Capitolo 4

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Mi sveglio con ancora il mal di testa, non si sente nessuna voce tranne che qualche lamento e le persone russare. Stringo gli occhi come per abiutuarmi al buio,e riuscire a vedere qualcosa.

"Buongiorno bell'addormentata" sento una voce, guardo nell'altra cella e vedo sempre lui, nonostante i lamenti per il dolore, riesce a trovare la forza di parlarmi. Sbuffo cercando di non farmi sentire,ma purtroppo lui lo sente e mi guarda di traverso.
"Hai fame?" Chiede dopo un po' di silenzio, lo guardo solo, so che si prenderà gioco di me. "Se me lo dici domani ti porto da mangiare, e non far finta di essere muta." Lo guardo mentre lui sembra spazientito. "Ho capito usi quella boccuccia per altro." dice dandosi la risposta da solo.

"Non sempre le persone sono uguali." Mormoro per farmi sentire solo da lui.

"In che senso?" Guardo nonostante il buio il modo in qui alza il sopracciglio confuso. Non parlo lo guardo con un ghigno, mi piace renderlo confuso, so che starà a pensare tutta la notte a questa mia frase senza senso.

"Notte" mormoro sdraiandomi di nuovo, mi tengo la pancia con la mano, ho una fame incredibile.

"Sai questo tuo atteggiamento mi fa capire che entro domani ti farò mia, senza aspettare la tua morte. Sognami." Dice per farsi sentire e poi sento che si lamenta per trovare la posizione giusta.

"Finché saremo qui dentro non mi toccherà." Penso, ma mi accorgo di averlo detto a voce alta.

"Quindi è quello che credi? Che quei bastardi ti salveranno?!" Scoppia in una fragorosa risata. "Sai a volte l'importante è crederci, notte." Mormora, senza lasciarmi il tempo di rispondere, sento che si è addormentato pure lui.

Mi alzo e cammino per la piccola stanza, non voglio che questo lurido bastardo mi tocchi. Devo pensare a un modo per andare lontano dalla sua cella. Sta diventando il mio incubo, grazie ai psicologhi ho superato più o meno la facenda di mio padre, ora mi ritrovo con un uomo che vuole violentarmi e uccidermi. Mi passo una mano tra i capelli mentre mi sdraio di nuovo, stringo il cuscino a me mentre delle lacrime amare accompagnate dai singhiozzi riempiono la stanza, dalla stanchezza mi addormento.

"Si svegli signorina." Sento qualcosa di freddo toccare la mia gamba. "È ora della doccia." Sbatte il bastone di gomma sul letto, mi rigiro un po' assonata e lui senza mezzi termini mi tira i capelli, grido dal dolore cercando di liberarmi.

"Ti prego lasciami." Lo supplico. Mi butta per terra e mi guarda.

"Muoviti alzati da lì." Borbotta, i suoi occhi non fanno capire nemmeno un po' di dolcezza, sono vuoti.

"Io non riesco ad alzarmi, mi fa ancora male la testa e non riesco a stare in piedi." Invento la prima scusa per non andare in quel bagno, rischiando così di essere violentata. Mi guarda un po' e poi sospira, senza dire nulla esce dalla cella e io mi sento davvero libera finalmente. Mi alzo e mi siedo sul letto, sorrido pensando di essermela cavata stavolta, ma non so se ci riuscirò la prossima. Sento un applauso e mi giro per guardare, i miei occhi incontrano quelli del ragazzo. Il mio respiro si fa pesante mentre lo guardo in piedi, anche se pieno di lividi ha la forza di rimanere in piedi.

"Chissà come avevo fatto a prevedere tutto." Mormora con un ghigno. "Sapevo che saresti rimasta lì usando quella scusa, e guarda ho fatto lo stesso, sono furbo non credi?" Dice facendo una risata da pazzo, mi spavento e mi appoggio al muro, nonostante siamo in celle diverse, ho paura, come se mi avesse letto nel pensiero, ha fatto tutto calcolando, e sempre un passo avanti e questa cosa mi spaventa.

Fa uscire da sotto il letto un mazzo di chiavi. "Chissà a cosa servono questi?! Vediamo se indovini" mormora guardandomi divertito, mentre io lo guardo terrorizzata.

"Ti prego non farmi del male." Dico in un lieve sussurro.

"È colpa tua, se quel giorno avessi obbedito e saresti rimasta zitta, sarebbe stato molto meglio per te." Dice guardandomi serio.

"Io avevo paura." Mormoro cercando di fargli almeno un po' pena, ma non si smuove, anzi si alza e apre la porta della sua cella, si avvicina alla mia, mentre le lacrime si fanno sempre più frequenti, lo guardo mentre gira la chiave sulla porta della mia cella. "Ti prego ti scongiuro non farmi del male." Dico singhiozzando. Si avvicina a me è mette le mani ai lati della mia testa.

Spazio me

Ciao a tutti, avete superato l'anno scolastico? Dove trascorrerete/avete trascorso le vacanze? Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, come sempre scusate gli errori grammaticali.

La seduzione del criminale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora