Se dedĕre

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Fuori era freddo com'era giusto che fosse di notte in pieno inverno. Era freddo anche nel soggiorno di quella villetta a schiera grigia fuori, grigia dentro, grigia ovunque.

Poteva essere sdraiata su quel divano da mezz'ora come da tre, senza luce e senza riscaldamento acceso: nessuna di quelle tre cose aveva più importanza ormai sebbene lei, che non aveva mai amato molto il freddo, indossasse una camicia da notte candida e così sottile da lasciar intravedere il corpo al di sotto della stoffa dove questa si tendeva di più.

Aveva sempre fatto un po'fatica a trovare un posto nel mondo, lei, ma prima era riuscita più o meno a barcamenarsi in una realtà che a volte, e in quel momento decisamente, sentiva non appartenerle. La sua era stata una vita costellata di "sì ma no" che non le avevano mai permesso di concludere veramente qualcosa di più nella sua esistenza, né tantomeno di capire cosa volesse davvero da essa, e senza però riuscire a sentirsi mai veramente "dove avrebbe dovuto essere".

Secondo lo psicologo era colpa di una depressione presente da moltissimo tempo e rimasta latente fino all'ultimo anno, quando si era manifestata in tutto il suo splendore. Sin da gennaio aveva iniziato a non poter più soffocare il suo malessere esistenziale, poi la sua quotidianità -come quella di molti altri- era stata pesantemente modificata dalla pandemia tuttora in corso, col risultato di finire a trovarsi confinata in una casa nella quale ormai viveva sola.

Si voltò a dare un'occhiata allo schermo nero del cellulare.

"La libreria chiude... la situazione attuale, sa, e le persone che leggono sempre meno... no, non ho ancora accreditato sul suo conto lo stipendio delle ultime ore che ha fatto qui, sono tempi duri, aspetti il sussidio..."

Quella era stata l'ultima mazzata della giornata, la perdita del lavoro senza la prospettiva di trovarne un altro per ovvi motivi, data la depressione stessa che le toglieva ogni voglia di fare qualsiasi cosa, la pandemia che aveva messo in ginocchio moltissime aziende e un curriculum vitae che per le aziende non era appetibile.

Scegliere la facoltà di letteratura, cosa le era saltato in testa a quei tempi? Era stata una pessima idea, anche se le era sembrato quasi romantico, Abbandonare gli studi di giurisprudenza imposti dalla madre notaio per dedicarsi alla letteratura: faceva così tanto poeta del milletrecento!, aveva pensato, tanto più dopo aver insistito per andare a studiarla all'estero, precisamente alla Ca' Foscari.

Era stato allora che i rapporti con la madre, che pure aveva ceduto, avevano iniziato a incrinarsi inevitabilmente per poi spezzarsi del tutto al momento della laurea: per lei e per la maggioranza dei possibili datori di lavoro, ottanta era un punteggio miserrimo.

Dopo quell'insuccesso era tornata in patria ma non era potuta rientrare in casa propria, pensare di andare dal padre era stato fuori discussione -non era un uomo cattivo come sua madre gliel'aveva sempre dipinto ma era decisamente incasinato, un "drunken irish dad" in piena regola- e aveva avuto la fortuna di trovare un'amica che la ospitasse mentre lei cercava, e trovava, un lavoro in una libreria di quartiere.

Lei le era stata molto grata, così grata che a un certo punto per ricambiare aveva iniziato a fare compagnia al ragazzo della sua amica quando lei non c'era, finendo col rubarglielo - quella era stata l'accusa: il "serpente velenoso" che si era presa insieme agli altri epiteti era stato meritatissimo, la sola cosa che non aveva condiviso era stato il verbo "rubare". Si stava parlando di una persona in grado di fare le proprie scelte, non di una cosa che poteva essere sottratta senza potersi opporre.

La responsabilità di non essersi tirata indietro di fronte all'interesse di quel ragazzo era stata sua, ma lei ai tempi era single, lui no.

Erano rimasti insieme per qualche anno e avevano trovato una casetta della quale condividere l'affitto, per la precisione quella dove lei si trovava in quel momento; in ogni caso anche con lui, in quel duemilaventi, era finita com'era finita.

OTGW- Tenebris, innominatam, aequilibriumKde žijí příběhy. Začni objevovat