Plus Ultra (Aequilibrium)

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Carico di entusiasmo, gli occhi multicolore brillanti più che mai, Beast toccò con fare estasiato un tronco di Edelwood alto, grosso e forte. Erano sempre stati alberi piuttosto grandi e in perfetta salute, i suoi, ma mai così incredibilmente possenti, folti, trasudanti olio.

Dall'essere tornato a sentirsi quello di sempre aveva iniziato a sentirsi di più: più vigoroso, più energico, più potente, più forte, più tutto. Aveva anche l'impressione di essere diventato più alto e che le sue corna fossero diventate più fitte, ma su questo non avrebbe messo la mano sul fuoco; ciò su cui l'avrebbe fatto era la consapevolezza che, al di là del contributo di Senza Nome, la lanterna non fosse stata mai così brillante, e il flusso di anime perse che prima di lei era diventato un fardello gestire era tornato a essere quel che lui avrebbe dovuto considerare in origine, ovvero una manna dal cielo. Si sentiva in forma come da tempo immemorabile non gli accadeva, al punto di essere piuttosto convinto che ora avrebbe potuto far calare le tenebre a suo piacimento in tutto il suo territorio, non solo in singole parti della foresta vicine a lui.

Un simile controllo sull'oscurità era il suo dono, ogni leshen ne aveva uno interamente suo al di là delle caratteristiche comuni a tutti e, benché per quel che riuscisse a ricordare anche gli altri potessero nascondersi in uno "strato" di oscurità come faceva lui, nessuno di loro aveva mai potuto spargerla nell'ambiente circostante, nessuno, lui soltanto.

Continuava a essere pigro e a seguire una politica di bassissima ingerenza perché quella era la sua natura, ma ove fosse necessario essere più attivi interveniva Senza Nome.

Beast aveva perso il conto di quante anime perse fossero diventate Edelwood a causa della loro attività congiunta, portata avanti ognuno a proprio modo e senza intralciarsi. Lui si appoggiava alla magia e ai propri giochetti mentali, Senza Nome invece sfruttava la fiducia che il suo aspetto comunissimo generava nel prossimo per poter dare indicazioni sbagliate o servire ai vagabondi l'ultimo infuso della loro tragica esistenza. In ciò, Beast aveva notato la tendenza di Senza Nome a riservare ai più giovani il primo trattamento -finendo dunque col passarli a lui, in certi casi- e il secondo a chiunque fosse d'età vicina, pari o superiore alla sua.

Quale che fosse l'età di Senza Nome, s'intendeva, tuttora a lui sconosciuta nonostante il tempo passato insieme fosse aumentato e continuasse progressivamente ad aumentare ogni giorno, quando lui decideva di aver girato abbastanza a lungo nella foresta e raggiungeva il mulino, che a quel punto era diventato quasi una seconda tana. Aveva la propria nelle profondità della foresta, invisibile e inviolabile a ogni creatura diversa da un leshen, e... sì, forse sarebbe stato il momento di rientrarvi: non avrebbe detto che stesse iniziando a dimenticare come fosse fatta, ma quasi, dunque intendeva provvedere.

Ma solo dopo essere stato un po'al mulino, dove lo aspettava la sua portatrice di lanterna, ladra, serial killer, amante del cioccolato, tendente all'inciampo -ormai poco, migliorava sempre più. Nel riconoscere le erbe invece no e, nel dubbio, se le usava per sé non ne usava mai di nuove- compagnia stabile nelle sue giornate, ascoltatrice, quasi... collega.

Poteva sembrare una parola grossa, pensata da lui lo era e questo quasi lo frenò dal bussare alla porta.

Forse era il caso di mettere un freno, perché lei poteva essere Senza Nome e senza intenzione di dargli informazioni chiare che avrebbero dato pace a certi suoi tarli una volta per tutte, però non era certo che continuare così fosse sicuro. Era già andato troppo oltre nella sua considerazione e nell'attenzione che dava a quello che era sempre un essere umano utile e niente di più.

Ma era lei ad avere la lanterna. Era lei a far sì che il tutto funzionasse.

In passato poteva aver creduto di essere stato in auge ma di fatto non lo era mai stato come in quel momento, non lo era mai stato sul serio prima di Senza Nome.

OTGW- Tenebris, innominatam, aequilibriumWhere stories live. Discover now