Capitolo 18

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"Adrian." mormoro, sono ancora tra le sue braccia al caldo.

"Umh?" dice assonnato.

"Dobbiamo organizzare meglio il piano per andare da qui" affermo abbastanza sicura. Apre gli occhi sorpreso. "La maniera in qui l'hai detto era strana... Poco convincente. Non siamo in un film che tengono le mappe." Affermo pensierosa. Sembra stranito da questa mia affermazione."Voglio godermi la vita, sono un adolescente non posso passare la vita tra queste mura"

Vedo del incertezza nel suo sguardo, ma poi annuisce. "Appena saremo usciti da qui ti farò capire cosa significa godersi la vita." Afferma con un gran sorriso. Mi irrigidisco pensando di aver sbagliato a chiederglielo, non ho nemmeno un posto in qui vivere... "Che c'è?" chiede.

Ogni volta che mi parla non mi guarda mai dritto negli occhi, tranne al inizio che mi stava per far male. Ho sempre pensato che chi non ti guarda mentre parla ha qualcosa da nascondere. "Nulla, penso solo sia impossibile uscire da qui." affermo cercando di trovare rimedio alle mie parole.

"Nulla è impossibile, a uscire da qui ci penso io, ma tu mi segui." Dice con un piccolo sorriso.

"Perché faresti questo per me?" chiedo. Mi sorride e i suoi occhi neri incontrano i miei, direi che ho un mix di emozioni, il cuore batte forte.

"Tu sei innocente Alexa." dopo questa affermazione il mio corpo cede, io non sono innocente, io ho ucciso mio padre. Mi stringo a me e lo guardo. "Ascoltami..."

"No Adrian io non sono innocente, smettila di ripeterlo." le lacrime si fanno spazio. "Io ho ucciso mio padre" affermo. Riesco solo a far uscire le lacrime puntando gli occhi su di lui.

Si avvicina e mi abbraccia dandomi dei piccoli baci sui capelli. Stiamo così finché non mi calmo, mi stringe sempre di più. "Perché l'hai fatto?" sembra arrabbiato e tranquillo al tempo stesso.

"H-Ha ucciso mia madre." affermo stringendomi a lui.

"Capisco" mormora. "Chi l'avrebbe mai detto una piccola essere come te arrivasse a tanto?!" mi guarda con un sorriso. "Fidati di me tu sei innocente Alexa, non sei stata tu ad uccidere tuo padre."

Assottiglio lo sguardo. "Tu l'hai fatto presa dal momento per aiutare tua madre."

"Lei era morta ormai..." continuo.

Mi abbraccia dandomi solo dei piccoli baci e stringendomi al petto. Riesco a calmarmi tra le sue braccia, e dalla stanchezza delle lacrime mi addormento.

Mi sveglio con un mal di testa e noto Adrian addormentato al mio fianco. Ultimamente stiamo troppo vicini fisicamente, non volevo fidarmi, ma l'ho fatto, e lui non mi ha giudicata...

"Dormi." Mormora. Mi alzo dal letto esausta, è un periodo bruttissimo. Apre gli occhi, mi appoggio al muro, non sono il tipo di molte parole, anzi.

"Alexa" quando sento il mio nome pronunciato dalle sue labbra mi viene la pelle d'oca, ha una voce molto profonda. "Scusa" rimango confusa da questa sua affermazione, mentre lui sembra molto a disagio.

"Per cosa?" chiedo stranita.

"Stavi passando un brutto momento, onestamente non me lo aspettavo, e volevo farti del male all'inizio." sembra sincero. "In fin dei conti sei solo una ragazzina e stai passando tutto questo."

"Grazie." gli sorrido, nonostante la frase ragazzina non sia molto adatta, mi fanno molto piacere le sue parole .

Mi sorride a sua volta facendo battere ancora più forte il mio cuore. Mi siedo vicino a lui, non perde tempo a stringermi tra le sue braccia.

" Quando usciremo da qui ti farò stare davvero bene." sorrido a questa sua affermazione.

"Alexandera?!" chiama il poliziotti dai occhi grigi. "Vieni con me."

Mi incammino lungo il corridoio. Per poi sedermi e guardare il poliziotto.

"Abbiamo fatto degli accertamenti, appropozito il suo arresto." mi guarda poi comtinua. "Suo padre non è morto... E ha confessato che è stato lui ad aver ucciso tua madre." Mi guarda.

"Come sarebbe a dire vivo?" chiedo tenendo la calma.

"Beh si dopo l'accaduto è arrivata la polizia, e ti abbiamo portato via, abbiamo mandato suo padre in ospedale e c'è l'ha fatta."

Annuisco contenta, è vivo.

"Stiamo facendo i documenti, per farla uscire." Non so dove andare ma non importa finalmente sarò libera. "Ti chiameremo noi appena sarà tutto pronto." Annuisco ancora contenta.

Mi trovo di nuovo nella mia cella, Adrian mi abbraccia molto contento. E la cosa che mi ha sorpreso di più e che anche adrian esce tra un mese.

Non mi piace questa nostra vicinanza se si può dire, ma in questo brutto momento, mi ha aiutato molto. Posso dire di avere un sorriso sincero soprattutto ora che so che mio padre e vivo.

SPAZIO AUTORE

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 03, 2021 ⏰

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