Sunrise - I

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N/A: io non possiedo nessuno dei personaggi di Vis a Vis. Sono solo proprietaria di alcune mie oc. Detto questo spero che vi piaccia la mia storia ;)

Il dolore non arrivò mai. Riaprii gli occhi.

Ero nella mia camera.

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Ero nella mia camera, il mio cure che batteva all'impazzata, gocce di sudore che cadevano dalla mia fronte sulla superficie della coperta del mio letto, ormai tutto scalzato.

Mi guardai attorno e subito dopo controllai i miei polsi. Erano sciolti, liberi, niente che li teneva legati e ravvicinati l'uno all'altro.

Girai la testa verso il mio comodino accanto al letto per controllare l'ora sulla mia sveglia.

3:00 am.

Portai le gambe al bordo del letto e mi misi in posizione seduta, il mio sguardo puntato sul pavimento, e il mio respiro che poco a poco da affannoso ritornava ad un ritmo normale.

Coprii il volto con le mani "Cazzo" sussurai. Riportai le mani ai lati del mio busto per poi darmi una leggera spinta e alzarmi dal letto.

Andai verso il bagno di fronte alla mia camera e mi bagnai il viso, mi guardai allo specchio e quello che vidid era un volto stanco. Non era la prima volta che facevo questo sogno brutto, ma ogni volta che lo facevo, lo percepivo come nuovo.

Io in un posto buio con delle manette e circondata da sbarre... E poi la ragazza. La ragazza era la cosa più spaventosa che io abbia mai sognato, e quello che aveva sussurrato? Nel sogno ero talmente catturata dalla paura che ogni singola volta non capivo niente di quello che diceva.

Tornai in camera mia e mi diressi verso l'armadio, aprii la prima anta e le luci installate sul fondo di esso si accesero. Così da illuminare i miei vestiti, presi un paio di pantaloni sportivi neri e una felpa blu profondo. Mi cambiai dal pigiama indossando quelli che avevo appena tirato fuori.

Appena fatto mi diressi vero le scale che portavano al piano terra. Passi davanti alla camera di mio fratello, la porta era accostata così decisi di entrare. La camera era vuota come al solito. Da quando mio fratello era morto la camera era rimasta come l'aveva lasciata prima di andare all'ospedale.

Riuscii dalla camera, scesi le scale facendo il più piano possibile, ma ovviamente gli scricchiolii del legno non si potevano evitare.

Mi fermai alla porta d'ingresso, misi le scarpe da ginnastica e presi le chiavi di casa.

Uscii dalla porta e la richiusi alle mie spalle, detti le mandate, e da lì iniziai a correre giù per tutta la strada su cui si affacciava casa mia.

Ritornai verso l'alba.

Prima di tornare in camera mia andai in bagno per lavarmi. Era ancora presto si, ma usualmente, le notti che non avevo sogni brutti comunque mi alzavo verso le 5:30am, per per prepararmi per andare a scuola.

Neanche a dire che abitassi lontano...

Però una cosa è certa, che mi piaceva essere la prima ad arrivare lì. Non saprei dire, ma stare lì la mattina presto da sola, mi dava un senso di tranquillità e pace, che niente altro poteva farmi provare. E soprattutto mi preparava alla giornata che avrei dovuto affrontare.

Uscita dalla doccia mi vestii, mi truccai per nascondere la stanchezza presente sul mio viso e poi mi feci strada giù in salotto.

Erano le 6:00am.

Trovai mio padre già a lavorare ai fornelli in pigiama. Anche lui era una persona mattiniera. "Buongiorno papà"

Alzò lo sguardo da quello che stava cucinando "Buongiorno Macarena" mi salutò.

"Come hai dormito?" chiesi io.

"Si si bene, te?" girò l'omelette nella padella.

"Mah... Ho avuto nottate migliori" risposi, non nascondendogli di avere avuto l'ennesimo sogno brutto.

"Hai di nuovo sognato la ragazza scorpione?"

"Si" fu la mia risposta, molto semplice. Scrollai le spalle "Ma non importa... Ora l'unica cosa a cui voglio pensare è mangiare e poi la scuola."

"Certamente tesoro" sollevò la padella dal fuoco e la portò di fronte a dove mi ero seduta io a tavola. Mi servì metà della omelette e io inziai subito a tagliarla per mangiarla. "Comunque, quell incubo vorrà dire qualcosa no?"

"Papà, guarda sinceramente non ne voglio più parlare, per il resto di questa giornata me ne voglio totalmente dimenticare."

"Okay come desideri..." da lì rimanemmo in silenzio per tutta la durata della colazione.

Quando ebbi finito mi alzai da tavola, erano le 7:00am, detti un bacio sulla guancia a mio padre per salutarlo, tornai in camera presi il mio zaino, le chiavi di casa e quelle per il lucchetto della mia bicicletta e poi uscii.

N/A mi scuso per eventuali errori.

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