8. Un paese che assiste a una sfida

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Il Diavolo e il Ministro Oscuro si misero d'accordo per incontrarsi a giocare la loro partita a scacchi quella sera stessa, alle nove, all'interno della cattedrale; poi Mark e la sua terrificante guardia avevano lasciato la casa di Don Lorenzo per tornare a lavorare.

Il prete, avendo udito tutta la conversazione, si era (giustamente) convinto che ad ispirarlo non era affatto Gesù Cristo, ma Satana in persona.

"Esci dal mio corpo!" Strillò mentalmente "Io te lo ordino!".

Per tutta risposta il Diavolo gli cancellò dalla mente l'intera mattinata e Don Lorenzo tornò docilmente a credere di essere guidato da Gesù. Per rimanere più tranquillo, il demone decise anche di tagliare completamente fuori dall'uso dei cinque sensi la mente del prete, mandandolo a giocare in un ricordo di infanzia dove Lorenzino festeggiava il Natale con i suoi cuginetti a casa di zia Anna.

Il nuovo Don Lorenzo era appena nato: un uomo dissacrante, pronto a tutto, brillante e infinitamente più vecchio dell'età che dimostrava. Don Lorenzo Roberto Armando Lante della Rovere (o semplicemente señor Lante de la Rovere, come avrebbero detto le donne di Valencia).

Il Ministro Oscuro, che amava la quiete e il silenzio, avrebbe voluto tenere segreta la partita a scacchi, ma il nuovo Don Lorenzo era deciso a non concedergli nessun vantaggio e cioè ad invitare l'intero paese all'evento.

La signora Gina, che stava stendendo i panni dal balcone, quasi non riconobbe il prete quando lo vide uscire di casa e una minuscola parte dentro di lei sobbalzò e squittì "oh no, è sexy!".

Questo Don Lorenzo aveva i capelli accuratamente pettinati all'indietro, puliti e lucenti, e intorno agli occhi si intravedeva la matita nera (lui aveva trovato alcuni vecchi trucchi in un cassetto e non aveva esitato ad approfittarne) che sottolineava lo sguardo fiero e intelligente, il suo passo era lungo e fluido, la sua schiena dritta come una spada.

«Buongiorno» Disse la signora Gina, senza neanche volerlo.

Il prete alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di lei e si sciolse in un sorriso malandrino.

«Buongiorno. Splendida giornata, non è vero?»

«Sì. Sì, splendida davvero» risposa goffamente la piccola strega, senza riuscire a staccare le pupille dal colletto cartonato da sacerdote. Quello era un prete cattolico, per Diana! Avrebbe dovuto sembrarle repellente, e così era stato fino ad allora, ma in quel momento le parve proprio un uomo da conoscere... da invitare a casa... a cui offrire una bella cioccolata calda di fronte al camino scoppiettante... a cui dare...

«Stasera giocherò a scacchi contro il Ministro Oscuro» Disse a gran voce il nuovo Don Lorenzo «Nella cattedrale, alle nove. Sarebbe fico se lei ci fosse, signora! So che qui il Ministro piace a un sacco di gente e pensavo di invitare i miei vicini...»

«Per Persefone!» esclamò la signora Gina «Contro il signor Ministro Oscuro? E come mai hai accettato?»

«Sono un ottimo giocatore di scacchi. La mia fama mi precede, immagino»

«Verrò a dare un'occhiata»
«Ci conto! E magari un incoraggiamento... quel Ministro è proprio un omone spaventoso, non credi?».

La signora Gina rise e salutò con la mano mentre il nuovo Don Lorenzo si allontanava, senza accorgersi che la salamandra sul suo cappellino si era rannicchiata e giaceva immobile, in preda a una gran paura.

Il Diavolo passò la mattinata tra la gente. Fu affabile, simpatico, seducente quanto necessario, gioco con i più piccoli, premuroso con i vecchi. In una sola mattinata, senza neppure sforzarsi troppo, fu capace di cancellare tutti gli strascichi della cattiva fama del prete.

La Cattedrale di MillennioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora