Mi Batto Con Un'idiota

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Quando arrivai li non potei crederci, la mia casa era diventata un cumulo di macerie. Iniziai in una disperata ricerca dei miei genitori tra le rovine della mia "ex" casa, ovviamente senza successo in quanto non c'era nemmeno l'ombra di loro. Una risata malvagia mi scosse, mi voltai tenendo la spada nella mano destra, le nocche sbiancarono per quanto la strinsi.

"Beh, devo dire che ce ne hai messo di tempo per arrivare." disse un ragazzo, era alto più o meno quanto me, aveva i capelli bianchi e uno sguardo da teppistelo, uno di quelli che a scuola ti rubava la merenda e la paghetta.
"E tu chi saresti scusa?" dissi in tono diffidente.
"Gli dei non si sbagliavano, emani potere da ogni poro. Potresti perfino battere me, ma non esaltarti... Ho detto" quasi. " disse il tipo girandomi attorno come fanno gli squali attorno ad una gabbia. I suoi occhi dorati erano incollati ai miei e il suo sorriso beffardo era la cosa più irritante che avevo mai visto.
"Sto cercando i miei genitori." dissi impaziente.
"Genitori? Oh, si! Ora saranno nelle profondità del tartaro." rispose lui ridendo.
Tartaro? Ma che roba è? . Non mi importò, accecato dall'ira caricai il ragazzo con la spada e dopo un istante con un gesto fulmineo mi fece cadere l'arma al suolo.
"Tutto qui Lancaster? Forse ti avevo sopravvalutato troppo. * disse iniziando a mollarmi pugni a destra e a manca. Per fortuna mio padre aveva insistito a farmi prendere lezioni di karate, e finalmente trovai l'utilità. Parai qualche colpo, ma la velocità del tipo aumentò a dismisura fino a tartassarmi di pugni. Mi mollò un calcio rotante in viso sbattendomi contro una parete. Ero stordito, cavoli se quel calcio faceva male... Di solito nei film sembra tutto meno doloroso, eppure non è così. Mi ritrovai col sedere per terra, avevo la fronte dolorante, sentii qualcosa colare su di essa...sangue. L'albino ghignò.
"Felix Lancaster, devi dire che mi aspettavo di meglio. Mi hai molto deluso." disse il ragazzo prima di esser colpito da un calcio rotante di Cristine.  Il ragazzo indietreggiò tenendosi la mascella e alzando lo sguardo rise.
"Niente male, per una ragazza." disse mollando un pugno improvviso a Sam che era appena arrivato accanto a Cristine, e lo stesso fece con Josephine, entrambi furono scaraventati a terra. Poi si rivolse a Cristine iniziando a sferrare pugni e calci che la ragazza iniziò ad incassare senza riuscire a tenere testa alla velocità del tipo. Ma chi era quel ragazzo? Perché era così forte? Non mi importava di nulla, il mio sguardo incrociò quello di Irene, era furiosa quanto me. Mi alzai dolorante  e mi scaraventai sul tipo  mollando colpi che andarono a segno sul viso del ragazzo, mentre Irene continuò quella specie di ''combo'', se così possiamo chiamarla, con un calcio in pieno viso. Stava succedendo di nuovo, io e Irene stavamo combattendo in perfetta sintonia, quel tipo per quanto fosse forte e veloce non poteva tenere a bada entrambi nello stesso momento. L'albino riuscì a scansare Irene con un calcio, e iniziammo a lottare. Paravo i suoi colpi e glieli restituii , Irene si riprese e venne in soccorso, con un calcio roteante sincronizzato lo mettemmo k.o. Ora ci credevo, abilità con la spada, abilità corpo a corpo oltre le mie aspettative, il karate c'entrava ben poco stavolta. Noi non eravamo per niente mortali.

Il ragazzo ci rivolse uno sguardo furente e si pulì il sangue dal labbro e mentre stava per attaccarci qualcosa di verde lampeggiò nella sua tasca destra. La sfilò dalla tasca, era un oggetto somigliante ad un medaglione.

''Sei un'idiota!'' grugni una voce femminile al suo interno. ''Ritirata, non puoi batterli insieme.''

Dopodiché il ragazzo ci rivolse un ultimo sguardo. ''Avete vinto la battaglia, ma non la guerra. Preparatevi, perché quando ci rivedremo per voi sarà la fine.''disse svanendo in una nube verde causata dall'oggetto.

Mi voltai verso gli altri che sembravano essersi ripresi, Sam aveva un grosso livido sulla guancia mentre Cristine e Josephine sembravano apposto.

''Allora, c'è altro che dobbiamo sapere?''dissi voltandomi verso Josephine che si morse il labbro.

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