.

Tutto quello che le rimase fu qualche foto di Wolverine e Xavier. Non sapendo come trovare la scuola di mutanti si diresse alla casa della cugina Megan e sua zia Debbie, non raccontando a quest'ultima di averle ucciso la sorella.

Ma so che lo scopriranno prima o poi. La zia Debbie pensa che mamma sia stata uccisa nel conflitto a fuoco che si è tenuto quando furono decimati tutti gli scienziati e che io sia sopravvissuta solo perché sono una mutante.
Non sa quello che ho fatto e quanto io mi senta colpevole, quanto io mi sia chiusa in me stessa, quanto io mi ritenga fuori posto.

Megan dice di aver trovato un contatto con Charles Xavier e dice che mi porterà da lui il prima possibile. Zia Debbie non è molto favorevole, dice che quello sia un pazzo che gioca con la vita di persone problematiche, non rendendosi conto forse, che vive con una di queste.
Non mi ha mai mostrato tanto affetto e inizio a pensare che sappia. Non vedo l'ora di poter raggiungere Xavier.

***

- Nina, hai fatto colazione? -

Feci cenno di no con la testa. Megan afferrò la sua borsa e le chiavi sul bancone della cucina e mi intimò di seguirla. Salutai zia Debbie, la quale mi sorrise, ed uscii di casa.
Salii in macchina e vidi Megan perdere tempo con quell'aggeggio che chiama stereo. Non funzionava mai.

- Non funziona... - dissi sperando che se ne accorgesse una volta per tutte.

- È solo ridotto male, molto male. Vabbè, non importa. La scuola, o meglio l'X-Mansion, si trova nella contea di Westchester, New York. L'indirizzo esatto è scritto proprio qui sul display. -

Indicò il navigatore e potei leggervi sopra 1407 Graymalkin Lane, Salem Center, Contea di Westchester, New York.

- Ho l'impressione che non sarà così facile. -

- Lo è mai stato qualcosa nella tua vita? -

Una delle cose che non mi mancheranno affatto sarà l'umorismo di mia cugina.

- No. Comunque mi riferivo ad altro, ho una strana sensazione. -

- Tu e i tuoi poteri... -

- Avere sensazioni strane e negative non rientra nella mia cerchia di abilità. -

- Non ho mai avuto modo di vedere cosa sei in grado di fare... -

- Tutte le volte che ho usato i miei poteri non è stato di certo per aiutare i più bisognosi. Pensi che il tuo rapitore, anni fa, adesso viva in villeggiatura tranquillo con la sua famigliola felice? -

Con la cosa dell'occhio notai che mi guardò parecchio male.

- Non pensi che rimanere in città e condurre una vita normale sia la soluzione migliore? -

- Il Professore Xavier saprà come aiutarmi. Mamma mi ha detto che è l'unico in grado di saperlo fare. Mi sono sempre sentita incompresa, impotente, fuori posto, di troppo. Non è questa la vita che voglio. -

- Capisco... Il fatto che tu senta il necessario bisogno di trovare il tuo posto nel mondo ti rende più umana di quanto pensi. -

- Penso sia l'unica cosa carina che tu abbia mai detto nei miei confronti. -

- Non che io non ci abbia mai provato... Ti trovo molto diversa da me, diversa da tutti quelli che conosco e non ho saputo mai come comportarmi... Tu sei diversa e mi spaventi. -

- Bastava un pizzico di gentilezza. -

- Pensi che per me e mia madre sia stato facile? Non sappiamo nemmeno come sia possibile che tu sia nata senza un padre biologico. O come tu abbia le ossa d'acciai-

- Adamantio. - la corressi.

- Non so nemmeno cosa sia. Per noi umani è difficile concepire l'idea di qualcosa che sia diverso da noi. Ci allontaniamo per autodifesa e per ignoranza. Non possiamo fare altrimenti. -

- Mi sono mai mostrata violenta nei vostri confronti? Il tuo discorso non ha senso. -

- Ai giorni d'oggi si sente parlare di voi mutanti. Per non parlare di tutte quelle situazioni catastrofiche che hanno messo a repentaglio il destino del pianeta. Il fatto che esista gente con dei super poteri comporta dei super guai. Finché questi non smetteranno di esistere il male verrà sempre a trovarci. -

- Se ho avuto modo di imparare qualcosa guardando il telegiornale è che su questo stupido pianeta il male esiste a prescindere dalla presenza di mutanti e supereroi. Pensi che questo mondo ne abbia ancora per molte? No, e questo è grazie all'uomo che con le sue azioni come l'inquinare porterà questo stupido pianeta a marcire. -

- Fai paura quando parli così. -

- È la pura verità e non ti piace. -

Megan non rispose.
Un'oretta dopo intravidi delle mura nel bel mezzo del paesaggio che circondavano una struttura inespugnabile.

- Ho sentito dire che sia un istituto di ricerca. -

- Non fanno esperimenti sulle persone. Mamma non mi avrebbe mai mandato in un posto del genere. -

- Non è detto che facciano esperimenti sulle persone. Vuoi che ti accompagni? -

- Vuoi davvero accompagnarmi? Se hai paura di me figuriamoci quando entri là dentro. -

- Hai ragione. Okay allora... -

- Anche se non abbiamo mai avuto chissà quale legame ringrazio te e Zia Debbie per avermi accolta. Avreste potuto buttarmi in mezzo alla strada e non l'avete fatto. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto. -

- Non devi ringraziarci. Ne hai passate molte e di certo non potevamo lasciarti sola ad affrontare tutto. -

Aprì la borsa e tirò fuori un biglietto da visita e me lo porse.

- Qui ci sono scritti i miei recapiti e quelli di mia madre. Se mai volessi contattarci o venirci a trovare puoi farlo. Noi saremo sempre lì in caso avessi bisogno. D'accordo? -

Le sorrisi e annuii.

- D'accordo. Mi raccomando fa la brava e cerca di trovare il tuo posto nel mondo. Certo, non sarebbe male se trovassi anche qualcuno da amare... Niente ti può aiutare più dell'amore. Non chiuderti in te stessa e fatti conoscere. -

- Non sarà facile ma ci proverò. Grazie per i consigli, Megan. Statemi bene. -

Aprii lo sportello e scesi dalla macchina. Megan mi sorrise e mi salutò con la mano. Poco dopo sparì con la sua macchina all'orizzonte.

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