Il Colloquio

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Il giorno dopo Davide mantenne la sua promessa. Verso le due del pomeriggio mi mandò messaggio chiedendomi di raggiungerlo al bar per farmi parlare con una persona.
Forse avrei dovuto capire subito dall'inizio dove voleva andare a parare, ma in quel momento ero talmente preso dalla paura di fare un'altra figuraccia che non mi passò per la testa nemmeno un attimo l'idea di chi avrei dovuto incontrare.
Tutto quello che avevo in mente era un piccolo discorso di presentazione che continuavo a ripetere tra me e me mentre mi osservavo allo specchio del bagno.
Toccai la barba che mi era cresciuta in quelle settimane. Se io e Sara fossimo stati ancora insieme, probabilmente mi avrebbe obbligato a radermi già quando la pelle aveva iniziato a diventare ruvida.
Non è che non amava vedermi con la barba, la odiava proprio. Odiava il suo colore, diceva che non era normale che avessi la barba rossiccia nonostante fossi biondo, odiava il fatto che crescesse in pochissimo tempo, un giorno ero completamente liscio e il giorno dopo esplodeva come un petardo a capodanno, e soprattutto odiava il fatto che distogliesse l'attenzione dai miei occhi azzurri.
Tirai fuori il rasoio elettrico dalla specchiera del bagno quasi meccanicamente, lo appoggiai sulla guancia ma, dopo pochi secondi mi fermai, indeciso sul da farsi.
Uscii di casa un po' troppo presto così mi incamminai verso il bar cercando di essere il più lento possibile. Elencavo mentalmente le mie qualità di bravo impiegato, numerandole con le dita e muovendo leggermente le labbra.
-Si può sapere cosa stai farfugliando?- Mi domandò Ale davanti alla porta del locale, non appena mi vide arrivare, sembrava mi stesse aspettando.
-Cosa ci fai qui?- Domandai stranito
-Che simpatico!- Commentò con un tono un po' acido, poi mi fece cenno di seguirla all'interno, dove Davide ed Evelina mi aspettavano seduti dietro ad un tavolino; Lei prese posto al loro fianco e mi fece cenno di sedermi sulla sedia di fronte.
Nonostante l'avessi già incontrata la sera prima, vederla senza cappotto e senza cuffia fu comunque una sorpresa.
Era così pallida e così sottile da farmi pensare ad una giovane betulla, se per le betulle fosse normale avere le foglie blu elettrico. Perché i suoi capelli erano esattamente di quel colore.
-Hai portato un curriculum?- Mi domandò alla fine.
Rimasi spiazzato per un attimo poi pigolai:
-Non ho una stampante, non ho potuto-
-Cominciamo bene- rispose Ale - Almeno hai esperienza?-
-Beh, ho lavorato come impiegato nella stessa azienda di Davide e poi...-
-E cosa pensi di servire ai clienti? Contratti assicurativi?- Mi interruppe lei.
Con la coda dell'occhio vidi Evelina parlottare a bassa voce con Davide, prendere il suo telefono ed iniziare a digitare qualcosa sulla tastiera.
-Io veramente pensavo che fossi qui per un lavoro da impiegato-
Ale ed Evelina scoppiarono a ridere, mentre Davide iniziò a fissarmi in un modo che non riuscii bene a decifrare.
-Ha lavorato in una gelateria qualche anno fa- Disse Evelina
-Sì, ma solo per un paio di mesi... Ma tu come fai a saperlo?-
-Beh, ci sono tanti modi per scoprire il passato lavorativo di una persona: ad esempio potrei bucare il mainframe del sistema dell'inps per scoprire chi sono le aziende che ti hanno versato i contributi negli anni passati. Oppure potrei entrare nel tuo computer con "una di quelle mail con il virus", ma in questo caso mi è bastato semplicemente guardare il tuo profilo facebook-
Girò il suo telefono per mostrarmi una mia vecchia foto.
Cercai nello sguardo di Davide un po' di rassicurazione, ma lui continuava a fissarmi silenziosamente e in un modo strano.
-Immagino che quella con te in questa foto invece sia la tua ex, giusto?-
Continuò scorrendo il dito sul monitor, probabilmente si accorse dello sguardo inceneritore che lanciai a Davide, perché aggiunse:
-Sai, zio Davide è pieno di buone qualità-e gli mise una mano sulla spalla - ma spesso parla troppo-
-Posso almeno sapere cosa ti ha detto di preciso?-
-Quello che bastava a farmi un'idea-
-e quale idea ti saresti fatta, sentiamo-
-Lei è una stronza, lui non durerà più di sei mesi e il fiorista ti stava chiaramente prendendo per il culo-.
-Ehm- fece Alessandra - Possiamo tornare al colloquio, per favore?
Giulio, mi sembri un bravo ragazzo, dico sul serio. Però non posso dimenticare la balla del computer, io ho bisogno di fidarmi di chi lavora qui-
-Te l'ho già detto, Ale, so di aver sbagliato, ma non sono quel genere di persona, chiedilo anche a lui! -
Dopo aver buttato fuori quelle frasi rimasi in silenzio ad aspettare che Davide dicesse qualcosa.
Lui ci mise un po', ma poi finalmente disse:
-É sbagliato!-
Evidentemente si accorse di avere tutti e tre i nostri sguardi addosso, perché sì affrettò a continuare:
-No, dico, il tuo pizzetto è storto-
Mi toccai la faccia d'istinto.
-Ti sta bene, eh, ma avresti dovuto aggiustarlo con la lametta e poi, scusa, non era meglio accorciare anche i baffi?-
Ale si buttò indietro sulla sedia sbuffando:
-Ma qualcuno di voi sta prendendo questa cosa seriamente?-
-Io sì- Disse una voce lenta e strascicata che arrivava dal fondo della sala.
Mi voltai verso quella direzione e mi accorsi che non eravamo solo nel locale.
Su una vecchia poltrona in stoffa fiorata, seduto in una posa alquanto rigida e con un libro in mano, c'era un uomo che sembrava aver ascoltato tutto quello che avevamo detto.
Il suo aspetto mi faceva pensare alla testa di un grosso grumpy cat attaccata al corpo di un nostalgico metallaro degli anni 90. La cosa che mi colpì più di tutto erano i capelli perché, anche se aveva una calvizie incipiente ma evidente, aveva raccolto i pochi capelli rimasti in una coda che gli arrivava fino sotto le scapole.
-Mettilo alla prova- disse senza togliere lo sguardo dal libro - se riesce a prepararmi un americano senza problemi, allora è assunto-.
Evelina lo guardò inclinando la testa
-Prof, ma sei serio?-
Lui scrollò le spalle, mostrò il suo orologio e disse:
-No, ma è passato l'orario del mio solito caffè e nessuno se n'è accorto-.
Ale buttò le braccia indietro in un gesto di stizza, si alzò e si avviò verso il bancone, ma prima si rivolse a me dicendomi:
-Sei assunto. Mettiti d'accordo con Evelina per tutto il resto-
-Ok, ma prima vieni con me -disse Davide alzandosi.
-Dove andiamo?-
-A casa, devo assolutamente aiutarti a mettere a posto quel pizzetto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2020 ⏰

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