31. Power

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23 gennaio, mercoledì

"Butta via quella roba, lo hai già letto in camera," mormorò Draco quando Harry aprì il giornale accanto a lui, a colazione.

"Giusto, è l'abitudine," si scusò Harry, chiudendolo di nuovo.

Draco annuì e Harry lo guardò versarsi del succo di zucca. Alzò lo sguardo sulla Parkinson quando quella chiuse di scatto il giornale di fronte a lei.

"Ma non si sono rotti le palle di usare sempre la stessa notizia per la prima pagina? Sono giorni che non dicono altro, ma non succede mai niente nel mondo? Eppure avrei giurato ci fosse una guerra!"

"Lucius Malfoy è uno dei bracci destri del Signore Oscuro, Pans," disse Draco, alzando lo sguardo su di lei. "Ed è stato arrestato e spedito ad Azkaban, suo figlio non è più suo figlio e non si sa niente della moglie, cosa vuoi che accada ancora? Dovrebbero entrare i Mangiamorte a braccetto nella Sala Grande per rimpiazzare la prima pagina."

"Ehi, Malfoy!"

Harry ignorò con uno sbuffo la voce di Nott, e così fece Draco. La Parkinson e Zabini lo stavano guardando in una muta consapevolezza. Harry sapeva che Draco avesse detto ad entrambi che entro quel sabato tutto il Mondo Magico avrebbe saputo di lui e sua madre, ma che non potessero parlarne con altre persone. Però aveva permesso a Harry di dirlo a Ron e Hermione.

"Malfoy!"

"Ma non vi viene mai voglia di buttarlo nel Lago Nero?" domandò Harry in tono rilassato. In realtà era alterato, e non poco, ma l'unica persona che poteva saperlo sapeva di dover restare zitta al riguardo.

"Almeno due volte al giorno, generalmente appena lavati i denti," rispose Zabini in tono sarcastico.

"Malfoy!" esclamò di nuovo Nott.

"Sì, quando l'alito è fresco abbastanza da ucciderlo con dolcezza," propinò Draco con un ghigno, poi girò la testa. "Ehi Nott!"

Il ragazzo ghignò pensando chiaramente di averla avuta vinta, e aprì la bocca per parlare, quando Draco lo bruciò sul tempo. "Non c'è nessun diavolo di Malfoy in questa scuola –eppure si direbbe che dopo sette anni di educazione magica una pagina di giornale sia il minimo che dovresti riuscire a leggere!"

"È un onore essere chiamato col nome di tuo padre!" ribatté quello.

Draco ghignò, Harry lo sentì invaso dalla tranquillità improvvisamente, e si beò della sua calma piatta. Il ragazzo afferrò il calice. "Vedi, è qui che ti sbagli," disse, portandolo poi alle labbra e bevendone un sorso. Lo guardò di nuovo e lo tagliò con sguardo di ghiaccio da sotto la cortina delle ciglia, poi ridacchiò una sola volta. "Io non ho un padre."

Ci fu qualche secondo di silenzio interdetto da parte di Nott, poi Harry decise di smorzare l'atmosfera e afferrò Draco per il colletto della divisa scolastica, tirandoselo contro. "Però hai un ragazzo divino!" tubò mentre lo baciava a fior di labbra.

Draco ruotò gli occhi al cielo e ghignò contro di lui. "Al quale non serve una ragione in più per tirarsela," ridacchiò. "Dai andiamo."

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Ormai era una mezz'ora buona che si stavano allenando con gli Incanti Patronus. Secondo Harry, Remus aveva fatto benissimo ad alternare le lezioni in cui farli allenare a quelle in cui insegnava altro –anche perché la maggior parte di loro ci stava mettendo tanto tempo a produrre i Patroni necessari.

Finora, solo Hermione era riuscita a produrne uno che aveva comunicato con la classe, ma era riuscita a fargli dire solo un paio di sillabe, poi si era dissolto e lei era quasi caduta a terra.

Perceptio - DrarryWhere stories live. Discover now