60. Innamorato della vita

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"Non vorrei interrompere il momento strappalacrime ma i tuoi genitori sono appena tornati a casa." Sbotta Kevin facendomi sussultare.
Ogni briciola di felicità che c'era all'interno del mio corpo scivola via, lasciando al suo posto una forte ansia.
"È ora." Proclama Logan lasciandomi un'altra pacca sulla spalla.
"Scrivici quando finisci." Si raccomanda invece Kevin.
Entrambi percorrono poi il corridoio arrivando fino alle scale e scendendole.

Probabilmente incontrano i miei genitori perché sento sin da qua mio padre schiamazzare ad una stupida battuta di Logan sul suo completo lavorativo.
Quel ragazzo ha un talento davvero particolare: riesce ad ammaliare qualunque genitore in circolazione, non che con le ragazze sia molto diverso.
Addison è stata davvero una sorpresa, per quanto Logan possa sembrare estroverso ho sempre sospettato che nessuno lo conoscesse davvero, sin da piccolo lascia trapelare da se stesso ciò che vuole, caratteristica che si è amplificata dopo la morta di sua madre.
Con Addison però sembra diverso, come se le avesse completamente donato il cuore e le emozioni.
Se non è amore questo non so quale altro possa essere.

"Alex, tesoro, quando la smetterai di usare questa casa come un albergo? Va bene invitare i tuoi amici, ma almeno se cucinate qualcosa poi dovete pulire. Il ripiano della cucina è intriso di un liquido giallastro con un odore nauseante." Mi intercetta subito mia madre interrompendo i miei pensieri e lasciandomi un dolce bacio sulla fronte.
Sento mio padre ridacchiare alle sue spalle e sorrido.
"Scusa mamma, dopo pulisco." Rispondo facendole alzare gli occhi al cielo.

"Chissà perchè questa frase non mi è nuova, lo dici sempre e alla fine non te ne occupi mai." Borbotta piegandosi per sfilarsi le scarpe con il tacco dai piedi.
Quei così devono essere super scomodi.
"Sempre meglio di papà, lui nemmeno dice 'dopo'." Mi prendo gioco di mio padre facendolo assumere un'aria offesa.
"Come osi? Non mettermi in mezzo, io sono il padre." Replica lui.
Il rapporto tra me e i miei genitori è sempre stato ottimo, poca presenza a parte.

Gli voglio un bene dell'anima e si sono sempre fatti il culo per me, in più hanno una mentalità davvero molto aperta, lo dimostra il fatto che mia madre mi ha beccato in bagno a farmi una sega quando avevo tredici anni e ha tirato nuovamente fuori l'argomento la sera stessa a cena davanti ad una pizza.
Mio padre sputò l'acqua che stava bevendo e mi prese per il culo per i mesi seguenti, ancora oggi certe volte si lascia andare in qualche battuta.

"Io sono più bravo a hockey." Mi vanto inarcando un sopracciglio.
"Io sono più bravo a basket." Replica.
"Io corro più veloce."
"Io so stare più tempo appeso alla sbarra."
"Grazie al cazzo, sei alto la metà di me." Mi lamento facendo ridere mia madre.
"Un giorno smetterete mai di fare la battaglia all'uomo più macho?" Domanda sempre lei già conscia della risposta che arriva qualche secondo dopo con un sonoro no.

"Uomini." Proclama prima di sospirare e avviarsi verso la loro stanza.
"Mamma." La richiamo facendola bloccare con la mano stretta intorno alla maniglia.
"Dimmi tesoro."
"Potete venire in camera mia?" Sussurro facendo un cenno con la testa verso la porta alle mie spalle.

Entrambi rimangono spaesati e si scambiano un'occhiata confusa.
"Perché dovremmo venire in camera tua? Tutto ok? Oddio, ma sbaglio o sei pallido?" Si allarma subito lasciando la maniglia e riavvicinandosi a me.
"Vincent? Credo che Alex sia pallido."
Strilla poi chiamando mio padre.
"Calmati Claire, sei troppo apprensiva."
Mugugna lui.

"Sto bene, vorrei solo parlarvi un attimo se possibile." Chiedo trattenendo il respiro finché entrambi non annuiscono incerti.
Entriamo tutti nella stanza e gli faccio cenno di sedersi sul mio letto.
Gli occhi verdi di mia madre mi squadrano preoccupati e a me sembra di non riuscire a respirare.
"Non ce la posso fare." Piagnucolo voltandomi verso il muro per sfuggire ai loro occhi.
"Alex cosa succede?" Domanda mio padre razionalmente.
Stringo i pugni e apro la bocca, non riuscendo però a pronunciare niente.
"È successo qualcosa a scuola? L'ultima volta che avevo controllato i tuoi voti erano ottimi." Chiede ancora mio padre.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now