EXTRA: Raccolta OS

By littledream_98

1.7K 104 161

In questo libro sarà presente una raccolta di OS che riguarda alcuni momenti saltati da un libro all'altro. P... More

OS LARRY
OS NATHAN ED ALEC
OS DARCY
OS NIALL E CHARLY
OS JAMES E DYLAN
OS CHRIS E EDDIE

OS ZIAM E ADAM

249 19 44
By littledream_98

UNA GIORNATA TIPO.

*Zayn's Pov*

-Papà, mi fai i biscotti quelli buoni? – finii di sistemare l'ultimo cuscino sul divano e mi voltai verso la cucina, visibile dal salotto in quanto comunicante tramite un arco aperto nella parete.

Liam chiuse il portatile con il quale stava lavorando e si dedicò a nostro figlio, sorridendo ampiamente. Decisi di godermi un po' la scena prima di raggiungerli. Ero così grato che tutto finalmente fosse andato per il verso giusto. Pensare a un divorzio con Liam era impensabile, non avevo avuto la forza di smettere e non riuscivo a mollare l'idea di lottare. Sapevo che c'era ancora qualcosa che ci univa e che quel qualcosa fosse così resistente e così forte da superare quell'intemperia. Non sapevo però quanto male avesse fatto, quanto tempo ci sarebbe voluto e quante altre cicatrici avrebbe lasciato su un cuore malridotto prima di risanarle tutte. Ne era valsa la pena, questo lo pensavo ogni mattino quando aprivo gli occhi e Liam era lì, in ogni momento con nostro figlio e ogni sera, quando facendo l'amore mi ricordavo di quanto prezioso fosse il nostro legame, di quanto fragile e allo stesso tempo resistente potesse essere e soprattutto di come mi mantenesse costantemente in vita, nutrendomi di ossigeno ed emozioni.

Avrei potuto facilmente pensare alla mia vita senza qualcosa o qualcuno. Ma non avrei potuto pensarmi felice senza quella bolla che finalmente mi circondava. Quel meraviglioso bambino che sembrava figlio nostro per quanto ci assomigliasse anche caratterialmente e quel meraviglioso marito che per ogni ti amo mi faceva ancora vibrare cuore e stomaco.

E' vero, non capiamo il valore di ciò che abbiamo, fino a quando non lo perdiamo. Ma una volta perso e riconquistato, ci sente pieni, felici, completi e finalmente adatti ad uno stile di vita che a volte ci calza stretto, ci soffoca, ci toglie il fiato e altre volte ci lascia liberi, ci fa respirare e vivere.

Scollegai per un attimo quel fiume di pensieri che mi aveva fatto rimanere ancora bloccato nella stessa posizione e raggiunsi la mia famiglia in cucina.

-Quindi abbiamo deciso di fare i biscotti al burro? – chiese Liam per sicurezza, visto che era successo in passato che Adam cambiasse idea facilmente.

Il bambino annuì e lo presi in braccio, facendolo sedere sul bancone della cucina. – Posso unirmi? –

-Ovvio che sì, papà! – esclamò euforico. Adam amava da impazzire la domenica perché era l'unico giorno della settimana in cui finalmente avrebbe potuto passare tutto il suo tempo con entrambi i suoi papà, a mangiare schifezze o uscire fuori per una passeggiata. Diciamo che sembrava il tipico giorno di sgarro dopo sei giorni di alimentazione corretta.

-Amore, dai le istruzioni! –

Mio marito mi baciò velocemente le labbra e leggendo i vari ingredienti presenti sul ricettario, mi indicò cosa prendere e quanto pesarli.

-Io mescolo! – sì, Adam mescolava, faceva arrivare la farina un po' da tutte le parti, poi aspettava che i biscotti fossero pronti guardandoli per minuti interi nel forno e in fine dopo averli mangiati, ci lasciava a pulire la cucina. Ovvio che si divertisse un mondo a cucinare e mangiare, la parte più noiosa non toccava mica a lui.

-E per finire devi prendere un uovo. Ci serve un tuorlo – elencò Liam, sistemando i vari ingredienti presi sul bancone.

-Verranno tanti biscotti? – chiese mio figlio.

