Changes

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La vita di un adolescente non era semplice, lo dicevano tutti in tv, dai psicologi e anche a scuola. Potevo dire di non pensarla allo stesso modo di tutte quelle persone di una certa età che volevano aver ragione solo perché i loro capelli non avevano più il colore di un tempo e le rughe facevano capolino su un viso che ormai stava sfiorendo. Ne sentivo tante tutti i giorni in tv, sui giornali e soprattutto a scuola, noi eravamo semplicemente una specie di extraterrestri sbarcata sulla terra a rovinare la vita agli adulti.

Io? Io invece ero una normalissima adolescente che cercava di affrontare la vita in modo diverso dai suoi coetanei. Odiavo l'idea di piangere perché non avevo un ragazzo o perché avevo un brutto voto in matematica -cosa del tutto normale visto che mi sembrava arabo- le trovavo motivazioni insensate, ma credetemi, per la maggior parte delle ragazze che conoscevo lo era. Non mi rifuggiavo neanche nella droga o nell'alcool, dato che più che rovinarmi i neuroni o uccidermi il fegato non potevano fare nulla. Diciamo che rispetto a tutti i ragazzi della mia età ero un marziano, visto il fatto che preferivo un buon libro, un film, una serie tv o una pizza con gli amici alla discoteca e allo sballo più totale. Avendo un padre medico, ne avevo sentite di tutti i colori attraverso i miei anni di vita, ed alcune credetemi erano davvero esilaranti.

La sveglia suonò in anticipo e io mi svegliai in ritardo, come sempre, era una lotta che si teneva per ben nove mesi l'anno, tanto che nessuno dei due si preoccupava dell'esistenza dell'altro. Mi preparai il più velocemente possibile cercando di non combinare guai, dato che era la cosa migliore che mi riusciva ogni volta che ero di fretta. Non mi truccai, il primo motivo era che non volevo arrivare in ritardo già il primo giorno dopo le vacanze e il secondo è perchè non ero un genio con il make up, quindi quando potevo evitare risparmiavo di iniziare già la giornata lanciando oggetti.

Quella mattina era iniziata male come tutte le altre, ritornare a scuola dopo le vacanze natalizie risultava davvero difficile, non solo per me, ma per la maggior parte di alunni e professori, non potevano dire che solo noi ci lamentavano o facevamo il conto alla rovescia per ogni festa, anche loro sotto sotto speravano nelle vacanze per allontanarsi da quel manicomio. Ne era stata una dimostrazione la nostra prof di Fisica l'anno precedente che segnava con una croce rossa tutti i giorni che passavano.

Entrai nel carcere che mi avrebbe ospitata per le cinque ore seguenti come al solito con addosso gli occhi di tutti quelli che facevano da sentinella per la classe, ormai mi ero abituata ad avere le "attenzioni" di tutti. Iniziava una nuova giornata, forse una delle peggiori, sapevamo da settimane che dopo le vacanze natalizie sarebbe arrivato un nuovo professore di italiano. Potevo ritenerla la mia materia preferita, adoravo leggere, scrivere, poter esprimere le mie opinioni ed interagire nel modo corretto con tutti. Avevo iniziato ad apprezzare quella materia più o meno da quando avevo scoperto che, come la musica, leggere e scrivere mi rilassava.

Ormai ero seduta al mio banco da un quarto d'ora, più o meno dal suono della campanella. Avevano descritto il supplente come vecchio, severo e antipatico. Iniziamo bene, pensai mentre cercavo di origliare le chiacchiere dei compagni del banco retrostante al mio.

Mi girai per osservare chi era presente e chi no, notando così che era assente il mio "amico" e compagno di banco Alessandro, ma per tutti Alex, non lo ritenevo un amico; era troppo stupido ed immaturo per poterci parlare, ma rendeva -a volte- meno pesanti i minuti tra un'ora e l'altra. Non sopportavo stare da sola nel banco, avevo sempre bisogno di qualcuno con cui scambiare due parole e soprattutto commentare tutto ciò che avveniva. Proprio mentre pensavo a come distrarmi per tutta quella lunga mattinata, un ragazzino minuto con i cappelli spettinati entrò come un razzo dalla porta e prese posto al mio fianco. « Hei, mi sono perso qualcosa? »

« Intendi qualcosa di sconvolgente, no, mi dispiace.... o forse si!? Hai visto la nuova bidella? Sarà più simpatica o più antipatica di quella dell'anno scorso? » Domandai curiosa.

« Lo scopriremo nelle prossime puntate.» Alla sua risposta ridemmo insieme mentre tutta la classe si zittiva.

Ed ecco il silenzio tanto atteso, era arrivata la persona che mi avrebbe fatto odiare per il resto della mia vita le materie letterarie. Girai il capo mentre mi alzavo in segno di saluto e rimasi sorpresa, la descriziore era totalmente sbagliata.

Ricordati Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora