5. Prescelto

48 8 11
                                    

Correndo verso l'uomo, lo spinse facendolo sobbalzare all'indietro senza cadere e strappandogli il guinzaglio dalle mani.

"SEI UN FOLLE!!!", esclamò Kobi rivolgendosi con rabbia e sguardo di sfida verso il tipo, separandolo dall'animale accasciato a terra.

"Te la prendi con questa povera creatura soltanto perché non fa ciò che dici? Tu e tanti altri credete di essere i padroni indiscussi degli animali, di poterli comandare a piacimento e quando non eseguono i vostri stupidi ordini li pestate a sangue", continuò severo il ragazzo.

"E tu chi saresti smidollato? C'è un nuovo paladino della giustizia a Midori e non ne sapevo nulla?", rispose l'individuo sarcastico. Aveva un aspetto un po' trasandato, con una barba poco curata ed indossava una canottiera sporca con delle macchie di alcool. "Levati subito di torno ragazzino se non vuoi che ti riempia di calci come quell'inutile cane. Lui deve fare tutto ciò che gli ordino. Se gli dico di portarmi le pantofole, lui me le porta. Se gli dico di star zitto, lui sta zitto. E se gli dico che deve sbrigarsi a fare i suoi bisogni, lui li fa. Io sono il padrone e lui è solo un cane che deve obbedire. Se non fosse stato per quella svitata di mia moglie e delle sue idee strambe, l'avrei lasciato marcire per strada".

Kobi stringeva forte i pugni, mentre l'intensità della pioggia aumentava ed il vento soffiava più forte scompigliando i suoi capelli bagnati. Dagli occhi scendevano delle lacrime, era difficile comprendere se fossero per via dell'incessante pioggia o se stesse piangendo per il dolore che provava nell'assistere a quello scempio.

"A causa di persone spregevoli come te gli animali subiscono continui maltrattamenti. Loro non hanno nulla in meno rispetto a noi umani. Sono creature che hanno un cuore, hanno dei sentimenti e, anche se non sono in grado di parlare, sono estremamente intelligenti. Come puoi avere questa sciocca considerazione? Tra un uomo e un cane, o qualsiasi altra creatura, non può esistere un rapporto di sottomissione, non può esistere un padrone, ma solamente un rapporto di amicizia, amore e fratellanza", affermò deciso Kobi e rivolgendo lo sguardo verso il cane continuò: "Gli hai fatto del male e lui non può far nulla per difendersi, ti sembra giusto? E se tutto questo venisse fatto a te o ad una persona a te cara?".

Il povero animaletto, intanto, giaceva impaurito e dolorante sul suolo e l'uomo, che lo aveva pestato duramente, lo osservava con un largo sorriso che esprimeva soddisfazione e senso di dominazione.

"Tu hai letto troppe storielle ragazzino", rispose l'uomo che iniziava ad infastidirsi. "Non ho alcuna intenzione di perdere altro tempo con te smidollato. Spostati immediatamente e torna a scuola dai tuoi amichetti o te le suonerò di santa ragione", continuò notando l'ormai fradicia uniforme scolastica di Kobi.

"Avanti allora, vediamo che sai fare lurido ubriacone da quattro soldi. Mi domando se sei capace di prendertela soltanto con gli animali indifesi o hai attributi a sufficienza per farti sotto?!?", lo sfidò il ragazzo impavido.

L'uomo, che ormai aveva perso la pazienza, si scagliò contro Kobi tirandogli un pugno violento sul volto e facendolo cadere addosso al cane. Quando capì che non si sarebbe fermato, si apprestò a riparare la creatura con il suo corpo dai ripetuti calci che il furfante aveva ripreso a tirare. Non gli interessava quanti lividi si sarebbe ritrovato, voleva soltanto proteggere l'animale con tutto se stesso.

"Tu... tu... me la pagherai per il male che gli hai fatto!", sussurrò Kobi ad occhi chiusi e stringendo i denti, ormai colmo di disprezzo.

A quel punto, nel tumulto della tempesta, tra la pioggia ed il vento che soffiava, un fulmine di colore rosso elettrico cadde dal cielo colpendo il ragazzo, mentre in un lampo si intravide una sagoma oscura che rapidamente si dileguò. La forza della saetta spazzò via l'uomo da Kobi,  mentre il terreno circostante si era bruciacchiato ed una coltre di fumo si alzò in quell'area. L'individuo, palesemente frastornato per la collisione, rimase meravigliato per quanto accaduto e, guardando verso l'alta nube che si era formata, affermò compiaciuto:

"Beh, povero ingenuo, ucciso da un fulmine. Che brutta fine. Se si fosse fatto gli affari suoi adesso sarebbe ancora vivo. Ecco cosa accade quando non resti al tuo posto. Adesso va' e fai le tue stupide morali all'altro mondo".

Si voltò, senza aver premura di chiamare i soccorsi. Temeva di essere visto lì da qualcuno e di dover dare spiegazioni circa l'accaduto. Non gli importava nulla né del ragazzo né della creatura che aveva pestato senza scrupoli. Mentre si avviava verso il ritorno, indolenzito per l'urto subito, avvertì dei passi provenienti dal punto di impatto, seguiti da una voce ferma:

"Non così in fretta, vigliacco!".

Dal manto di fumo che si stava dissolvendo per il vento che tirava, l'uomo riuscì a scrutare due sagome che divenivano man mano più evidenti. Da un lato vi era il Lupo Cecoslovacco, perfettamente in piedi ed in salute. Aveva le orecchie allungate così come la sua coda ed una maggiore stazza corporea rispetto a poco prima. Il suo pelo era diventato color ghiaccio ed era formato da numerosi aculei pronunciati. I segni dei calci subiti erano del tutto svaniti, sembrava quasi tutt'altra creatura. Le iridi dei suoi occhi erano diventate rosse e la forma delle pupille era più schiacciata come quelle di un felino. L'aria intorno alla zona era diventata fredda, non sembrava più di essere in primavera e la fioritura degli alberi di ciliegio appariva come fuori stagione. Accanto alla creatura vi era Kobi, avvolto da un caldo bagliore rosso vermiglio ed accompagnato da alcuni residui di scariche elettriche del fulmine. Anch'egli non presentava più alcun segno di violenza sul corpo. La sua seifuku era rovinata e del tutto bruciata intorno all'ormai scoperto braccio destro che presentava delle strisce tigrate di colore nero. I suoi occhi, come quelli del cane-lupo, avevano le iridi di colore rosso, quasi come se esprimessero la rabbia che provava. Sembrava posseduto da una misteriosa forza. Rivolse uno sguardo di sfida verso il furfante che, incredulo per l'inverosimile scena a cui stava assistendo, affermò impaurito:

"C...Cosa diamine sta succedendo? C...Chi sei tu?".

Non aveva la benché minima idea di chi avesse di fronte. Era Koibito Sosaku: IL PRESCELTO!

RISVEGLIOWhere stories live. Discover now