Delusione

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III Capitolo

Il rosso non ci poteva credere, lei lo amava ancora come lui amava lei. La sua emozione era troppo forte, pensò che era la prima cosa veramente bella, che gli capitava da dopo la guerra. Sì, era felice. Per questo non aspettò che la ragazza finisse il suo discorso e la baciò. Lei rimase di stucco per il gesto del ragazzo, così genuino e pieno d'amore. Lui la amava veramente, si vedeva lontano un miglio.

Ma la ragazza non contraccambiò quel bacio, anzi, si spostò dopo qualche secondo. Lei proprio non sapeva cosa dire, il ragazzo aveva frainteso tutto, senza darle il tempo per finire. "E adesso come faccio a dirglielo, gli spezzerò il cuore" pensò la giovane, sentendosi anche in colpa.

<< Ron io volevo dire che tu sei importante per me e lo sarai sempre. Ma come amico e fratello, non posso donarti anche il mio cuore. Io non provo quello che provi tu per me e mi dispiace per questo, ma non posso cambiarlo>> Hermione cercò di scusarsi, forse lo aveva illuso per troppo tempo.

<< Ma Mione tu mi hai baciato nella camera dei segreti. Non te lo ricordi più? >> il ragazzo non poteva credere a quello che gli aveva detto, come poteva essere cambiato tutto.

<< Ma certo che lo ricordo, come potrei dimenticare. Ma io ero a pezzi per la guerra e non sapevo bene cosa provavo, poi ci fu la felicità di aver distrutto un altro Horcrux... >> non sapeva più come scusarsi, ma ormai il danno era fatto.

<< Ma certo, si hai ragione. Scusa Hermione, di certo è tutta colpa mia che mi sono lasciato abbindolare da te. Ma che stupido che sono stato... >> Ron a quel punto non era più calmo come quando era iniziata la conversazione, il suo tono si era alzato parecchio. La ragazza però non ci fece troppo caso perché il rosso si arrabbiava spesso, ma poi gli passava velocemente. << ... Ma dico come ho fatto? Sai una cosa Hermione? va al diavolo, con me hai chiuso! >> adesso il tono era del tutto infuriato, il ragazzo era sconvolto per aver perso la ragazza che amava.
Ma la giovane Grifondoro era ancora più sconvolta. Non si sarebbe mai aspettata che il suo migliore amico la trattasse in questo modo, che non potesse capire come lei si sentiva in colpa per quello che era stata costretta a dire. Lei gli voleva un bene immenso, ma non era diverso da quello che provava per Ginny, Harry oppure Neville. lo amava tanto, ma come fratello e non di più.

Senza che lei se ne accorgesse, Ron se n'era già andato via e lei era rimasta sul posto senza capire più nulla. Allora, per quanto forte fosse, le lacrime uscirono da sole, senza che potesse fare niente per evitarlo e le solcarono le guance rosa e ogni volta che scendeva una lacrima si potava dietro il nero del mascara. Non riusciva più a pensare o fare niente e non sapeva come aggiustare le cose così, come fosse stata attirata dalla gravità, cadde in ginocchio e continuò a piangere da sola ringraziando che nessuno la vedesse; lei odiava essere vista quando era più debole e indifesa.

Lei però non poteva sapere che, dall'ufficio del preside, la preside McGranitt aveva assistito a tutta la scena e aveva ascoltato il discorso aiutandosi con un incantesimo. Non era suo solito origliare le conversazioni altrui, ma il suo istinto le aveva suggerito che sarebbe successo qualcosa, un istinto che si chiamava Albus Percival Wulfric Brian Silente. Come sempre il vecchio preside di Hogwarts, aveva avuto ragione, anche da dentro un quadro.
La McGranitt non sapeva se intervenire o meno, ma si convinse quando vide Hermione cadere in ginocchio. Il più in fretta possibile si smaterializzò accanto alla ragazza, che non aspettò nulla prima di alzarsi e abbracciare la donna che era quasi una seconda madre per
lei, insieme alla signora Weasley.

<< Cara ragazza, non ti preoccupare, vedrai che le cose si aggiusteranno con il tempo. Il signor Weasley è sempre stato più istintivo che riflessivo, vedrai che capirà di aver sbagliato e verrà a chiederti scusa. E' pur sempre un Grifondoro. >> la professoressa era sempre stata una donna saggia e Hermione si fidava di lei, eppure la tristezza non riusciva a placarsi.

