1. Aizawa Shota

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Aizawa pov

Questo rumore...questo assordante rumore....lo conosco troppo bene...è quella dannata sveglia del mio telefono.
Mia madre ieri sera mi disse di impostarla alle 6:00, e non alle 7:00 come ho sempre fatto, così che sarei arrivato a scuola in orario.
Già, la scuola.
La scuola che ho sempre sognato di fare; la Yuuei.
Certo ho sempre voluto entrarci, però cavolo se mi devo svegliare tutti i giorni alle 6:00 mi rifiuto di andarci.
Io sono un ragazzo tranquillo e asociale, ho bisogno dei miei spazi e soprattutto DI DORMIRE.
Allungo il braccio e prendo il telefono spegnendo quel maledetto rumore, mi alzo con gli occhi socchiusi e la faccia ancora con lo stampo del cuscino, mi infilo le ciabatte cercando di non inciampare e mi dirigo verso il bagno.
Davanti allo specchio noto subito che i miei capelli sono scompigliati così li pettino, una pettinata veloce non mi importa se resta qualche capello fuori posto a me non interessa se qualcuno mi paragona ad uno spaventapasseri -com'è già successo-, e mi vesto velocemente.
Scendo per fare colazione e vedo mia madre seduta a guardare la TV.
<<Ehi, la colazione è lì sul tavolo, vedi di sbrigarti se non vuoi arrivare in ritardo>> mi dice con espressione apatica
Ogni volta che la vedo mi ricordo del perché sono così, come dice sempre lei io sono la sua fotocopia solo più piccola e al maschile, abbiamo gli stessi capelli neri scompigliati, l'espressione addormentata, stesso quirk e asociali tutti e due. A volte mi chiedo come abbia fatto mio padre a sposarla, insomma io una persona come lei non l'avrei mai sposata, in pratica non mi sposerei mai con me stesso.
<<Mamma questa colazione è congelata>>
<<Non è colpa mia se tu ci metti un eternità ad alzarti dal letto, quando l'avevo messa nel piatto era calda>>come al solito riesce sempre a zittirmi
<<Certo...papà sai dov'è?>>
<<Secondo te?>>
Distoglie il suo solito sguardo assonnato dalla televisione per guardami dritto negli occhi.
Un brivido percorre la mia schiena.
<<Non lo so. Se te l'ho chiesto un motivo ci dev'essere>> dico portandomi poi una cucchiaiata di cereali alla bocca.
Sbuffa e si rigira a guardare la televisione
<<Dovrebbe stare a lavoro>>.
Riesco a percepire della tristezza mischiata a della rabbia nelle parole sue parole.
Mia madre è sempre stata un buon genitore, mi ha sempre dato tutto l'amore di cui ho bisogno.
Il suo modo di fare apatico non le ha mai permesso che qualcuno si avvicinasse a lei per paura, la prima persona che lo fece fu mil padre.
Questo modo di fare mi ricorda sempre di più me, solo che io non ho nessuno che mi ami come mio padre ami mia madre...sempre se la ama ancora.
Negli ultimi tempi papà non sta quasi mai a casa, mamma evita di chiamarlo e quando stanno a casa insieme si guardano male e non si rivolgono parola.
Penso sempre che siano le loro solite litigate che ogni giorno che passa non fanno che aumentare.
Finito di fare colazione mi alzo da tavola, mi sistemo la cravatta, prendo lo zaino, do un bacio sulla guancia a mia madre che mi augura una buona giornata e esco di casa.
Mentre cammino inizio a pensare ai miei genitori e su quel che mi dissero ieri sera
"La mamma in questi giorni è davvero strana e anche papà; non sono uno stupido più volte hanno litigato però stavolta è diverso, credo che se continuino così divorzieranno." Scuoto la testa scacciando i pensieri negativi "Assolutamente no, infondo si amano troppo per farlo. Come hanno detto ieri, l'unica cosa a cui devo pensare è divertirmi a scuola e fare amicizia.
Nonostante tutto, e nonostante il mio carattere, non dovrebbe essere così difficil-"
<<PISTAAAAAAAAAAA>>
Una voce assordante mi interrompe dai miei pensieri.
Non faccio in tempo neanche a voltarmi che sento una botta alla schiena e sia io che la persona che mi è venuta addosso cadiamo faccia a terra.
<<ahia...che dolore>> dico mentre mi massaggio la faccia e la schiena.
<<I'M SORRY...non volevo prenderti ho visto che I was getting late così ho iniziato a correre, avevo abbassato la testa per guardare l'ora così quando ho alzato lo sguardo tu eri praticamente attaccato a me...I REPEAT I'M SORRY>>
Quando ha iniziato a parlare la prima cosa a cui ho pensato è "Ma come diavolo parla?! E poi perché mi sta urlando in faccia!?".
Sbuffo alzandomi.
Appena mi giro vedo in faccia la persona che mi aveva colpito.
Un ragazzo biondo con i capelli all'insù, occhiali da sole arancioni che gli coprono gli occhi, divisa praticamente distrutta per niente ordinata, la cravatta allentata, la camicia con i 3 bottoni superiori slacciati, giacca sopra stropicciata, pantaloni sgualciti e scarpe rosse da ginnastica -allacciate malissimo per di più-.
<<Vedi di stare attento quando corri o cammini, sei un pericolo pubblico con le tue testate>>
<<Ahahaha...I'm sorry la prossima volta andrò più piano!>> Mi dice con un sorriso a 32 denti.
Senza nemmeno lasciarlo finire di parlare mi volto incamminandomi verso la scuola.
"Mamma mia che soggetto, aveva anche la divisa della Yuuei, spero che non sia nella mia classe perché non ho voglia di rincontrarlo"
Dopo 10 minuti da quel brutto incontro sono arrivato a scuola. Devo ammettere che aveva ragione il biondino per quanto riguarda il ritardo, praticamente non c'è più nessuno qui fuori.
"Non dovrei dirlo ma meglio così, non ci sono troppe persone che mi fissano"
Entrato nell'istituto chiedo subito a un professore passante dove fosse la mia classe, la 1-A.
Dopo avermi spiegato dove andare, nonostante la grandezza dell'istituto, sono riuscito a trovare la classe; la fortuna è dalla mia parte essendo che il professore non è ancora arrivato.
Appena entro mi avvicino a prendere i posti dietro.
Vorrei mettermi a quello accanto alla finestra ma troppa aria in faccia non mi piace, così prendo quello di fianco.
Sospiro convinto di aver trovato un po' di pace, magari un sonnellino non farebbe male mentre aspetto il professore.
<<Ehi...psssss>>
Neanche il tempo di poggiare la testa sul banco che sento qualcuno disturbarmi
<<Cosa...? Chi è?>> inizio a guardarmi intorno
<<Ehi sono qui sciocco, sulla soglia della porta hahahahaha>> questa voce, non è per niente come quella del ragazzo di qualche minuto fa, questa è femminile, mai sentita prima.
Mi volto verso la porta e vedo una ragazza dai capelli verdi lunghi fino alle spalle con una frangetta, occhi color verde scuro, cravatta ben sistemata e camicia ben abbottonata senza la giacca, tipica gonna da studentessa, calze verdi con i pallini colorati "Mio padre dice che non mi so vestire...se vede lei gli viene un infarto", scarpe scolastiche e un sorriso a 32 denti "Possibile che tutti quelli che fanno parte di questa scuola sorridono così tanto!?".
La guardo male e lei inizia ad avvicinarsi "Quanto vorrei avere il quirk di mia sorella in questo momento.
Non voglio avere nulla a che fare con questa...cosa"
<<Hahahaha che fai mi guardi la gonna? Eheh ti piacciono le mie calze?>>
<<Per niente, sono orribili>>
Lei mi guarda per un attimo stupefatta poi scoppia in un'enorme risata facendo girare tutti e sputandomi in faccia.
<<Pffff...scu-scusa...pffff>>
<<Bene, non solo per colpa tua la doccia non c'è bisogno che me la faccia questa sera perché mi hai lavato per colpa dei tuoi sputi, ma mi stai aumentando il sistema nervoso>> gli dico con un'espressione rabbiosa, ma a lei non importa anzi ride ancora più forte, per poi calmarsi asciugandosi una piccola lacrima che le si era formata all'angolo dell'occhio.
Sicuramente il suo quirk riguarda la risata.
<<Hahah va bene, va bene, la smetto. Io sono Emi Fukukado, piacere>>
<<Bene ed io sono nessuno>>
Lei si mette a ridere dandomi una pacca sulla spalla
<<Quanto sei divertente! Mi piaci ragazzo depresso!>>
Sospiro.
Non posso vivere così, non me lo merito.
Guardo la porta ogni 2 secondi sperando che il professore entri a salvarmi da questa matta che mi sta raccontando tutto della sua vita e della sua famiglia; ogni tanto mi chiede anche se voglio diventare il suo fidanzato, al che ho sempre risposto con "no" netto.
A salvarmi da questo incubo è un ragazzo dai capelli celesti che si espandono sopra di lui come una nuvola e con un cerotto sul naso.
I suoi occhi blu puntano il banco accanto a mio -stranamente non quello accanto alla finestra-.
<<Ragazzi il professore è in corridoio>> urla per poi buttarsi sopra al banco
<<Bhe a quanto pare devo tornare nella mia classe. A dopo tesoro>> afferma Emi facendomi l'occhiolino
La guardo disgustato mentre lei esce ridacchiando.
Un po' di silenzio, il tempo che il professore entri e finalmente la lezione può iniziare.
Sentito un rumore provenire dalla porta, alzo lo sguardo credendo che fosse l'insegnante e invece i miei occhi si chiudono disperati una volta aver visto un paio di occhiali da sole arancioni familiari.
<<EHY I'M THE ONE FROM THE HEAD!! SIAMO COMPAGNI DI CLASSE!>> urla il ragazzo di stamattina
"Perfetto...proprio quello che volevo evitare"
Senza troppe cerimonie si mette seduto accanto a me, al banco vicino alla finestra.
Mi sorride mentre avvicina di poco il suo banco al mio.
Sospiro rassegnato.
"sarà una lunga giornata..."

~ Angolo autore ~
Hey hey, salve a tutti, questo capitolo è un pò lunghetto però spero vi piaccia lo stesso.
Farò tanti capitoli, quindi sarà un po' lunghetta la cosa qui.
Ditemi, vi piace il fatto che abbia messo in questa storia Emi (ms joke)?
E invece avete già capito chi sia il celestino con il cerotto sul naso?
Credo di sì però vabbè...
Non so che altro dirvi quindi al prossimo capitolo amorini🕺

In your mind ~ EraserMic/MicZawa💛🖤 Where stories live. Discover now