Capitolo 1

56 2 0
                                    

Pov Addison

Mi chiamo Addison Collins, ho 18 anni e vivo con mia mamma e mio fratello in California, a Los Angeles, tutti dicono che sia una bella città, che ci si diverte, che la vita è più bella, ci sono spiagge immense, tramonti indimenticabili, i panorami mozzafiato...io non ci trovo nulla di speciale, è una semplice città come tutte le altre o forse no...quanto mi manca la mia New York.

La mia vita è quella di una semplice adolescente americana, basata sullo studio, gli amici, la scuola, le feste e tutte queste cose che non fanno altro che annoiarmi. Non sono la tipa a cui piace stare al centro dell'attenzione, non mi interessa del giudizio degli altri e faccio tutto di testa mia...eh si ho un bel caratteraccio, me lo dicono tutti, però so essere anche molto divertente e solare con le persone di cui mi fido. Non ho molti amici, ma quei pochi che mi ritrovo sono davvero molto speciali, sopratutto la mia migliore amica Ellen.

Ci conosciamo da sempre e trascorriamo la maggior parte del tempo insieme, lei è un anno più grande di me e adesso studia per diventare architetto. Ellen è una ragazza molto intelligente, ha sempre avuto ottimi voti a scuola, è molto intuitiva, capisce le cose al volo, è testarda e difficilmente cambia idea, su questo siamo molto simili. È una ragazza piuttosto introversa, le da fastidio parlare delle sue cose personali o anche di un suo stupido problema, ma per sua fortuna ha me che capisco subito quando c'è qualcosa che non va e sono sempre pronta ad aiutarla.
Le nostre mamme andavano a scuola insieme ed è per questo che siamo così unite, la nostra amicizia è qualcosa di unico, qualcosa di speciale...e negli ultimi anni anche molto strana. Dopo l'incidente di New York le cose sono cambiate radicalmente, ricordo che le nostre famiglie pensavano fossimo morte e dopo solo 8 ore di ricerche i pompieri ci hanno tirato fuori dalle macerie. Abbiamo trascorso molto tempo in ospedale e i medici ci avevo diagnosticato una specie di malattia mai riscontrata prima, tutti i nostri parenti erano allarmati e gli infermieri ci avevano dato solo qualche mese di vita. Ma le cose non andarono così, ora io e la mia amica siamo più forti e inseparabili di prima...letteralmente.

Dopo 2 anni dall'incidente abbiamo iniziato ad avere strani sintomi, ricordo la prima volta come se fosse ieri: Ellen era sull'altalena e andava troppo veloce, le dissi di rallentare ma non mi ascoltò minimamente "un altro po' e mi fermo" ricordo ancora le sue parole, quando improvvisamente cadde dall'altalena e il suo braccio destro non ebbe la meglio. In quel preciso istante sentii un dolore atroce al mio braccio e ci ritrovammo a urlare insieme dal dolore. Lei andò in ospedale con un braccio rotto mentre io avevo solo quel maledetto dolore. Questi eventi capitavano sempre più spesso: io avevo la febbre, lei aveva la febbre, io prendevo una storta, a lei faceva male la caviglia, persino quando ero in ansia lei la percepiva.
Una volta una ragazza della scuola mi tirò un pugno dritto sul naso semplicemente perché avevo chiesto una penna al suo ragazzo, Ellen percepì subito il mio dolore e corse da me per difendermi. Questa cosa può essere considerata come un difetto, una malattia o altro, ma ci ha rese molto più unite. Un'altra cosa che abbiamo scoperto da poco è che possiamo comunicare con gli animali, con qualsiasi tipo di animali, anche con gli insetti ed è la cosa più strana e divertente del mondo, è come se riuscissimo a leggergli nel pensiero guardandoli semplicemente negli occhi.
Può sembrare stupido, ma una volta chiesi ad un gatto di riportarmi la merenda che mi aveva rubato un ragazzo. Questo è il nostro più grande segreto, nessuno deve saperlo, specialmente i nostri genitori e poi...è una cosa che possiamo sfruttare a nostro vantaggio.

Io ed Ellen abbiamo anche un'altra cosa in comune, come se non bastasse...ogni giorno ci rifugiamo nella nostra casa sull'albero e parliamo degli Avengers, cerchiamo più informazioni possibili su internet, siamo sempre aggiornate, purtroppo possiamo parlarne solo in privato, lontane dai nostri genitori, convinti che la nostra "malattia" sia stata causa loro. A volte capita che quando siamo a tavola, in TV parlano degli Avengers e in men che non si dica, mia mamma oppure mio fratello maggiore, prende il telecomando e cambia canale come se fosse successo nulla.

Fino all'età di 11 anni vivevamo a New York e subito dopo l'incidente ci trasferimmo qui a Los Angeles, per allontanarci il più possibile dagli Avengers e da tutta quella realtà che in fondo sentivamo fosse nostra, sin da subito ci siamo innamorate di quella squadra, ancor prima che si formasse: l'uomo ritrovato nel ghiaccio che poi divenne il nostro captain America, il miliardario Tony Stark che oggi conosciamo come Iron man, la Vedova Nera capace di combattere da sola contro dieci uomini, Thor il dio del tuono...insomma in un modo o nell'altro gli Avengers fanno parte del nostro presente, della nostra realtà anche se distanti.
Ricordo che quando eravamo piccole, giocavamo sempre a fare gli Avengers, io facevo Thor mentre Ellen era Loki e facevamo finta di combattere, le nostre mamme ci hanno sempre rimproverate dicendo che era roba per "maschietti"; così ci siamo fatte costruire una casetta sull'albero dallo zio di Ellen in modo da giocare da sole senza essere disturbate. Purtroppo dopo l'attacco alieno la nostra casetta è andata distrutta così, appena arrivate a Los Angeles, Ellen con le sue capacità ne ha progettata una nuova e insieme l'abbiamo costruita in una vecchia campagna abbandonata su una quercia gigante. Può sembrare una cosa da matte o da bambine, ma è l'unico posto in cui possiamo parlare, studiare e si...anche spettegolare senza che nessuno ci disturbi, l'abbiamo decorata con tanti poster e fumetti degli Avengers così da non sentirci tanto distanti, erano i nostri eroi, i nostri idoli, ma purtroppo non è andata per il verso giusto.

 The beginning of ||MARVEL||Where stories live. Discover now