Jane Hudson

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Ogni giorno sempre a solita routine, alzati,lavati,scendi, prendi le medicine,fai colazione,vai dallo psicologo,pranzi,fai le attività ricreative,ceni,prendi altre medicine e vai a dormire. Ormai faccio queste cose da 2 anni. Oggi essendo il 15 Settembre c'è il rinnovo dell'iscrizione per le attività ricreative, non ho voglia di fare nulla, ma sono obbligata quindi farò una cosa semplice il corso di lettura. ''Allora Jane,come ti senti oggi?'' La solita e inutile domanda che mi fa sempre il dottor Brown,il mio psicologo, ''Come posso stare secondo lei? Sono 2 anni che sto in questo manicomio del cavolo'' vengo interrotta ''non è un manicomio ma un centro per la prevenzione del suicidio'', sbuffo e riprendo il mio discorso con più calma '' Sto male. Sono 2 anni che non ricevo visite dai miei genitori e soprattutto mi manca mio fratello'' Dico guardando il pavimento. ''Beh ma ieri è venuto quel ragazzo, vuoi parlarmi di lui?'', ''Mattia...è solo un amico, cioè è come se fosse un fratello per me, ci conosciamo da quando siamo piccoli'' dico sentendo le lacrime rigarmi le guance, ''invece vuoi riparlarmi di Alejandro?'' decido di non rispondere ''abbiamo finito?'' dico io qualche minuto dopo senza distogliere lo sguardo dal pavimento. Sento il dottor Brown sbuffare ''si, puoi andare, ma sappi che se continui a non farti aiutare rimarrai qui per tutta la vita'' io esco dall'ufficio e corro nella mia camera. Guardo una foto di me e Mattia, lui mi è sempre stato affianco ed è stato l'unico ad accorgersi che qualcosa non andava. ''Invece vuoi parlarmi di Alejandro?'' quella frase mi rimbombava nella testa, forse dovrei parlare di lui con il signor Brown.

Ti prego non spezzarmi il cuore//Alejandro RosarioWhere stories live. Discover now