XII

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Il sapore dell'acqua salata inondava la mia bocca, l'aria calda di Sidney accarezava la mia pella troppo chiara. La mano di Calum continuava a disegnare la mia collonna vertebrale, come se fosse un gesto meccanico. L'unico suono che accompagnava i nostri battiti erano le onde che s'infrangevano sulla spiaggia. Era uno di quei momenti in cui il silenzio era la miglior cosa, non c'era niente che poteva riempire questi silenzi,forse erano troppo profondi o forse era meglio così, dovevamo riprenderci ancora. Era cambiato di nuovo tutto, ora eravamo insieme e forse finalmente tutto sarebbe andato bene. Tutto era ritornato al proprio posto, io ero tornata nelle braccia di Calum e ci sarei rimasta tutto il tempo che avevo.

"È tardi,andiamo" mi sussurro Calum per poi darmi un bacio sulla tempia.

Ci alzammo per poi andare alla macchina. Il viaggio fu riempito dal suono troppo forte dalla musica che usciva dalla radio.

Le strade di Sidney erano deserte,forse il motivo era che erano le tre di mattina o forse questa città non è mai stata vissuta.

Scendemmo dalla macchina senza dare importanza al luogo dove eravamo, tutte le luci erano accese segno che mia mamma stava guardando la sua maratona di film drammatici mentre Sol, ormai l'avevo persa, in quel momento la sua mente era suddivisa in due parti da una c'era la sua band e d'altra c'era Ashton. Ma io ero abbastanza felice di questo.

Quando arrivamo alla porta di casa Calum mi diede un bacio e poi incominciò ad incamminarsi.

"Ti prego,rimani con me" dissi

"Sempre" riapose lui con naturalezza come se fosse una risposta semplice come un si o un no. Ma per noi quella era una promessa. Una di quelle promesse segrete, quelle che vuoi tenere per te.

Appena entrammo in casa, mia mamma ci venne incontro con un volto sconvolto.

"Oh,ciao Calum" disse lei facendo un sorriso

"Sera Kate" rispose lui

"Skie non è meglio che andate a casa sua?" Disse lei spostando lo squardo da destra a sinistra

"Perché mai?" Risposi io di rimando

"Skie fidati. Andate da lui" rispose lei

"Io n-" la mia frase venne interotta dall'entrata di un'uomo.

"P-papà?" Dissi cercando di nascondermi dietro Cal.

Era tornato

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