Capitoli letti: 10
Recensore: kelpie (a.k.a. ciambella198)
Buongiorno cari utenti, quest'oggi la vostra kelpie preferita – e spero per voi anche l'unica, perchè noi kelpie non siamo totalmente innocue per voi umani – vi porta una nuova recensione.
La protagonista di oggi è "un mostro ed una bambina" della gentile camilkandsadness. Mi scuso anche con questa autrice per i tempi lunghi.
Orcidunque, iniziamo!
La storia mi è stata presentata come una fanfiction e storia d'amore. Ho già parlato delle caratteristiche del genere rosa in recensioni precedenti, dove il focus principale è sulla relazione tra due, o più protagonisti, da intende sia come varie coppie presenti che come triangoli – o altri poligoni di vostra scelta – amorosi. Per quanto riguarda le fanfiction, non c'è molto da dire, in quanto non sono un genere con delle caratteristiche peculiari, eccetto la presenza nella storia di elementi tratti da opere di fantasia, comprese le ambientazioni, o con protagonisti personaggi famosi, fittizi o realmente esistenti. Ci si potrebbe dire molto di più, lo so, ma poi non avrei spazio per la recensione. Quello che ci interessa è che l'assegnazione è corretta, è infatti presente una storia d'amore tra due personaggi e uno dei due è il cantante Giorgio Ferrario, in arte Mostro. Non conoscendo tale celebrità, non posso commentare la sua caratterizzazione confrontandolo con il reale, mi scuso per questo.
Dopo aver messo le mani avanti su questa mia mancanza, parliamo della copertina e della descrizione della storia.
La copertina è semplice, ma la trovo molto carina. È un peccato che ci siano due elementi tagliati, potresti provare a disporre gli elementi nella copertina.
I contenuti sono appropriati, sono descritti brevemente i due protagonisti e ciò che li caratterizza. Ci sono però alcuni errori riguardanti il cambio di soggetto nella stessa frase che ti consiglio di sistemare.
"Chiara Sabatello una semplice ragazza di diciassette anni che vive assieme a suo fratello maggiore, loro fin da subito hanno imparato a cavarsela da soli quando nemmeno chi ti ha messo al mondo ti ha voluto. Lei frequenta il liceo delle scienze umane per diventare una psicologa, ma perché quando provavano ad aiutarla lei puntualmente li odiava?"
↓↓↓
"Chiara Sabatello, una semplice ragazza di diciassette anni che vive da sola con il fratello maggiore, con il quale ha dovuto imparare a cavarsela senza l'aiuto di nessuno, dopo che neanche chi li ha messi al mondo li ha voluti.
Frequenta il liceo delle scienze umane per diventare una psicologa, nonostante odi tutti quelli che hanno provato ad aiutarla, celando nel profondo una ragione per questo suo astio o chiedendosi spesso il perché di questo suo astio (dipende dall'intenzione che volevi dare a questa domanda)."
O qualcosa del genere.
Passiamo alla storia!
Non ho molto da dire sulla struttura della trama, se non per questioni legate ai personaggi ed alle loro storie, quindi inizierò direttamente da loro. Che dire dei nostri protagonisti? In generale, traspare un progetto ed una caratterizzazione alla base, con una complessità e tridimensionalità. Ci vengono presentati man mano che la storia procede, approfondendo man mano la relazione che la protagonista ha con ognuno di loro. La protagonista, Chiara, è appunto una ragazza di diciassette anni. Vive con il fratello Giulio, il quale ha uno stretto gruppo di amici, fra i quali Giorgio, l'altro protagonista, nonché personaggio famoso della fanfiction. Tuttavia, questi personaggi hanno una dimensione mancante, ovvero una contestualizzazione. Nei primi capitoli ho avuto serie difficoltà a seguirli e a capire soprattutto chi fossero questi giovani che giravano per casa e ad esempio andavano al mare insieme a lei. Questo in parte è forse dovuto ad una importante mancanza di descrizioni e di qualche problema con i time skip, di cui parlerò in dettaglio più avanti. In ogni caso non sono dei brutti personaggi, anzi, ti consiglierei solo di aggiungere nei primi capitoli un po' di contestualizzazione.
Proseguendo su questo punto, ovvero la contestualizzazione, la sua mancanza ha un certo peso nella storia, presentando molte scene come se fossero casuali e immotivate, quando potrebbero in realtà avere un senso ed una coerenza interna alla storia, approfondendo alcune dinamiche o alcuni personaggi. Anche le descrizioni sono totalmente assenti, che rendono difficile seguire alcune scene. Per questo ti consiglierei davvero di aggiungere alcune descrizioni, anche solo di ambienti e personaggi, ma aiuterebbero davvero a contestualizzare la storia ed i suoi avvenimenti.
Questo perchè, aldilà della relazione tra i due protagonisti, vengono toccati alcuni temi tutt'altro che leggeri, come le droghe, l'anoressia e l'autolesionismo. Le droghe si vedono solo in forma di "canne" fumate dal fratello e i suoi amici, nonostante sembrino in qualche modo legate anche al passato della protagonista, che accenna di un periodo di vita in comunità, per cui immagino fosse dipendente anche da altro. In alcuni passaggi le canne vengono accomunate alle semplici sigarette, non che sia un problema insormontabile, ma sono due dipendenze diverse. Anche l'anoressia e l'autolesionismo vengono trattati in modo abbastanza approfondito, come la presenza, ahimè, di gruppi pro-ana sui social o l'atteggiamento autopunitivo che può caratterizzare alcune forme di autolesionismo, e sono aspetti presenti in vari punti della caratterizzazione della protagonista. Ho solo due puntualizzazioni, che sono la prima riguardante l'autolesionismo, ovvero il tagliarsi provoca dolore e il perdere sangue può provocare anche vertigini o addirittura svenimenti, in particolare modo in persone molto magre. La seconda invece riguarda la visita da medico, nel senso che questo dottore sembra avere un atteggiamento forse troppo deterministico sulla sua condizione, mi spiego, calcolando il BMI dai dati forniti, la protagonista risulta essere nella fascia "leggermente sottopeso", che è sicuramente un indice di rischio, soprattutto contando il fatto che avesse nascosto dei ferri per sembrare più pesante, ma non è un'associazione automatica. Non tutte le persone leggermente sottopeso sono inclini all'anoressia, alcune lo sono per quella cosa che viene definita "variabilità soggettiva", ovvero mangiano anche in quantità per niente ridotte, ma per questioni metaboliche non riescono a prendere peso, e quindi a volte viene consigliata una dieta particolare o di fare alcuni tipi di sport per prendere massa muscolare. In questo caso, se lui sospettasse davvero di un rischio di anoressia, per prima cosa consiglierebbe di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o qualche clinica che offre anche servizi di terapia per disturbi dell'alimentazione, oppure inizierebbe lui stesso a darle una dieta. Cose che forse sono successe, ma, e qui riprendo la questione time skip, avendo glissato sopra questo aspetto dopo la "diagnosi" deterministica del medico, non so se sia successo. In conclusione, argomenti pesanti, da un lato molto ben trattati, e per questo faccio i complimenti all'autrice, dall'altro servirebbe qualche accorgimento in più. La già citata contestualizzazione sarebbe sufficiente.
Sul tema dell'abbandono invece, c'è un problema di fondo, ovvero che, essendo la storia ambientata in Italia, a Roma credo, ma l'ho dedotto dalla storia dell'artista, quindi potrei sbagliarmi, l'abbandono di minore è reato. Minore di quattordici anni, vero, ma la protagonista accenna (al capitolo nove o dieci) di aver conosciuto la madre solo per sette anni, ammettendo che intendesse anche solo sette anni in cui avesse coscienza e ricordo della sua vita, comunque avrebbe avuto dai nove agli undici anni. Ammesso che i genitori avessero avuto una ragione valida per abbandonarli, e dalle motivazioni fornite dai dialoghi fra i due, il tribunale non le avrebbe considerate valide, sempre che esistano motivazioni valide all'abbandono (abbandono, non affido o adozione, chiariamoci), i due sarebbero finiti in un orfanotrofio, se non avessero avuto parenti disposti a prenderli in cura. E se il fratello avesse avuto un'età adeguata a prendersi in carico la sorella, cosa fattibile, sarebbe comunque dovuto passare da un tribunale per l'affido. Sempre che abbia un lavoro che gli permetta di prendersi cura di qualcun altro, perchè anche questo non è stato spiegato. Sembra essere tutto sommato benestante, potendo permettersi vizi come la droga, il possesso di una macchina e la proprietà di una casa, inoltre sembra viaggiare per lavoro, potendosi permettere di portarsi dietro sorella e amici. Nonostante la giovane età e il non aver continuato gli studi oltre il liceo. Che sono cose che potrebbero essere anche realistiche, se contestualizzate. L'internet mi dice che è un rapper, ma la storia non lo spiega.
Arriviamo all'ultimo punto di questa recensione, ovvero la grammatica. Normalmente se notassi in giro qualche errore ogni tanto, glisserei sopra, consigliando solo di rileggere per correggere alcune sviste. In questo caso sono in realtà presenti sistematicamente alcuni errori: alcune "è", verbo, al posto delle "e", congiunzione, molto spesso problemi di consecutio temporum e infine la mancanza di maiuscole nei dialoghi. Il mio consiglio è di eseguire una revisione sistematica di ogni capitolo per correggerli.
Per concludere, la storia ci porta temi importanti e non li tratta con leggerezza, anzi, non nasconde le problematiche che possono dare e non li elogia a comportamenti o atteggiamenti modello da seguire. I personaggi sono ben distinti fra loro ed ognuno interessante, pieno di sue sfaccettature personali. Tuttavia, la presenza di frequenti errori grammaticali e la completa mancanza di descrizioni complica la lettura e la comunicazione dei messaggi che la storia vuole dare.
Il mio giudizio finale è quindi uno "sni". Si vede la conoscenza dell'autrice dei temi trattati, ma sulla resa della storia in generale è necessario un lavoro dietro.
Spero che questa recensione le possa essere stata utile e che veda le mie critiche come occasione di migliorarsi, e non come stroncatura. Cosa che questa recensione non vuole essere.
Anche per oggi, dalla kelpie è tutto.
Ci vediamo alla prossima recensione.