Capitolo 3

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Re cadde all'indietro sulla propria schiena lasciando andare a terra un masso sporco di sangue affianco a sé.

Iniziò ad indietreggiare usando gomiti e gambe per poi fermarsi pochi metri più in là, si coprì la bocca con una mano tremante, non voleva crederci, non voleva credere a quello che aveva appena fatto.

Con il cuore che gli batteva in gola decise di avvicinarsi alla riva del fiume, per verificare che tutto ciò non fosse veramente accaduto.

Re urlò.

Il suo incubo si era appena avverato, Ali era lì nel fiume morta, questa volta lo era veramente, non si trattava di un sogno, ed lui era l'artefice.

Dentro la sua testa c'era un'enorme confusione, non riusciva a comprendere cosa era appena successo. Era tutto reale? Sperava che fosse nuovamente tutto un sogno, un'allucinazione, si voleva svegliare ma non poteva.

Era convinto di averla salvata, protetta, e invece ora lei non c'era più... cosa aveva sbagliato? Perché? Perché tutte le decisione che prendeva gli si ritorcevano sempre contro?

Il corpo della ragazza rimase impigliato per la maglia ad una roccia, l'acqua scorreva molto velocemente portando con sé vari detriti e pietre che la colpirono ripetutamente con un' enorme violenza, provocandole ulteriori ferite. Il rumore delle pietre che la colpivano riecheggiava per tutta la stradina deserta.

Re si tappò le orecchie cercando di fermare quel suono -Mi dispiace... mi dispiace...- iniziò a ripetere mentre si accovacciava piano a terra.

Tutti i ricordi che aveva avuto con lei gli passarono davanti, non avrebbe mai potuto sentire la sua voce di nuovo, vederla sorridere, era tutto svanito in quell'attimo.

Re scoppio in un pianto.

Il suo senso di colpa cresceva man mano che passavano i minuti che sembravano eterni.

Dalle ferite della giovane iniziò a uscire il suo sangue che si sparse nell'acqua formando un'enorme chiazza rossa.

Re non riusciva a credere di non essersi accorto dell'anello, se lo avesse notato sarebbe potuto scappare insieme a lei, lontano da lí. Se avesse notato l'anello, anzi se avesse rifiutato di uscire con lei, ora lei sarebbe salva.

Insieme a questi pensieri accusatori che lo ferivano peggio di qualsiasi arma, iniziarono a comparirne altri, degli strani pensieri iniziarono a vagare per la sua mente, pensieri che non riusciva a fermare.

-Non é colpa mia... non sono stato io a provocare tutto ciò... è-è tutta colpa di Ne...!-

Se Ne fosse andato a scuola, se Ne non fosse tornato dentro la stanza per avvertirlo. Se Ne non avesse fatto di testa sua... invece di interferire e peggiorare la situazione... lei ora sarebbe qui. Aveva iniziato a pensare che quello che era successo non fosse solo causa sua, ma anche del fratello. Tutta la faccenda di Alice era iniziata da quando Ne le aveva rivelato il loro segreto, se avesse mentito, forse, tutta questa storia non sarebbe successa, Alice sarebbe ancora qui e Re avrebbe potuto sistemare per il meglio la faccenda dell'essere. -Non è colpa mia... é colpa sua.-

I pensieri di Re si fermarono solo quando sentì un fruscio provenire dal bosco. Si alzò di scatto pronto a fuggire spaventato dall'idea che qualcuno lo avesse visto. Ma come era stato nel sogno, anche "lui" era presente.

Solo in quel momento Re realizzò il vero piano della creatura, era lei la vera artefice di tutto ciò. Si sentì uno stupido al solo pensiero di aver dubitato nuovamente del fratello. La colpa non era né sua né del suo gemello, era della creatura.

L'essere aveva pianificato tutto, lui non aveva mai iniziato a seguire Ne come gli aveva fatto credere inizialmente, in quei due mesi di assenza aveva continuato a seguire Re a distanza, facendogli credere di essere al sicuro, quando in realtà stava solo aspettando il momento giusto per attaccare.

ReNéRe - You're me, I'm you. We're René (Creepypasta origini del personaggio)Where stories live. Discover now