La nuova Minaccia

Il campo mezzosangue

Mentre sfrecciavamo lungo le stradine di collina, quelle bestie non accennavano a darci tregua. Cristine menava colpi di lama dal suo finestrino, io e Josephine facemmo lo stesso.

"Quelle bestiacce non mollano." dissi scacciando una furia che stava tentando di rompere il finestrino.

"Tenete duro, non manca molto al campo." disse Sam mentre teneva il volante saldamente.
"Ehi guardate li giù..." disse Irene indicando davanti a noi.
"Sembra... Un burrone!" dissi in preda al panico.
Sam frenò bruscamente e uscimmo in un battibaleno. Raggiungemmo la fine della strada e guardammo nel burrone, era profondo almeno cinque metri e notammo che delle fiamme illuminavano il fondo. Notammo tre figure, avevano almeno sei braccia per ognuno e indossavano elmi arruginiti.
"Cosa diavolo sono quei così..." feci mentre indietreggiavo nervosamente. Le tre creature ci raggiunsero in men che non si dica.

"Sono Makhai, Spiriti della battaglia, figlie di Eris." fece Cristine.
"Ma guarda, la ragazza sembra essere informata." disse uno di loro, avevano delle voci cavernose.
"Makhai? Ma non erano dalla parte di Ares?" chiese Irene.
"Ci siamo schiarati dalla parte dei vincenti, presto Gea risorgerà e per voi sarà la fine." disse uno di loro, avrei scommesso che da sotto quel elmo si celava un ghigno perfido e folle.

" Aspetta, ma tu sei... " fece Cristine.
" Homados, spirito personificato del frastuono della battaglia, figlio di Eris. " disse con aria arrogante il mostro.
" Chiunque tu sia, né ho abbastanza di voi esseri mitologici." dissi avanzando con la lama verde acqua in mano.
Il mostro fissò la sua lama e fu come se la riconobbe.
" Quella lama! Una delle sue spade!" grugnì.
Non feci a tempo a chiedere di cosa stesse parlando, tutti e tre ci vennero addosso armati di quattro lame per ciascuno.
"perfetto" pensai "Ora dobbiamo combattere anche le versioni mitologiche di 2x2 di Ben10, ma evoluto."
La battaglia si fece complicata, i mokhai erano veloci e in più possedevano sei braccia armate di spade e le nostre lame si scontravano violentemente. Il bronzo celeste emetteva scintille ogni volta che la mia spada toccava quella dei mostri. Mi voltai e vidi Irene che se la cava a abbastanza bene, neutralizzava ogni colpo di ogni spada di quei mostri e contraccambiava altrettanto veloce.

"cavolo" pensai "quella ragazza è tosta."

Guardando Irene, mi caricai e iniziai a colpire velocemente le spade di quei mostri e mi accorsi che ad ogni colpo la lama dei Makhai andavano in pezzi lentamente.

"Lo sapevo!" urlò Homados. "Quella lama porta solo guai! Crono ci ha rimesso la vita con quella!" dopodiché tentò un affondo con l'ultima spada rimasta, ma con un affondo lo anticipai e il mostro grugnì dal dolore.

"Aaaaah!" urlò prima di mollarmi un manrovescio che mi scagliò contro l'auto che avevamo rubato.

"Felix!" gridò Irene. Ma a quanto pare anche lei sembrava in difficoltà, parava gli attacchi  e li restituiva. Sembrava sempre più stanca e ad ogni suo colpo i suoi movimenti sembravano diventare più lenti e deboli. Svenni a causa della brutta botta, riuscivo a sentire delle voci indistinte.

"Percy, portalo al campo." disse una voce femminile. Avevo la vista sfocata, vedevo alberi grossi quanto cipressi, e più innanzi, si stagliava un enorme portone con un incisione greca sopra. Se fossi stato del tutto sveglio avrei saputo leggere, ma lessi soltanto "Mezzosangue". La testa mi girava come fosse lo pneumatico di un auto da corsa, le immagini iniziarono a girare come le lettere sulle pagine dei libri come quando, a scuola, provavo a leggere noiosi capitoli di storia.

Accanto a me, c'era un ragazzo dai capelli neri e spettinati, avrà avuto più o meno la mia età. Mi sosteneva su una spalla e potevo sentire il suo respiro affannato. dopodiché il buio totale.

 Feci un incubo, mi trovavo nel buio più pesto, sapeva di chiuso e l'aria era gelida. Il posto era illuminato da torce che gettavano ombre danzanti lungo le pareti che sembravano fatte di roccia, ''una caverna'' pensai. Sentii delle voci rimbombare lungo un passaggio che spariva nell'oscurità e provai a seguirlo, finendo in quello che sembrava un vecchio tempio .