Con un gesto della mano cercò di eliminare le lacrime che aveva sulle guance e sul collo, poi la professoressa le smaterializzò un fazzoletto che usò per gli occhi e per fortuna era di carta, perché adesso era tutto nero per via del mascara sciolto.

<< Grazie professoressa >> disse la ragazza.

<< Oh ti prego ragazza, non dirlo neanche. Perché non vieni con me nel mio ufficio che ti distrai un po'? >> domandò la nuova preside con un tono gentile ed accomodante, come era il suo solito fare. La ragazza annuì senza dire niente e si avviarono.


Intanto Ron, sempre furioso era arrivato nella camera dei segreti, dove il resto del gruppo era intento a riordinare quello che era rimasto. Per fortuna c'era ancora poco da fare e poi avrebbero finito così ogni traccia della guerra sarebbe scomparsa, più o meno.

<< Allora Ron, come è andata? >> chiese Harry senza girarsi, aveva sentito i passi del giovane entrare nella stanza, ma quando si girò capì che le cose non erano andate bene, quindi continuò senza aspettare la risposta << Oh beh, tranquillo Ron, vedrai che si sistemerà ogni cosa. Lei resta pur sempre la tua migliore amica!>> Harry cercava di calmarlo perchè aveva capito che era più che arrabbiato e di fatto ne ebbe la conferma pochi istanti dopo.
A Ron non interessavano le parole, non più, voleva solo sfogare la sua rabbia e se la prese con una pila di libri che Neville stava accuratamente mettendo in ordine. Diede un calcio che fece cadere tutta la colonna di libri imprecando e si smaterializzò chissà dove, senza dare alito agli amici di poter fare qualcosa.

Harry rimase sconvolto dal comportamento dell'amico e non fu facile fermare Ginny all'uccidere il fratello con la peggiore delle maledizioni. Entrambi non capivano come Ronald potesse essere cambiato così tanto, perché tutti avevano sofferto, ma nessuno era diventato un'altra persona. Comunque i due ragazzi andarono subito ad aiutare il povero Neville che era rimasto vittima della rabbia incontrollata del giovane Weasley.

Per i ragazzi al lavoro, la giornata continuò normalmente tra libri, pergamene e antichi manufatti magici, perché la preside aveva mandato da loro un elfo domestico per dire, che Hermione era con lei e stava bene e soprattutto di non preoccuparsi. Certo quel messaggio non cancellò la tristezza per l'amica, ma li spinse a finire in fretta il lavoro, così sarebbero potuti andare a consolarla. Quello che però non sapevano, era che ella voleva un po' di tempo per se e per questo aveva pregato la McGranitt di mandare quel messaggio.

Nello stesso tempo, nell'ufficio, la giovane strega stava parlando con la preside e con il quadro del vecchio mago, già da un po'.

<< Cara perché non cambiamo argomento? Così ti distrai!>> esclamò l'anziana donna e Hermione non poteva che ringraziarla per averla capita subito. In quel momento le venne in mente del sogno che aveva fatto quella notte, così approfittò del momento per chiedere ai due anziani maghi qualche notizia sul professore di pozioni.

<< Oh cara, purtroppo nessun miglioramento. I medimaghi non riescono ancora ad eliminare il veleno dal suo corpo e finché non lo faranno, Severus non potrà svegliarsi.>> rispose la strega anziana con un volto molto triste e addolorato per la sorte del suo collega e amico. Si fermò infatti, perché stava riflettendo sull'ultima frase che aveva pronunciato. Ella non aveva mai veramente pesato che il professore non potesse svegliarsi più, solo ora che lo aveva detto ad alta voce, realizzò questa cosa << Io domani torno a trovarlo, perché non vieni anche tu cara Hermione?>> le domandò la donna.

Hermione senza pensare disse << E perché dovrebbe fargli piacere avere una mia visita? io ero solo un'alunna!>> lei era una delle migliori alunne, anche in pozioni, ma pur sempre solo un'alunna, non una collega o un familiare e per come era il carattere del professore, Hermione era certa che non gli avrebbe fatto piacere.

<< Tu signorina, sei la ragione per cui Severus è ancora vivo, devi riconoscerti il merito di questo e poi lui non potrà di certo obbiettare>> queste furono le parole della McGranitt.

La Grifondoro rimase un attimo immobile. " in fondo cosa posso perdere, è solo una visita e lui non potrà neanche urlarmi contro o insultarmi come faceva durante le lezioni" pensò.

<< Si, verrò con lei!>>.

Perché lei?Where stories live. Discover now