Arrivo dritta al punto e lo sento sospirare.

"Vedi tesoro... io... dovrò andare a lavorare fuori città. Ecco, ti ho portata qui perché... vivrai qui con il figlio del mio capo. Suo padre si è offerto di darti la sua protezione perché non ti volevo lasciare sola, quindi lui ti proteggerà qui e io andrò a lavorare da suo padre. Tu devi solo stare tranquilla e fare quello che vuoi..."

Inutile dire che sono sconvolta. Io dovrei stare qui a vivere con uno sconoscito per casa? No, assolutamente no.

"Cosa? Non ci penso proprio! Mi hai portata qui per rifarci una vita insieme e te ne vai! Io-"

Vengo interrotta dal suono del campanello. Incrocio lo sguardo di mio padre che mi guarda paralizzato.

"E' lui."

Lo sento sussurrare quelle due parole e prima che possa aggiungere altro mi catapulto verso la porta e la spalanco di scatto, trovandone fuori un ragazzo che mi guarda dalla testa ai piedi. Ma poi... poi incontro i suoi occhi. Quegli occhi.

JPOV

Sono appena arrivato fuori la mia villa, parcheggio la macchina nel vialetto e mi avvio all'entrata. Busso e dopo cinque secondi mi trovo davanti lei. E' stupenda, meglio delle foto. La guardo dall'alto in basso in tutta la sua perfezione. Quelle gambe snelle, i fianchi magri, la pancia piatta e la sua bellissima terza di seno. E' perfetta. Inoltre indossa un pantaloncino e una canotta che mettono in mostra quello che più amo di lei. Alzo di più lo sguardo passando per le sue labbra rosee, le guance arrossate e infine quei meravigliosi occhi azzurri, che in questo momento mi guardano confusi e incontrano, finalmente, i miei. Il suo sguardo però cambia, è scioccato... spaventato.

'Non mi dire che... se quel figlio di puttana le ha detto qualcosa su di me lo uccido!'

Serro la mascella al pensiero di quello stronzo che rovina tutti i miei piani e i miei pensieri si interrompono quando qualcuno apre di più la porta.

'Com'è che si dice? Parli del diavolo e spuntano le corna!'

Mark mi guarda con uno sguardo glaciale. Mi odia, ma non è colpa mia se si è cacciato nei guai, è stato lui con la sua incoscienza.

"Tesoro, questo è Justin"guarda sua figlia che è ancora intenta a guardarmi e le parla con un tono dolce. Tsk che coglione. "Justin, lei è mia figlia, Hope." questa volta invece mi guarda come se volesse uccidermi e si rivolge a me con voce fredda.

Faccio finta di niente e torno a guardare la mia amata Hope porgendole la mano con un sorriso stampato sulle labbra.

"Piacere, Justin."

'Dai fammi sentire la tua voce...'

Lei fa una smorfia incerta e avvicina titubante la sua mano alla mia.

"Io sono Hope."

La sua voce esce in un sussurro. E' magnifica, come tutto di lei d'altronde. Il mio sorriso si allarga di più se è possibile. Vorrei non lasciarla più, la sua mano è così morbida e piccola, riempie perfettamente la mia, quasi mi commuovo. Lei però allontana quasi subito la sua mano. Uff.

"Va bene Justin, entra."

Il guastafeste interrompe i nostri sguardi e si sposta per farmi entrare a casa mia. Questa situazione è così assurda. Arrivo sotto al lampadario e lo guardo aspettando che faccia qualcosa, che in questo caso sarebbe togliersi dai piedi e non tornare più. Sembra capire il mio sguardo perché guarda subito Hope e l'abbraccia. La vedo ricambiare l'abbraccio e la immagino stringere me tra le sue braccia delicate mentre mi sussurra parole dolci, mi dice che mi am-

"Ti voglio bene papà, mi mancherai."

Riapro gli occhi sentendo quelle parole e vedo la mia piccola piangere tra le braccia di Mark che le dice che le vuole bene anche lui.

'Quanto vorrei stringerla a me e asciugarle le lacrime...'

Vedo Mark prendere la valigia avvicinandosi alla porta e mi spunta un sorriso.

"Ciao amore, ciao Justin."

Ammetto che nel salutare me ha tolto molta della dolcezza che ha usato nel dire 'amore', ma non me ne importa niente perché mi ha lasciato con il mio di amore. Esce dalla porta andandosene per sempre dalla nostra vita e mi avvicino ad Hope. Le metto una mano sulla spalla e si gira di scatto. Ha gli occhi rossi e le lacrime sulle guance.

'Mi si stringe il cuore.'

"Hey, non piangere, se vuoi ti preparo la colazione!"

Le faccio un sorriso dolce, ma lei scuote la testa negando e inizia a salire le scale.

'Magari sta andando nella sua stanza...'
'Magari sta andando a farsi una doccia...'
'Magari dopo vorrà che la raggiungo...'
'Magari si vuole fare bella per me...'
'Magari dopo vorrà fare qualche gioco con me...'

Solo pensando queste cose sento movimento nei miei pantaloni...

'Sta tranquillo un po', dopo ci sarà da divertirsi...'

HPOV

Corro in fretta in camera mia e mi chiudo dentro strisciando contro la porta.

'E' lui...'

~NDA~
Dunque... è arrivato Justin.
E... beh lo saprete nel prossimo capitolo. :)

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