un sogno e un caso

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Erano ormai settimane che Sherlock si comporta in modo strano con Jhon, un comportamento troppo emotivo per uno come Sherlock, ma la verità la si puo trovare solo nella mente del grande detective, solo dietro alla sua maschera di fredda apatia "Devo prendere coraggio e dirglielo" dalla morte di Mary e dopo l'abbraccio che aveva dato a Jhon il giorno in cui avevano fatto pace non pensava ad altro, doveva dire tutto al dottore "Devo dirglielo, solo con lui posso essere me stesso" nulla era piu come prima da quando aveva conosciuto l'ex soldato Jhon Watson, lui era cambiato, in meglio, aveva smesso di fumare, aveva smesso di trattare male la gente (ogni tanto), aveva fatto "pace" con sua sorella, e per ultimo, ma non meno importante, aveva tirato fuori le sue emozioni, tenute nascoste per non offuscare la sua mente.
Si era innamorato, e lo aveva capito dopo anni, dal loro incontro provava qualcosa per il dottore ma si rifiutava di ammetterlo a se stesso, la sua mente era ferma alla morte di Barbarossa, il suo primo amico, e li suo unico, prima dell arrivo di Jhon, come si sentiva stupido e debole, le lacrime lo facevano srntire un verme, e piu cresceva piu tentava di nascondersi tutto dentro, diventando cio che era prima dell arrivo della persona che avrebbe stravolto la sua esistenza, prendendo tutte le regole che si era imposto e facendogliele infrangere. Ma quel giorno, dopo settimane di meditazione su cosa dirgi o su come dirglielo era successo qualcosa di inaspettato

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Il detective privato era seduto sulla sua poltrona, annoiato come ormai una settimana a quella parte.
avvolto nella sua vestaglia di seta blu, stranamente non aveva tra le mani la pistola con cui sparava al muro, o meglio allo smile giallo sul muro. La pistola di Jhon, il suo coinquilino non che migliore amico.

Niente casi, niente omicidi, niente rapine, era una settimana che a londra non succedeva assolutamente nulla, cosa rara in una città così grande e frenetica.

Lunica cosa a cui pensava era Jhon.

Il tempo scorreva placido, quando non c'era Jhon Sherlock si annoiava ancora di più, per lui il coinquilino era l'unica distrazione nei giorni di noia

(7:23pm) quando torni? SH

Tra poco, perché?(7:27 pm)

(7:27pm) mi annoio SH
Dové la tua pistola?

L'ho nascosta, così non violenti la parete (7:28pm)

(7:28) che noioso che sei Jhon
Torna in fretta, mi manchi SH

Ho appena finito il turno, dammi un attimo (7:29pm)

Jhon prese il primo taxi che passò sulla strada 《Al 221B di Baker Street grazie》sapeva che Sherlock si annoiava molto in quel periodo, trovava anche lui strano che non stesse succedendo assolutamente nulla, era piuttosto sospetto, per non parlare del comportamento di Sherlock, ultimamente era piu emotivo, lo trattava con gentilezza "Si fida di me, per questo ora non fa piu lo stronzo, adoro questo lato di lui, ho sempre sostenuto che sotto il suo comportamento c'erano delle emozioni" erano questi i pensieri che si portava dentro.

Trovò  il detective con la pistola in mano, intento a sparare ad una Mosca che si era posata sul muro, come aveva trovato la pistola?!
il dottore lo raggiunse appena in tempo 《Sherlock non mi sembra il caso!》 Disse strappandogli l'arma dalle mani, Sherlock sorrise per un secondo per poi tornare nel suo mood da sociopatico scontroso che si annoia
《Uffa Jhon... Che antipatico!》Disse il moro incrociando le braccia, quest'ultimo lo fulminò con lo sguardo, ma allo stesso tempo sorrise 《Si può sapere perché mi hai chiesto di venire?》Fece per andare a preparare il te, come al solito faceva tutto lui, Sherlock passava le giornate a poltrire o a risolvere casi, ultimamente piu che mai.

Sherlock Holmes E Jhon Watson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora