Capitolo 12

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Pov Ellen

Il pensiero della mia migliore amica mi tormenta da un' ora, tornerei indietro e passerei la notte con lei, a costo di dormire sul pavimento. Seguo l'agente Romanoff che non mi rivolge nemmeno uno sguardo, non posso crederci di aver incontrato gli Avengers, il sogno della mia vita si è avverato. In realtà non sono molto entusiasta dato che ho la testa da un'altra parte. -"Agente Harvey, accompagni la signorina Grady nella sua camera" dice Natasha alla "simpatica" ragazza dai capelli neri -"Si Agente Romanoff" risponde l'agente Harvey e Nat ci saluta con un lieve sorriso -"Mi dispiace per la tua amica" dice la ragazza appoggiandomi una mano sulla spalla, non è da lei, però apprezzo il suo gesto e le sorrido per ringraziarla -"Mi accompagna lei?" Chiedo dato che si è fatto abbastanza tardi -"Si e...puoi chiamarmi Chloe" dice sorridendo, inizio a pensare che in fondo non è così antipatica.

-"Allora tu sei la figlia di Nick Fury?!" Esclamo restando sempre più sconvolta dalle parole dell'agente Harvey mentre è intenta a guardare la strada. -"Il mio vero padre è morto pochi mesi dopo la mia nascita, ma comunque non l'ho mai visto dato che mamma stava con Nick Fury ancor prima che io nascessi" continua a raccontarmi e io non faccio altro che ascoltare il suo discorso con la bocca spalancata -"Quindi è come se Fury fosse il tuo vero padre" cerco di ricavare più informazioni possibili -"Esatto, lui mi ha cresciuta, mi ha dato tutto: questa famiglia, questa casa, questo lavoro. Mia madre purtroppo è morta 7 anni fa, durante l'attacco" a quelle sue parole mi si congela il sangue e noto che ha gli occhi lucidi, così le appoggio una mano sulla spalla -"Mi dispiace tantissimo, non volevo..." dico abbassando lo sguardo, non avevo intenzione di mettere in mezzo quell'argomento -"Non preoccuparti" mi interrompe.
Dopo pochi minuti arriviamo ai piedi della Torre degli Avengers e Chloe ferma l'auto -"Grazie mille" le dico sorridendo -"Non c'è di che" ricambia il sorriso e scendo dalla macchina.

Mentre l'ascensore sale mi viene in mente un piano geniale: visto che tutti quelli della squadra sono alla base dello Shield, potrei andare ad esplorare un po', senza farmi beccare dalle guardie o da altre persone che ci sono qui dentro. L'importante è non beccare nessuno della squadra, potrei mettermi nei pasticci, ma vale la pena tentare. Fermo l'ascensore e premo un piano a caso, precisamente il 21esimo, aspetto con ansia che la porta si apra e guardo i numeri sul piccolo schermo vicino alla parete, finalmente l'ascensore si apre.

Mi trovo in una specie di laboratorio, con tanti attrezzi qua e là, sembra che sia passato un tornado, non si capisce nulla, è tutto in disordine.
Dò un'occhiata in giro e in un attimo i miei occhi si posano sull'arco di Clint Barton incustodito su una scrivania, mi guardo alle spalle per assicurarmi che non ci sia nessuno e non esito a provarlo.
Mi sento proprio Occhio di Falco, purtroppo non ci sono le frecce altrimenti avrei iniziato a sparare a caso, improvvisamente una voce mi fa terrorizzare "Signorina, lei non dovrebbe trovarsi qui, questa è una zona proibita" tiro un sospiro di sollievo quando realizzo che è solamente Jarvis, ma è in ogni angolo del palazzo? -"Jarvis sta zitto" provo a parlargli ma so di non ricevere alcuna risposta, è stranissimo parlare al nulla, mi sento una stupida "Le ripeto che questa è una zona proibita e che deve subito tornare nella sua stanza" continua ad infastidirmi la voce robotica, faccio finta di nulla e continuo a sparare frecce immaginarie con l'arco di Clint -"Altrimenti?" Sfido Jarvis, inizio a trovare divertente il fatto di parlare con qualcuno che non esiste "Sarò costretto a chiamare il signor Stark" a queste sue parole mi rendo conto che mancava qualcuno al mio appello...Tony Stark non sapevo proprio dove fosse, ma dò poco conto alle parole della voce robotica, in fondo il Signor Stark avrà altre cose da fare; di certo non perde tempo per cose del genere.

