Thirteen - Clarice

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Cerco di sistemare la stanza dei ragazzi in modo veloce, Lorenzo e Bernardi saranno presto a casa e voglio che mio marito trovi un ambiente confortevole in cui rifugiarsi e la confusione che c'è oggi non aiuta. I ragazzi hanno litigato e Piero, per ripicca nei confronti del fratello ha squarciato il ritratto che aveva fatto di uno dei cavalli nelle stalle. Ci aveva messo giorni per terminarlo, il primo dipinto completato senza l'aiuto di Sandro. Era distrutto.

Per fortuna non è un ragazzo vendicativo, si è limitato a chiudersi nella sua stanza senza voler vedere nessuno, neanche la nonna. A volte non comprendo gli atteggiamenti di Piero, è come se volesse attirare la nostra attenzione in modo ancora infantile. Sono convinta che se Lorenzo iniziasse a portarlo con sé, di tanto in tanto inizierebbe a vedere le cose da una prospettiva diversa. Forse inizierebbe a capire.

Presa dai miei pensieri non mi accorgo di Giulio, appena entrato in stanza, che raccoglie due spade da terra.

"Sei molto caro Giulio, ma non ti devi preoccupare. Posso pensarci io" gli dico ma lui fa spallucce.

"Giovanni non mi apre la porta" mi dice rattristato.

"Adesso vado a parlargli"

"Forse è ancora arrabbiato con Piero, in stanza posso andare anche dopo cena" mi sorride cercando di fermare la mia ramanzina. Più lo guardo e più mi ricorda Giuliano, non so come Lorenzo abbia potuto dubitare di questo, anche per un solo minuto. Vederlo prendere le difese di Giovanni mi ricorda di un episodio vissuto tanto tempo fa.

Avevo avuto una brutta discussione con Lorenzo, non volevo che andasse a trovare Francesco per provare a convincerlo, ancora una volta, che un nuovo mondo in cui I Pazzi e I Medici potevano lavorare fianco a fianco fosse possibile; era troppo pericoloso per lui andare da solo. Lo pregai di portare con sé Giuliano ma non ne volle sapere. Allora mi chiusi nella stanza lasciandolo fuori, nonostante le sue mille proteste e scuse. Fu in quel momento che intervenne Giuliano.

"Lorenzo, perché non scendi con me a bere un bicchiere di buon vino? Sandro dovrebbe rientrare a momenti, potremmo rievocare i vecchi tempi"

"Sto cercando di rientrare nelle mie stanze, se mia moglie decide di aprirmi la porta"

"Secondo te, se continui ad inveirle contro l'aprirà?" la sua schiettezza fu disarmante tanto che persino Lorenzo capì che sarebbe stato meglio allontanarsi, almeno per un po'. Lo seguì al piano di sotto perché le urla cessarono.

"Hai visto Maddalena?" gli chiedo chiudendo il cassetto dei ricordi. Entrambi guardiamo per l'intera stanza senza avere la minima idea di dove Maddalena sia andata. Allarmata chiamo Maria, ma della bambina nessuna traccia.

"Stavate cercando qualcuno?" la voce stranamente allegra di Lorenzo mi raggiunge ma non riesco a prestargli attenzione.

"Non troviamo Maddalena" ho il respiro corto, la testa che mi gira. Non posso aver perso la mia bambina, era vicino a me, sotto il mio sguardo, come è potuto succedere?

"Penso di averla vista andare verso il giardino"

Non sta prendendo la situazione sul serio perché lo sento ridere beffardo. Mi volto verso di lui in preda al panico strabuzzando gli occhi a quella vista. In braccio ha Maddalena che gioca con i suoi riccioli biondi per poi pizzicargli il naso. Faccio un lungo respiro, finalmente sollevata. Faccio per prenderla ma lei mi respinge dicendo qualcosa di incomprensibile eccetto per la parola papà.

Ci guardiamo chiedendoci se avessimo capito bene. Lorenzo si gira verso di lei raggiante.

"Hai detto papà?" chiede come se potesse capirlo e rispondergli.

"Papà. Dì papà" continua a dirle ma Maddalena non ne vuole sapere, è troppo presa a tirargli i capelli per starlo a sentire.

"Ha detto papà, vero? Lo hai sentito anche tu" mi chiede venendo dietro di me che intanto ho preso la strada della sala da pranzo.

"Io non ho sentito nulla" lo prendo in giro leggermente offesa per aver sentito che la prima parola di Maddalena sia papà piuttosto che mamma.

"Sei ingiusta!"

Mi volto verso di lui con un fare offeso ma palesemente scherzoso.

"Io? Vuoi che ti dica una bugia, forse?"

"Fai così perché non ha detto mamma"

Mi avvicino alla mia bambina, ancora troppo presa dai riccioli del padre per degnarmi di uno sguardo.

"E' vero che hai detto m-a-m-m-a?" scandisco bene ogni lettera nella speranza che si decida a dirlo ma lei alza un braccio urlando papà. In quel momento Lorenzo mi guarda divertito, accennando un piccolo gesto di vittoria mentre riempie di baci la piccola di casa.

"Che succede qui?" chiede Lucrezia notando la grande euforia di Lorenzo.

"C'è che Maddalena ha detto la sua prima parola e...non è stata m-a-m-m-a" dice dandomi una leggera gomitata per prendermi in giro. In quel momento una raggiante Lucrezia si avvicina alla bambina e la prende in braccio portandola con sé mentre cerca di farle dire la parola nonna.

"Vado a controllare a che punto è la cena" dico voltando le spalle a mio marito ma lui mi afferra per un polso, impedendomi di proseguire oltre. Sento il calore del suo corpo sulla schiena e il suo respiro nel mio orecchio.

"Dirà anche mamma, non rattristarti per questo"

Mi sussurra.

Prima che possa voltarmi è lui a girarmi intorno, piantandosi davanti a me. Mi accarezza dapprima il viso accompagnando il suo gesto da dolci parole.

"Perché sei una mamma bellissima e premurosa" poi passa le sue dita tra i miei capelli mentre io mando giù un nodo di saliva.

"Attenta e sempre presente, soprattutto sei una donna forte.." adesso le sue dita stanno percorrendo il mio profilo, soffermandosi sul seno. "E poi molte, troppe, tante altre cose che non smetterei più di parlare".

I Medici - La storia di un amoreWhere stories live. Discover now