- Si amore, ne verranno molti ma non li mangerai mica tutti! –

Adam scosse il capo ridendo – No, però stasera alcuni li porto alla nonna e domani ai miei amici a scuola –

-Vedremo di farli bene allora, sennò mi sa che non ci sarà alcun biscotto per i tuoi amici o per la nonna – risi, immaginando che quella situazione avrebbe fatto andare nel panico Liam. Un conto era farli per noi, ma se qualcuno avesse dovuto mangiarli... beh allora cambiava tutto, si trasformava in un soldatino con ogni cosa sotto controllo.

-Oddio... allora... sì, iniziamo ad impastare... -

Passai un braccio attorno alla vita di mio marito e mi avvicinai al suo orecchio – Stai calmo, saranno buonissimi – gli lasciai un bacio sulla tempia e mi rivolsi ad Adam – Vero che saranno buoni? –

-Sì, perché li facciamo noi! –

-Ovvio, solo per quello – aggiunsi.

Liam sembrò rilassarsi un po', aggiungendo i vari ingredienti nella ciotola e permettendo ad Adam di mescolare, ma dopo l'ennesimo tentativo andato male, mi avvicinò la ciotola dicendo:" Non riesco, fai tu papà!" e così Ponzio Pilato se ne lavò le mani. Alzai gli occhi al cielo e impastai sotto lo sguardo attento di Liam.

-Vuoi fare tu? Ti fa sentire più tranquillo? – gli chiesi e lui scosse il capo – No, no, stavo pensando a dove avessi messo le formine... le cerco – ruminò per tutta la cucina, aprendo e chiudendo vari sportelli alla ricerca delle giuste formine. Io li avrei semplicemente fatti a cerchio, giusto per velocizzare l'impresa... ma ovviamente mio marito non era d'accordo.

Adam giocherellava sul bancone con un pezzo di pasta che essendo al burro, gli si stava sciogliendo tutta tra le mani. Si sarebbe sporcato tutto, come al solito.

-Okay, impasto pronto, adesso? –

Liam esultò, tirando fuori da un cassetto una bustina piena di formine di plastica che poggiò sul bancone.

-Adesso va in frigo per 30 minuti –

Avvolsi l'impasto nella pellicola e lo posai in frigo. Aiutai Adam a lavare le mani che erano appiccicose e impastate e poi scappò in salotto.

-Chiamatemi quando è pronto – annunciò, accendendo la tv per guardare sicuramente qualche cartone animato.

-Cosa dovremmo fare per mezz'ora? – chiesi con il broncio, appoggiando la schiena al bancone e osservando Liam fare ordine.

-Avrei una piccola idea – continuai, tirandolo per un braccio e attirandolo al mio corpo. Mio marito si fece scappare un piccolo verso di sorpresa e poi sorridendo, passò le sue braccia attorno al mio collo.

-Se Adam si gira, ci vede –

-Non sarà la prima volta che vedrà i suoi papà limonare in cucina –

Liam rise e strofinò il suo naso con il mio, dolcemente – Mi piace quando ci chiami papà e quando lui ci chiama così. Fuori casa e con gli altri è sempre così timido, non parla quasi mai e invece con noi si sente in famiglia, si sente nostro figlio – circondai il suo busto con le mie braccia, così da avvicinarlo ancora di più al mio corpo.

-Perché è nostro figlio, lo sai –

-Sì, lo so. E' da noi solo da un anno, eppure mi sembra di averlo da sempre –

Poggiai le mie labbra sulle sue in un bacio casto – E pensare che avevo così paura di essere padre, adesso non vorrei altro che la casa piena di bambini –

-Abbiamo fatto così tanti casini qualche anno fa... guardaci adesso. Due padri responsabili, che fanno i biscotti in cucina insieme al loro figlio –

Ridacchiai a quelle parole – Io in cucina a fare biscotti... già era tanto quando facevo le pizze con Johannah –

-Sono un uomo così fortunato –

-Lo sono anche io... - finalmente le nostre labbra si unirono di nuovo ma non per un bacio casto, quella volta. Fu un bacio caotico, desiderato, atteso.

-Papi! I biscotti! – ci richiamò Adam, dopo chissà quanto tempo passato a baciarci in cucina. Feci scivolare vie le mani che avevo introdotto sotto la maglietta di mio marito e mi allontanai di poco, cercando di contenere l'eccitazione del momento. Liam si passò una mano sul viso e controllò il timer.

