Au!zombies [Winterfalcon]

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Avvertenze: MalexMale
Genere: Post-apocalittico, angst

Bucky's POV

"Bucky?"
Un altro colpo.
"Bucky? Rispondi."
Un altro vagante, l'ultimo.
"Bucky Barnes. Rispondimi. Dove sei? Perché non sei alla tua postazione?"
Appogiai il cecchino al muro, e presi la radio dallo zaino.
"Sono andato a fare un giro." Risposi secco.
"Durante il tuo turno di guardia? Senza nessuno a sostituirti? Ti ho detto che se non te la senti puoi dirmelo, metto qualcun'altro al tuo turno."
"No- sto bene. Adesso torno, avevo solo bisogno di... Prendere un po' d'aria. Non ho bisogno che tu mi sostituisca con qualcuno, davvero." Risposi, cercando di sembrare il più convincente possibile.
"Sei sicuro?"
"Si. Fidati di me, Steve."
"Muoviti a tornare."
Misi nello zaino la radio, raccolsi il fucile, e uscì dal palazzo il più silenziosamente e velocemente possibile.
Presi la moto che avevo lasciato all'entrata e mi avviai per una stradina secondaria nel bosco che andava verso la piccola città in cui c'eravamo stabiliti.

Appena misi la moto nel parcheggio sentii dei passi veloci che venivano nella mia direzione.
Mi girai appena in tempo per vedere uno Steve infuriato venirmi incontro.
"Ma cosa diavolo hai nella testa? Carne putrefatta?"
Lo ignorai, togliendo le chiavi dalla moto.
"Non credere che ignorandomi la tua situazione cambierà."
Ma cos'era? Mia madre?
"Sono preoccupato per te, bucky." Disse ad un certo punto, cambiando totalmente tono.
Mi girai, e lo vidi che mi fissava con un'espressione seria, con un po' di dolcezza nascosta.
"Scusami okay? Non so che mi è preso. Non lo farò più."
"Bucky, è già la terza volta che succede da quando Sam..."
"Steve è tutto okay." Lo bloccai.
"Abbiamo deciso di non farti più fare turni di guardia da solo." Ammise.
Lo fissai confuso.
"Cosa? Perché? Non potete..."
"Siamo solo preoccupati per te. Pensi solo a te stesso. Mi spieghi come potremmo fare noi se ti succedesse qualcosa? Non pensi..."
"Non pronunciare il suo nome ora. Non mi è mai successo niente, sono cresciuto in questa merda, e tu dovresti saperlo meglio di tutti. Sembra che tu faccia di tutto per rinchiudermi qua dentro. Gli amici dovrebbero aiutarsi, invece tu ti comporti da perfetto sconosciuto nei miei confronti." Gli dissi, quasi urlando.
Presi il mio zaino, e mi allontanai da quel posto, senza lasciarlo rispondere.
Steve era proprio uno stronzo.
Da lui non me lo sarei mai aspettato, quella gente che stava frequentando gli dava alla testa.
Non si ricordava più come era vivere per strada, con la paura ogni notte di attacchi da vaganti, o peggio, da persone, o di rimare senza provviste o proiettili.
Lui avrebbe dovuto capirmi, e invece non lo riconoscevo più.
Entrai in quella che dovrebbe essere stata la mia casa, anche se ormai non ci stavo quasi più, passavo i giorni fuori dalla città o a fare i turni di guardia, e la notte in ospedale.
Buttai lo zaino per terra, e mi voltai verso la cucina.
Era esattamente come Sam l'aveva lasciata l'ultima volta, riuscivo ad immaginarlo, indaffarato e concentrato nel cercare di cucinare qualcosa.
Amavo guardarlo cucinare, amavo guardarlo quando aggrotava la fronte perché non capiva dove avesse sbagliato, amavo guardarlo concentrarsi per fare tutti i passaggi giusti.
Presi velocemente qualcosa dalla dispensa, e me ne andai subito da quella cucina, perché più stavo li, più soffrivo per la sua mancanza.
Mangiai velocemente e andai a fare una doccia.
Ormai mi ero dimenticato la sensazione di stare sotto l'acqua calda.
Presi la cosa più decente che avevo trovato dall'armadio, un paio di pantaloni il meno logori possibili e una felpa.
Uscii dalla casa, e mi avviai verso la struttura adibita ad ospedale.
Trovai subito la stanza di Sam, e bussando entrai.

