Capitolo 3: Mettersi in gioco

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Capitolo 3: Mettersi in gioco

Il regalo di Gilbert alla sua sposa ebbe proprio l'effetto desiderato, Anna sentì di avere una nuova missione ovvero prendersi cura del suo giardino e così, nelle settimane seguenti, ogni giorno dopo il lavoro raggiungeva il suo piccolo angolo felice.

Da sempre Anna aveva avuto bisogno di spazi personali dove potersi rifugiare quando sentiva la necessità di staccare da tutto; negli ultimi anni però questa sua abitudine era andata via via diminuendo, visto che adesso condivideva la casa con l'uomo che amava e a dire la verità Gilbert era particolarmente bravo nel riuscire a non farla sentire oppressa e a lasciarle dei ritagli di tempo per se stessa.

Quel giardino però sarebbe stato il collante perfetto per tenere Anna vicina alla sua famiglia, ai suoi amici e allo stesso tempo a se stessa, quindi l'idea calzava veramente a pennello.

Spesso, dopo quell'ora di svago, Anna si fermava da Muriel e Bash per prendere un tè e per giocare con Delphine; altre volte la signorina Stacy quando tornava dalle lezioni, che adesso teneva in un'altra scuola vicino ad Avonlea, si fermava a sistemare il proprio orto.

In quel modo lei e Anna ebbero modo di parlare a fondo di molte cose, tra cui la gravidanza della ragazza, del fatto che quest'ultima alcune volte avesse dei dubbi sull'essere in grado di prendersi cura di un'altra persona, dei suoi impegni lavorativi che secondo Gilbert tra qualche mese avrebbe dovuto allentare e di molto altro.

Un giorno, al tramonto di una frizzante giornata settembrina, mentre Anna stava piantando dei fiori vicino alle primule, alle rose e alle margherite, Stacy le domandò che cosa stesse per piantare.

"Delle azalee!" rispose Anna," Sono simbolo di speranza, attesa e di gioia inaspettata!"

"Ah, molto bene, Anna, mi sembrano proprio di buon auspicio. Quindi...per te questo evento adesso rappresenta una gioia inaspettata?!" domandò la signorina Stacy cercando di non essere troppo invadente.

"La gravidanza? Beh sì, riconosco che inizio ad abituarmi all'idea e guardando questi piccolini che iniziano a sbocciare, la voglia di prendermi cura di qualcosa...o di qualcuno, sta iniziando a crescere in me!" rispose lei tranquilla.

"Allora Gilbert ci ha proprio azzeccato, eh! È incredibile il modo che ha quel ragazzo di leggerti dentro, forse te l'ho già detto quando mi hai comunicato che stavate per sposarvi, ma io ho sempre visto qualcosa di speciale in voi due, fin dai tempi della scuola!" disse la signorina Stacy amorevole.

"Ti ringrazio, Muriel, anche tu per me sei sempre stata più di un'insegnante, sei stata come un'amica, una confidente!" rispose Anna colma di gratitudine.

"Sai... ", continuò Muriel, " quando io e Bash ci siamo innamorati, ho avuto le tue stesse paure riguardo a Delphine, volevo tantissimo un figlio, ma prendersi cura del figlio di un'altra persona forse richiede una cura ancora maggiore, è come se ti affidassero il tesoro più prezioso del mondo e tu dovessi custodirlo e proteggerlo con tutte le tue forze! Beh...non mi sentivo in grado, Anna, sai che sono stata sempre una donna un po' spericolata, fuori dagli schemi. Una creatura così piccola che non può parlare, che devi imparare a capire dai suoni, dai gesti, dagli occhi, era un'avventura davvero grande per me. Ma l'ho intrapresa, Anna, l'ho intrapresa perché sapevo che Bash e Delphine avevano bisogno di me, che Mary mi avrebbe protetta dall'alto e perché prima o poi dobbiamo metterci anche di fronte a responsabilità più grandi di noi e affrontarle, perché solo così possiamo crescere e diventare veramente la versione migliore di noi stessi. Perché ti dico questo, Anna? Perché io ho pensato a te in quel periodo, a quello che hai affrontato nella tua vita pur essendo solamente una bambina e a quel punto mi sono detta che anche io avrei potuto mettermi in gioco e un giorno magari, con la vicinanza di tutti noi, Delphine sarebbe potuta diventare una ragazza e poi una donna meravigliosa, proprio come te Anna, come la nostra Anna con una E !"

Anna, alla fine di quel discorso, stava letteralmente innaffiando i fiori con le sue lacrime: erano quelle, erano quelle le parole di cui aveva bisogno, il tasto che avrebbe potuto sbloccare il suo cuore, erano le parole di una donna come lei che aveva avuto le sue stesse paure, ma che si era data totalmente per amore e che lo avrebbe rifatto altre mille volte.

Anna e Gilbert: Il giardino incantatoWhere stories live. Discover now