-Puoi venire, manca qualche minuto! –

-Arrivo! –

Saltò giù dal divano e ci raggiunse, poi osservai Liam stirare l'impasto tirato fuori dal frigo. Io ero addetto a controllare che Adam facesse bene le varie formine, mentre una volta riscaldato il forno, Liam aveva il compito di infornarli.

Passò una buona mezz'ora prima di avere tutti i biscotti cotti sul tavolo. Li decorai con lo zucchero a velo e alcuni li posai su un vassoietto di cartone.

-Adam perché non andiamo a fare la doccia che tra un po' viene nonna a prenderti? Papà sistemerà i biscotti – comunicò Liam e fortunatamente riuscì a convincere quella piccola peste che ogni volta ci faceva dannare per minuti prima di fargli il bagno. Lo odiava perché diceva che moriva di freddo mentre si spogliava, però una volta dentro la vasca non voleva uscire perché avrebbe sentito freddo anche in quel momento. Insomma, l'eterno incontentabile.

Sistemai i biscotti che avremmo dovuto dare a mia mamma e quelli da portare a scuola e diedi una pulita generale alla cucina. Grazie al cielo non si era creato molto caos.

Quando ebbi finito, Liam apparve in salotto con Adam vestito di tutto punto, con il suo maglioncino scuro e i jeans chiari. Aveva però i capelli sparati.

-Pensi di uscire con i capelli in aria? – gli chiesi, osservando mio marito che esasperato si passava una mano tra i capelli. Fece per parlare ma Adam si annunciò prima di lui – I capelli me li fai tu, papà Liam è negato –

Scoppiai a ridere – Solo perché una volta ti ha messo troppo gel da sembrare un pinguino, non significa che non imparerà mai –

Adam scosse la testa mentre Liam mi fulminava con lo sguardo – No papà, me li fai tu –

-Okay, okay, andiamo in bagno. Stiamo solo perdendo tempo –

Mi seguì fino al bagno e lo feci accomodare sul mobiletto vicino al lavandino. Mi passai una crema sulle mani per sistemargli la matassa di capelli scompigliati e disordinati dal phon. I ricci presero finalmente forma, ammorbidendosi e domandosi.

-Adesso siamo pronti! –

Mi pregò affinché lo prendessi in braccio così da vedersi allo specchio e poi annuì soddisfatto del mio lavoro – Ecco, così sono belli! –

Scossi il capo ridendo e tornai in salotto dove non mi ero accorto fosse già arrivata mia madre.

-Nonna! – Adam le corse incontro, facendosi prendere in braccio per avere i soliti bacini di benvenuto sulle guance.

-E' pronto il mio ometto? –

-Sì!! Abbiamo fatto i biscotti così li mangi pure tu! –

-Lo so tesoro, papà me li ha già dati. Dov'è il tuo zainetto con le cose? Domani ti devo portare io a scuola –

-Vado a prenderlo! –

Corse nella sua stanza e lo seguii con lo sguardo – Come si è comportata oggi la piccola peste? Mi sembra più attivo del solito – chiese mia madre.

-Perché lo è, sembra faccia colazione con due tazze di caffè ogni domenica mattina. E' così euforico che gli sembra sempre Natale – dissi e Trisha rise.

-Lo so, per farlo addormentare ogni volta non basta una storia, ma ne servono ben tre! –

-Quello un po' tutte le sere, te lo posso assicurare – dichiarò mio marito e io gli sorrisi. Era vero, ogni sera passavamo almeno mezz'ora nella camera di Adam. Liam leggeva qualche storia mentre Adam si addormentava sul mio petto. Quando cadeva in un sonno pesante come il piombo, avremmo anche potuto lanciare bombe nella sua stanza, non avrebbe sentito nulla. A quel punto uscivamo e ci rintanavamo nella nostra camera da letto.

-Eccomi! – ritornò, sfrecciando come se avesse dei pattini ai piedi.

-Amore, fa' piano – lo corressi e lui rallentò solo di poco. Gli passai il suo cappottino e poi ci salutò con minuti di abbracci e baci. Adorava dormire la domenica sera dalla nonna, ma prima avremmo dovuto salutarci come se stesse partendo per mesi in guerra.