"Hei Sam." Lo salutai, sorridendogli.
Lo trovai che stava leggendo uno di quei suoi noiosissimi libri rosa.
"Come va?" Gli dissi, avvicinandomi, e posandogli un leggero bacio sulla fronte.
"Bene, un altra settimana e poi potrò tornare a salvare il mondo assieme a te." Mi rispose, sorridendomi e mettendosi seduto.
Ad un certo punto la sua espressione cambiò totalmente.
"Ora basta stronzate bucky, ho sentito ieri delle persone che parlavo che Steve e gli altri ti hanno tolto il turno da solo e ti hanno messo in coppia. Cos'è successo?"
"Niente, solo... sono andato fuori città durante il mio turno. Un paio di volte."
"Come mai?"
"Sam, loro non capiscono, e nemmeno tu. Vuoi siete sempre vissuti qua, in questo buco. Io e Steve... Abbiamo vissuto quella merda in prima persona per anni. Ora, questo vale solo per me perché a quanto pare Steve si è ambiantato anche troppo bene, io non riesco a rimanere rinchiuso qui dentro a lungo, non riesco a riabituarmi ad una vita normale capisci?" Gli dissi, velocemente.
"Non credo di poter capire, ma appena uscirò da questo posto, voglio aiutarti. Non so come, ma ti aiuterò."
"Non puoi aiutarmi, l'unica persona che credevo potesse aiutarmi si è completamente dimenticata di me, e ora non ho altro da fare che arrangiarmi." Dissi, con una voce strozzata dalla rabbia, guardando fuori dalla finestra.
"Bucky." Mi chiamò, Sam, mi voltai verso di lui. "Questa cosa ti ucciderà. Devi smetterla di uscire da solo. Se non vuoi farlo per te stesso... Fallo per me. Tu non puoi capire come mi sentirei se ti perdessi..."
Lo bloccai.
"Si che posso." Quasi urlai. "Quando ti ho visto cadere da quel ponte, e finire nella strada di sotto. Io sono quasi morto, ti rendi conto che la mia voglia di vivere si era spenta? Avrei potuto uccidermi in quell'istante."
"Ma non l'hai fatto. Mi sono sempre chiesto cosa ti avesse tenuto in vita in quel momento. E forse è arrivata l'ora di parlarne." Disse lui, senza guardarmi.
Non gli risposi, almeno non subito.
Mi ricordavo che nel momento in cui avevo visto Sam cadere, mi ero visto passare la mia vita davanti, da quando il virus non esisteva ancora, a quando avevo ucciso il primo vagante insieme a Steve, fino a quando avevo incontrato Sam.
Credevo fosse uno stupido all'inizio, e invece poi avevo capito di amarlo.
"Non lo so. La speranza, forse? La speranza che nonostante la caduta, tu fossi ancora vivo. O magari mi ero solamente ripetuto che non dovevo smettere di lottare, e che nonostante il mondo mi stesse crollando addosso, io avrei continuato a vivere e a combattere."
Mi guardò, con gli occhi lucidi.
Mi avvicinai a lui, e lo sentii singhiozzare.
"Bucky... Io non so se potrei avere la tua forza... Io non ce la farei senza di te."
Lo abbracciai.
"Non pensarci neanche, io starò sempre vicino a te. Non ti abbandonerò mai, te lo prometto."
Lo guardai negli occhi. "Ti amo, Sam."
"Anche io. Tantissimo."
E gli lasciai un caldo bacio sulle labbra.

Sam pov's

Mi risvegliai di colpo, stavo piangendo.
Andai a farmi una doccia fredda.
Mi aveva abbandonato.
Da due anni ormai.
"Me lo avevi promesso..." Sussurrai.
"Bucky..." Sapevo che non mi avrebbe risposto, sapevo che non avrei mai risentito la sua voce, sapevo che non era riuscito a mantenere la promessa.
"Te lo avevo detto io."
Lo sapeva, lo avevo avvisato che se continuava così non sarebbe finito bene, per niente.
E così era stato, non mi aveva dato retta.
Non mi ascoltava mai.
Uscii dalla doccia, e dopo essermi asciugato mi buttai sul letto, stringendo una sua maglia, la sua maglia che ormai aveva perso completamente il suo profumo.
Mi sfogai, e piansi.
Non credevo che un uomo potesse piangere così tanto.
"Perché mi hai abbandonato Bucky?"
"Te lo avevo detto che non ce l'avrei fatta da solo." Dissi, tra un singhiozzo e un altro.
"Ti amo."

Questa os l'avevo scritta tantissimo tempo fa. La considero come un esperimento. Ditemi se vorreste più spesso capitolo così :3

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