Ti ricordi il primo sguardo? PERCICO [IN PAUSA]

L'amore è un film muto: togli il volume e concentrati sui gesti.

"Hai ragione Nico... ma fosse per me non ti lascerei mai più." disse Percy prendendogli anche l'altra mano; gesto a cui Nico arrossì, tanto per cambiare.
"Io dico di sì invece."
"Come scusa?"
"Ci saranno momenti in cui non mi sopporterai, in cui il mio comportamento ti darà fastidio, o momenti in cui litigheremmo, per la musica, per il cibo o per altre cose."
"Nico è così che funziona una relazione, ci sono cose che abbiamo in comune e altre no, non c'è niente di strano, basta trovare un accordo."

A quelle parole Nico si bloccò, qualcuno al di fuori di lui potrebbe dire che in quel momento sembrò scioccato ma in realtà dentro di lui sentì soltanto un miscuglio di emozioni che si divertivano a prendere a pugni il suo stomaco. Percy aveva parlato di relazione, della loro relazione... che volesse chiedergli...?

"Oi Nico? Tutto okay?"

"Nico?"
"Hai detto relazione?"
"Come?"
"H-hai parlato di relazione Percy."
"Oh... beh sì" rispose il più grande arrossendo. – "Non vuoi?..."
"Percy... sei davvero un cretino." esordì Nico ad un tratto.
"Eh?"
"Te lo avevo detto no? Che mi piaci intendo!" esclamò il più giovane.
"Oh sì. Sì me l'hai detto" – "E Nico lo sai, anche tu mi piaci... tanto, troppo."
"Io vorrei che le cose tra di noi continuassero Percy."
"Perché sento che c'è un ma?"
A quella domanda Nico sospirò. " Ma... Percy io non so ancora nulla di te, come tu non sai nulla di me."
"Si hai ragione su questo però-"
"Percy mi devi ancora dire chi erano quei tizi."
A quell'affermazione scese il silenzio, il tutto con un Nico che cercava lo sguardo di Percy che fino a poco prima era nel suo mentre ora lo vedeva rivolto a terra.
"S-stiamo parlando del mio passato Nico." – "Un passato che non è stato molto bello per me e non sono pronto a parlartene, almeno non ora e non qui ma, ti prometto che te ne parlerò."
"Se..." – "Se non vuoi non sei costretto a parlarmene."
"Nono, io lo voglio." – "Voglio che conosci il me del passato, che mi aiuti a conoscere il me del presente e... magari anche il me del futuro."
"Dio Percy!"
"Cosa c'è ora?"
"E che a volte te ne esci con delle frasi così e io..."
"Tu cosa?"

La risposta di Nico fù un semplice bacio che poco a poco si fece più profondo, caldo.
Percy portò le braccia dietro alla schiena del più piccolo, chiudendolo in un abbraccio, ma senza accorgersene le sue mani finirono sul sedere di lui per sollevarlo in modo che Nico avvolgesse le gambe intorno al suo corpo. Era così leggero e in un attimo si recò alla prima panchina a disposizione per continuare quello che stavano facendo.

"Te ne esci con queste frasi dolci che l'unica cosa che vorrei fare dopo è baciarti." disse Nico con un sorriso staccandosi da lui per prendere fiato.

Lui si aprì in una smorfia divertita perdendosi nei suoi occhi.

"Sei tu che me le tiri fuori." – "È grazie a te se sto conoscendo questo me stesso che non avevo idea esistesse... e devo dire che non mi dispiace."

Nico si sentì al settimo cielo, felice, molto felice; una felicità che secondo lui non si poteva descrivere con le parole.
Così coprì nuovamente le labbra di Percy in un bacio forte, un bacio destinato a non fermarsi mai.
O almeno così credeva: il suo telefono incominciò a squillare e ciò era veramente strano visto che era tardi, chi poteva chiamarlo a quell'ora?
Con quei pensieri in testa si staccò dal più grande e fece per prendere il telefono ma egli lo precedette passandoglielo senza staccare gli occhi dalle sue labbra.

"Papà?"

E fu così che Percy uscì dal suo sogno e si rese conto che era davvero tardi e che il coprifuoco era andato a farsi benedire.
In sintesi?
Era morto.

"Dove. Diavolo. Sei?" Disse la voce al di là dello schermo.
"Central Park." rispose il figlio calmo.
"Passamelo." ordinò.
"Cosa?"
"Mi passi quell'idiota?"
"Non credo sia il caso."

Erano ancora praticamente attaccati, quasi due gemelli siamesi, quindi Percy poté sentire tutto.

"Se non me lo passi ti vengo a prendere" minacciò Ade.