I prociogatti e i miei sogni strani

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Non. So. Cosa. Sia. 'Sta. Roba.

Leggetela se volete staccare i neuroni, è il sogno che ho fatto stanotte.




I due ragazzi si stavano riposando tranquilli. Avevano appena finito di fare le prove con la loro band, ed erano entrati in un'intensa sessione di cacchieggio estremo.

Uno di loro dormiva molto profondamente, l'altro leggeva fumetti horror, tutti accatastati sul bordo del letto. Aveva lunghi capelli neri e ricci, e la pelle olivastra.

All'improvviso però, sentì un suono poco armonioso. Sembrava il lamento di un animale morente, lungo e penetrante.

Posò il libro, e si alzò. Aveva un volto giovanile, quasi da bambino, con occhi castani e un piccolo neo sulla guancia destra.

Si diresse in fretta alla camera degli animali, preoccupato.

Aprì la porta, e vide la sua piccola Emily accovacciata a terra, che coccolava un cucciolo. I lamenti non provenivano da lei, ma sia dal piccolo, che gemeva silenziosamente, che da Plutone, che cercava di attirare la loro attenzione.

"Cosa? Quando....? Oh, durante le prove?" Chiese, come se il gatto potesse rispondergli. Provò ammirazione per Emily, che avete fatto nascere un cucciolo con il solo aiuto di Plutone.

Corse il camera, per svegliare il suo amico, che era quasi sommerso sotto alle coperte, ma si intravedevano i lunghi capelli rossicci e la sua fronte.

"Ehi, Cliff, svegliati, svegliati daiiii" Lo chiamò.

"Mhhhh" Rispose lui, provando a girarsi. 

"Daiiii, il nostro esperimento ha funzionato!"

Cliff si alzò a sedere. Guardò il suo amico negli occhi, cercando di realizzare la sua esistenza sul pianeta. 

"QUALE esperimento, Kirk?" Chiese, con la voce assonnata. Kirk continuava a fare esperimenti pensando di essere uno scienziato pazzo, ma la maggior parte di essi fallivano dopo pochi minuti.

"È nato il piccolo di Emily e Plutone! Daii, non sei contento?" Esclamò Kirk, saltellando e tirandogli il braccio.

Cliff si passò l'altra mano sugli occhi, per svegliarsi bene e forse realizzando quello che gli aveva appena detto. Aveva la faccia lunga, con gli occhi castani con un poco verde e dei piccoli baffetti.

Alla fine si arrese, e si alzò dal letto. Era molto più alto di Kirk, e si notava.

Entrarono nella stanza degli animali, e si avvicinarono a Emily.

"Ciao Emy, mi vuoi dare il piccolino? Te lo diciamo subito, gli zii ancora non lo hanno visto!" Disse Kirk, con la voce acuta che si usa con i bambini.

Emily acconsentì, e Kirk prese il piccolo animaletto.

"Guardalo, non è un batuffolo di amore?" Disse guardandolo. 

Era minuscolo, stava in una mano. Non era pelato come i gatti appena nati, aveva un po' di pelo grigio, a quanto pare i procioni nascono con il pelo. La coda era infatti come quelle dei procioni, ma era ancora spelacchiata. La sua testa era quella di un gatto, ma aveva dei lineamenti procionici. Dormiva, ed era davvero carino. 

"Per fortuna ha le unghie da gatto, ha preso da suo padre." Disse Kirk, guardandogli le zampette. "Non dovremo rivivere tutta la sofferenza di quando abbiamo preso Emily."

I ragazzi ricordavano molto bene l'arrivo di Emily, era stata un regalo di compleanno per Kirk due anni prima.

Kirk era sempre stato appassionato di animali selvatici, e quindi i suoi compagni di band avevano deciso di regalargli un procione. L'idea era stata di Lars, e James e Cliff avevano accettato entusiasti. Probabilmente il tutto era da attribuire al fatto che non erano del tutto sobri al momento della decisione. Il giorno prima del compleanno di Kirk, James si era presentato con il procione in braccio, le braccia piene di cicatrici e non aveva voluto dire dove e come lo avesse trovato.

OS su coseWhere stories live. Discover now