-Ci sentiamo dopo cena, va bene Adam? E fai il bravo –

-Si papi, buonanotte! –

-Buonanotte ragazzi, ve lo riporto domani pomeriggio –

Salutammo mia madre e li accompagnai fino alla porta. Salirono in macchina e Adam continuò a salutarci con la manina mentre io e Liam lo fissavamo sorridendo e salutandolo a sua volta. Quando scomparve dalla stradina, sentii le mani di mio marito suoi miei fianchi.

-Manca ancora qualche ora prima di cena... pensi quello che sto pensando io? –

-Direi proprio di sì, andiamo! – lo afferrai per un braccio e ridendo e correndo raggiungemmo la camera da letto.

Lo spogliai freneticamente. Quella era un'altra parte che adoravo della domenica, dove finalmente rimasti solo potevamo avere la nostra privacy senza piccoli scherzetti come Adam che si alzava nel cuore della notte per dormire con noi. La prima volta che successe, eravamo ancora nudi e abbracciati. Di corsa ci toccò vestirci e fingere che lì dentro non fosse successo nulla. Come se fosse possibile fingere così bene.

-Aspettavo questo momento dalla scorsa domenica – mormorò Liam sulle mie labbra, mentre slacciavo la cintura dei suoi pantaloni e calavo giù la cerniera.

- Lo aspettavo anche io –

Finii di spogliare lui e poi lasciai che spogliasse me. Non ci volle molto prima di ritrovarci a rotolarci a letto, nudi e intrecciati, con i miei respiri a fondersi con i suoi.

Ci scambiammo baci e ossigeno, mentre lo preparavo lentamente e minuziosamente. Liam si contorceva sotto le mie mani e mi incitava a sbrigarvi, ma non mi andava di fare tutto correndo. Quello lo facevamo già ogni sera. Il sesso della domenica era un sesso dolce, atteso e dettagliato, senza paura di ritrovarci ad ospitare quell'angioletto in piena notte, nudi.

Sospirai felice quando finalmente fui dentro di lui – Ohh, grazie al cielo – mormorò Liam, estasiato. Risi lievemente mentre dettavo le prime spinte lente e profonde, ,io marito a sciogliersi tra le mie braccia come la pasta al burro che avevamo usato per fare i biscotti.

Spinsi tra le sue gambe fino a portarci al limite, con il respiro pesante e spezzato, la pelle sudata e adesa alla sua e le nostre mani a cercarsi come se non aspettassero altro che il momento perfetto per trovarsi. Raggiungemmo l'orgasmo nello stesso momento, sospirando appagati.

-Mai scelta fu più giusta di quella di averti nella mia vita – mormorai estasiato, con le labbra ancora sulle sue.

-Sono pienamente d'accordo. Ti amo –

-Anche io –

E quella domenica sera, come un po' tutte le domeniche sera, imparammo l'arte dell'attesa e del piacere. Imparammo a riconoscere le parti dei nostri corpi che si univano e amalgamavano sempre. Imparammo che cadere fa male, ma che rialzarsi è stupendo. Che dagli errori si impara sempre. E soprattutto imparammo quanto valore potesse avere il nostro amore che sembrava una lastra di vetro soffiato che caduta, si era rotta in mille pezzi impossibili da ricostruire, eppure... eravamo stati in grado di portarla a nuovo, di fabbricarla di nuovo senza lasciare traccia di nessun segno di rottura. Avevamo ritrovato quell'equilibrio che ci permetteva di respirare anche a 300 metri da terra. Avevamo trovato quel senso di pace che ci faceva stare bene e ci faceva sentire nel posto giusto, al momento giusto, con la persona giusta.


SPAZIO AUTRICE:

Era da un po' che non parlavo di Zayn e Liam e ho pensato bene di dedicargli un OS insieme ad Adam, con tanta dolcezza.

Che ne pensate?

Grazie, come sempre, per i voti e i commenti, vi amo!

A presto, un bacio, Noemi!


Continue Reading

You'll Also Like

8.4K 510 17
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...
122K 4.1K 62
"L'amore è come una partita di calcio: ci sono momenti di gioia e trionfo, ma anche momenti di tensione e sconfitta. Ma con Kenan al mio fianco, sape...
16.7K 1.3K 30
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...
58.9K 3.1K 49
Chissà perché ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare...