Three - Clarice

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Saluto Savonarola, raccolgo le ultime cose e mi dirigo verso l'uscita. Essere tornata ad aiutare i bisognosi, distribuire loro del cibo mi dà pace e serenità. Mi ricorda che, seppur non ho fatto voto come avrei voluto in gioventù, posso continuare a servire Dio, in qualche modo. Inoltre i sermoni di Savonarola sono davvero belli, accorati, anche se a volte possono risultare crudi, quasi intransigenti. E' il suo fare da oratore, credo.

Mi incammino verso Palazzo Medici a piedi, ho preferito fare due passi questa mattina. Lorenzo è sempre così protettivo nei miei confronti da quando ho ripreso la mia attività caritatevole. Ogni mattina lascia uno degli uomini di guardia pronto a pedinarmi tutto il giorno, ma questa mattina mi sono rifiutata in modo categorico. Sono uscita di casa senza curarmi delle sue proteste. Sarà ancora furioso? Conoscendolo è molto probabile. Alzo gli occhi al cielo e la meravigliosa luce del crepuscolo mi inonda il viso. Mi fermo. Ne assaporo qualche raggio sulla pelle, posso sentirne ancora il calore. Cerco di imprimere questo ricordo nella mia mente, tra poco il caldo del sole lascerà il posto al freddo invernale.

Apro gli occhi ma non riesco a muovere un passo. Un fischio mi sta attraversando le orecchie e tutto intono a me diventa ovattato. Che mi sta succedendo?

Lucrezia entra nella stanza senza curarsi di bussare.

"Clarice, come ti senti questa mattina?" mi chiede tirando via le tende scure dalla finestra.

"Meglio, Lucrezia. Grazie"

Mi sorride. E' sempre stata molto dolce con me, sin dal primo momento in cui ho messo piede a Palazzo, dispensando consigli che negli anni si sono rivelati davvero utili ed efficaci.

"Lorenzo è già andato via?" chiedo, cercando di alzarmi dal letto. Lucrezia si precipita in mio aiuto, mi tende una mano, la prendo e solo dopo riesco a mettermi in posizione eretta.

"No, è di sotto. Sta facendo colazione, ma io presumo che stia temporeggiando nella speranza che tu ti svegli. Vogliamo raggiungerlo?"

Il suo sguardo è divertito, complice del mio. Annuisco e lascio che mi aiuti a scendere, anche se sono ancora in camicia da notte. Quando entro nella grande sala Lorenzo è seduto al mio posto, con la faccia rivolta verso la porta. Probabilmente Lucrezia ci aveva visto giusto. Entro un po' traballante e lo vedo alzare lo sguardo.

"Vieni, siedi" Corre in aiuto della madre. Mi prende delicatamente per il braccio e mi lascia accomodare, mi lascia un bacio sui capelli ancora annodati prima di tornare al suo posto.

"Come ti senti?"

"Meglio"

Gli sorrido e lui mi ricambia con un sorriso caldo.

"Mi hai fatto morire dallo spavento, ieri"

"Perdonami, non era certo mia intenzione. Probabilmente avevo mangiato poco"

Mi mordo un labbro perché so che sto dicendo una bugia. Mi volto alla ricerca degli unici occhi complici in questa casa e sono li, che mi fissano. Grazie Lucrezia.

"Sarà, ma ti prego di fare più attenzione. Cerca di mangiare e riposare a sufficienza, non voglio certo che ti prenda qualche malanno"

"Non lo farò"

"Sai quanto vorrei restare qui, vero?" Mi prende una mano e la bacia.

"Va, non preoccuparti per me" Lo rassicuro.

"Ah, Lorenzo, pensi che questa sera rincaserai presto?" gli chiedo. Ho assolutamente bisogno di parlare con lui, ma voglio farlo con calma. Senza dovermi infilare tra un impegno e l'altro. Mi guarda con fare sospetto. In effetti non sono solita fare questo genere di domande.

I Medici - La storia di un amoreWhere stories live. Discover now