che strano..

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"ti prego, ti scongiuro, non farlo" gridai prima di sentire una mano che mi tirava i capelli indietro, con il mio collo esposto.
ero bloccata contro una parete con le mani bloccate sopra la testa, ero legata.
"suvvia mia cara, non dirmi che non è quello che vuoi" disse la persona, era una voce familiare, ma non riuscivo proprio a capire chi fosse, era buio e non riuscivo a guardarla in faccia.
"non voglio morire" dissi a bassa voce e con le lacrime agli occhi, sentivo che mi scorrevano per le guance finendo poi per terra, bagnando leggermente il pavimento.
proprio in quel momento, ho sentito un coltello, o un qualcosa di simile, sfiorarmi il collo, la persona ride, era una risata inquietante, molto inquietante.
"non costringermi a farlo, sai che non lo voglio.." disse per dopo baciarmi delicatamente la clavicola.
non capivo quello che stava succedendo, non sapevo neanche come ci ero arrivata lì, io.. io volevo solo ritornare a casa.
"ti prego, lasciami andare!" cerco di liberarmi, ma la sua presa era troppo stretta, non ci riuscivo.
la persona si fermò e si avvicinò lentamente al mio orecchio.
"mi dispiace, ma l'hai voluto tu.." sussurrò prima di sentire un coltello affilato e molto spesso che entrava nel mio collo e scivolava giù, come quando si taglia un pezzo di bistecca.
mi sono alzata di scatto, sentivo la sveglia suonare quindi come tutti mi giro e la spengo.
ero scioccata, non sembrava per niente un sogno, pensavo veramente che quella fosse stata la mia fine.
mi guardai intorno era tutto apposto, ero seduta sul mio letto, accanto avevo il comodino con sopra la lampada, la sveglia e il mio telefono. davanti a me c'era la scrivania ed era sempre uguale a prima, un porta penne e un paio di collane che avevo buttato lì la sera prima. accanto c'era anche l'armadio semiaperto proprio come l'avevo lasciato prima di andare a dormire.
era tutto uguale, quindi era veramente un sogno e non ci credevo ancora. continuavo a riflettere , quando mi ricordai che oggi avevo scuola, alzo la testa e controllo che ore sono, ero in ritardo.
spalanco gli occhi e corro in cucina gridando e cercando mia madre però non sembrava esserci nessuna traccia di lei, ma comunque non ci avevo dato molto peso.
torno velocemente in camera mia, per prendere l'intimo e la divisa della scuola UA, ero di fretta quindi non ho rimesso a posto le cose.
sempre correndo sono andata in bagno, ho fatto scorrere l'acqua per farla scaldare mentre io mi toglievo i vestiti e li buttavo a lavare, prendendo anche gli asciugamani e l'accappatoio. chiudo il rubinetto e mi intrufolo velocemente nella doccia.
passati cinque minuti ero già asciugata e vestita.
vado in cucina dove c'era un biglietto che non avevo notato prima perche ero troppo di fretta.
"sono andata in Australia per il lavoro, ci rimarrò un bel po' la colazione è nel frigorifero e il pranzo anche, quando arrivi a casa da scuola chiamami, baci mamma"
che dolce che era mia madre, di sicuro più di mio padre che ci aveva abbandonate quando io avevo 3 anni.
apro il frigo e trovo una fetta di torta ma non avevo tempo per mangiarla quindi andai in camera mia per prendere chiavi e telefono. esco di casa chiudendo la porta a chiave.
correvo come una matta per i vicoli, in preda al panico, avendo paura di arrivare in ritardo.
arrivata all'entrata della scuola, mi sono fermata per prendere fiato, ma poi ricominciai a correre e finalmente entrai nella mia classe la 1A esausta e per fortuna, non c'era ancora il professore Aizawa, quindi ero stata abbastanza veloce. salutai tutti con un sorriso, che era stato ricambiato da praticamente tutti tranne bakugo che era sempre incazzato con me, anche se non gli avevo fatto niente.
guardando tutti, notai che mancava una persona, izuku. strano, lui di solito era sempre puntuale.

___________continua___________

𝚛𝚒𝚞𝚜𝚌𝚒𝚛𝚘̀ 𝚊 𝚏𝚊𝚛𝚖𝚒 𝚊𝚖𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚊 𝚝𝚎 // Villain DekuWhere stories live. Discover now