È da qualche minuto che non sento la voce fastidiosa di Jarvis -"Jarvis? Che fine hai fatto?" Dico ad alta voce e mi guardo intorno per cercare di capire da dove provenga il suono, improvvisamente qualcosa mi distrae -"C'è qualcuno?" Una voce in lontananza mi fa andare in panico, mi guardo intorno per cercare un nascondiglio e mi metto sotto ad una scrivania. La voce si avvicina sempre di più e solo dopo qualche secondo realizzo che è proprio la persona che non avrei voluto incontrare in questo momento: Tony Stark.
-"Jarvis sicuro che era qui?" Il Signor Stark si avvicina sempre di più mentre parla con quella stupida voce e più si avvicina più vado in panico. -"Jarvis in questi casi devi chiamare la sicurezza, non me" continua l'uomo avanzando sempre di più "Ma signore, è il suo laboratorio" rimbomba la voce di Jarvis in tutta la stanza, improvvisamente il mio cuore si ferma per un istante, porto le mani alla bocca tappandomi anche il naso per cercare di fare meno rumore possibile. Tony Stark è appoggiato alla scrivania sotto la quale sono nascosta e se solo Jarvis dice qualcosa sono spacciata. Spero che non mi scopra e resto immobile come una statua, dopo qualche secondo si allontana e faccio un sospiro di sollievo.

Prima di uscire dal mio nascondiglio mi assicuro che non ci sia nessuno, aspetto qualche minuto e poi esco da sotto alla scrivania, ringraziando chiunque per non avermi fatta scoprire. Ora mi basta riprendere l'ascensore e tornare in camera. Cammino a passo svelto nella maniera più silenziosa possibile, finalmente la via di fuga è davanti ai miei occhi ma, a quanto pare ho cantato vittoria troppo presto.

Stavo per premere il pulsante dell'ascensore quando qualcuno mi blocca le braccia e mi tappa la bocca con una mano, provo a urlare ma non ci riesco, provo a liberarmi dalla presa ma è tutto inutile -"Beccata" sento una voce familiare rimbombare nelle mie orecchie, ma non ci faccio molto caso, penso a qualche modo per liberarmi e non esito a tirare un calcio all'indietro e in un attimo sono libera, beh è bastato poco.
-"Non osare toccarmi un'altra volta!" Urlo questa frase e mi giro di scatto, mi ritrovo il Signor Stark piegato in due dal dolore, a quanto pare l'ho preso proprio in pieno -"Ma che cavolo ti prende" mi dice dolorante, porto le mani alla bocca incredula di quello che ho appena fatto -"Mi scusi, non volevo, non pensavo che lei..." ed ecco che non riesco a formulare una frase di senso compiuto, non so se scoppiare a ridere perché ho dato un calcio a Tony Stark o sotterrarmi perché ho appena fatto una figuraccia.

Dopo pochi secondi si riprende e mi guarda dalla testa ai piedi -"Ah sei la novellina" mi dice con un sorriso sarcastico -"La novellina ha un nome" rispondo con tono di sfida, ancora arrabbiata per il suo atteggiamento, per i miei gusti esagerato -"E sarebbe?" ecco che subito mostra il suo caratteraccio, la cosa che odio di più del Signor Stark: il suo ego smisurato, il modo in cui dice le cose, i suoi atteggiamenti, è tutto così irritante e non è affatto buona educazione -"Non le interessa" mi giro e gli dò le spalle chiamando finalmente l'ascensore, ora l'unica cosa che voglio fare è scomparire -"Come vuole...signorina Grady" dice con una punta di malizia, poi gira anche lui le spalle e va via.

Non avrei voluto conoscere il Signor Stark così, in fondo è un Avenger, avrei dovuto chiedergli una foto o un autografo e invece sono stata costretta a tirargli un calcio e per poco non lo mandavo a quel paese. Non pensavo proprio che lo avrei conosciuto in questo modo e sinceramente non avrei voluto che andasse cosí, è stato molto diverso da come lo immaginavo nei miei sogni... direi che l'accaduto è stato la ciliegina sulla torta di questa giornata. Adesso devo proprio ritornarmene in camera mia, per evitare di combinare altri guai.

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⏰ Last updated: Nov 12, 2020 ⏰

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