2 - routine

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Il fischio lungo segnò la fine del combattimento. Hazel si alzò vittoriosa e porse la mano a Iena Marches, l'imponente francese che contendeva con lei il posto come ragazza migliore del Campo. 

Iena la guardò con disprezzo e bruciante dalla sconfitta subita rifiutò l'aiuto, alzandosi da sola.

«Visto che abbiamo provato che Hazel rimane la più forte tra le ragazze, vediamo se è anche capace di mettere k.o. il ragazzo più forte. Andatemi a chiamare Antonin.»

Decretò Paul Smith, istruttore di lotta libera. Hazel riprese il fiato dopo il combattimento contro la Marches, che era stato più estenuante del previsto. Sentì Miranda che si avvicinava e le offriva una borraccia d'acqua.

«Sei stata grande contro Iena. Hai fatto capire chi comanda a quelle là» disse indicando il gruppetto delle compagne nel container della sconfitta «puoi farcela a battere anche Bill. Lo conosci e sai quali sono i suoi punti deboli.»

Sussurrò la ragazza mora all'amica. Hazel la ringraziò e si preparò nuovamente al combattimento. Bill sorridendo si mise in posizione e la fissò cercando di distrarla.

Impassibile come una roccia Hazel non gli lasciò il vantaggio del primo attacco, e tirò un colpo all'inguine al ragazzo, che la afferrò per le spalle, cercando di schiacciarla a terra. Ma la rossa girò il polso al ragazzo e si lanciò su di lui.

Sfruttando la sua statura esile si mise a cavalcioni sulle spalle del ragazzo a cui arrivò un calcio sul naso. Con una ginocchiata nelle scapole Bill perse l'equilibrio per un istante, ma riuscì a scrollarsi di dosso Hazel. 

La caricò placcandola alle gambe, e subito la rossa si ritrovò con la schiena a terra, schiacciata dal ragazzo che le immobilizzava le braccia: ma non si diede per vinta, e tirò una testata a Bill, che allentò la presa.

Si ritrovarono alla situazione di partenza, in piedi uno di fronte all'altro, quando Smith intimò ai due ragazzi di fermarsi.

«Va bene, basta. Avete dato abbastanza spettacolo. Ottima reazione Antonin, ma potevi metterla a schiena a terra molto prima. Hazel, la mossa che hai fatto tentando di chiudere il collo di Bill con le gambe è superlativa. Chi te l'ha insegnata?»

Hazel fece le spallucce e non rispose. Certe cose gli venivano naturali, istintive. Nessuno aveva dovuto insegnarle niente, in quasi tutte le arti marziali. Le aveva nel sangue, per questo era la migliore.

«Hai una coordinazione motoria non normale, amica mia» fece Clara battendo il cinque, mentre tornavano al bungalow per le due ore di lezione di matematica e fisica.

Al Campo 3 di Crescita e Sviluppo per Ragazzi la vita scorreva così, tra ore di potenziamento ginnico, sport vari arti marziali, e ore teoriche di matematica, fisica, storia e per imparare lingue diverse, Hazel conosceva  già discretamente lo spagnolo, l'italiano e il francese, e parlava come lingue madri l'inglese, lingua principale del campo, e il russo.

La competitività tra i ragazzi era normale. Si creavano spesso gruppetti che in gente corrispondevano alla cabina in cui si abitava, soprattutto dato che i migliori incontravano i responsabili del campo per essere allenati e istruiti privatamente, per poi essere spostati in case private, in cui potevano iniziare a lavorare in determinati ambienti. Anche i più scarsi spesso venivano convocati, per essere aiutati a trovare altre occupazioni.

Ma non sempre anche se eri il migliore venivi chiamato e istruito su cose più avanzate, come nel caso di Hazel. Ormai aveva diciotto anni ed era la migliore tra le coetanee da quando ne aveva undici, ma non era mai stata chiamata. Nemmeno per un controllo o una visita, come spesso accadeva alle compagne per monitorare la crescita e la salute. Niente.

«Complimenti, Hazel» fece Bill, sedendosi accanto a lei in mensa.

«Mi avevi quasi messo a ko. Per fortuna Smith ti ha salvata, fischiando la fine dell'incontro. Ti avrei distrutta.»

Disse scherzando mentre addentava un panino farcito con un hamburger.

«Non ne sarei così sicura, Antonin» ribattè Hazel maliziosa, e Bill abbassò la voce circospetto.

«Nemmeno io. Hazel, da quanto sei così dannatamente forte? Eppure non ti hanno ancora chiamata per trovarti un lavoro. E hai diciotto anni.»

«Anche a te se è per questo. E comunque sono sempre stata così, lo sai. Mi viene facile menare la gente, e combattere.»

«Per i maschi il discorso è diverso, spesso escono dal Campo qualche anno dopo. Comunque mi fa piacere, averti ancora qua. Non so se una volta usciti da sto posto potremmo ancora stare insieme.»

Hazel fulminò Bill con lo sguardo intimandogli di abbassare la voce.

«Se ci scoprono siamo finiti. Evita di urlarlo in mensa, non avremmo dovuto nemmeno sederci vicini. Comunque non lo so, finché non ci chiamano non avremo questo problema.»
lo sgridò a bassa voce e Bill le prese una mano sotto al tavolo.

«Ma fare amicizia non è vietato. Ai loro occhi non stiamo infrangendo le regole.»

«Ti cola il naso.» fece Hazel stringendogli la mano sotto alla mensa, e Bill sorrise.

Era un codice che avevano inventato, per potersi scambiare parole d'affetto anche in presenza di altre persone, ad esempio "ti cola il naso" significava "ti amo", oppure "che lezione hai adesso?" era "ci vediamo sul container". E così via. Miranda, che era a conoscenza di questo codice tra i due e stava seduta di fronte a loro alzò gli occhi al cielo divertita.

«siete proprio strani voi due. Forse per questo che vi siete trovati.» commentò.

Quella stessa sera, dopocena, il bungalow 9 stava trascorrendo la serata in tranquillità. Chi a studiare, chi invece a sistemare le proprie cose in vista di un ispezione di rito. Clara aiutava Annabeth a ripetere i vocaboli in spagnolo, Miranda stava lucidando il suo coltello da caccia e Hazel spazzava a terra con una scopa di saggina, quando sentirono bussare alla porta.

Fu la piccola moretta ad andare ad aprire, e comprarvelo il riccio Gabriel Ramoso, Karl Vieder lo svizzero e Bill, compagni della cabina 6. Erano scuri in volto, e sembravano portare cattive notizie. 

Tutti e tre, al campo da quando erano piccoli, nell'ultimo periodo avevano iniziato a sentire un senso di inadeguatezza e di stranezza verso il posto dove erano sempre vissuti, come Bill aveva accennato ad Hazel quella mattina.

«Cosa è successo?» esordì Clara. Alla bionda rispose Gabriel, serissimo.

«Karl ha trovato una cosa. Dovete assolutamente sapere.»

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bonaseeeeeeraaaaa
come state? sono riuscita a portarvi il secondo capitolo e niente sono stra contenta di avercela fatta.
anyway, vi lascio con un po' di suspense, e pian piano iniziamo ad entrare nel vivo della storia...
comunque, vi sta piacendo? per ora sto mantenendo la promessa e scrivendo una volta a settimana, magari ogni tanto riuscirò a portare due capitoli anche in una settimana.
chi vivrà vedrà
-Cris

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffWhere stories live. Discover now