7.

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Isobel.
Il giorno dopo è un disastro. 
Sono le nove meno un quarto, mi sono appena fatta la doccia e non so ancora cosa mettermi. Apro l'armadio. Prendo dei pantaloni marrone scuro e li poso sul letto. Li abbino a una canottiera bianca, un po' scollata, né troppo elegante, né troppo casual. Apro il portagioie e prendo una collana piuttosto lunga, composta da piccole stelle. Prendo la piastra e inizio a tirarmi i capelli che diventano a poco, a poco liscissimi. Un pò di fard e sono pronta. Tiro fuori un paio di scarpe con un tacco grosso.
Apro la finestra e mi accendo una sigaretta. Guardo il buio, le macchine che passano, le nuvole scure in lontananza. La porta si apre di colpo e compare Rosalyn.
«Ciao. Tutto a posto?» mi sorride e mi da un bacino sulla guancia.
«Ciao. Che ne dici?» dico facendo un giro su me stessa. Spengo lo stereo e le vado vicina.
«Allora?» dico, impaziente di una risposta.
«Sei...perfetta.» Si siede sul mio lettone e si passa tra le mani la ciocca di capelli.
«Ros tutto ok?» mi siedo accanto a lei accarezzandole la nuca.
«Io.. non so che mi succede Izzie, sono in confusione.» alza gli occhi e intravedo una piccola lacrima che scende veloce, che solca il suo viso. Mi avvicino e l'abbraccio forte a me, cerco di farla sentire al sicuro.
«Posso fare qualcosa? Dimmi cos'è successo, se ti posso aiutare. Io sono qui Ros. Dai dimmi. »
«No, no ti rovinerei la serata. Non posso parlartene, non è questo il momento giusto. Te ne parlo un'altra volta, ok?» con una manica si asciuga quella stupida lacrima che le è scesa per un motivo che non conosco.
«Ma no, che scherzi?, dai dimmi Ros. Jacob può anche aspettare. »
Ma in quel momento sento che arriva un messaggio e lentamente vado a leggerlo.      
«Izzie sono giù, raggiungimi. Voglio un bacio!»
«Cazzo, è lui. Ora gli dico di aspettare un attimo»
«Ma no sei pazza? No, no Izzie. Vai e divertiti. Ne parleremo domani. Io stanotte rimango a dormire nel tuo lettone, così non si sentirà solo. E poi ho bisogno di stare un po' da sola, senza mia mamma in giro. Ora via. Sparisci! » mi spinge fuori dalla stanza, ma io la fermo.
«Se succede qualcosa ti chiamo. Ciao, ti voglio bene.» le do un bacio sulla guancia e corro giù per le scale.
Il mio cuore batte forte.
Saluto mia madre che mi urla dietro qualcosa ed esco.
Eccolo! Mi avvicino alla sua macchina, una bellissima Mustang nera, questa volta con più calma. Apro la portiera e salgo.
«Ciao» dico timidamente. Arrossisco e so che a lui piace molto, ma non riesco a nasconderlo.
«E il bacio?» dice lui con un sorriso.
Mi avvicino e gli do un bacio a stampo, ma lui è più veloce. Con una mano mi trattiene e mi da un altro bacio, questa volta più lungo.
«Sei bellissima» mi dice, assaporando quel bacio che sa di miele. Poi mette la prima e parte.

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