You are the queen of everything, far as the eye can see

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TRAMA: Quattro volte che Isabelle invita Simon a uscire, di ritorno da Idris. E una volta in cui lo fa Simon.

Disclaimer: tutti i personaggi e i soggetti sono di proprietà di Cassandra Clare. Questo è un lavoro di pure fanzine e riferimenti a fatti o persone reali sono puramente casuali.

Quando Izzy l'aveva chiamato, Simon aveva supposto che qualcosa di tremendo fosse successo a Clary durante l'allenamento da Shadowhunter. La sua migliore amica aveva deciso di abbandonare la scuola per seguire le orme delle sue vere origini e, ormai, passava tutto il suo tempo a fare piroette e migliorare la sua velocità e flessibilità saltando da travi a dieci metri da terra. Se non fosse che Clary avesse fatto cose incredibili negli ultimi mesi, da quando sua madre era stata rapita e la verità sul passato della ragazza rivelata, Simon sarebbe stato un tantino preoccupato per lei. Ma dopo aver parlato con un vero angelo e aver ucciso il padre, dopo che lo aveva salvato da una (seconda) morte certa e aveva permesso una certa alleanza tra due popoli divisi, Simon era sicuro che Clary Fray (o Morgenstern o Fairchild) potesse fare qualunque cosa si mettesse in testa.

Simon stava cercando di nascondere un mini-frigo pieno di bottiglie di sangue animale, quando il telefono aveva cominciato a squillare. Erano le tre del pomeriggio e lui, se fosse stato ancora umano, a quel punto avrebbe iniziato a sudare e respirare affannosamente. In realtà, se non fosse stato un vampiro, non sarebbe mai riuscito a sollevare quel mini-frigo da solo. O non avrebbe avuto bisogno di un frigo per nascondere le scorte di sangue –

«Okay, non è il tempo di pensare a tutti i sé di questa storia. Cerchiamo di –» Lo squillare del suo telefono lo aveva interrotto. Tenendo il mini-frigo con un braccio solo (era stupefatto dalla forza che aveva acquistato con trasformazione), si tastò le tasche posteriori alla ricerca del telefono e se lo portò all'orecchio senza controllare chi lo stesse chiamando. «Pronto? Clary, sei tu? Arrivo tra poco» rispose alla chiamata, sospettando di essere in ritardo per il suo appuntamento con la ragazza, per riaccompagnarla a casa dal suo allenamento.

«Non sono Clary» disse la voce dall'altro lato della linea. Simon la riconobbe in un istante. «Scusa, ma non controlli il telefono prima di rispondere?» domandò, spazientita la ragazza.

Simon sapeva che a Izzy piacesse Clary, come persona, ma era ancora infastidita dalla sua presenza, perché le piaceva avere l'attenzione su di sé. Aveva sempre pensato che quel tipo di ragazze non si sarebbero mai interessate a lui.

«Sono nel mezzo di una missione segreta stile 007, non ho avuto proprio il tempo per farlo» le rispose, un po' a tono, un po' scherzando. Le piaceva quando Isabelle non era informata sul mondo mondano, lo faceva sentire un po' più sveglio e, poi, aveva sempre un'adorabile espressione e tono confuso quando chiedeva spiegazioni al riguardo, infastidita del fatto che non sapesse qualcosa.

«Hai bisogno di una mano?» domandò Izzy, stupendolo. C'era un qualcosa nella sua voce, come un'ansia, un'aspettativa e un pizzico di paura che Simon non le aveva mai sentito prima.

«No, grazie» rispose, improvvisamente molto interessato al motivo della chiamata e leggermente spaventato da quella che sarebbe potuta essere la reazione di sua madre a vedere Isabelle arrivare, coperta di tatuaggi-rune e con tacco quindici. «C'è un motivo particolare per cui mi hai chiamato? Clary sta bene? È successo qualcosa?» chiese con urgenza, immaginandosi terribili scenari in testa. Il marchio di Caino iniziò a pizzicare, come faceva spesso, quando provava una forte emozione.

«Tutto – tutto a posto, Simon» rispose Isabelle. Fece un respiro profondo e rimase in silenzio qualche secondo. «Mi chiedevo cosa facessi questa sera» aggiunse, parlando piano.

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